lunedì, ottobre 16, 2017

Distopie femministe tra elsa fornero e asia argento.

Grande partecipazione sui social network riguardo all'appassionata accusa di Asia Argento nei confronti di Weinstein, magnate di Hollywood ricco e puttaniere, reo, secondo la Argentodi averla messa in condizioni di dover accettare avances sessuali, pena "il dover rinunciare" ad una brillante (leggi: milionaria) carriera come attrice, regista, produttrice di film destinati al grande mercato occidentale.
Poiche' la denunzia pubblica e' stata fatta dopo 20 anni dal "fattaccio" e poiche' la Argentoaccetto' anche successivamente ad esso di  frequentare Weinstein in una specie di "flirt", nei social network i toni si sono alzati. Si sono scatenati i soliti haters che -a colpi di insulti e maledizioni- davano di  puttana alla Argento per via dei 20 anni di ritardo nel parlare, perche' a suo tempo ha accettato il gioco e lo ha accondisceso, facendo pure coppia con lui . I 'flame" sui social dove ci si scannava tra le solite tifoserie solidarieta' si, solidarieta' no, hanno imperversato. Dove i primi accusavano i secondi di discriminare la Argento"solo perche' era ricca e famosa" con il corollario che "se non solidarizzi con la asia Argento sei un* che odia le donne perche' una molestia e' una molestia e non importa che a subirla sia una vip o una disgraziata qualsiasi che prende 1000 o 1200 euro al mese. L'importante e' l'offesa alla "donna"".
Ora: con tutto che mi dispiace che la poveretta per fare l'attrice abbia dovuto accettare le avances di Weinstein, mi sembra fuori luogo, inadeguato, esagerato e alla fine fuorviante, chiamare "stupro" il vissuto narrato dalla Argento. Uno stupro indica aggressione fisica  cui si e' impossibilitate di sottrarsi. Nemmeno il termine "molestia", per come ho letto il racconto, mi pare adeguato. Molestie sono lo stalking, il palpeggiamento forzato, il dover ascoltare le fantasie oscene del marpione, non quello che ha raccontato lei, che mi pare ascrivibile piuttosto alla categoria del ricatto lavorativo. Odioso in ogni caso, ma peggiore se la malcapitata ha alle spalle una situazione economica in cui non puo' scegliere.
Mi fa specie che un'intellettuale come Michela Murgia abbia dato biada ad una delle tifoserie, spacciando il seguente concetto: gli haters della Argento fomenterebbero una visione della donna violentata-molestata-ricattata (nessuna differenza tra le singole situazioni) perche' alla fine la Argento ha avuto successo e non ha alimentato lo stereotipo secondo cui la donna violentata-molestata-ricattata dev'essere per forza sbattuta, distrutta, sofferente. Tale da meritarsi in primis la pieta' e poi, forse, la solidarieta'.
Tutto mi sarei aspettata dalla Murgia, fuorche' un punto di vista cosi' conformista e appecorato alla moda del momento (che e' la solidarieta' verso la Asia Argento) , anziche' un qualcosa di piu' originale.
Per esempio: il considerare dirimente la classe sociale di appartenenza. Perche' se e' vero che il dover rinunciare ai "propri sogni" per via di un maiale che ti ricatta sull'aprire le cosce per lavorare, e' parecchio piu' grave se chi e' oggetto del ricatto e' una persona che con quel lavoro ci vive, si sostenta, da da mangiare ai figli, paga le bollette e il mutuo. Perche' sono queste le cose che danno la misura qualitativa e quantitativa della violenza dell'atto ed e' una misura che non puo' essere appiattita sotto la dicitura "siamo tutte donne, il ricatto lavorativo ci colpisce uguale". Certo, anche "rinunciare ai propri sogni" e' un dolore, ma la liberta' di dire di no, ce l'ha piu' facilemente chi deve rinunciare ai sogni, piuttosto che alla pagnotta. E alla fine i diritti, delle donne in questo caso, si considerano acquisiti quando il soggetto ha il diritto di dire di  si o di no, senza mettere sul piatto della bilancia la sua sopravvivenza. La argento, vuoi per nascita, vuoi per condizioni economiche, questa liberta' ce l'aveva. E incentrare un dibattito pubblico sul problema del ricatto lavorativo delle donne a partire dall'esperienza della argento, non solo diventa mero gossip da distrazione di massa (dalla manovra economica per essere precisi), ma e' una designificazione del diritto fondamentale della liberta' di scelta per le donne, culturalmente controproducente.
Tutta questa storia e' da ascriversi a come il potere ha voluto che in questo maledetto millennio iniziato male e che sta andando avanti peggio, si parlasse dei diritti delle donne: sostituendo stereotipi ad altri. Per esempio: e' inutile organizzare cortei antiviolenza se poi alle donne non si danno gli strumenti economici per stare fuori casa, nascondersi, tutelare i figli, in caso di marito violento . Michela Murgia puo' continuare a far finta di non vedere che il 90% delle violenze riguardano donne e ragazze povere(italiane, straniere, non importa)  , costrette -quando ce l'hanno- a lavori umilianti, precari e ricattati per non dipendere interamente dal marito o dal padre autoritario e maschilista.
So che e' fuori moda parlarne, ma Marx  diceva che la struttura economica sorregge tutte le altre forme interrelazionali e culturali umane, nel senso che la cultura, quindi la qualita' delle nostre relazioni, dipendono dalla materialita' della condizione dei singoli e delle classi . Per questa ragione sui social network si riescono a trovare pagine di donne-di-potere sui cui post altre donne-non-di-potere si congratulano e si sperticano di complimenti per come hanno fatto carriera e per come sono in gamba. Anche se sono complici del danno fatto ad altre donne. Piu' sei benestante piu' hai amici. Dal vero e su facebook.
Far fare a una Fornero il lavoro sporco ha avuto nel 2011 il significato di mettersi al riparo  da chi avrebbe accusato Monti di maschilismo. Perche' ha soppresso l'opzione donna a partire dal 2018 e ha annullato ogni differenza tra uomini e donne per andare in pensione.
 Una Camusso che organizza per la legge fornero 2 ore di sciopero e basta riceve comunque gran complimenti per i vertici raggiunti.
Una boldrini che ha sempre i diritti delle donne in bocca, non spende mezza parola per mettere appena appena in discussione la legge fornero. E nemmeno la Murgia lo fa, impegnata com'e' a difendere la logica di holliwood, che oggi si stringe alla Argento contro Weinstein, ma all'epoca in cui Roman Polansky fu accusato pubblicamente da altre attrici di averle materialmente violentate, cioe' stuprate, da minorenni, fece muro per polansky firmando petizioni a suo favore ed emargino' le ragazze che parlavano.
 E' la follia dei nostri strani giorni: Oggi Polansky svecchia in Svizzera indisturbato senza che nessuno ne chieda l'estradizione, Noi che non sentiamo quest'empatia per la Argento siamo senza cuore e contro le donne e la fornero ci ha scippato i contributi senza che nessuna donna fosse solidale con noi, ha funto quasi da giustiziera verso "quelle donne che non sono solidali con le altre donne". Ormai il comando della solidarieta' e dell'avversione non e' piu' appannaggio di chi crede di essere soggetto dei media solo perche' scrive su facebook.