giovedì, novembre 30, 2006

10 Poliziotti per tre Sovversivi (da luogocomune)

Dal sito di luogocomune volentieri "giro" quest'illustrazione di quanto siamo democratici e civili.


di Claudio Gianvincenzi, Fulvio Venanzini, Ambra Giordani

In Italia – ed invero in gran parte dell'Occidente che si fregia di essere civiltà illuminata – la libertà di espressione sussiste soltanto previa autorizzazione. Dire la propria è lecito solo se viene accordato il permesso dall'alto. Insomma, c'è sì libertà di pensiero, ma basta che te lo tieni per te. Questa non è democrazia: è cripto-dittatura camuffata.

Ieri Claudio, Fulvio ed Ambra, tre semplici cittadini qualunque, lo abbiamo constatato sulla nostra pelle.

Venuti a conoscenza che il 27 novembre Giulio Andreotti avrebbe presentato un libro all'Università Lumsa di Roma, avevamo deciso di organizzare un sit-in di protesta ed informazione contro il Disonorevole Prescritto a Vita - per l'occasione abbiamo anche aperto un blog al fine di raccogliere documentazione, articoli e materiale vario sul Senatore. L'idea era quella di distribuire davanti alla sede della conferenza copie della sentenza emessa dal tribunale di Palermo il 2 maggio 2003 che certifica i rapporti tra Andreotti e Cosa Nostra intercorsi fino al 1980.

Così ieri mattina, con un pacco di volantini ciascuno, ci siamo messi a svolgere il compito che sarebbe spettato ai media ufficiali, …


… i quali invece hanno occultato la verità – tutti ricorderanno la puntata di Porta a Porta in cui venne mendacemente sancita l'innocenza di Andreotti – facendo passare per assoluzione quella che invece è una prescrizione per un reato "concretamente ravvisabile".

Abbiamo fatto libera e gratuita informazione "dal basso".

Eravamo solo in tre – perché si sa, da casa sono tutti rivoluzionari – ed a titolo assolutamente individuale ed indipendente, mossi da coscienza civile ed indignazione, abbiamo iniziato a dare l'estratto di un documento pubblico agli studenti di un Ateneo privato cattolico e destrorso, ai docenti, ai passanti, agli ecclesiastici che in quell'università sono di casa.

A parte qualche sberleffo e qualche ghigno arrogante da parte dei soliti che chiudono gli occhi per partito preso e sono convinti di averli più aperti degli altri, ci hanno stupito la curiosità e l'interesse di coloro ai quali avevamo consegnato il volantino e a giudicare dagli sguardi di sorpresa di molti che via via si facevano cupi durante la lettura abbiamo avuto la conferma del valore dell'informazione: quasi nessuno lì sapeva la realtà dei fatti; quasi tutti ignoravano i legami comprovati tra Andreotti e la mafia ed i suoi ripetuti incontri con i boss.

In molti di loro qualcosa si sarà mosso, o forse no, ma di certo ora saranno in possesso di ulteriori elementi per affinare gli strumenti critici e formulare una personale opinione, non già campata per aria, bensì basata su fattori concreti. "Carta canta".

Agli organizzatori dell'incontro però la nostra iniziativa non deve essere andata molto a genio, considerando che dopo neanche quaranta minuti hanno chiamato le guardie ed in poco tempo ci siamo ritrovati circondati da una decina tra carabinieri e poliziotti in borghese.

Dieci (forse dodici) rappresentanti delle forze dell'ordine per tre manifestanti: un record.

Dopo aver esaminato attentamente il contenuto dei fogli da noi distribuiti, consultandosi ripetutamente tra loro, ed aver avuto la cocente delusione che non eravamo imputabili di calunnia o diffamazione essendo quello un documento pubblico giudiziario, ci hanno intimato di cessare quella che era una "manifestazione non autorizzata", sequestrandoci (anzi, "acquisendoci") i cinque cartelli su cui avevamo riportato passi salienti della sentenza.

Dopodiché siamo stati portati in commissariato e denunciati per violazione dell'articolo 18 del codice penale (per cui sono previsti fino ad un massimo di sei mesi di reclusione, che contiamo di evitare sulla base del comma che rende non punibile chi non oppone resistenza o comunque per archiviazione del caso - giacché per noi nemmeno ci sarebbe l'indulto).

Firmare il verbale sotto la voce "L'INDAGATO/A" è stata per noi l'ennesima dimostrazione delle insanabili storture dello Stivale: un repubblicofago amico della mafia viene eletto Senatore a Vita ed invitato a pubblici eventi in luoghi deputati all'istruzione, all'educazione ed alla formazione, mentre chi ne contesta le collusioni mafiose viene arrestato poiché l'esercizio di un suo sacrosanto diritto non è consentito senza il beneplacito delle autorità.

Dunque indagati per antimafia e per abuso di libertà d'espressione, a quanto pare ed andando a stringere.
Rimane un dubbio: in una città con un così alto tasso di criminalità impunita, uomini, tempo e mezzi per un volantinaggio contro un potente corrotto si trovano sempre.

Ci tenevamo a segnalare questo spaccato di vita politico-burocratica nazional-popolare.

Ringraziando anticipatamente per la preziosa attenzione dedicataci, inviamo i più cordiali saluti densi di stima ed ammirazione.

Claudio Gianvincenzi, Fulvio Venanzini, Ambra Giordani

il testo del volantino e la sentenza la trovate su:
http://luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=1566

La sinistra del "gregge"

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Per me il maggioritario è davvero uno strumento antidemocratico e inutile.
Introdotto dal Mariotto Segni col pretesto che sarebbe dovuto servire a “modificare le istituzioni nel senso di una maggiore stabilità dei governi” in realtà si è dimostrato e si sta dimostrando, uno strumento di dittatura della maggioranza, laddove la maggioranza ,in Italia, è ancora , come 40 anni fa, asservita ad interessi legati ad ideologie di stampo clericale, per quanto riguarda il fronte interno e statunitensi, sul fronte esterno.
Prendiamo il caso di Deaglio. Una vicenda che non ci sarebbe dovuta essere. Semplicemente perché, dopo le elezioni, il capo, non di un partito, ma di una coalizione, un uscente presidente del consiglio, ha denunciato pubblicamente brogli (“tanti brogli” disse “il risultato DEVE cambiare”)
In una democrazia, a mio avviso, di brogli non se ne dovrebbe neppure parlare. Se ne parla un presidente del consiglio, la magistratura avrebbe il dovere di intervenire , nell’immediato, dando così modo di fugare ogni dubbio. Invece quando ne parlò Berlusconi non se ne fece nulla. Alla fine egli accettò, ob torto collo, quei risultati, la coalizione vinse di misura rendendola così ricattabile, in ogni momento, sia dalla maggioranza interna, che dall’opposizione.
Ergo: il principio maggioritario dell’elezione, che prevede l’unità in grandi coalizioni, non serve più a stabilire principi di rispetto delle linee di ciascun gruppo. Non serve a dare stabilità al governo, a meno che esso (come fa) non si appecori alla volontà del gruppo di maggioranza (magari “trasversale) e non dà margini di contrattazioni per i partiti più piccoli, che stanno in silenzio, facendosi criticare e perdendo gradualmente voti nel proprio elettorato.
Il sistema proporzionale dava piu’ spazio al trasformismo, in politica, però era maggiormente rispondente al principio democratico per cui si deve venire a patti anche coi partiti piu’ piccoli, non solo con uomini legati alle grandi lobbies finanziarie e ai colossi economici connessi ad interessi esteri, come stanno facendo ora, sacrificando del tutto gli interessi populistici.
Oggi si parla di coalizioni di destra e di sinistra, ma in realtà ci siamo americanizzati anche in questo. Non c’è molta differenza tra la destra e la sinistra. Sono due grandi coalizioni di centro destra entrambe, laddove i gruppi di sinistra estrema fanno a gara a sputtanare (anche legittimamente peraltro) Bertinotti e Diliberto, che , più vengono criticati, più si devono “moderare” perché le loro prese di posizione sono tanto piu’ iperresponsabizzate, in quanto la “sinistra” visto come sono andate le elezioni, sta sul filo di lana.
Ora: Deaglio ha fatto scoppiare la bomba del dubbio. Magari è una bufala; se lo è, tra l’altro, ci fa una figura di merda, visto le posizioni che ha preso sull’11 settembre. Però si è beccato la denuncia che avrebbe dovuto prendersi Berlusconi per le stesse ipotesi che, spacciate subito doo elezioni sono ben piu’ perniciose, per l’ordine pubblico di quanto non lo siano quelle di Deaglio oggi.
Quello che mi meraviglia, che mi sconcerta, come sempre, è il rumoroso silenzio della sinistra, su questi fatti. Un ospite del mio blog mi scrive che, anche nei luoghi dove c’è stato il voto elettronico, le cose si sono svolte tramite cartaceo: gli informatici scrivevano solo su un database i risultati scritti sui registri e controllavano la corrispondenza reciproca.
Quindi, perché la sinistra non le dice, queste cose? Perché non spiega come sono avvenute le votazioni, cosiddette elettroniche e a che scopo servivano i database? Che funzione hanno avuto?
Una trasmissione televisiva di 20 minuti basterebbe ad acquietare ogni dubbio di avere un governo eletto con un “colpo di stato” .
Però silenzio. L’unione fa silenzio. E in compenso riaccende, in una circostanza come questa (perché una democrazia brogliata non è una democrazia), il dibattito sulle droghe leggere. I 50 tra deputati e senatori dell’Unione, si fanno promotori di una bella iniziativa “trasversale”: rimettere in galera chi si fa gli spinelli, modificando la legge di Livia Turco. Questo, detto per inciso, dopo che tra le prime iniziative legislative di questo governo c’è stato un indulto che ha rimesso in libertà migliaia di spacciatori, stupratori, rapinatori e omicidi.
Ma ormai noi italiani abbiamo fatto del calcio il vero sensus vitae. E della contraddizione il modus pensandi. In piazza ci scendiamo solo se ce lo dicono i sindacalisti che han fatto carriera e ci andiamo pure poco convinti.

martedì, novembre 28, 2006

Questa storia puzza Deaglio

Ho visto il film di Deaglio. Premetto che non mi è piaciuto,(lungo l’inizio, inopportuno richiamo a twin peaks e la scrittrice del libro “il broglio” che parlava con il tipo dei servizi segreti sembravano pessimi attori de:”al posto tuo”) tranne la parte in cui, scandito da un pezzo incalzante di percussioni, vi si racconta l’avvicendarsi di avvenimenti durante quell’incomprensibile 11 aprile.

Ho 45 anni. Voto da piu’ di 20 anni. La regola è sempre stata, senza nessuna eccezione che: i seggi chiudevano alle 15, Già dopo un’ora cominciavano ad arrivare le prime proiezioni (gli exit poll in Italia non si sono mai dimostrati tanto attendibili) che erano vicinissime al risultato finale. Sempre.
Stavolta non fu così. Ne parlai anche in Internet qui.

Deaglio non racconta molto che non sapessi già: che in alcune regioni era stato introdotto frettolosamente il voto elettronico , che l’appalto di questa storia era stato dato al figlio di Pisanu, che Berlusconi aveva convocato a palazzo Grazioli, di sera, Pisanu, a spoglio non concluso e che si mormorava di un grosso litigio fra loro.
Cio’ che non sapevo era che tra le prefetture e il Viminale i voti, peraltro scritti sui registri elettorali, venivano comunicati via computer: da quello che ho capito cio’ succedeva dappertutto, non solo dive era in vigore il voto elettronico.
Quest’ultimo punto non è che l’abbia capito bene, o meglio pensavo di sì, fino a quando il film ha mostrato Berlusconi che affermava che i risultati erano stati comunicati per telefono.

Deaglio si sofferma poi, pensando male, sul fatto che qualcuno abbia sempre cospirato affinché in epoca di elezioni, in Italia , se ne influenzasse il peso, prendendo come esempio Portella della ginestra (1947). Evabeh, lasciamo stare quel presunto “giornalista” trilionario, novantenne che risponde al nome di Michael Stern ,che secondo me non è affatto un ex giornalista, ma una ex spia,ben ripagata dai suoi servigi, concordo con Deaglio che, in Italia, la dialettica di governo sia sempre stata influenzata da poteri esterni al paese.
Cio’ che Deaglio non racconta, e che invece sarebbe stato utile per farsi un’idea piu’ chiara del fatto, è come si siano svolte le elezioni ( e il relativo conteggio dei voti) nelle regioni dove “a titolo sperimentale” era stato introdotto il voto elettronico.
E cioè se si sia usata una macchinetta come QUESTA QUI e cioè la stessa macchinetta americana usata per eleggere Bush , oppure un altro modo.
Sta di fatto che le schede bianche sono diminuite ovunque in modo conforme, attestandosi tra l’08 e il 2 per cento.
Certo c’è da insospettirsi di brutto. E ci sarebbe da ricontare le schede. Però se le regioni con il voto elettronico si fossero strutturate con Diebold (la macchinetta summenzionata) allora le ipotesi di modalità di broglio sarebbero 2, non solo quella illustrata da Deraglio di “centrifuga” nella trasmissione dei dati dalle prefetture alla sede del Viminale. Ma ci sarebbe anche l’ipotesi del broglio nel seggio, nel momento stesso in cui viene depositato il voto. Come illustrato dal gruppo di lavoro di Princeton.

