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martedì, agosto 07, 2007

Salutami assorete...

Trattasi di tipica espressione di sapore "terun", ottima per definire lo spesso terreno di dibattito politico tra Prodi , che arrivato a Castiglion Della Pescaia si aspettava un'accoglienza in pompa magna, con stendardi, palchetto, banda, maestro e sindaco, e una sindachessa che invece ha completamente omesso di mettere in piedi il cerimoniale.

Perchè, si giustifica lei, non le è stata fatta neppure una telefonata. L'ha appreso, come lo sfigato Uomo Comune che sono tre giorni che si asciuga sui giornali con sta notizia di merda, dalla stampa, e quindi non ha fatto niente.

Prodi è "offeso ma sereno". Contento di essere finalmente in vacanza con la "famiglia".

Per il resto, l'importante tema, di alta responsabilità politica, pregno di significati vitali per i cittadini, si è trasferito nelle aule del consiglio comunale di Castiglion della Pescaia, dove le polemiche sull'anticerimonialismo politico della sindachessa, si trascinano, probabilmente, tuttora.

Ma io dico...ma 'sta gente, a lavorare (a lavorare veramente, 8 ore al giorno) mai?

15 agosto: giornata della solidarietà a Don Gelmini. Rinviata?



Grande bagarre della destra un paio di giorni fa, quando si è parlato dell'indagine a carico di Don Gelmini. Con la consueta bagarre mediatica, i giornali hanno parlato di "possibili montature", hanno ammonito di "non criminalizzare la magistratura". Questo perchè la figura, e anche la parte politica, di Don Gelmini richiama personaggi del passato, come l'"esemplare italiano " Muccioli.

A me non piace parlare di un personaggio indagato, la cui posizione non è ancora stata valutata da un processo. Ma ho percepito che, in presenza di un evento come questo, la preoccupazione di alcuni (sostenuta ad "altissima voce" mediatica) è quella di non "criminalizzare" la magistratura, come dire: "dubbi sull'innocenza del tipo non ce ne sono. Eventualmente è la magistratura che sbaglia Ma voi italiani fate i bravi, non criminalizzatela, sennò arriva Napolitano che vi bacchetta le ditine". Che la magistratura sbaglia e/o perseguita, lo possono dire solo i politici, in effetti. L'ha fatto, parlando tra le righe (ma neanche tanto) Berlusconi, il quale sembra abbia detto che metterà a disposizione di Don Gelmini tutte le risorse (ha parlato di milioni di euri) di cui avrà bisogno per difendersi da questa "persecuzione". E l'hanno fatto altri, tanti, appartenenti alla casta di montecitorio.

Insomma: alla facciazza dell'indipendenza della magistratura, il mondo politico ha da ridire, da polemizzare, da far propaganda dei propri contenuti, approfittando di disgrazie giudiziarie altrui. I dubbi, che i contenuti mediatici sollevano, sono, ovviamente, non su Gelmini, giustamente perchè egli è solo un presunto colpevole, fino a che non ci sarà un pronunciamento giudiziario, ma sull'operato dei magistrati che, ormai da mesi, stanno indagando su di lui e che in 'sti casi, da noi in Italia, non è mai immune da messe in discussione di dubbio valore democratico (salvo, naturalmente, quando indaga, con preventiva demonizzazione mediatica, tre poveracci extracomunitarii, carcerati per essere "pericolosi terroristi" al soldo di Al qaeda).

I politici, nel caso di Don Gelmini, non si astengono, come dovrebbero sempre, dalla loro inutile logorrea telegiornalistica, anzi, berciano la loro solidarietà col Don (sicuramente innocente a priori) ovvero il loro timore circa "gli sbagli" della magistratura. E' una gara: Melandri, Pollastrini,Pannella, Buttiglione, Cuffaro si dicono orgogliosamente solidali. Ma quelli di AN prorompono proprio con dichiarazioni tra il patriottico e il roboante.Dopo le promesse d'aiuto e sostegno del cavaliere, infatti, arriva addirittura la proposta di Gasparri di una "giornata di solidarietà a Don Gelmini" nientepopodimeno che a ferragosto. Il Don ha ben di che rincuorarsi per avere la chiesa dalla sua parte, fosse solo la chiesa...ha lo "stato maggiore" dell'esecutivo in Italia...buon per lui.

Mò però sono passati due giorni. Del ferragosto solidale col Don non si parla piu' in televisione. Finite le interviste , con i tg che tendono a schizzare le notizie su Don Gelmini.
I quotidiani no, invece. Sul Corriere della Sera, sia cartaceo che online, c'è un articolo di Flavio Haver basato su un'intervista a Don Mazzi che sarebbe stato in corrispondenza con un ex ospite della comunità di Don Gelmini, che si confida con lui (anche per iscritto) su presunte violenze sessuali.

