Democrazia? sicuri?
Correva l’anno 1929. Il fascismo aveva già una storia lunga piu’ di un lustro. Matteotti e alcuni fuoriusciti antifascisti erano stati assassinati dai sicari di regime. Le leggi fascistissime, che sopprimevano libertà di parola, di stampa e di associazione erano state promulgate. Sciolti i partiti e i sindacati. Ebbene in questo quadro, Mussolini sentì il bisogno di una conferma ufficiale. Il 24 marzo di quell’anno, lo stesso in cui si assistè alla firma dei Patti Lateranensi, ci fu un Plebiscito. Un referendum, in altri termini, in cui si chiese agli italiani di confermare la propria fiducia elettorale al fascismo. Furono date due schede. Una bianca, insignificante: la scheda dei no. L’altra, sulla quale vi campeggiava, ben visibile, il tricolore savoiardo, era la scheda dei sì.
I seggi erano presidiati da squadristi che vigilavano sull’osservanza dei cittadini nel mettere il segno giusto sulla scheda giusta. Altri squadristi dell’OVRA stavano per le strade: vigilavano presso i portinai e i condominii affinche’ tutti andassero a votare.
Il risultato fu che il 90% degli italiani voto’ e il favore di Mussolini fu quasi unanime.
Le elezioni si manovrano con la milizia armata: di questo stratagemma han fatto uso moltissime dittature, di destra o di sinistra in svariati paesi del mondo, in tempi diversi.
Oggi, invece, la tecnologia offre l’occasioni ai potenti di non sprecare neppure le milizie armate, le polizie politiche e i portinai-spia. E’ sufficiente un apparecchio elettronico che sia controllato da un malintenzionato che deformi i risultati del voto.
La corsa delle democrazie al voto elettronico è come la corsa alle privatizzazioni. Spacciato come motivato da un cospicuo risparmio di personale e di soldi a beneficio della collettività, è invece un cospicuo vantaggio per potenti corrotTi e senza scrupoli per dirottare privilegi e voti su chi “è stato stabilito” (da una sorta di provvidenza mondiale) che vinca.
Ecco perché è importante che ci si opponga al voto elettronico, che automaticamente viola il principio democratico per cui sull’espressione della volontà popolare non deve aleggiare alcun dubbio. Se si dà il contrario, la democrazia non è piu’ tale.
E non lo è neppure, se il sistema stesso del voto è costruito in modo da lasciare uno spiraglio così squarciante nell’idea di come il sistema stesso della democrazia venga attuato.
Tutti noi che andiamo ad aggiornare il S.O. presso Microsoft, leggendo i bollettini sulla sicurezza , che, al 90 per cento recano la dicitura “patch contro un codice maligno generato da un bug di….che potrebbe permettere ad un malintenzionato di acquisire il controllo sulla macchina", abbiamo pensato di camminare sulle uova.
Navighiamo su internet, questa rete che ormai domina l’immaginario, ben coscienti che potremmo essere spiati, che dalla nostra macchina potrebbero uscire dati che ci hanno carpito. Che la macchina stessa puo’ essere modificata contro la nostra volontà, anche se si trova sul comodino della stanza da letto.
Non è possibile riempirsi la bocca della parola “democrazia” (..e quant’è bella la democrazia, quanto siamo fighi noi che ci abbiamo la democrazia, la democrazia è talmente sublime che appoggiamo pure chi la esporta con le bombe, evviva la democrazia, beati noi che ce l’abbiamo) e lasciare che questo “valore” sia messo in serissima discussione dall’operatività informatica di certuni e dalla mancanza di scrupoli di altri, che imballano di soldi i primi, per farli essere creativi (oh il potere della motivazione in psicologia!) nelle funamboliche imprese informatiche DI FAR RISULTARE VINCITORE UNO PIUTTOSTO CHE UN ALTRO.
Penso che il voto elettronico meriti un’opposizione trasversale, netta, definitiva e non fuorviante.
Affinchè chi ci vuole deprivare della tanto decantata democrazia, almeno, si disturbi a tirare fuori le armi e fare qualche minaccia, perché, se è vero (per assurdo o no) che tanto comunque “sun sempre lur” che vanno al governo, almeno che l’uscita di casa delle decine di milioni di italiani e i loro soldi spesi in allestimenti elettorali e spot, non siano proprio totalmente vani.
Forse la democrazia è una vuota forma,per cui non ci si disturba neppure a dover "forzare" i cittadini a farsi prendere per il culo. Forse invece un popolo piu’ educato a gestirla, potrebbe davvero cambiare qualcosa, interagendo con il proprio destino collettivo. In ogni caso, il voto elettronico gioca contro il nostro stesso definirci "cittadini".
In questo video fatto all’Università di Princeton si mostra con quale facilità si possano falsare i voti gestiti da un’apparecchiatura elettronica, di quelle utilizzate per le elezioni americane. E poi, come sempre, fate voi.
Nessun commento:
Posta un commento