Certo, se c’è solo un fondo di verità in questa brutta storia che racconterebbe di un colpo di stato, secondo me la sinistra c’entrerebbe.
E’ impossibile pensare che, avendo Berlusconi come avversario, L’Unione non si sia avvalsa di opportunissimi esperti informatici per controllare i programmi usati . Se le cose di cui sopra(il figlio di Pisanu, l’appalto ecc…) le sapevo io, allora come non poteva saperle “qualcuno” della coalizione dell’ulivo? .E non predisporre controllo alcuno, specie in sede informatica, che, come sa chiunque navighi in Internet , è il regno dell’insicurezza e della violazione dei dati personali, sarebbe stato, non solo ingenuo, ma impensabile.

Significativa è l’ultima battuta del pessimo attore che interpreta uno dei sevizi segreti italiani, alla signorina giornalista lui dice:
“Pisanu sapeva che Berlusconi si agitava come un gatto in un sacco. Ma sapeva che era un gatto morto.”
Allora: la mia ipotesi è: se Pisanu avesse tentato un broglio, i controllori dell’Unione l’avrebbero scoperto. Se così è stato, a questo punto il risultato definitivo delle elezioni, dato così tardivamente sarebbe stato frutto di un accordo preso a posteriori. Berlusconi chideva il riconteggio delle schede bianche, Pisanu non l’ha appoggiato, Ciampi non l’ha appoggiato, entrambi facendo quel che l’Unione voleva: vedersi confermare una vittoria, seppur di misura, rendendo se stessa, magari ricattabile da Berlusconi, ma vedendosi meno ricattabile dai gruppi di sinistra estrema, che, in un regime con un gran numero di schede bianche, sarebbero risultati elettoralmente molto piu’ potenti di quanto effettivamente siano.
Così, com’è andata, la Margherita e tutti i guerrafondai dell’Unione possono con meno scossoni portare avanti gli interessi della confindustria e 12 miliardi in spese militari sancite con una finanziaria da trenta. Il maggior numero di coloro che sono compresi in questo governo ( a mio avviso illegittimo, a questo punto) hanno maggiori difficoltà a sentirsi ricattati da richieste populiste modello Di liberto, che da quelle di Berlusconi . E il potere fa comodo a tutti.
QUINDI SI RICONTINO LE SCHEDE.

lunedì, novembre 27, 2006

Che paese è?

2 minuti x guardare il video
http://www.youtube.com/watch?v=sFcaZP2IB7g&mode=related&search=

Quello in cui si grida "al criminale" se ad una manifestazione si bruciano quattro fantocci in divisa, per nascondere e non far arrivare al grande pubblico dei media che il "nocciolo" di quella manifestazione erano gli accordi militari tra Italia e Israele.
Che paese è quello che stabilisce un aumento delle spese militari a 12 miliardi di euro, a fronte di una manovra finanziaria da 30 miliardi.
Che paese è quello che tace di fronte ad un proprio deputato che, dalle colonne di un famoso giornale, semina odio.
I giudici cercano chi ha bruciato i fantocci. Ma questo disgustoso escremento umano, questa feccia morale della società, questa vergogna della nazione, sta a montecitorio. Nessuno lo tocca e non ha nessun fastidio.
Evidentemente pensa che la guerra "sola igiene del mondo" lo libererà da tutti i suoi nemici.

domenica, novembre 26, 2006

La Civiltà dell'Amore

Gesù ha detto: “Dio è amore”. Che stronzata. Per dire qualcosa che avesse un minimo di senso avrebbe dovuto dire, almeno, “l’Amore è Dio”. Forse l’eredità che avrebbe lasciato sarebbe stata diversa. Forse non ci sarebbe stato un Rumsfeld che dice che la giustizia dei bombardamenti è qualcosa che gli ha confidato Dio. In un rapporto confidenziale, fatto di preghiere, meditazioni e religiosità profusa.
I cristiani e i religiosi in genere, specie i monoteisti, tendono a sottolineare che Dio, sì, sarà anche amore, ma è soprattutto autorità.
Così poi si elaborano scritture, congetture, corollari e cazzate, con cui per come la giri la giri, prevale sempre Dio=autorità che NECESSITA a credere, attuare, operare determinate cose, fossero anche sparare, devastare, ammazzare ecc…
Dio come amore viene, in seconda istanza, completamente trascurato.

Io sono favorevole all’aborto. Non suscita nessun cedimento della sensibilità, in me, il pensiero di decine di milioni di bambini mai nati, perché la mamma ha voluto abortire.
Generano in me molta piu’ pena le mamme che hanno perso il loro feto, per un aborto spontaneo.
Per me l’aborto volontario non è un male necessario. E’ un bene. Perché non c’è niente di più devastante, sia sotto l’aspetto della specie, che del singolo, che essere generato in un utero di una persona la cui volontà è quella di abortire.
Una mia amica, incinta di cinque mesi, è andata fuori strada con l’auto in montagna. La macchina è rimasta sospesa per metà nel vuoto di un baratro e per metà sulla terraferma.
La mia amica ha strisciato fino al sedile posteriore, come se si trovasse sulla nitroglicerina. Poi è uscita dall’auto.
Non si è fatta neppure un graffio, ma il bambino è morto d’infarto.
Come poteva vedere? Percepire quello che di spaventoso sarebbe potuto accadere? E’ che lui condivide lo stesso organismo della mamma. Ogni sentimento, ogni passione, positiva o negativa, si traduce in una commistione fisico-spirituale e in una condizione esistenziale, che il bambino vive già, anche quando è un grumo di cellule.
La mamma passa al bambino ogni pensiero, sentimento, umore. Si trasformano in utero più acido o meno acido, in sangue inquinato o salutare. E a queste modificazioni fisiche si accompagna uno status esistenziale, che si imprime in lui, nello stadio prenatale e che lo accompagnerà per sempre.

Se un bambino è atteso, amato, accolto, sarà un umano migliore. Quando sta in pancia lo si immagina, non si vede l’ora di vederlo in faccia, di toccare il suo corpo, di sentire l’odore. Se poi il bambino nasce, crescerà con una diversa percezione dell’esistere. Sentirà sempre, anche se non ci saranno i genitori, la possibilità dell’amore, dell’amicizia, della vicinanza, dell’accoglienza.
Viceversa, non ha futuro benefico e gioioso colui che viene concepito involontariamente, non viene accolto, e la mamma lo vuole abortire, anche se qualche prete, magari la convince a darlo in adozione, e lei lo fa, sulla scorta di sensi di peccato ecc...

Una sera vidi un documentario sul Congo. Come si sa, adesso c’è la “pace” però i congolesi sono reduci da cinque anni di guerra delle peggiori, costata cinque milioni di morti.
Oggi, nonostante nel paese ci siano fermenti di speranza e anche donne che si candidano alle elezioni, la popolazione è in preda al totale disfacimento umano. Addirittura la maggioranza crede che alcuni bambini, figli propri, siano invasati dal demonio.

Ed è in atto un altro genocidio: quello dei bambini chiusi in un sacco e annegati come gattini. O legati e bruciati su un copertone d’auto. O, nella migliore delle ipotesi, cacciati di casa a fare i bimbi randagi.
Si parla di creature di 2 o 3 o 4 anni.
Hanno visitato ,in questo documentario, una specie di centro, tenuto da un prete, da una dottoressa italiana di 90 anni e di un altro medico arabo, che parlava in francese e che hanno intervistato.
Il medico ha mostrato bambini ustionati in modo rivoltante che erano fuggiti dal rogo del copertone. Bambini evirati, altri con cicatrici che rivelavano che erano stati scarnificati.
Centinaia e centinaia di bebè in culle improvvisate, portati lì dalle madri che volevano salvarli dai roghi e dalle torture, e poi abbandonati.

Questa gente allestisce un ospedale, una piccola scuola, cerca di far qualcosa, ma è chiaro che combattono contro i giganti.

Il medico arabo, ho notato, era molto affettuoso con questi bambini, mentre li visitava li abbracciava, gli faceva semplici coccole, voleva loro bene, si vedeva chiaramente.
Intervistato ha detto che
“Non si puo’ dare quel che non si è mai avuto, gli adulti del Congo escono da cinque anni di guerra dove chiunque ha visto il fratello sgozzato, la madre stuprata e sventrata, la casa bruciata.

Non si puo’ pensare che, gravidanze portate avanti in un contesto di odio, paura e disperazione, generino individui amati e amanti dei propri simili.
Quindi, concludeva, nel mio piccolo, cerco di dar loro piu’ amore possibile”

L’amore non c’entra niente con Dio. L’amore è qualcosa che si sperimenta solo tra umani. Almeno un uomo, una donna, (una madre, un fratello, un figlio, un amico), qualcuno, insomma, deve far sentire un altro amato una volta nella vita. Almeno.
Altrimenti l’individuo non avrà antidoti contro il male che lo circonda, non potrà mai sottrarsi alle sue paure che innescano il razzismo e l’odio verso cio’ che non si puo’ comprendere, perché se manca l’amore manca il “conatus”, l’impulso alla vita, l’autoconservazione di se e della specie.

Invece si continua a far prevalere Dio come un’autorità. E con la scusa di obbedire all’autorità si risponde con “obbedisco agli ordini”. Del capitano, che obbedisce al generale, che obbedisce al ministro, che obbedisce ala Patria, che appartiene alla stirpe, che l'ha creata Dio e che vuole che sia difesa.

Troppo comodo. Non c’è niente di peggio che istanze relativistiche che vengono fatte valere, in modo assoluto, relativamente a delle forme di potere. In questo veramente dio è morto.

venerdì, novembre 24, 2006

Il diritto di dirlo (2)

Allora: la storia comincia con Francesco Costa (candidato alla redazione di Kilombo) che suggerisce di inibire da kilombo chi esibisce simboli come quelli che esibisco io sul mio blog.
Io rispondo come ho risposto, e cioè che se una persona ritiene la politica israeliana nazista, giusto o sbagliato che sia ha il diritto di esprimerlo come gli pare, con le parole e con i simboli.

L’obiezione successiva di Francesco Costa è stata allora che si tratta di un simbolo religioso, quindi si violerebbe la carta di Kilombo nel senso della discriminazione religiosa. Gli rispondo che, se la nazionale israeliana porta sulla maglietta la bandiera askhenaziSta, a sto punto è chiaro che è un simbolo politico, e io a quello faccio riferimento.

Allora interviene Supramonte, che afferma che il medesimo simbolo (la bandiera israeliana con la swastika), se lo uso io, essendo pacifista, è una chiara critica politica, se invece lo usa MilitanteAutonomo essa viola la carta di kilombo perché lui inneggia all’intifada ed è favorevole alla cancellazione di Israele.
Eklektikos si dice d’accordo.

Io ribatto che se dunque sono favorevole a che lo stato vaticano se ne vada dall’Italia, allora pure io sarei da inibire, ma qui interviene Eklektikos che afferma che è diverso, dire che si vorrebbe che uno stato non stesse in Italia e dire che lo si vorrebbe cancellare.

Obietto che Ahmadinejad ha affermato pure lui che sarebbe favorevole a che Israele si trasferisse sul suolo europeo. Però è universalmente additato come uno che dice che vorrebbe cancellare Israele.
A questo punto Eklektikos abbandona la discussione.

Poiché Supramonte aveva accennato alla possibilità di un cambiamento della carta che comprendesse il rifiuto della violenza, obietto che in tal caso sarebbero censurati tutti i marxisti leninisti ecc…
Lui dice che la redazione valuta caso per caso, non in base agli orientamenti politici, ma in base alle disposizioni della carta di Kilombo.

Mi pare giusto scriverne, perchè ciascuno di noi che scriviamo in kilombo, ha una sua idea di libertà (io ho l'idea piu' larga possibile,fermo restando un obiettiva mancanza di rispetto verso individui specifici), ma penso che, socraticamente, si possa trovare una strada il più possibile comune. Il problema mi sta a cuore perchè me ne sono andata(più che altro mi hanno sbattuto fuori) da Indymedia per una questione puramente di censura, allora mi piace sapere, su questo fronte, con chi ho a che fare.