Un articolo scarno, che si limita a descrivere un Don Mazzi imbarazzato e in difficoltà nel farsi intervistare su 'sta cosa.Il contrappeso a questo imprevisto (e foriero di difficoltà) evento, è ,oggi, il calato silenzio mediatico dei politici. E questa - lo dico a Gasparri- non è una bella cosa: Ferragosto è la settimana prossima e gli italiani vorrebbero saperne di piu' per organizzarsi. Ci dia lumi, onorevole.

ps a me Don Gelmini non mi sta sulle palle e questo non vuole essere un post contro di lui. Anzi, gli devo anche dei momenti di ilarità. Tipo se notate l'immagine che ho postato, egli è praticamente vestito da Papa. L'ho tratta da questo sito
che la pubblica con la didascalia (stile telegrafico) "Portavoce comunità incontro: un uomo semplice amato dai giovani"


ps2 la foto è sparita da quel sito, ma ho provveduto a metterne un'altra, presa dal sito di "Repubblica" (sterco, per Gasparri e don Gelmini) .

giovedì, agosto 02, 2007

La foga delle analisi. L'excusatio non petita di Casini



Metto subito in chiaro che quanto scriverò in questo post è un esclusivo parto della mia fantasia. Quanto espresso non ha nulla di provato, ad eccezione della mia fervida immaginazione alle prese con le storielle piccanti di onorevoli coinvolti, tra un protocollo sul welfare e un altro sulla previdenza, in rendez vous con travesta e/o prostitute. Onorevoli cui piace la sferzata adrenalinica del bianco alcaloide e il fugace ma godurioso intrattenimento sessuale con piu ragazze...ma noi capiamo... a poterselo permettere, diciamocelo, chi no?

Insomma sabato mattina, quando è cominciata la sfiga di Cosimo Mele con la tipa al pronto soccorso e con quel giornalista che come una iena stava facendo carriera a spese di quella di un uomo pubblico dell'udc, il telefono di Casini era rovente. Il Pierferdinando infatti stava telefonando a tutti i membri del suo partito per avvisarli della cosa e raccomandare loro di ripulirsi.

Casini si preoccupava anche di elargire paterni consigli
"con una sauna al giorno, molta acqua minerale, dieta molto leggera a base di banane e papaya ci si ripulisce in tre, quattro giorni" e di lenire le preoccupazioni di alcuni membri "No, no, non ti preoccupare, non è quello del capello quello ci fotte, lo so, è il test del sangue, sta' tranquillo"
L'onorevole xxx, raggiunto telefonicamente dal Casini, ha da ridire sullo spacciatore che ha portato Mele, e quindi il partito, a fare una tale figura di merda. "Non me ne parlare, dice Casini incazzatissimo, è risaputo che se ne avesse parlato con x3v3p, si procurava roba buona, ma sai che c'è? che il Mele vuole "cagare e andare in carrozza" : è tirchio, e per risparmiare 20 euri mette nella merda il partito".
L'onorevole x ne conviene e aggiunge: "Ma poi non c'è quel cardinale, mons YYY, che nasa roba talmente buona che quando parla sembra sant'agostino???"
"Ma mica solo lui" replica il Casini sempre piu' abbruttito dall'ira "si sa che in Vaticano circola la coca piu' buona d'Italia, basta chiedere. E pagare, ovvio, non è che i preti fanno beneficenza..."
"Eh, no" ne conviene nuovamente l'on.xxx.
"Vabbè comunque lasciami andare che devo telefonare a Fini. "

E cosi compone il numero del nemicoamico che non lo lascia neanche parlare, appena capisce che si tratta di Casini lo apostrofa:
"Sei proprio un pirla"
"Ma io che cazzo ne so che quello fa una cazzata del genere? Ok vuoi 2 troie, ok che non ti tira quindi la coca ti è indispensabile, ma cazzo, tirali fuori i soldi...Almeno usate roba buona che cosi queste cose non succedono, perilcristo..."
"Casini, quello lì deve ancora i soldi per quando giocava a poker, cazzo si è fatto eleggere apposta. E' pieno di debiti, oltre che micragnoso. Sei stato pirla te a farlo candidare..."
"Non farmi la predica, lo sai come vanno 'ste cose, un favore ricevuto, uno ancora da fare...Comunque avrei previsto, per metterci una pezza, che ci sottoponiamo ad un test antidroga, diciamo per giovedi"
"E che cazzo vuoi da me?"
"Io mobilito tutta l'Udc, banchetti, stendardi, pompa magna,insomma..."
"Bravo. Così ribadisci la figura di merda..."
" voi di AN ci siete?"
"(Fini scoppia a ridere) ma non se ne parla neanche, Casini, il nome associato a Mele è UdC, noi di AN non c'entriamo un cazzo..."
"Ma pure voi sostenete che drogarsi non è un diritto..."
"E allora?"
"Che non esiste differenza tra droghe leggere e pesanti, che la droga è droga punto..."
"Embe'?"
"Che chi si droga è un malato che dev'essere curato e/o marcire in galera"
"Beh? Hai finito di menare il can per l'aia? Non farmi perdere tempo con le tue stronzate..."
"Insomma quelli di forza italia non li scomodo neanche, ma almeno noi che siamo i piu intransigenti su questo punto, potremmo fare il test in massa"
"Pierferdy: non mi rompere i coglioni, già mi hai danneggiato tramite lui(Mele) che ha compromesso una battaglia ideologica che ci connota pure a noi, che come sai non abbiamo molto altro da dire. Ma non è un buon motivo perche' noi di AN si venga a sputtanarci ulteriormente col test in piazza.
Voi la figura di merda ce la fate per forza, Mele è dell'UdC ed excusatio non petita...lo sai no, come va a finire? ma noi no. Ti ripeto: An non ha nessun interesse ad associarsi a questo nome, voi siete costretti, noi no."