Di seguito, qualche stralcio della discussione, davvero degna della più luminosa agorà ateniese:-)

scrive supramonte
il banner in questione secondo me può rappresentare benissimo una critica politica, per quanto sgradevole. tu dici: "sostituire la svastica ad una stella a sei punte...", ma il punto è proprio questo: che ci fa un simbolo religioso in una bandiera nazionale? se la critica di chi ha messo il banner è una critica al sionismo, come nel caso di cloroalclero, è una critica politica io credo. se invece si critica il diritto di israele ad esistere, inneggiando all'intifada e allo spargimento di sangue, come nel caso di militanteautonomo, è chiaro che non si critica più solo il sionismo, ma anche il diritto internazionale e soprattutto, per quel che ci compete, l'art. 2 della Carta di kilombo

scrive Cloro
Ma davvero io credo che stiamo rasentando l'assurdo. Ora ci nascondiamo dietro le parole. La nazionale israeliana gioca con la bandiera askhenazi sulla maglietta. Se giocasse lasquadra vaticana, che maglietta metterebbe? La croce di gesu cristo? beh, allora diventerebbe significante di un paese, di una politic di un territorio.
Spiace vedere che con queste polemiche si offre il fianco alle destre per appellare i sinistri di stalinismo. Eppure è cosi. Si discute sull'ammissibilità di un'autorita che decide se uno ha usato un simbolo con un intento piuttosto che con un altro. Si decide a priori che l'intifada è qualcosa che non dovrebbe essere esaltata. Ma se c'è qualcuno che la pensa così? Allora che si fa, si censura? in nome di un'osservanza ai regolamenti, di cui si interpreta la lettera e non lo spirito. A mio avviso in modo che si presta a strumentalizzazioni politiche in qualsiasi momento.
E allora ben venga parlamentando. A me han scritto: abbiam visto che scrivi, dacci il feed, metti il banner e ti pubblichiamo. Solo dopo ho capito che era un blog di destra . Ma penso che non faccia differenza. Oggi c'è solo bisogno di tanta libertà, perchè ce n'è poca in giro. Quindi preferisco un destro che non castra la bandiera dei nazisionisti sul mio blog, piuttosto che un sinistro che si perde in inutili discussioni in materia di censura possibile, piuttosto che concentrarsi sui contenuti. Lo spargimento di sangue non lo attua militante autonomo, ma Bush, Putin, Olmert; ben venga una provocazione, sgradita magari, ma che richiama una realtà ormai non piu' tollerabile. Con il suo contorno di miserie, censure, leggi speciali, ingabbiamenti, torture, stampa asservita, licenziamenti, porcherie che in confronto, la bandiera dei nazisionisti è una figurina della panini.

Scrive Francesco Costa
Cloroalclero, è uno strano concetto di libertà quello secondo cui ognuno può dire/fare tranquillamente qualsiasi cosa gli passi per la testa. Ti ho già detto come la penso sul tuo blog: questa non è libertà. Kilombo ha delle regole e dei valori che abbiamo sottoscritto tutti: non credo in un concetto di libertà che implichi anche la giustificazione di chi quelle regole le ignora.
Continuare ad urlare alla censura da alla vicenda un tono vittimistico che non vi fa onore. Su Kilombo tutto è regolato da meccanismi democratici, e nessuno può unilateralmente decidere nulla.
Continuamo a discutere, semmai: il giorno che nella Carta dovesse essere incluso anche un richiamo al rifiuto di ogni forma di violenza, che si fa con l'intifada?

Scrive Supramonte
cara cloroalclero, kilombo da una libertà enorme, una fiducia preventiva a chi si iscrive, purchè accetti di stare dentro la Carta. la redazione è molto restia ad intervenire, però bisogna tutelare anche gli altri iscritti, quelli che pretendono che la Carta venga rispettata

Scrive Cloro
No. Allora, la carta di kilombo dice che nn bisogna discriminare la gente. stragiusto. Io esibisco un simbolo che puo offendere qualcuno. perchè? si parla di religione?
di razze? no. Si parla di un popolo, perchè quel simbolo, potra' pure avere una valenza religiosa, ma è un simbolo politico, che designa un popolo, che fa determinate cose schifose che, secondo la mia opinione, è giusto siano stigmatizzate. Allora: non si puo invocare la carta di kilombo, sul lato della discriminazione e poi inibilre, calpestando la democrazia. Altrimenti, automaticamente, si inibisce la critica allo stato di israele, che, ripeto, per me è nazista e il simbolo che esibisco dice questo. Del resto se loro han fatto del simbolo religioso anche un simbolo politico, non è colpamia, come non lo è se un utente si sente colpito nella sua religiosità. ALtrimenti si finisce per ammazzare il principio democratico in nome di un sentire soggettivo, e nei fatti, kilombo si vestirebbe della limitazione alla critica ad israele. Ok tu dici, la puoi criticare solo con le parole. Ma io ti dico: e le parole non sono simboli di un pensiero? e perchè i simboli in quanto tali non debbono essre usati? ecco come, con il pretesto di discriminare chi offende la religione di un'altra persona, alla fine censura, questo è il problema. L'askheNAZI (in nomina sunt essentia rerum) è di fatto un simbolo politico, cosi conosciuto universalmente. Se una tribu africana pensasse che il segno della pace (cerchio con la Y) fosse il segno di satana, io esibendolo, offenderei la sua religiosità, ma io non sono tenuta a saperlo e kilombo non sarebbe tenuto ad invocare il principio della non discriminazione per impedirmi di esibirlo. Il dato, il fatto, sarebbe, a quel punto, solo la censura, ascrivibile a kilombo sulla base di una soggettività culturale che , secondo me, è inferiore al piano della libera espressione delle opinioni. In realtà, penso e mi auguro di star discutendo solo di filosofia morale e che queste istanze non verranno mai accolte da una redaziione che abbia a cuore, specie di questi tempi, la libertà come valore supremo.

Scrive Supramonte
comunque cloroalclero se permetti definire israele nazista è poco più di una provocazione. innanzitutto perchè la storia non si ripete mai uguale a se stessa, poi perchè le condizioni di contesto sono imparagonabili.
come li definiamo allora quegli eroi di hamas che vanno a sparare i razzi dalle case dei palestinesi e poi scappano via facendo bombardare le case dei civili? nazisti anche loro?

quando cloroalclero è entrata in kilombo la redazione ha notato il banner e ha brevemente dibattuto sulla possibilità che fosse fuori dalla Carta. è prevalsa la linea morbida che faceva rientrare tale banner come una "critica politica" come dice l'art 10 della Carta. del resto esisteva il precedente del blogger hereticus che aveva un banner in cui una croce era in un divieto di sosta. appurato che il blogger in questione, come si evinceva dai contenuti dei post, criticava le gerarchie ecclesiastiche e mai la religione o il sentimento religioso, lo abbiamo fatto entrare. lo stesso per cloroalclero: contestualizzando tale banner con i contenuti dei suoi post abbiamo convenuto che si trattasse di "critica politica" al governo israeliano, non agli ebrei o agli israeliani nel loro insieme. credo che f.c., se verrà eletto, abbraccerà la nostra giurisprudenza.

il punto è che il banner incriminato è stato compiato da militanteautonomo, che dice di odiare israele e afferma che israele non ha diritto a esistere, e che l'intifada deve andare avanti finchè israele verrà eliminato. il punto, come vedete, non è la forma (il banner) ma il contenuto dei post e dei commenti. io personalmente non ho remore a ritenere una posizione del genere fascista e antisemita, nonchè violenta, in contrasto con gli stessi principi della Carta. non ho ancora esposto la questione al resto della redazione perchè ho preferito parlarne prima col soggetto in questione, ricevendo purtroppo conferme di quel che pensavo. domani pubblica un post sul banner e voglio vedere quel che scrive e possibilmente interagire. nel caso continuassi a ravvisare comportamenti molto oltre al limite della Carta informerei la nuova redazione del fatto e proporrei alla redazione di valutare di proporre al collettivo l'espulsione. io sono liberale, democratico e molto tollerante, ma di fascismo tinto di rosso in kilombo non ne voglio. detto questo, mi rimetto alle decisioni democratiche e alle procedure della Carta, che sono estremamente garantiste.

Scrive Eklektikos
Se le cose stanno così, nulla da eccepire; il blogger può continuare a dire liberamente la sua... non in Kilombo

Scrive Cloro
A questo punto però inibite anche tutti coloro che dicono che lo stato vaticano non dovrebbe stare in Italia...

Scrive Supramonte
mi spieghi che c'entra il vaticano ora?

il mio unico metro di giudizio è la Carta. poi sono il primo a dire che è incompleta se uno come militanteautonomo ha fatto richiesta di iscrizione, manca un riferimento al rifiuto alla violenza. però giò adesso la misura è colma, per quel che mi riguarda.

Scrive Eklektikos
C'è una certa differenza tra "non dovrebbe stare" e "non ha diritto di esistere".... ma guarda se tocca proprio a me difendere il Vaticano

Scrive Cloro
Vabbe, ma pure Ahmadinejad ha detto che Israele ce lo dovremmo prendere noi, integrarlo nel suolo europeo, voglio dire...non avrebbe niente in contrario se stesse da un'altra parte...in questo senso, si sta a spacca' er capello: è chiaro che chi dice che "non ha il diritto di esistere" dice che "non dovrebbe stare lì, dove sta." Tant'è vero che lo dice pure il presidente iraniano, additato da tutti come uno che "vuole cancellare Israele".
Allora pure io "voglio cancellare Il vaticano" perchè mi piacerebbe che se lo pigliassero i francesi, o gli spagnoli. E mo che fate, mi inibite?

Scrive Eklektikos
Ritengo che ora ci si stia incaponendo pretestuosamente, comunque dato che qui non sei l'unica ad essere filosofa, diciamo pure che "è chiaro che chi dice che "non ha il diritto di esistere" dice che "non dovrebbe stare lì, dove sta"... ma è anche chiaro che non è vero il viceversa: negare il diritto all'esistenza è una condizione ontologica che preclude qualsiasi altra condizione (lo stare qui piuttosto che lo stare la). Affermare invece che non dovrebbe stare in un determinato posto non preclude la possibilità ontologica di esistere in un altro posto.
Detto questo, per quanto mi riguarda, la chiudo qui; dato che non sono a casa mia, ho già approfittato fin troppo dello spazio concessomi da Francesco.

Scrive Cloro
E poi, sul ricorso alla violenza: allora andrebbero inibiti anche tutti i marxisti rivoluzionarii che scrivono attualmente su kilombo, quelli che affermano che il proletariato dovrebbe eliminare la borghesia con una rivoluzione, di cui sappiamo, il pensiero di marx e di lenin non riteneva fosse proprio pacifista.
Allora? Auspicate per kilombo una linea esclusivamente riformista?

Scrive Supramonte
con rispetto parlando, a questo paragone non ci credi neanche tu. se proprio ci tieni ad inibirti, inibisciti da sola...

come tu ben sai israele li è e lì resta, indipendentemente dai deliri di qualche povero autonomo incazzato. non ci sono alternative realistiche oltre l'esistere lì e la distruzione. siccome anche la seconda mi sembra molto improbabile, non vedo perchè uno debba sostenere un'alternativa irrealistica se non perchè, appunto, "odia israele".

una filosofa come te non dovrebbe fare errori di logica... vi sono svariati kilombisti non riformisti che non sono rivoluzionari. finchè rispettano la Carta anche se hanno nickname come lenin, soviet o marx non vedo perchè fare un processo alle intenzioni... e lo stesso vale per i riformisti, dato che l'unico post finora censurato è stato quello di uno di questi (con il mio beneplacito of course). guarda che i redattori di kilombo non decidono in base ai propri orientamenti politici, ma in base alla Carta e al buonsenso: non ci siamo mai divisi per orientamenti politici non vedo perchè dovremmo iniziare ora per fare un piacere a te...

Scrive Cloro
sì cmq una parola definitiva non me l'avete detta. E cioè perchè su kilombo ci potrà stare l'autonomo incazzato che odia e vorrebbe distruggere la borghesia e non chi esprime analoghi pensieri su israele. Beninteso che la mia dissertazione è sulla libertà di espressione. Non sull'esistenza o non esistenza di israele.
cmq mi sn rotta. Se volete continuare sapete dove trovarmi.

giovedì, novembre 23, 2006

"..Ma mi batterò perchè tu possa sempre avere il diritto di dirlo"

Prima di scrivere qualunque cosa, invito la gente a rileggersi la storia di Israele, non per dare dell’ignorante a destra e a manca, ma per liberamente giudicare se la libera espressione di opinioni, attraverso parole o attraverso simboli, sia da castrare.
Un bloggaro di Kilombo afferma che chi esibisce la bandiera israeliana deformata con la swastika, abbruttisce Kilombo, esibendo un simbolo “volgare, xenofobo ..e in definitiva un cazzata”.Essendo questo bloggaro pure candidato alla nuova redazione dell’aggregatore, egli propone che i bloggers, che esibiscono nel loro spazio simili turpitudini politiche, vengano inibiti dal pubblicare su Kilombo, fino alla rimozione della rappresentazione incriminata. Presumo che questa sia una delle sue linee elettorali.
Ora: io ho cominciato a scrivere su kilombo, nella presunzione che kilombo fosse uno spazio libero, a fronte di stampa e tv che invece sono schifosamente asservite. Fermo restando l’accettazione del regolamento, ho agito, dunque , di conseguenza.
Non ho la pretesa che quanto scrivo piaccia a tutti. Come del resto neppure quanto scrivono gli altri mi piace incondizionatamente.
Cio’ che apprezzo di Kilombo è proprio l’aggregatore di menti diverse che però possono esprimersi. La libertà che vi si realizza.
Ora: io ho notato che si sono moltiplicati i blog di idee filosioniste, in cui vi si afferma che Israele si difende, che è necessitato a fare quello che fa, che ne va di lui e della sua sopravvivenza.
Io sostengo una tesi non in linea con questa visione. La esprimo negli scritti e la esprimo esibendo nel mio blog una bandiera che dice che Israele è uno stato nazifascista. Sta in rete e chiunque la puo’ scaricare. Espongo poi una vignetta in cui Olmert sta come quel personaggio di Schindler’s list che spara sui concentrati. Sostengo che le modalità in cui si esprime la politica dello stato di Israele siano naziste. E’ volgare? Puo’ darsi. E’ razzista? No. E’ xenofobo. Neanche.
Ho citato Friedman, il rabbino austriaco che ha parlato al senato contro l’occupazione israeliana, sostenendo che essa è contraria all’essenza stessa dell’ebraismo. Un personaggio additato dai filosionisti come un traditore e un venduto, che ha rischiato di essere rapito, per venire in Italia a dire queste cose, che sono state poi ferocemente stigmatizzate dai suoi detrattori.
Se la linea editoriale di kilombo, quale che sarà, prenderà questo tipo di deliberazioni, personalmente, non ci scriverò neppure piu’ una riga ( echissene direte voi).Inviterò uno per uno i bloggari che la pensano come me, a fare altrettanto. Penso che, in una nazione come la nostra dove la censura raggiunge livelli rivoltanti , degni dei paesi dittatoriali del terzo mondo, in cui lavoratori vengono licenziati per aver parlato con la stampa e la stampa stessa omette completamente alcune notizie perché non piacciono ai potenti, i filosionisti possano accettare anche chi pensa e dice che Israele è uno stato fascista. Calcolando che il contrappeso mediatico a questa affermazione non è solo gente che si riferisce a informazionecorretta, Deborah fait , Pannella e compagnia cantante, ma che trova grancasse mediatiche in Giuliano Ferrara, Libero, Gad lerner, L’antipatico e altri personaggi che, quando parlano, hanno riscontri di decine di milioni di persone. In questo quadro, che su kilombo si stabilisca una simile autorità censorea, significa solo tagliarsi degli spazi di libertà che solo apparentemente erano affermati.
Poi, come sempre, fate voi.
Ps: io non mi ero interessata tanto a queste elezioni. Avevo pensato di votare per le donne perché “ho pregiudizi sessisti”. Ora non lo so. Di sicuro farò la cernita tra coloro che invocano un qualsivoglia tipo di censura, in nome di qualsivoglia motivo. E non li voterò.

mercoledì, novembre 22, 2006

Vengo anch'io. No, tu no.


Come mi fa godere la notizia che Fini sia stato raggelato dalle dichiarazioni di Martens, presidente del PPE, non avete idea.
La destra in Italia, (parlo del periodo storico pre-nano, ovviamente) ha sempre avuto il ruolo opportunistico di raccogliere i voti di coloro che, per storia familiare oppure per sentire politico, erano rimasti affezionati al fascismo, o meglio ad un’idea di esso.
Da Michelini ad Almirante, il vecchio “Movimento Sociale” si era reso maggiormente estremista: Almirante rivendicava il diritto di non riconoscimento di certi valori della costituzione, cio’ gli valse l’emarginazione politica, qualificandolo come “partito fuori dall’arco costituzionale”.
Tuttavia anche Almirante ebbe delle “cadute di stile” politicamente parlando: si associo’ con la DC per sostenere il governo Tambroni, osteggiato dalle sinistre (1960). Che cadde per via dell’insurrezione di Genova.
Da allora l’MSI fece sempre una politica di opposizione, sembrava non voler neppure governare: il suo obiettivo era rosicchiare quanti piu’ voti possibile alla DC, che era sempre al governo, proprio rafforzando sempre quel ruolo contestatore delle politiche centriste che venivano partorite dall’arco costituzionale. Era il partito dei proprietari terrieri, della piccola borghesia nostalgica e dei vecchi fascisti.
Nel 72, però, i vecchi fascisti vennero traditi: Almirante fuse nel partito il PDIUM, i monarchici.
Il calcolo era basato sul fatto che il grosso dei voti li prendevano da Roma in giu’, dove non sussisteva una tradizione così apertamente antimonarchica come nel nord Italia. Tuttavia molti appartenenti al partito si sentirono delusi.
I voti però pagarono Almirante negli anni 70. Sia perché i tempi turbolenti accentuarono il “pericolo rosso”, sia perché , comunque, la politica di rosicchiare voti ai democristi non era mai cessata.
Infatti Almirante schierò il suo partito sia contro il divorzio (pur ammettendo in tv di essere divorziato) nel 74, sia contro l’aborto nel ’78.
Poi Almirante muore e il partito cade in mano al suo “delfino”, prediletto da donna Assunta, perbene al punto da rinnegare le tesi neofasciste nella svolta di Fiuggi del 95 e, contrariamente a quello che era il “sentire” della maggior parte dei neofascisti, assumere posizioni di filosionismo.
Il momento era propizio, Mani Pulite aveva fatto piazza pulita dei tradizionali partiti di centro e centro-sinistra, per cui Fini seppe approfittare di questa sua emarginazione che aveva sempre vissuto nella politica italiana. Ora tornava a suo vantaggio.
Il cambio di nome, di tendenza in politica estera, di ideali, in uno sfacciato opportunismo, non toccò comunque la retrività che aveva caratterizzato il partito di Almirante: sempre con la Chiesa, sempre a dire no ad ogni spinta di rinnovamento. No alle droghe leggere, verso cui ha coniato una legge improponibile, per dare biada ai preti e no alla legge 40.
Per il resto la storia di Fini è la storia di un gruppo di uomini che nell’amministrazione pubblica non si è distinta né per correttezza né per onestà (si vedano le vicende di Storace) né per autonomia politica: sempre dalla parte di Berlusconi, sempre forzatamente appianate le questioni coi leghisti, alla faccia del filopatriottismo che da sempre La russa sfodera.
Ogni tanto, per raccattare manciate di voti, Fini se ne esce con “voto agli immigrati regolari” o, ultimamente, “corano” nelle scuole. Un’iniziativa per promuovere soldi per le scuole pubbliche, per l’insegnamento di storia delle religioni, anziché di “religione” in tutte le patrie scuole, un guizzo, una novità, mai. Da buoni filomilitaristi, gli alleanzini, al governo, si son sempre piegati ai dettami di Forza Italia.
Almirante aveva dalla sua parte una dialettica e una cultura straordinarie. Che lo rendevano un politico carismatico. Una volta fece un intervento alla Camera di 10 ore. Stracciava i giornalisti senza mai alzare la voce, solo con la forza della parola.
Fini non gli pulisce neanche le scarpe.
Né come classe politica (è sempre destinato, quando se ne esce con i favori agli “immigrati regolari” a prendere pesci in faccia dai leghisti in modo proprio avvilente) ,né come dialettica, visto che lui e i suoi compagni di partito non sono in grado di sostenere una discussione pubblica senza alzare la voce, come pescivendoli al mercato.
Ora che conieranno la grande mangiatoia della democristianeria europea, lui pensa di metterci tutti e due i piedi. Però non lo vogliono. Troppo estremista. Un pericolo per l’Italia.
Pertanto questa Alleanza Nazionale, ormai destra senza identità, annegherà nel grande mare del centrismo europeo, con gli elettori destri che, laici, voteranno forza italia e cattolici, opteranno per udc. Lasciando Fini e il suo opportunismo sterile solo con se stesso e con qualche migliaio di elettori.

martedì, novembre 21, 2006

Perdonateli: non sanno quello che fanno

Deborah Fait,
nel suo delirante blog dice
che noi (proprio noi) italiani , gli ebrei li odiamo.


Che con queste
manifestazioni contro la politica di Israele abbiamo “sporcato” l’Italia.
Che Si tratta solo di antisemitismo, di “odio ingiustificato”, perché
Israele è folle in quanto combatte(cito testualmente) “secondo regole morali
più rigide di quelle di qualsiasi altro paese della terra un nemico che non
riconosce nessuna regola”.


Su Indymedia
compaiono
interventi
(di sedicenti "palestinesi") che dicono che la strada,
per questo popolo è ribellarsi ad Hamas.



Altri blog,
sedicenti “democratici” e/o riformisti (che il più delle volte recano il
simbolo di Forza Italia, se son di destra, della Rosa nel Pugno, se son di
sinistra) denunciano la faziosità dei media italiani che non dicono della
“pioggia di missili” da Gaza su Israele. Sono andata a vedere nelle news,
risulta che i missili palestinesi hanno ferito un operaio in un cantiere
incendiato da un missile. Mentre stamattina, un incursione israeliana ha
provocato la morte, si diceva, di un miliziano e di una donna di 70 anni.
Sicuramente una terrorista o fiancheggiatrice dei terroristi, come tutto il
popolo palestinese.


I nostri tempi
sono sciagurati, ma rispetto al passato presentano un vantaggio: la tecnologia.
La storia sarà testimoniata dalle immagini di videocamere e videofonini. Il
negazionismo non sarà più possibile.


Come questa
scena di soldati israeliani che spezzano un braccio ad un palestinese e spaccano
la schiena con una pietra ad un altro.


Video
cruento. Spaventoso, di una zona d’ombra che credevamo tramontata nel passato.
Che invece è qui, tra di noi.Ora, nel presente. Si manifesta su You Tube e
grida la presenza delle nostre coscienze.


Per guardare
il video dovete
loggarvi su you tube.

lunedì, novembre 20, 2006

Dirigenti.Consulenti. Eserciti di uomini d'oro


La Milena Gabanelli, nella puntata di Report di ieri sera, mi ha offerto una serie di illuminazioni.
Mi ha chiarito a cosa servono le esternalizzazioni, le privatizzazioni e perché i soldi dei contribuenti se ne vanno a pagare stipendi e pensioni a dirigenti pubblici di cui non c’è nessun bisogno.
Una giunta (regionale, comunale) cambia. Chi ha vinto ( e qui, come al solito destra e sinistra differiscono poco) deve “dare una mano” a chi gli ha “dato una mano” a far sì che fosse eletto.
Allora, siccome il bilancio, per esempio dei comuni, non permette di fare un concorso pubblico e perché in un concorso pubblico comunque non si riuscirebbe a far assumere chi si desidera nominativamente, allora SI CREANO SOCIETA’ PRIVATE che , o fanno quello che dovrebbero fare i dipendenti pubblici e non fanno (questo è l’esempio della criminale e travagliata gestione dei rifiuti a Napoli) o fanno le stesse cose che fanno i dipendenti pubblici, creando conflitti di competenze e inquadrando i lavoratori con contratti che non c’entrano nulla con le mansioni svolte ( a Roma abbiamo impiegati amministrativi con contratti da metalmeccanico e addirittura gli stessi contratti da metalmeccanico sono applicati agli agronomi di Viterbo)
I “peones” assunti a livelli bassi, sono coloro che hanno volantinato o hanno appeso cartelli elettorali per il vincitore, premiati con un’assunzione.
Gabanelli ha mostrato liste con nomi e cognomi di gente accanto a cui era segnato il partito di riferimento, tutto in stretta proporzione con gli eletti (un assessore, inquadrato dal collo in giu’ alla vista di queste liste, che evidentemente non conosceva, si è offeso: mi hanno fregato, i miei non ci sono…)
Sto cercando di riassumere, perché francamente riportare tutta la vicenda di Napoli, dove il comune sta pagando lavoratori inattivi e ha pagato camion nuovissimi, anch’essi inattivi, per poi affidare tutta la gestione ad un’azienda privata che ha il suo, di personale , e che smaltisce i rifuti senza osservare le norme di tutela sull’ambiente, è difficile.
Questa vicenda è in mano al commissariamento, che deve far chiarezza sui precedenti commisariamenti ora c’è in ballo la magistratura, ma i rifiuti sono per la maggioranza ancora in mezzo alla strada e la camorra di sicuro qualcosa c’entra.
Parliamo invece di comuni meno eclatanti, sotto l’aspetto dell’emergenza: Roma, Milano, Bologna.
Anche qui abbiamo la creazione di società private, i dirigenti, spesso, sono politici “trombati” dalle elezioni che necessitano di essere ricollocati. La creazione di società private fa sì che possano percepire stipendi favolosi in un contesto dove possono pure assumere chi pare a loro, ovviamente creando e soddisfacendo altri serbatoi di voti.
Quelli che non riescono ad essere assorbiti dalle società private create dagli enti locali (con soldi pubblici) vengono assoldati dalla giunta comunale (le cui deliberazioni non possono essere messe in discussione dal consiglio comunale): uomini d’oro da duecentomila euro l’anno, come alcuni tra quelli di cui ho parlato qui.
Praticamente, ad ogni elezione, la persona che vince si porta con se’ i propri dirigenti e i propri consulenti esterni. Quelli di cui si avvaleva la giunta precedente, se sono consulenti esterni, non c’è problema, vengono rimpiazzati. Se sono dirigenti, cosa fa la nuova giunta? LI PREPENSIONA.
Addirittura a Roma si è verificato il caso di un numero improponibile di dirigenti (mi pare piu’ di 100), tale da costituire un rapporto dirigente-dipendente 1:6.
Li hanno prepensionati, lautamente liquidati e spediti a trascorrere una felice mezza età, perché parecchi di essi non raggiungevano i 60 anni…
Milano. La Moratti ha assoldato, come già detto, 44 nuovi dirigenti, piu’ un’altra quindicina di consulenti a vario titolo. Anche lei ha prepensionato i dirigenti che c’erano prima, anche lei ha spedito a casa gente di 56 anni. Con ottime liquidazioni e buona pace dei vecchietti che vivono con 700 euro mensili.
Quest’esercito di “uomini d’oro” è composto da gente da 200 mila euro e passa annuali. Da liquidazioni in proporzione e spesso i dirigenti spediti a casa per far posto a queste “forze fresche” sono dirigenti appena promossi dalla giunta precedente, che sono stati in carica pochi mesi e in certi casi,pochi giorni. Creati tali proprio per premiarli da una proficua attività politica. Molti non sono laureati, quindi la loro attività “dirigenziale” costa alla collettività altre decine di migliaia di euro per le consulenze esterne,qui indispensabili per ovviare ad un’evidente incompetenza professionale.
Questo è il malcostume di chi taglia sulla scuola e sulla sanità. Questa è la prassi di chi addita privatizzazioni ed esternalizzazioni come un modo “stupendo”e “riformista” di far risparmiare la collettività. E intanto le donne si vedono tagliati i servizii sociali e i vecchietti i servizii sanitari. I maiali ingrassano e i giovani si arrabattano a finanziare gli uomini d’oro col loro lavoro precario, rinunciando a pianificare un futuro qualsiasi. Poi ci si lamenta della “violenza giovanile”…