Scornato, umiliato, il Casini riattacca respirando profondamente e scacciando la tentazione di una bestemmia.
Ma cinque giorni dopo è di nuovo pimpante, pronto a farsi intervistare in Piazza Montecitorio, dove l'Udc ha allestito banchetti e stendardi multicolori, con telecamere e folle di curiosi, per far vedere al popolo che, Mele a parte (da dimenticare dice Casini. Gli piacerebbe eh?), l'UdC è (ri)pulita e lui si fa riprendere con l'indice alzato a mò di chi ha qualcosa di "morale" da insegnare, e dice:
"Sia chiaro che questa iniziativa non è rivolta solo al Palazzo ma a mettere in risalto una piaga della nostra società. La droga uccide la mente e le famiglie".

Ah già le Famiglie. Suggerisco ora a Casini un altro test.
si fanno denudare gli onorevoli dell'Udc (e anche altri eh).
Si allestisce un baraccone con una pornostar che si esibisce live.
Si fanno sfilare nudi a turno davanti alla pornostar in piena performance.
Colui al quale si rizza l'uccello è considerato positivo.

Personalmente sarei curiosa dell'esito del test per quello che riguarda Buttiglione
.

mercoledì, agosto 01, 2007

Funzioni Inevase.



Durante le funzioni liturgiche, in quella fase della Santa Messa che si chiama comunemente predica (omelia nel linguaggio chiesastico), i preti dovrebbero usare la loro autorità per far leva sulla coscienza di quel 30% di contribuenti che evadono il fisco, per spingerli a pagare, finalmente, le tasse.
L'appello alla chiesa a "fare di piu'" in questo senso viene da Romano Prodi in persona, il quale, probabilmente chiedendo il compenso per l'attività di governo che si è dato da fare per lasciare i "dico" nel dimenticatoio e per non revisionare la legge 40, attribuisce alla chiesa la necessità di "fare morale" , promuovendo comportamenti consoni alle necessità del paese.

Questo la dice lunga:
1)sulla capacità dei governi di arginare fenomeni come quello di Gnutti, che dimostra come incuria e corruzione costino miliardi alla collettività.

2)sulla considerazione che ha Prodi del popolaccio che governa, che crede sensibile al media chiesastico come 150 anni (e piu') fa (e non mi pronuncio su se abbia ragione)

3)su come la chiesa, per una ragione o per l'altra, venga resa depositaria di ruoli importanti nella nostra vita politica.

L'Italia si conferma, anche per il futuro, il campo d'azione "dottrinale e morale" della collettività intesa esclusivamente "cattolicamente parlando*". Ove, però, questo rigurgito continuo di religiosità non impedisce di votare a favore della spesa bellica e della partecipazione ad imprese di colonialismo armato.

Vediamo ora come finiranno le polemiche sulla giustizia italiana che si è rifiutata di considerare reato la bestemmia alla madonna. Per carità, io non ce l'ho con la madonna, ma con chi se ne riempie la bocca per avere l'esclusiva divina dell'autorità presso un popolo.

*Praticamente, fatto salvo il liberismo economico, con annessi consumismo e imperialismo che sostiene l'approvvigionamento delle ricchezze per sostenere il tutto, abbiamo realizzato quello stato in cui, pur essendo i cattolici "una minoranza", la chiesa svolge il ruolo di "comunità educante"; quel concetto di Don Giussani (il fondatore di cl) che fa capo all'idea oligarchica per cui se i cattolici dettano legge, influenzeranno nel futuro le giovani generazioni a restare aderenti ai "valori" (puah) imposti.

martedì, luglio 31, 2007

The family Man



Sabato scorso, i tg nazionali dettero la notizia che al pronto soccorso di non so piu' quale ospedale romano, era arrivata una ragazza. Delirante, allucinata, parlava di essere stata costretta ad assumere pastiglie e successivamente di essere stata obbligata a lesbicare con un'altra ragazza e poi ad avere rapporti sessuali con un parlamentare, di cui, al momento, non si fece il nome.

Il personale medico , impressionato da cotanto racconto, allertò la forza pubblica e fu così che se ne interessò la stampa.
In prima battuta, però, i tg non fecero il nome del parlamentare coinvolto, precisando che le dichiarazioni della ragazza erano motivate dallo stato allucinatorio in cui si trovava (la partita di coca tagliata con l'atropina, evdentemente, non si limitava alla sola provincia di Bergamo) e che, una volta ripresa, si era rimangiata tutto, esprimendo il desiderio che la cosa venisse messa a tacere perchè si era trattato solo di un semplice malore derivante, appunto, dal consumo di droga di scarsa qualità.