Leggende metropolitane 2006

Milano, da sempre città brutta ,ma dalla gente non priva di humor (non avrebbero votato la Moratti), ha rinnovato le leggende metropolitane.

Ne propongo qualcuna orecchiata sulla metropolitana (si chiamano così per questo? boh)

1) una signora di 40 anni, milanese, lavora alla geox e si proporrà al guinnes dei primati per aver annusato, al fine di saggiare la porosità delle scarpe, più di 2000 piedi.

2)Le tartarughe della cava di Baggio stanno subendo una mutazione genetica, diventando gigantesche e carnivore. Il comune sta pensando di trasferirne un congruo numero nelle fogne ,per debellare la piaga delle pantegane.

3) Albertini era stato l'unico sindaco d'Italia ad essersi fregiato della carica di "sceriffo" creata apposta per lui dal governo Berlusconi.

4)Dagli anni 80,nei labirintici sotteranei di Niguarda vive un capo indiano che aveva chiesto all'Italia asilo politico dagli Stati Uniti ma che non gli era stato concesso per via del veto posto dagli Stati Uniti stessi. L'indiano era perseguitato per via di documenti, tuttora in suo possesso, che getterebbero una luce nuova sul massacro degli indiani d'America. La sopravvivenza dell'uomo è affidata al buon cuore del personale dell'ospedale. I documenti saranno (forse) resi pubblici dopo la sua morte.

5)I cadaveri dei cinesi della zona "Paolo Sarpi" (che hanno una mortalità pressochè inesistente, nonostante vivano lì da più di vent'anni) vengono gettati nottetempo nel fiume Olona, raggiunto attraverso i tunnel sotteranei della rete fognaria.

6)Nei sotteranei di "palazzo Marino" c'era un tesoro: beni confiscati ai fascisti repubblichini durante la liberazione. E' stato rubato e suddiviso tra i primi componenti della giunta comunale milanese.

7)Poichè l'ex sindaco Formentini non riusciva, nonostante i presidi dei vigili urbani, ad evitare che la gente si sedesse sulle scale del sagrato del Duomo, faceva riempire la superficie del sagrato di chicchi di grano per attirare piccioni in grande quantità, cosicchè i loro escrementi scoraggiassero ad appoggiarci le natiche. Qualche anno dopo, il proliferare di piccioni portò il comune ad attuare una politica di avvelenamento di massa di questi animali.

8)La superficie d'oro della madonnina è stata completamente grattuggiata via, ricavandone diversi chili d'oro che si sono divisi i dirigenti di Palazzo Marino.
L'operazione, spacciata per "restauro" (con relativo impacchettamento della statua)è terminata con una nuova tinteggiatura della medesima con una vernice di oro sintetico, con caratteristiche di lucentezza e di durata superiori a quella dell'oro stesso.

9)Bush non sa nè leggere nè scrivere (questa è mia, non c'entra un cazzo, ma magari la spaccio come leggenda...)

domenica, novembre 19, 2006

Le anime belle della sinistra liberal


Condanna unanime dei giovani che hanno inscenato il rogo dei simulacri dei soldati: italiano, israeliano, americano alla manifestazione per la pace a Roma.
Anarchici, gentaglia, provocatori, seminatori di odio. Tutti a sconfessarli, a rifiutarli, ad addditarli come coloro che hanno rovinato la manifestazione.
Ma che eleganza, la sinistra italiana! Che anime belle, che stabiliscono paletti nei significati di quello contro cui è giusto e legittimo manifestare e quello che invece no.
Certo, urlare 10, 100, 1000 Nassirya non è corretto politicamente. Però è assurdo che ce la si prenda, per la morte dei 19 giovani carabinieri, con chi è incazzato con la società per conto suo e non ce la si prenda con chi i militari ce li ha mandati e ce li lascia.
Perchè il potere viene sempre deresponsabilizzato. I soldati muoiono in battaglia perchè se lo sono scelti come "rischio professionale". I manifestanti bruciano fantocci e scandiscono slogan di pessimo gusto perchè sono criminali. Coloro che hanno scelto di collaborare, contro il dettame della costituzione, con i serial killer che governano gli stati guerrafondai sono sempre assolti. Chi ha voluto e ha rischiato sulla pelle di altri, intervenendo militarmente per armi "di distruzione di massa" inesistenti piange (fa finta di farlo) con i familiari delle vittime, ma ha i propri cari a casa, al caldo. Neanche per un momento ha pensato di far rischiare la pelle a loro. Cio' dà la misura di quanto le manifestazioni siano, alla fine, questioni di "immagine", di "marketing". Perchè dieci pirla che han fatto queste cose e non hanno portato, come facevano gli autonomi negli anni 70, le pistole in corteo, non hanno danneggiato obiettivamente nessuno. Al massimo hanno insultato la loro stessa intelligenza.
Ma non si puo' pretendere una gioventu' "consapevole", "pacata" , "dialogante" in un mondo permeato di follia.
Le contraddizioni di coloro che si sono avvicendati al governo, tradendo le promesse di risanare la scuola devastata da Moratti, di porre una pezza al conflitto di interessi che viola la democraticità del nostro paese, di terminare una politica estera asservita ai guerrafondai, non riescono ad essere totalmente ignorate come la sinistra "liberal" e centrista amerebbe vedere.
Non riescono tutti i giovani di questo povero paese, i pochi impegnati politicamente, ad allinearsi in modo docile nei ranghi di come questo centrosinistra liberal-globalizzato li vorrebbe. La violenza che si produce continuando a produrre politiche tolleranti con i traditori, soverchia la loro capacità di discernimento.
I troppi compromessi in malafede generano una visione del mondo che è incomprensibile e che non puo' fungere da premessa per alcun dialogo intergenerazionale. La violenza che esprimono è la nostra, quella di Bush , quella di Putin.
Perchè loro dovrebbero essere migliori?

sabato, novembre 18, 2006

Il girotondo di Thanatos

Quando vediamo che i neonazisti scrivono sui muri dei cimiteri ebraici: juden raus ci scandalizziamo. Le centinaia di fotogrammi sulle persecuzioni naziste che la storia del cinema ha fatto passare davanti agli occhi degli italiani della mia generazione hanno impresso nella mia mente il chiaro messaggio che certe ideologie, certi eventi ad esse accompagnate, dovessero finire.
Oggi, nel 2006, diligenti professori delle medie accompagnano i ragazzi al museo della Shoah per insegnare loro a dire basta al razzismo, stop alle discriminazioni.
Mia figlia ha portato a casa la videocassetta de “La vita è bella” di Benigni. Alla fine del film, aveva gli occhi rossi. L’ingiustizia che vi si racconta , non riesce ad essere sopportata.
Quand’ero piccola e la mia maestra delle elementari ci raccontava che i nazisti facevano i “paralumi” con la pelle degli ebrei, ricordo distintamente che provavo sentimenti di raccapriccio, di rifiuto. Non capivo chi fossero i nazisti e chi fossero gli ebrei. Capivo solo che c’era gente che faceva paralumi con la pelle di altra gente.
In un film, non ricordo più quale, si vede un preside nazista che obbliga gli studenti a calarsi i pantaloni per verificare chi era stato circonciso e quindi meritava, in virtu’ delle leggi naziste, di essere escluso dalla scuola ed emarginato .

Oggi, su YOUTUBE non troviamo solo giovani teppisti che offendono e umiliano compagni handicappati o spogliarelli in classe. Troviamo anche altri documenti veri su cose vere, che stanno succedendo in varie parti del mondo. Troviamo come in Terra di Palestina, la convivenza degli ebrei e dei palestinesi sia improntata all’affermazione di significati che la cultura occidentale che abbiamo assorbito ha voluto insegnarci a detestare.

IL VIDEO

Hebron. La data non c’è. Si vede un gruppo di ragazzini israeliani con i loro insegnanti, ai giardinetti, su una collina che sormonta il centro abitato. C’è un sentiero che fiancheggia questa collina, che termina con delle scale che scendono verso le case. E’ l’unico sentiero che permette di raggiungere la città per gli allievi di una scuola palestinese, che, uscendo, passano inevitabilmente accanto ai giardinetti dove si assembra la comitiva di giovanissimi israeliani.

Si avvicina il piccolo corteo di studenti palestinesi, obbligato a passare accanto ai loro coetanei di sangue giudaico. Questi ultimi, vedendoli approssimarsi, cominciano a scandire slogan per noi incomprensibili, ma evidentemente offensivi. Presso di essi vi stanno soldati israeliani in tenuta antisommossa. Come i palestinesi si avvicinano, si vede qualche ragazzina che raccogli sassi e comincia a tirarli contro alcuni appartenenti alla comitiva palestinese. Si vede una signora , probabilmente un’insegnante dei palestinesi che, autorevolmente, scoraggia una bambina israeliana dal tirare un sasso che aveva raccolto. Allora questa aspetta ch’ella le sia passata davanti e , alle spalle, comincia a tirarle calci. La polizia cerca di tenere separate le due comitive, però è evidente che quando i ragazzi israeliani tirano calci agli antagonisti e questi si imbufaliscono, sono per lo più presi dalla preoccupazione di limitare le reazioni dei palestinesi(chiaro: gli israeliani si “difendono”).
Ad un certo punto c’è una colluttazione: lo si capisce dal fatto che la visuale della videocamera si muove eccessivamente e per un po’ riprende il terreno.
Poi però si rimette a fuoco e ritrae immagini con un senso.
In particolare inquadra un altro gruppetto di ragazzini israeliani che, disposto alla fine dell’unica scala che permette ai palestinesi di tornare alle loro case, comincia una fitta sassaiola a destinazione di coloro, palestinesi, che arrivano a valle.
I quali, è evidente, sono stati ammoniti dai loro insegnanti a non reagire alle provocazioni, per non mettere a rischio la loro incolumità personale.

Un video che fa incazzare. Una sequenza di scene che ricorda, almeno a me, quelle scene dove, pur non essendoci morti, né feriti, né colpi di arma da fuoco, vi sono tutti gli ingredienti di quell’umiliazione di un popolo, di quella discriminazione di esseri umani che abbiamo imparato ad aborrire sia nei film sulla persecuzione nazista, che in quelli sulla discriminazione dei neri negli Stati Uniti.

Veti e servi.
E allora non ci sorprendiamo se uno stato governato da serial-killer , come è oggi l’America, pone il veto a che l’Europa condanni la strage israeliana di Beith Hanoun. O il massacro di Caana.
Non ci sorprendiamo che gli Stati Uniti ( e l’Italia) castrino Zapatero che, evidentemente pressato da un’opinione pubblica maggiormente educata all’informazione e alla democrazia di quanto non lo sia l’Italia di oggi, propone ( è di ieri la notizia) l’unione delle forze europee per una soluzione immediata dello scontro israelo- palestinese: ritiro immediato delle forze israeliane su quel territorio che stanno a poco a poco depopolando, scambio di TUTTI i prigionieri, da una parte e dall’altra, stesura definitiva dei confini e dello status dello stato palestinese, sotto il presidio di una forza europea, che, osserva Zapatero, se si è presa la responsabilità di inviare truppe in Libano per limitare i danni di quel massacro, puo’ anche prendersi la responsabilità di (provarci a) imporre la cessazione di questo genocidio.
Ma Zapatero è stato guardato come un imbecille. Che in gergo politico si traduce con “ingenuo”. Ovvio. I civili occidentali non sono mai riusciti a far rispettare le deliberazioni ONU quando c’erano. Non riescono a far arrivare in Palestina degli osservatori che possano registrare e testimoniare quanto di similnazista avviene nel lager a cielo aperto dei territori “disoccupati” (momentaneamente, perché quando li hanno massacrati tutti ci torneranno) dai civili israeliani e presidiati dall’esercito.
Non possono, non vogliono, perché la classe dirigente, in occidente, è tutta “proud friend of Israel” .
Per cui l’appello di Zapatero, i suoi tentativi di convincere prima i francesi e poi gli altri europei , sono destinati a cadere nel vuoto e nella denigrazione.
L’immagine di. “Israele: l’unico stato democratico del medio-oriente” non può e non deve essere intaccata, presso una pubblica opinione imbottita di calcio e di stupidità .
Il “mantra” che viene spacciato continuamente: “Israele si difende” e “ è l’unico stato democratico del medio oriente” non puo’ venire negato o sconfessato o messo minimamente in dubbio.
Si preferisce sostenere la tesi dello “scontro di civiltà”, continuare a discutere se sia legittimo per le donne musulmane “portare il velo” , se con i musulmani è “possibile un dialogo” e invitare gli psichiatri e i pedagogisti a cercare di capire da dove vengono le pulsioni thanatofile dei nostri, italianissimi, giovani.
Ma la contraddizione la si evita, la si occulta, la si elude. Senza accorgerci che nell’odio inoculato nelle vene dei ragazzi israeliani c’è in potenza , anche l’odio che si inoculerà nel sangue dei nostri, di ragazzi. Perché il privilegio di opprimere, la presunzione di sentirsi “eletti”, la violenza che si riesce ad esercitare impunemente, non è mai patrimonio di pochi, ma di un’intera epoca.

giovedì, novembre 16, 2006

L'Italia dei Balletti Rosa (e il riscatto femminile)

L’Italia ha bisogno, direbbe Zucchero, di “una sana e consapevole libidine” , almeno a giudicare dalla recrudescenza di sessualità che viene espressa nel cuore delle nostre istituzioni.
La scuola, dove una professoressa 33enne sfigata si va ad innamorare di un quindicenne “molto avvenente” e, soprattutto ,Montecitorio, dove Vladimiro Guadagno “avrebbe stuprato” la Elisabetta Gardini.
Cos’è un titolo estratto dalla rubrica “strano ma vero” della settimana enigmistica? No, il titolo della “Repubblica”, un popolare quotidiano.
Come si vede l’Italia produce piccanti notizie. Balletti rosa a Montecitorio. Avrebbero mai immaginato, gli elettori di Vladimir Luxuria che questo ti andava a stuprare Elisabetta Gardini(in realtà lui ha solo usufruito dei cessi femminili di Montecitorio, ma è LO STESSO. E' l'oppressione simbolica del maschio che viola la più intima tra le poche roccaforti femminili di questa società)?
Ahhh ma lei ha reagito bene, sapete? Una vera “revenge” matriarcale (vedi video).
Generazioni di donne hanno gridato con la Gardini, hanno sofferto con lei, nelle cui invettive, soprattutto nell’affermazione “si tagliasse il pisello”, hanno sentito vibrare secoli di assoggettamento, generazioni di donne offese, violate, sfruttate, depredate.
La Gardini pretendeva il pisello (di Luxuria), e lo faceva con quella passione e quel potere, (certo anche sottolineato dalla mimica e dal pathos conseguito con anni di studio di pantomima e di dizione che la rendono comunicativa, immediata) che parla un linguaggio universale-femminile.
“La Gardini ha avuto il coraggio di rivendicare quello che tutte voi (donne) chiedereste, se solo ne aveste il coraggio..” questo avrebbe dovuto scrivere il giornale, questo avrebbero dovuto sottolineare le iene.
Perché la portata antropologica della reazione di Gardini è titanica.:”Luxuria sei un uomo, quindi tagliati il pisello”. Circoncisa come Cesare. Lapidaria come Eraclito. Chiara e distinta come Cartesio. L’intera cultura occidentale vibrava nelle corde vocali di questa (grande) donna. Finalmente. Abbiamo dovuto aspettare il 2006, perché dalla voce di questa Gardini si udissero parole, di risentimento sì, ma anche di liberazione e di riscatto. Che passione, che rivoluzionarietà. O Gardini, noi donne italiane aspettavamo proprio te, perché le tue parole ci liberassero dall’opprimenza maschile: la tua schiettezza, la tua prorompente dialettica, il tuo vigore ideale.
Sei una paladina. Sei il simbolo delle italiane. Che classe e che cultura! Non gliele hai davvero mandate a dire a quel Vladimir, simbolo di duemila anni di machismo e di patriarcato tradizionalista e retrivo. Grazie. Grazie. E chi ti da’ contro è solo un ipocrata.

Democrazia? sicuri?


Correva l’anno 1929. Il fascismo aveva già una storia lunga piu’ di un lustro. Matteotti e alcuni fuoriusciti antifascisti erano stati assassinati dai sicari di regime. Le leggi fascistissime, che sopprimevano libertà di parola, di stampa e di associazione erano state promulgate. Sciolti i partiti e i sindacati. Ebbene in questo quadro, Mussolini sentì il bisogno di una conferma ufficiale. Il 24 marzo di quell’anno, lo stesso in cui si assistè alla firma dei Patti Lateranensi, ci fu un Plebiscito. Un referendum, in altri termini, in cui si chiese agli italiani di confermare la propria fiducia elettorale al fascismo. Furono date due schede. Una bianca, insignificante: la scheda dei no. L’altra, sulla quale vi campeggiava, ben visibile, il tricolore savoiardo, era la scheda dei sì.
I seggi erano presidiati da squadristi che vigilavano sull’osservanza dei cittadini nel mettere il segno giusto sulla scheda giusta. Altri squadristi dell’OVRA stavano per le strade: vigilavano presso i portinai e i condominii affinche’ tutti andassero a votare.
Il risultato fu che il 90% degli italiani voto’ e il favore di Mussolini fu quasi unanime.

Le elezioni si manovrano con la milizia armata: di questo stratagemma han fatto uso moltissime dittature, di destra o di sinistra in svariati paesi del mondo, in tempi diversi.

Oggi, invece, la tecnologia offre l’occasioni ai potenti di non sprecare neppure le milizie armate, le polizie politiche e i portinai-spia. E’ sufficiente un apparecchio elettronico che sia controllato da un malintenzionato che deformi i risultati del voto.
La corsa delle democrazie al voto elettronico è come la corsa alle privatizzazioni. Spacciato come motivato da un cospicuo risparmio di personale e di soldi a beneficio della collettività, è invece un cospicuo vantaggio per potenti corrotTi e senza scrupoli per dirottare privilegi e voti su chi “è stato stabilito” (da una sorta di provvidenza mondiale) che vinca.

Ecco perché è importante che ci si opponga al voto elettronico, che automaticamente viola il principio democratico per cui sull’espressione della volontà popolare non deve aleggiare alcun dubbio. Se si dà il contrario, la democrazia non è piu’ tale.
E non lo è neppure, se il sistema stesso del voto è costruito in modo da lasciare uno spiraglio così squarciante nell’idea di come il sistema stesso della democrazia venga attuato.

Tutti noi che andiamo ad aggiornare il S.O. presso Microsoft, leggendo i bollettini sulla sicurezza , che, al 90 per cento recano la dicitura “patch contro un codice maligno generato da un bug di….che potrebbe permettere ad un malintenzionato di acquisire il controllo sulla macchina", abbiamo pensato di camminare sulle uova.
Navighiamo su internet, questa rete che ormai domina l’immaginario, ben coscienti che potremmo essere spiati, che dalla nostra macchina potrebbero uscire dati che ci hanno carpito. Che la macchina stessa puo’ essere modificata contro la nostra volontà, anche se si trova sul comodino della stanza da letto.
Non è possibile riempirsi la bocca della parola “democrazia” (..e quant’è bella la democrazia, quanto siamo fighi noi che ci abbiamo la democrazia, la democrazia è talmente sublime che appoggiamo pure chi la esporta con le bombe, evviva la democrazia, beati noi che ce l’abbiamo) e lasciare che questo “valore” sia messo in serissima discussione dall’operatività informatica di certuni e dalla mancanza di scrupoli di altri, che imballano di soldi i primi, per farli essere creativi (oh il potere della motivazione in psicologia!) nelle funamboliche imprese informatiche DI FAR RISULTARE VINCITORE UNO PIUTTOSTO CHE UN ALTRO.
Penso che il voto elettronico meriti un’opposizione trasversale, netta, definitiva e non fuorviante.
Affinchè chi ci vuole deprivare della tanto decantata democrazia, almeno, si disturbi a tirare fuori le armi e fare qualche minaccia, perché, se è vero (per assurdo o no) che tanto comunque “sun sempre lur” che vanno al governo, almeno che l’uscita di casa delle decine di milioni di italiani e i loro soldi spesi in allestimenti elettorali e spot, non siano proprio totalmente vani.
Forse la democrazia è una vuota forma,per cui non ci si disturba neppure a dover "forzare" i cittadini a farsi prendere per il culo. Forse invece un popolo piu’ educato a gestirla, potrebbe davvero cambiare qualcosa, interagendo con il proprio destino collettivo. In ogni caso, il voto elettronico gioca contro il nostro stesso definirci "cittadini".
In questo video fatto all’Università di Princeton si mostra con quale facilità si possano falsare i voti gestiti da un’apparecchiatura elettronica, di quelle utilizzate per le elezioni americane. E poi, come sempre, fate voi.

mercoledì, novembre 15, 2006

Se Dio avesse voluto che credessimo in lui sarebbe esistito

Di solito pubblico in questa sede solo post (modestamente) scritti da me.
Però l'ho sentito a tal punto questo nuovo post del Daniele Luttazzi sulle critiche cristianine alla satira sul Papa che non ho potuto fare a meno di riproporlo, facendo un'eccezione alla regola.
A voi.


Se Dio avesse voluto che credessimo in lui, sarebbe esistito.
Francesco Merlo oggi su Repubblica:
" La satira è lo sfottò. " Bocciato.

Premessa che lo scandalo è sorto in seguito a parodie davvero bonarie ( e questo dà la misura di quanto il Paese sia arretrato durante i 5 anni neri di Berlusconi );

l'argomento più insidioso usato in queste ore contro la parodia religiosa dei comici radio-televisivi è nascosto nell'intervento quello di Dino Boffo, direttore dell'Avvenire:

" Credo che questa satira volgare nasconda una punta di vigliaccheria: si bersaglia un uomo che non può difendersi per la natura stessa della sua alta missione. Certo, i diritti della satira sono fuori discussione, ma la satira ha anche dei doveri che si incontrano con il diritto dei cittadini a essere rispettati nei sentimenti più profondi. Mi chiedo se oggi c'è bisogno di una satira che offende il paese. Ne risente il sentimento stesso della democrazia. "

Boffo fa sfilare in parata tutti i temi frusti con cui i tromboni, da sempre, cercano di tappare la bocca alla satira.

Innanzitutto, quello della volgarità.
Poi quello della vigliaccheria.
Quello della sacralità.
Quello dei doveri.
E quello del rispetto per i sentimenti profondi dei cittadini.

( Che poi i diritti della satira siano fuori discussione, non è così fuori discussione, in realtà, dato che Boffo lo scrive su un giornale, l'Avvenire, che nel 2001 scrisse "Ben venga la chiusura di Satyricon". I tromboni, si sa, sono sempre molto liberali. )

Quello che sfugge a tutti i commentatori dell'ultima ora, oltre alla loro ignoranza in materia, è la natura della satira.

Tanto per cominciare, la discussione, tanto cara ai politici nostrani, sulla necessità di paletti alla satira, non dovrebbe neppure essere ammessa. La satira esprime opinioni, e chi vuole conculcarla ( cioè in genere proprio i suoi bersagli, che essendo persone di potere non vedono l'ora di esercitarlo ) vuole conculcare il tuo diritto di esprimere le tue opinioni.
E' nella Costituzione, il discorso potrebbe finire qui.

In più, l'effetto collaterale dei paletti è che la satira dentro i paletti è satira "permessa", quindi non è più satira. E' questo che vogliamo? Io no. Loro sì.

Tutti dicono: " La satira è contro il potere." Nessuno si chiede perchè, eppure non è così scontato. Il motivo è culturale e risponde a una esigenza umana, quella sì profonda: la salute dello spirito, del nostro immaginario, che oscilla costantemente fra sacro e profano.

Nell'antichità, questa percezione delle cose era evidente, e ai culti seri facevano da contraltare culti comici: entrambi erano dotati di una loro sacralità.

Nel medioevo, il carnevale ( legato alle feste pagane agricole dell'antichità ) sovvertiva l'ordine del reale e le sue gerarchie. I buffoni erano eletti re per burla, e i potenti venivano letteralmente smerdati e aspersi di urina. Abbassamenti, profanazioni, detronizzazioni, travestimenti e parodie erano gli strumenti con cui la satira carnevalesca celebrava l'eterno ciclo vitale della morte e della nascita.