Ma dalle forze dell'ordine la notizia era rimbalzata ai media, fuori dalla desiderata riservatezza che in questi casi caratterizza i politici. Il nome del parlamentare, inizialmente tenuto nascosto, venne fuori. Trattatasi di Cosimo Mele, deputato per l'UDC, che si era permesso, coi soldi del lauto stipendio che noi gli passiamo, un festino con due ragazze all'Hotel Flora di Via Veneto a Roma. Un luogo dove la "vita" è ancora "dolce" per coloro che sono investiti del "privilegio" di "rappresentare il popolo".

La ragazza, finalmente tornata in se, si rimangia tutto. Esce dall'ospedale, lasciando però il Mele nelle peste che qualche giornalista troppo curioso aveva creato. Era una prostituta di alto bordo, pagata per sollazzare un parlamentare lasciato "troppo solo", come dice Cesa, dal forzato allontanamento della sua famiglia. Una solitudiane così lacerante da spingerlo a tamponare il disagio derivatone con un festino a base di coca e rapporti e tre, nel lussuoso hotel della Roma storica.

Il parlamentare, ormai debitamente sputtanato, si dimette dall'UDC, ma conserva non solo la carica parlamentare, ma pure quella di consigliere comunale nella sua cittadina (Carovigno). Ha precedenti per corruzione, necessitato dall'accumulo di debiti di gioco. Non so se sia stato beneficiato dall'immunità parlamentare o dall'indulto.

Questi i fatti. Al giornalista che lo ha intervistato dopo, l'onorevole Mele ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

«Ho sbagliato (silenzio) sono pentito (silenzio). Sono stato sfigato perché se la ragazza non si fosse sentita male non sarebbe successo nulla.
chiaramente. L'Atropina non era nelle sue previsioni, poveraccio. Lui la droga si limita a proibirla e a votare leggi repressive (per gli altri).

Ma sono anche orgoglioso». Orgoglioso? «Sì, orgoglioso di me stesso. Quando ho avvertito la reception e poi chiesto di chiamare un'ambulanza ho capito che il mio nome poteva uscire. Molti altri se la sarebbero data a gambe».
Ohhh e qui lo volevamo. A questo punto Napolitano dovrebbe proporre la carica di cavaliere della repubblica a tutti coloro a cui capita di investire qualcuno e poi soccorrerlo. Ne ha, Cosimo Mele, per essere orgoglioso di se stesso.


Cosa è successo venerdì sera? «Sono uscito dalla Camera intorno alle nove, sono andato a cena con degli amici, non politici, al Camponeschi, un ristorante di Piazza Farnese. Dopo un po' è arrivata questa ragazza, che io non avevo mai visto prima, ma che conosceva i miei amici. È stata lei che ha cominciato a parlarmi...».
Questo per precisare (doverosamente) che lui non le ha chiesto "quanto vuoi?" a scanso di equivoci espressi in malafede da parte delle malelingue che magari pensano che lui sia arrivato al sodo senza fare giri di parole, carpendo la comprensione della fanciulla, per esempio, con il dolore per la lontananza della moglie, tra l'altro, incinta del terzo figlio della coppia.

Sta dicendo che è stato adescato? «Adescato? Io non sono esperto di queste cose ma non avevo capito che fosse una prostituta»
Povero ragazzotto dai 50 anni acerbi!!! Possiamo pensare noi che lui avesse intuito che si trattava di una "donnaccia" che stava attentando all'onore del suo ideale personale&politico: la famiglia? Intendo assicurarlo, on. Mele: no, non abbiamo mai pensato, nemmeno per un attimo che lei avesse capito le turpi intenzioni di questa maliarda.

E cosa pensava? «Pensavo fosse la ragazza che cercava un'avventura." Infatti. E' sufficiente guardare in faccia l'on Mele per capire che una nottata con lui offre le medesime emozioni di una giornata con Indiana Jones. Infatti il nostro prosegue:

"Ho capito solo quando siamo arrivati all'Hotel Flora». E immaginiamo il trauma che ha provato l'onorevole similcarmelitano scalzo che si reca all'Hotel Flora e solo lì prende coscienza della feccia umana con cui si trova ad aver a che fare...

L'ha pagata? «Pagata... non proprio. Le ho fatto un regalo, una somma in denaro, niente di esagerato però. Poi siamo saliti su, siamo stati insieme, e dopo io mi sono addormentato». "Pagare una donna" che parole grosse. Sia mai che un onorato onorevole dell'onorevole repubblica "paga" le donne. Preferiamo un'espressione alla DiPietro: "elargire dazioni di denaro". Mmm all'onorevole la frase appare comunque un po' burocratica. Diciamo che le ha regalato una somma di denaro "non esagerata". Ci complimentiamo per l'affare che l'onorevole Mele ha fatto. Bravo. Mostra di non sperperare soldi pubblici: in fondo amministrare uno stato è come aministrare un'azienda, ci vuole bernoccolo per gli affari eh.


Avevate preso cocaina? «Io non ho preso cocaina né altri tipi di droga. Non ho visto se quella ragazza l'ha presa oppure no. Forse sì, ma magari prima di incontrarmi oppure mentre dormivo».
Una parafrasi non molto elegante per dire "cocaina? non c'ero. Se c'ero dormivo".

Lei ha firmato la proposta di legge sul test antidroga per i parlamentari. «Francamente non ricordo , ma il test sono pronto a farlo anche subito».
Chiaramente lui sa che non glielo faranno prima di essersi opportunamente "ripulito". Il suo vuoto di memoria sulla firma per il test per i parlamentari...beh, forse era troppo fatto per ricordare.

Non c'era con voi un'altra ragazza? «Quando siamo saliti no.
Infatti. L'ha fatta chiamare successivamente, per ravvivare l'atmosfera, diciamo. Una squallida stanza di anonimo albergo, infatti, come renderla sopportabile senza almeno uno straccio di lesbicata? Insomma: tra un provvedimento sul welfare e uno sul precariato, sti onorevoli devono fare i salti mortali per rendere meno gravosa la loro vita. Capiamo & comprendiamo.

Quando mi sono svegliato ho sentito che, nel salottino della stanza, la mia accompagnatrice stava parlando con un'altra ragazza, straniera. Credo una sua amica, l'aveva chiamata lei».

Sicuro che l'aveva chiamata lei. Ma, a meno che il Mele non faccia sesso in stato di sonnambulismo, ben prima che si svegliasse. Ma poi io non capisco questa fregola di conservare il tabu' sulle storie di sesso a tre. Sono così trasgressivamente divertenti da lenire, almeno temporaneamente, qualunque dolore esistenziale, come quello che, di certo, attanagliava il nostro in quei difficili momenti all'Hotel Flora di ViaVeneto.

E la sua accompagnatrice quando si è sentita male? «Poco dopo, ormai era quasi mattina. Delirava».

E questo è il vero culmine della sfiga. Atropina. Cazzo. Induce delirio e allucinazioni. Possiamo presumere che l'onorevole abbia, giustificatamente, espresso mentalmente una bestemmia...Capiamo&comprendiamo. Sempre di piu'.

Agli infermieri del San Giacomo ha detto di essere stata costretta a prendere pasticche. «Se è per questo diceva anche che io l'avevo rapita, che non volevo chiamare l'ambulanza. Ma era in evidente stato di allucinazione. Per questo ho deciso di non accompagnarla in ospedale. Anche se tramite i miei amici, che la conoscevano, mi sono subito informato sulle sue condizioni».

Della serie: io non sono uno che scopa e poi dimentica. Non sono quel tipo di umani che butta via le persone (dopo averle scopate). Tramite "amici" (forse i magnaccioni che gliel'hanno presentata senza dirgli che era una prostituta) si è tenuto informato sulle condizioni della fanciulla.

Crede che la sua carriera politica sia finita qui? «Deciderà il mio partito. Ma non mi sento di aver tradito niente e nessuno, se non la mia famiglia».
Se ritiene cose come "il niente" e "il nessuno" come analoghe alla sua famiglia, possiamo immaginare come considera la collettività le cui regole le sue funzioni lo chiamano a decidere...

Lei fa parte di un partito, l'Udc, che della difesa della famiglia ha fatto una bandiera. «Lo so, e per questo ho deciso di dare le dimissioni dall'Udc. Ma non vedo perché dovrei dimettermi da deputato , anche io sono un uomo con le mie virtù e le mie debolezze».
Non si preoccupi, onorevole, lo sappiamo che lei ha tutte le debolezze di un umano. Facciamo un po' fatica a ravvisarne, nel suo caso, le virtu'. Ma capiamo che l'impellenza dei compiti parlamentari (!) non puo' certo portarla ad andarsene del tutto da montecitorio.


Una debolezza considerata grave a giudicare dalle sue dimissioni. «Guardi, credo che nella politica italiana ci sia una grande ipocrisia. Adesso mi spareranno addosso quelli di Forza Italia, come se loro fossero tutti santarelli. Per non parlare di quelli della sinistra, che anche loro, quando serve, si fanno gli affari loro. E invece noi politici siamo uomini come gli altri: anche a noi capita di sbagliare».

Sicuramente, ha scelto il momento sbagliato. Se ci fosse in giro piu' atropina, di festini parlamentari ne scoprirebbero sicuramente di piu', tanto il lavoro di legislatore in Italia è frustrante e faticoso.

Era la prima volta, onorevole? «Non mi succedeva da tantissimi anni. Sono stato ragazzo anche io».
Infatti non gli capitava piu' da quando il vescovo lo aveva cresimato, ammonendolo di stare attento alla cecità e di fare famiglia cristianamente parlando.