I chierici stessi, nel periodo pasquale, officiavano messe blasfeme che parodiavano i riti e i testi sacri.

La satira ha quindi innanzitutto questa natura ambivalente: distrugge e nel contempo rinnova. L'attacco della satira al potere è secondario rispetto all'attacco più importante: quello contro la morte. La satira è il popolo che festeggia la sua vittoria contro la morte.

( Per inciso, questo è il vero significato di ogni festa in piazza, ma chi se lo ricorda più? )

Ecco perchè ( e torniamo a Boffo e ai bacchettoni come lui ) è sbagliato parlare di volgarità della satira. La satira esibisce il corpo grottesco, dominato dai bisogni primari ( mangiare, bere, defecare, urinare, scopare ), per celebrare la vittoria della vita: il sociale e il corporeo sono uniti gioiosamente in qualcosa di indivisibile, universale e benefico.

E' invece mortifero il loro tentativo di arrestare il respiro fra sacro e profano. Nessuno c'è mai riuscito perchè lo spirito umano è immortale e la sa lunga.

Non c'è quindi neppure vigliaccheria, dato che il papa non è affatto la personcina inerme che Boffo vuole accreditare. Fra i poteri, quello della Chiesa è sempre stato accanto a quello degli Imperatori. ( Come non ricordare papa Woytila accanto al generale Pinochet? )

Il plagio di massa operato dalla religione ha purtroppo una funzione sociale di controllo; e diventa pericolosissimo quando la religione, forte del numero, tende a far coincidere il peccato col reato, e a condizionare l'attività dei governi. Gli esempi in questo senso sono all'ordine del giorno ( staminali, pacs, eutanasia ) e ormai insopportabili.

Il guaio è che non puoi correggere un'istituzione quando è una religione. Guardate come i musulmani in certi paesi lapidano le loro donne. Non potrebbero farla franca, se non fosse per motivi religiosi. L'odio viene da qualche meandro profondo, ma le religioni gli danno una cornice nobile. Ecco perché sono pericolose.

Altri poi hanno usato il tema "vigliaccheria" in un'altra accezione: i satirici attaccano il papa, ma hanno paura di attaccare i leader islamici. NON E' VERO. Battute, vignette e monologhi contro l'integralismo islamico ce n'è ormai a bizzeffe. Quando in Italia diventerà famoso un leader islamico integralista, dovrà sopportare anche lui gli oneri satirici della ribalta, come è toccato a padre Georg.

Quanto alla "sacralità", i primi ad averla profanata sono stati i preti pedofili e chi, vent'anni fa, dispose che, per prudenza e per non fare scandalo, non venissero rimossi dall'incarico pastorale, ma semplicemente spostati in un'altra parrocchia ( un certo cardinal Ratzinger ). Per non parlare di monsignor Marcinkus e delle trame che legavano lo IOR alla mafia, a Sindona e alla P2.

Ed è blasfemo che milioni di persone muoiano ogni anno in Africa di AIDS anche perché la Chiesa condanna l’uso del preservativo. Il condom a quanto pare è contro gli insegnamenti di Cristo. Anche se Cristo non ne ha mai parlato, se non per lamentarsi del fatto che si rompono facilmente durante il sesso anale.

I doveri della satira? Uno solo: far ridere l'autore. E' questa la vera deontologia del comico. L'unico giudice della satira è il suo autore.

( Per la diffamazione e la calunnia le leggi ci sono già. E già che ci sono, dico che andrebbero riviste, per impedire al potente di turno di vessare con processi pretestuosi l'autore satirico che l'ha colto in flagrante. Vedrei con favore un " comma Luttazzi " così configurato: tu puoi anche farmi causa per 20 miliardi, ma se io vinco la causa, i venti miliardi li dai tu a me. Così la prossima volta fai meno il gradasso. )

Boffo usa poi i cittadini come scudi umani appellandosi al rispetto dei loro sentimenti profondi. Come abbiamo visto, storicamente e culturalmente i sentimenti profondi dei cittadini sono di altro genere ( il popolo liberato in festa, lo spirito umano reso sano grazie all'oscillazione fra sacro e profano ), SOLO CHE I CITTADINI SE NE SONO DIMENTICATI anche grazie al mortifero plagio religioso cui, nei paesi cattolici, vengono sottoposti fin dalla più tenera età.

Era questo l'argomento insidioso cui accennavo all'inizio: Boffo tira in ballo la democrazia, che non c'entra nulla, per usare il popolo contro se stesso.

L'interpretazione religiosa del mondo è una delle tante possibili. Ma io non posso dar retta a chi crede di parlare con Dio, dai! E’ da psicotici!

Il decreto Lanzillotta e il cancro delle società

Ce lo dobbiamo mettere in testa: le privatizzazioni dei servizii non risolvono alcun problema. O meglio: risolvono i problemi di qualche imprenditore devastato, che trae profitto dalle reti pubbliche rese privatistiche, nell'erogazione del servizio, da una legge-aborto come il decreto lanzillotta.
Quest'ultimo lascia agli enti locali ampi margini per privatizzare acqua, gas, energia elettrica, nel senso che se la proprietà di queste risorse resta pubblica, la fruibilità delle stesse sarà gestita da aziende private, che, in puro stile liberistico, cercheranno di trarre profitto.
Le esperienze che si sono già fatte in merito a questo modo osceno di gestire la cosa pubblica sono state devastanti: I SERVIZI SONO DECADUTI A LIVELLO QUALITATIVO, mentre i costi per i cittadini sono, in certi casi, triplicati.
A Latina , per esempio, le bollette dell'acqua dei cittadini, da quando questa risorsa è gestita dalla società ACQUALATINA (una società che è imparentata con le stesse società che gestiscono gli acquedotti in India e in Bolivia) sono aumentate del 700%, portando la gente all'esasperazione. La gente si è organizzata in blocco per non pagare quelle quote assurde ed ora l'ACQUALATINA farà causa a tutti questi cittadini morosi che si sono visti vendere un bene come l'acqua a prezzi assolutamente proibitivi.
Se passa il decreto Lanzillotta (che sia maledett*) anche il gas, l'elettricità, oltre all'acqua, potranno essere privatizzati, cioè, lo saranno a discrezione degli enti locali, che PRIVATIZZERANNO SICURAMENTE.
Oltretutto, non è che, nel caso della società ACQUALATINA i cui utenti involontarii si trovano ora ad affrontare una causa legale per morosità, si sia avuto, che so, un vantaggio nei termini di assunzione di giovani nell'impresa. No, anzi: la sopracitata società "usa" manodopera precarissima e sottopagata.

Bisogna che FERMARE questo disegno di legge, che cercano di far passare in sordina e che avrà il placet anche delle destre, perchè va nella direzione dello smantellamento del pubblico in quanto a servizi.

Le esperienze analoghe, già fatte in questi anni sul lato delle "esternalizzazioni" non solo si sono rivelate BEN PIU DISPENDIOSE di quando il servizio era gestito dal pubblico, ma la qualità del servizio stesso è DI MOLTO PEGGIORATA.
Per esempio: il comune di Milano, anni orsono, trasformò l'erogazione di un pubblico servizio (le mense per gli scolari, dalle materne alle medie) in un fatto aziendale. Creò la MILANO RISTORAZIONE che è gestita da dirigenti del Comune, ma è praticamente un'azienda autonoma, come l'ATM.
Risultato: i costi delle mense sono lievitati e parecchio.
Il cibo fa cagare e in più è freddo. A fronte di un risparmio praticamente inesistente.

Anche se è andata su la sinistra ( che aveva promesso un patto sociale solidale), anche se , bene o male, i meccanismi delle privatizzazioni sono decisi a livello di banca mondiale, è necessario che noi italiani, come popolo, si tiri fuori un po' di dignità. Non possiamo far passare tutto.
Tutti noi che abbiamo un'età non più verdissima, ricordano quando gli ospedali erano regionali, quando le convenzioni col privato non c'erano e SOPRATUTTO QUANDO GLI OSPEDALI PUBBLICI NON ERANO ANCORA STATI TRASFORMATI IN AZIENDA.
Non si moriva di incuria, di errori umani, di svarioni da pronto soccorso, come oggi.

Ci sono cose, in una collettività, che non possono e non devono essere assimilate in un'ottica aziendalistica. Perchè quest'ultima è un OTTICA DI PROFITTO (altrimenti non ha ragione di esistere), come tale incompatibile con la vita e il benessere della collettività. Trasformare l'acqua, l'elettricità, il gas, la salute, i pasti dei bambini, le strutture pubbliche sportive, i trasporti in MERCE significa solo FAR ARRICCHIRE QUALCUNO DI PRECISO: amici e parenti di potenti. Potentati nei potentati, istupiditi dal denaro e capaci di tenere sotto ricatto una società intera.
D I S O B B E D I A M O.
NO AL DECRETO LANZILLOTTA.
NO ALLE PRIVATIZZAZIONI.
VOGLIAMO UN PUBBLICO SERVIZIO, EFFICIENTE E BEN AMMINISTRATO, CON PERSONALE COMPETENTE E CONTRATTI DI LAVORO TALI PER CUI LA MOTIVAZIONE AL LAVORO SIA GARANZIA PER IL CITTADINO DI UNA OTTIMALE ASSISTENZA.


PS ho trovato sul blog di mario&mario il link a questa "sciura degli ulivi".
http://www.lindalanzillotta.it/
che le piace talmente quello che propone da definirsi "riformista" con non poca spocchia. Per piacere, intervenite e ditele quello che pensate. Io l'ho già fatto.

venerdì, novembre 10, 2006

la tassa ai cittadini per circolare a Milano in auto...


Il piano antiinquinamento della Moratti è pronto. Da febbraio sarà avviato in via sperimentale, da ottobre sarà definitivo. Un ticket per tutti, milanesi o no, che vogliano usare l'auto. Se l'auto è vecchia, il ticket sarà così alto che converrà comprarne una nuova. Fino a 200 euro l'anno per i residenti. Se l'auto è nuova, ma proprio nuova nuova, un residente potrà pagare una tassa di 40 euro l'anno.
Un progetto "forte" , previsto dal programma di Moratti, che comporterà altissimi costi in termini di dispiegamento di vigili urbani e di telecamere, per l'acquisto delle quali, verrà speso uno sproposito di quattrini.
E' un programma disincentivante a inquinare con l'auto. Piace l'idea di disincentivare agli amministratori comunali che ormai, fanno sempre politiche in negativo. Infami tentativi di promuovere la loro immagine a spese di una popolazione un po' anestetizzata dal degrado e dalla bruttura di questa città. Popolazione che li ha votati perchè non riesce ad immaginare niente di diverso, in quanto vivere a Milano, oggi, uccide anche l'immaginazione.
Con la giunta Moratti, dunque, i danari pubblici che butteremo nella spazzatura non saranno solo quelli della schiera di "city manager" dagli stipendi pubblici esorbitanti e dalle entrate private, che già manteniamo. Saranno i soldi degli straordinarii dei vigili urbani, presi a controllare targhe, anzichè i limiti di velocità che qui NESSUNO osserva e saranno i soldi con cui compreremo decine di telecamere, rigorosamente "made in China" che saranno disseminate per ogni angolo di Milano. Telecamere dalla vita breve, perchè saranno subito prese di mira dalle biglie di acciaio dei teppisti armati di fionda o dai ladruncoli acrobatici, che ,finalmente, avranno da rubare qualcosa senza arrampicarsi sulle pareti dei condominii.
Del resto,di chi contribuisce all'uccisione dell' Istruzione pubblica di un popolo, non si puo' pensare che abbia a cuore i suoi danari. O la bellezza del suo ambiente.
O lo smog che vi si respira. Tutti i milanesi pecoroni pagheranno, chi non potrà circolare cambierà l'auto, e alla fine a guadagnarci saranno solo i produttori di automobili e gli imprenditori cinesi produttori di telecamere.
Noi otterremo solo rotture di coglioni, tasse e rottami. Su con la vita

giovedì, novembre 09, 2006

I LINK SONO IN FONDO

Io non so come la vedete voi, questa pagina, ma sul mio IE, i molteplici links che ho messo SONO FINITI A FONDO PAGINA.
fATE scorrere l'intera pagina e in fondo, molto in fondo ci sono i links.
Questa visione mutilata, per cui di primo acchito qui di links ce ne sono pochissimi, mi è comparsa da ieri, da quando cioè ho inserito il post si Beit Hanoun. Magari è un caso. Ma se c'è qualcuno che conosce il linuaggio html e che volesse aiutarmi a ripristinare i link in cima, dove si vedono, mi lasci un commento o mi scriva su cloroalclero@email.it
grazie.

mercoledì, novembre 08, 2006

Pannella vuole Israele boia nella UE.