Come si sente adesso? «Mi sento il mondo cadere addosso. Lo so, è una frase fatta, ma è proprio quello che sento».
Ma iddio è grande e misericordioso, onorevole. Il perdono non Le sarà negato. La conservazione dei privilegi, neanche.

Cosa le ha detto sua moglie? L'ha perdonata? «Perdonato... Macché, piange tutto il giorno. Non so come andrà a finire».
Non si preoccupi onorevole. Sua moglie considererà attentamente le attenuanti esistenziali. La solitudine derivante dalla lontananza dai propri cari
(cui, come ha detto Cesa, bisognerebbe dare una risposta con il ricongiungimento familiare per parlamentari), la grande fatica di appartenere alla schiera dei legislatori di questo paese. E poi tra i suoi colleghi c'è di peggio, c'è andreotti, che all'Hotel Flora non ci va ma che è prescritto per mafia e i cui difettucci non sono certo da meno di quelli che affliggono l'on. Mele da Carovigno.
Un uomo che è scivolato, ma che è pronto a rialzarsi, per il bene dello stato che contribuisce a gestire.
Come direbbe la strega della sirenetta: "una triste anima sola" preda delle zone buie cui lo costringe la sua difficile posizione. L'abbiamo sempre detto: fare politica è una missione. A volte puo' dare soddisfazione, quando si delibera secondo giustizia, altre volte però è una missione difficile, con grandi momenti di dubbio e di incertezza, che portano a luoghi di perdizione che lasciano solo amarezza e pentimento.

giovedì, luglio 19, 2007

La Rosacroce nel Pugno

Riporto qui un post di Pensatoio, che in poche parole riassume la situazione politica italiana in merito agli ultimi eventi. Sottoscrivo al 100%


















A Bonino, la superlaika prematurata ed a Rutella, la pretessa maritata, non frega più di tanto se lo Stato debba essere laico o meno, se la fede vada tutelata o meno.
Alla fine questi grandi opportunisti, si ritrovano uniti, la Rosacroce nel pugno, nel comitato d'affari che cerca di indebolire ulteriormente le forze della classe lavoratrice di questo paese.
Dio e la scienza non reggono al fascino ormai sempre più indiscreto del Capitale.

mercoledì, luglio 18, 2007

8 settembre 2007: partecipiamo al vaffanculo day

Iscriviti al Vaffanculo Day

La risposta popolare al family day

Per appoggiare la magistratura che ha disposto l'ineleggibilità e l'allontanamento dei politici pregiudicati.

Per far cagare sotto quelli che non sono stati ancora presi.

Perchè i politici pregiudicati non screditino più i magistrati che fanno il loro lavoro.

Perchè mandare affanculo dei politici in massa è sempre una bella soddisfazione.

ADERISCI ANCHE TU AL VAFFANCULO DAY: IL VAFFANCULO DEL GIORNO CHE TOGLIE IL MEDICO DI TORNO.

lunedì, luglio 16, 2007

Referendum-truffa che piace alla confindustria


I giornali sono pieni di entusiastici proclami sulla questione referendaria. Hanno raccolto, dicono, 460000 firme. ne mancano 40000 per raggiungere il quorum per farlo approvare. I giornali parlano di code ai banchetti, istituiti nei momenti "ludici": alle notti bianche e ai concerti (a quello dei Genesis, per dirne uno). Il referendum introdurrebbe tre novità,spacciate per occasioni di rincivilimento, che in realtà sono delle fregature volte all'interesse oligarchico: vediamole.

In realtà il referendum è l'ennesima "legge truffa" proposta in questo paese.
Esso lascia sostanzialmente inalterato l'attuale sistema maggioritario, anzi, lo rafforza, perchè propone, per i piccoli partiti, sbarramenti percentualmente pesanti, che escluderebbero la volontà di milioni di persone: si fissa infatti al 5% lo sbarramento per la camera e all'8% (|||) quello per il senato.

Il secondo punto riguarda il cospicuo "premio di maggioranza" che permette per una manciata di voti in più di ottenere un numero schiacciante dei deputati nella stessa lista. Tale premio non verrà più conferito alle "coalizioni", ma ai singoli partiti: coalizioni piu' ridotte e piu' facilmente infiltrabili (a pagamento, ovvio, ma si pagherebbe meno gente) da "esterni" interessati a stare nella dialettica di potere.
La modalità di interferenza economica delle lobby e dei gruppi industriali e finanziari nella dialettica politica,dunque, sarà impostata in modo tale che codesti gruppi possano risparmiare sui bilanci, puntando sul finanziamento dei singoli partiti, appunto, per mettere loro uomini al potere.
Non a caso, stamane la stampa ci riporta la notizia di un Montezemolo felice di firmare e di invitare i suoi accoliti alla firma.

La terza novità del referendum è quella su cui la propaganda di potere punta le sue stronzate più mistificatorie: il fatto che ciascun candidato, non potrà piu' avere giurisdizione sui molteplici collegi in cui si presenta (cosa che avviene ora, dove l'eletto ha il potere di mandare al potere suoi uomini che non sono stati eletti nei collegi dove è stato eletto lui, a fare le veci sue) , ma soltanto in quella dove, eletto, sceglie di insediarsi.

Questo provvedimento, che, ripeto, la propaganda spaccia come altamente riformista e fautore di maggior libertà per i cittadini, in realtà apre la scelta dei deputati ad una molteplicità ulteriore di gruppi di potere (magari "minori" che hanno appoggiato la campgna elettorale) che attraverso la scelta di questi candidati collegati alle reti politico-economiche, potranno contare su uomini di fiducia che staranno lì apposta a tutelare i loro interessi.

Montezemolo, sicuramente, possiede una lista di persone che possono efficacemente andare a Montecitorio per far approvare regole a lui gradite.

Insomma: per la classe lavoratrice, proletaria ma anche media, l'approvazione di questo referendum significherebbe un'ulteriore emarginazione dalle già remote radici dei processi decisionali. Un passo indietro nella distribuzione del potere nella collettività in questo paese dalla già dissestata (e stuprata) democrazia.
NO A QUESTO REFERENDUM. NO ALLO SMINUIMENTO DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA.

sabato, luglio 14, 2007

Milano: l'avamposto della bigotteria




A Milano, la forbice censorea di Letizia Moratti si è fatta sentire ancora una volta.
Con in più, una variante di "stronzata mediatica" camuffata, su cui vale la pena di fissare l'attenzione.

Come forse saprete, dal 10 luglio era prevista, qui a Milano, la mostra "Arte e omosessualità", ampiamente pubblicizzata, atraverso comunicati stampa, manifesti e stendardi appesi sulle strade, con notevole dispendio di soldi pubblici.
Già allestito il Palazzo della Ragione, mobilitati artisti ed opere e trasferite in loco (sempre a spese dei cittadini); queste ultime, scelte dagli organizzatori e supervisionate dall'assessore alla cultura Vittorio Sgarbi (che ha agito,è giusto dirlo,un po' da dietro le quinte, in questa giunta di destra) che ha mediato tra gli organizzatori della mostra e l'amministrazione comunale, proprio riguardo alla scelta di cosa proporre all'esposizione.
Sgarbi, che si è distinto per l'arroganza e i metodi da squadrista che utilizza quando si sente importunato dalla stampa, è però sicuramente uno che, nel suo campo, bisogna lasciarlo stare, perchè provvisto della necessaria cultura per capire, oltre ogni ideologia, il valore delle opere d'arte a prescindere*.


Presupponiamo che la macchina che è stata messa in moto per attivare la mostra, sia stata ampiamente finanziata con le risorse che, tra ICI, multe e tasse varie, sono state depositate dai cittadini nelle casse municipali. Inoltre conosciamo l'"abitudine" di Sgarbi di non fare le cose esattamente "gratis et amore dei" quindi, qualunque sia il suo ruolo in questa storia, è stato adeguatamente remunerato.

Ebbene: si arriva al 10 luglio e la mostra è pronta ad aprire i battenti. Per la natura sessuale di certe rappresentazioni, essa è vietata ai minori di 18 anni, per non stimolare pruriti, sgraditi ai parroci vaticani, in vite adolescenti rese già difficili in quest'epoca di "cristianesimo al tempo del mercato globale".

L'11 luglio però si diffonde una notizia: "suor" Letizia ha supervisionato (in compagnia di esperti clericali "di un certo livello" le opere e ha deciso di operare ulteriori tagli, oltre a quelli già concordati .

Le polemiche, infatti, non sono nuove. Si sono trascinate fino all'ultimo giorno prima dell'apertura. Ma poi si era raggiunto un compromesso che aveva soddisfatto gli organizzatori e lo stesso Sgarbi, il quale però, di fronte al veto veteropapista di Moratti e degli esperti in missione per conto di Dio, successivo al giorno di apertura della mostra, ha, probabilmente, consigliato gli organizzatori di chiuderla, per sopraggiunta insignificatività della medesima, a seguito di censura.

Nell'occhio del ciclone una scultura (titolo: Miss Kitty) che rappresentava un tipo con la faccia "somigliante" a papa Ratzi (sti catzi, come dice l'amico Orso)bendato, con parrucca bionda, slip e reggicalze.

Sgarbi, che crede di valere, oltre ai soldi che gli danno, anche il prezzo della sua libertà intellettuale, si è incazzato per la censura e ha minacciato la chiusura della mostra, Dicendo che si farà in un'altra città (Savona?) , che a 'sto punto, con tutti sti tagli non vale manco la pena farla.
I Bigotti però non si lasciano intimidire.

Allora che fa Sgarbi? Telefona a Berlusconi, chiedendogli di intercedere presso Suor Moratti e gli esperti del vaticano. Il nano gli risponde: vedo che posso fare. Ma, dopo qualche tempo, richiama Sgarbi e gli dice che la missione è fallita. La scultura non si lascia.

E allora Sgarbi appoggia la decisione degli organizzatori di chiudere la mostra e rilascia dichiarazioni pesanti sul prestigio di una città che crolla.