Da Agosto l’attacco ai territori occupati in Palestina, da parte degli israeliani è devastante. Guerra aperta. Massacri, stragi. Dal 20 Ottobre Gli Israelo-Nazisti han preso di mira la località di
Beit Hanoun

Solo oggi, un razzo israeliano ha ammazzato 18 persone civili . Tra essi 8 donne e 7 bambini. Coi terroristi non c’entravano un cazzo.
E’ il culmine di un attacco che dal 24 ottobre è costata la vita a decine di persone.
Tra l’indifferenza e LA COMPLICITA’ dei politici europei, che difendono questa politica criminale di questo stato criminale. Che ha deciso di massacrarli tutti. I palestinesi, chiusi in questo immenso campo di sterminio, stanno venendo ammazzati. 10 a 10.
Al prossimo attentato di kamikaze incazzati e impazziti per la rabbia, la proporzione di questi massacri aumenterà. Fino alla soluzione finale, che gli ebrei israeliani conniventi con questa politica criminale, hanno ben imparato dai loro ormai mitologici persecutori con la swastika.
E i morti palestinesi, dal 1948, non li ha contati nessuno. Troppa paura hanno gli israeliani di vedersi sottrarre ed attribuire la palma per essere fautori dell’olocausto di questo popolo, che con la swastika non c’entrava proprio nulla.


Pochi giorni fa, Pannella ha rilasciato la seguente dichiarazione, mentre si incontrava con alcuni esponenti della comunità ebraica di Roma:

Nei prossimi 100 giorni partirà il “Primo Satyagraha mondiale per la pace”. E sottolineo, con il valore aggiunto della malizia, il termine “pace”, perché é l’ora di riappropriarci di questo termine che per almeno un secolo é stato sequestrato e distrutto dal pacifismo
E aggiungo: Satyagraha “per la vita del diritto ed il diritto alla vita”. Tutto ciò é nato dalla comprensione del fatto che dopo 25 anni di azione di ogni tipo, pubblica ed anche sui media israeliani, la nostra battaglia per Israele nell’Unione Europea non é stata vinta e tutti ne paghiamo ora le conseguenze.

Satyagraha, ma cos’è questa parola? Che realtà ha, davanti ai corpi mutilati dei bambini esplosi ? Per la pace, poi. Più massacrano più parlano di pace.
Chiedendo all’ Europa di far entrare Israele nella UE. Ma come: alla Turchia si è chiesto di rispettare i diritti umani, di indirizzarsi verso una comune politica di condivisione dei “valori umanitaristici” che “caratterizzano” l’occidente.

Ma se Israele entra a far parte della comunità europea, con il sangue che gli gronda da tutti i confini, allora mi appare chiaro come davvero le parole siano vuote e inutili e paradossali e che il resto di questo discorso delirante trasudante idiozia e stronzate, meriti un posto d’onore nel teatro dell’ assurdo. Sarebbe immaginabile che in passato si fossero potuti accettare Milosevic, Ceausescu, Stalin e perché no, Hitler. Se fossero stati europei si sarebbe potuto chiedere l’inserimento di Videla e di Pinochet, allora, perché no?
Un’analisi politica tanto astratta quanto ipocrita,quella di Pannella, tesa a mistificare la morte di donne e bambini innocenti, risarciti cone le solite “scusate è stato un grave errore” degli israeliani, da sempre impuniti per le violazioni del diritto internazionale e con la licenza di uccidere. Nel chuso dei suoi territori. Sistematicamente, freddamente, senza testimoni esterni che possano ricordare nelle patriottiche giornate della memoria, la grande lezione che gli ebrei hanno imparato dalla storia.

Lascio la parola a Radio Insurgente che ha ancora qualcosa da dire sull’argomento.
E mo’ datemi dell’antisemita.




Quant'è bello il mercato: lo voglio tutto, lo voglio globale

Oggi che la specie e il suo ambiente vitale sono in pericolo, sarebbe doveroso un dibattito sulla filosofia di fondo e sulle facoltà che gli umani dovrebbero esprimere, per mutare uno stato di convivenza che è raro riscontrare nella storia, fatta eccezione per i periodi di guerra percepita nel proprio territorio.
Per sopravvivere ,questa civiltà globalizzata, che tende a sopprimere le differenze, deve rifondarsi su basi nuove, rivedendo parecchi dei significati che la attraversano come una filigrana mefitica.
I significati sono importanti: c'è stata l'epoca dei significati della Patria e della Famiglia ed erano sufficienti a mentenere coeso il tessuto sociale. Oggi i significati del passato sono in crisi. Le tradizioni non sono più credibili, perchè non sono sotenute piu' da alcun principio (gli esempi forniti dai più accesi sostenitori di questi principii sono pantomime paradossali).
Questa è la ragione per cui nel mondo si compie il tragico olocausto del femminicidio. Donne che, contestando un ruolo tradizionale non sono piu' accettate dal genere opposto, designificato dalle necessità e dai ritmi del pianeta industrial-globalizzato.
Questa unicità dello stile di vita, non corrisponde, nella specie, ad un'adeguata autoconsapevolezza in quanto specie, del nostro destino. Per destino intendo "cio' che ci fa essere quello che siamo e che ci giustifica nel vivere in quanto tali.
Qualcosa di legato all''Identità.
Già Platone rilevava che la società di uomini dovrebbe realizzare l'organica non contraddittorietà dell'individuo rispetto ad una sua logica di specie, un significato essenziale (per esempio l'Autoconservazione in quanto specie) che tenesse insieme le molteplici idealità, corrispondenti al sentire predominante in ciascun individuo. Il bello, la Giustizia, l'Intelligenza, La capacità Creativa. Tutte queste idealtà erano tenute insieme dal Bene. Il bene sta alle singole idealità come La società dovrebbe stare ai singoli individui.
Ma oggi ogni idealità si è dileguata in una comune follia di parole che sono diventate rumori ,nei pensieri che annegano nelle necessità quotidiane, nelle comunicazioni che non riescono ad avvenire, nelle psichi(si dice così?) umane che riassumono nella violenza una perdita di identità cui pochi riescono a rassegnarsi.



Un significato: il mercato.
E' qualcosa che nella mente degli umani "dà ricchezzza", quindi è positivo. Bisognerebbe chiedersi a chi e in che misura, almeno, prima di giudicare come sopra.
Ma non si fa, ci si limita ad apprezzarlo incondizionatamente (ho sentito, il lunedi dopo il Report sugli amministratori delegati, dei discorsi da "bar" che concludevano a favore della "privatizzazione" di Alitalia, Enel, Anas. Così finiscono queste storie).
Il concetto di mercato è talmente connotato di significati positivi che tutti i governi corrono alla ricerca di qualcosa che potenzi la società come mercato. In questa corsa gli apparati statali muoiono in quanto a erogazione di servizi essenziali come gli ospedali, le scuole e gli asili-nido di cui le donne hanno estrema necessità per poter essere cittadine a pieno titolo. Sono compresi i servizi quali l'acqua, sul cui consumo finora vigeva una sorta di calmiere garantito dagli stati per mantenere i costi a livello "comunistico" diciamo, facendo sì che l'elemento naturale fosse approvigionabile dall'uomo senza limiti.
Ovvio che l'approvvigionamento dell'acqua, a livello di comunità grandi è stato, ed è, cagione di conflitti. L'acqua , per esempio , è una delle ragioni fondamentali del conflitto israelo-palestinese, così come esso si conigura oggi.
Tutti questi servizi, gestiti a livello di enti pubblici, avevano (ed hanno) la fama di satollare un innumerevole schiera di addetti, il cui stipendio non era meritato, perchè "a livello di mercato" la prestazione, per esempio, di un professore sarebbe incommensurabile, sia a livello di tempo che di funzione della sua professione (quanto puo' valere un popolo acculturato? E quanto puo' acculturarsi un popolo in proporzione alle spese per mantenere i professori? e siammo sicuri poi che al potere gioverebbe un popolo da governare che sia acculturato?).
Insomma, i servizi muoiono e gli stati sopravvivono, conservando il ruolo di "repressori" del disordine pubblico e mantenendo un'oligarchia di gente che piuttosto che dedicarsi alla comunità che li ha eletti (ma poi col voto elettronico davvero il "popolo” elegge il proprio scelto rappresentante?) si dedica ad allacciare relazioni internazionali che si compenetrino con il mercato.
Si obbedisce ,per esempio, alle logiche misteriose dell'emissione e del costo della moneta, volendovi partecipare essendo complici di rapine, piuttosto che conferire un valore alla moneta che sia, al popolo "elettore", utile per la vita.
Le logiche del "mercato" sono funzionali al mantenimento di un servizio, o di un bene, che debba generare profitto. Non importa a quanti, non importa chi e non importa in che modo. Se un’impresa deve generare profitto a due soci imprenditori, non importa che i due soci si facciano erogare 9 miliardi di sovvenzioni (dell’Europa o dello Stato) poi si imboschino i soldi, facendosi fare da apposite ditte ubicate alle isole Cayman, false ricevute di macchinari mai acquistati e 500 lavoratori, nel frattempo messi in cassa integrazione ,alla fine licenziati .
Questo, un esempio di Report (rai3) la cui azienda di riferimento non ricordo, ma che vedeva il sodalizio di un brillante imprenditore piemontese e di un politico centrista che però era anche imprenditore, legato alle amicizie di De Mita. Un avellinese , di quei personaggi che, secondo me, si possono incontrare solo in Italia (ancora, nel 2006 a parlare di De Mita….cazzo) e che sono tipologici di certi ambienti collaterali al potere…
Il mercato, questo grande “valore” umano , in questo caso è costato alla collettività
1) i soldi della cassa integrazione, che poi è finita perché sono stati pure licenziati
2) i soldi delle sovvenzioni con cui i due signori hanno fatto finti acquisti di macchianri per la produzione che nei capannoni non sono mai arrivati. La finanza ha trovato solo delle ricevute di due aziende, una inglese e una portoghese, i cui titolari però risiedevano nelle Isole Lontane (le Cayman o le Azzorre)
3) 500 disoccupati, più o meno, che gravano sulla collettività e rischiano pure di diventare delinquenti e tagliare la gola ai benestanti per disperazione. Nella migliore delle ipotesi: depressione e quindi sanità, che per fortuna è (ancora per poco) pubblica.

Ora:proprio nella mia Anarchia, vado in direzione, dato come stanno le cose, di uno stato magari autoritario (non piu’ di Berlusconi), ma provvisorio che si occupi veramente, quando ci sono questi casi di aziende in crisi, di costituire un comitato di fabbrica, che trasferisca su di se le responsabilità dei soldi pubblici che servono a risanare l’azienda.
Sono sicura che 500 persone con il posto di lavoro in forse, con l’inventiva italiana, di certo trovavano il modo di far fruttare quei miliardoni (ed erano parecchi) delle sovvenzioni.
Quella che si chiama “gestione democratica “ delle aziende, avrebbe dovuto attuarsi per legge: un elezione da parte dei dipendenti di un gruppo dirigente, discussione con questo dei soldi a disposizione e delle modalità di investirli, costituzione di un progetto, azione comune.
Questo, dovrebbe essere una legge più forte di qualsiasi ulteriore posizione politica: destra, sinistra, centro, che arrivi. Le leggi dovrebbero essere superiori agli uomini. Più che le leggi, i principii.

Questo modo di concepire il mercato in realtà, è strettamente connesso alle oligarchie che lo detengono. E ai privilegi che intendono conservare.
Questi due signori sono impuniti, a loro volta spariti nelle isole lontane. Insieme ai nostri soldi, mai spesi per la loro azienda. Lasciando avvocatucoli superpagati responsabili solo di metterci la faccia al posto loro. Che hanno devastato o contribuito a devastare una nazione e che adesso se la spassano a bordo piscina, alla faccia delle finanziarie emesse da Prodi.
E allora perché l’Europa, che ci pungola continuamente a risanare il debito pubblico, la banca centrale, la banca mondiale, cosi sollecite a chiedere sanzioni per i paesi del rifiutanoi pagare alcune parti degli interessi degli interessi di debiti contratti decine di anni fa, non si ricordano neanche piu’ come…. , Questi enti sopranazionali, dicevo, non si attivano per sanzionare questi signori e le Cayman che ospitano i loro traffici?
La risposta è, perché sennò dovrebbero sanzionare almeno la metà di amici e collaboratori degli oligarchi che dovrebbero essere punitivi. Ora: siccome a nessuno piacciono le martellate sui genitali, evidentemente chi è al potere non ha interesse ad andare contro ai propri sodali.


Ovvio che i due imprenditori summenzionati, hanno potuto fare quel che han fatto per gli appoggi politici che avevano. Quindi è meglio per tutti che stiano lontano dall’Italia, introvabili anche per i giornalisti ( e di certo la stampa oggi si vede che non ha vogla di cercarsi grane, contraddicendo i potenti.)
E quest’è, per parafrasare Di Pietro, l’ Italia con dei valori: Il Mercato, l’individuo.
Possiamo coniarne ancora di frasi fatte, oltre a “non ci sono piu’ le mezze stagioni”: il futuro è nel privato” “questi imprenditori italiani, spregiudicati ma creativi e onesti” (il verbo è sottinteso)