Moratti ha detto che in realtà le opere da censurare sono 2, oltre a quella , anche una scultura che ricorda Sircana, segretario di Prodi, alle prese con il travesta. Cosi Moratti ottiene l'okei per le forbici censoree in modo bipartisan anche dagli uomini di governo.
La stronzata mediatica è che Moratti giustifica il suo gesto oscurantista con la motivazione che "LEI si è preoccupata per le offese alla religione e per la valorizzazione della pedofilia".

Ma, almeno per quel che ne sappiamo noi, Sircana non è minorenne, e manco il travesta con cui l'hanno immortalato. Quindi si introduce una parola volta a far scattare nella mente dell'opinione pubblica un automatico giudizio ("HAN FATTO BENE!") senza neppure rendersi conto che la potente Moratti sta cancellando di fatto dei diritti inalienabili di espressione, usando 'ste parole improprie. Inculcando un mesaggio falso, perchè puo esserci (nella somiglianza che nessuno ha potuto appurare, tra Ratzi e la statua del travesta) un messaggio anticlericale, ma di certo la pedofilia è stata menzionata a sproposito. Per fare disinformazione. Per offendere la libertà espressiva individuale e creare un appoggio presso l'asilo dell'ignoranza media.

*è grazie alle sue trasmissioni televisive sui pittori, le poche che ha fatto meritevolmente,che ho capito De Chirico, o almeno, quello che ha spiegato lui,che in quel caso vestiva i panni di un sacerdote di un sapere a me sconosciuto, che lui, molto competente, chiaro, affascinante, regalava alle schiere di ignorantoni in storia dell'arte, (come me, appunto).
Ma Sgarbi, veramente, unisce ad un carattere anarchico ed una grande padronanza (e amore) per cio' che ha studiato e capito, un attaccamento ai soldi che lo danna.
Vende se stesso in un modo mostruoso, pur possedendo delle doti che sono un dono per l'umanità. Ma non si vergogna?

update very important Moratti ha messo piede alla mostra

giovedì, luglio 12, 2007

Sui dubbi ci scatarro su



Baby, vuoi la pasta e fagioli o preferisci le orecchiette?La moglie lo chiama baby. Dal 2002, quando è andato in pensione a 58 anni. La tessera del pci l’ha stracciata quando gliel’ha detto Occhetto.
E a Berlinguer? Voleva bene? Certo, ma con delle riserve. Fino al 1968 pensava propriodi sì. Poi, quando Berlinguer ha condannato l’invasione della Cecoslovacchia, per qualche giorno ha tenuto il broncio: solo alla fine di un lungo percorso personale, è riuscito a ragionare che se l’aveva detto lui, andava bene.

In quel periodo, però, non dormiva bene. Dubbi laceranti lo attanagliarono. Ma come: la grande patria sovietica si era avvicinata, portando con se’ il grande sogno del COMUNISMO e Berlinguer gli dice vaffanculo?
Sì vabbe’, ma gli americani in Viet-Nam han fatto le stesse cose…però, insomma.
Il tempo contribuì a far percepire al Nostro il giusto sentimento di autorità che gli permise alla fine, non di digerire l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, ma di pensare che, se lo aveva detto lui, che proprio non andava bene, allora tra poco lo diranno tutti. E il sentimento di autorità, ti conferisce quella calma che deriva dalla consapevolezza di pensarla come la maggioranza.

Nel 1978, quando il Berlinguer (bravo eh, bravo) disse, con i democristiani, che “coi terroristi non si tratta” e, insomma , c’era di mezzo la pelle di Aldo Moro, il Nostro non ebbe dubbi. Questa volta aveva pienamente ragione. Ci mancherebbe altro che il glorioso partito Comunista, di cui teneva la tessera dal 1960, si immischiasse e si sputtanasse con 4 esaltati assassini stalinisti. Ci mancherebbe davvero. Poi quando han trovato il cadavere di Moro, la cosa si è discussa in sezione, dove il nostro si recava, una volta la settimana, il giovedì, omettendo, quel giorno di andare al dopolavoro, che letiziava i dipendenti creativi, come il Nostro, con gran partite di bocce.

Insomma: in sezione si discuteva: c’era chi non era stato d’accordo con il Berlinguer su questa decisione. Chi diceva che, insomma, era stata una scelta politica che aveva contribuito a togliere di mezzo l’unico uomo politico che avrebbe permesso al pci di governare… insomma… la questione della trattativa era stata fallimentare. Alla luce degli eventi, anche sotto l’aspetto dell’immagine.
Ma lì, in sezione, il giovedì alle 17,30, il Nostro aveva una risposta per tutti. Se Berlinguer aveva deciso cosi era perché sapeva quel che faceva. Se aveva espresso quella posizione, lui sì che aveva le idee chiare: il partito non doveva immischiarsi coi terroristi. A nessun costo. Santificava la sezione con le sue parole dettate dalla sua fede nell’autorità.
Che, da quando aveva smesso di andare in chiesa (nel 195..), costituiva la sua piu grande consolazione a livello psico-socio-politico-spirituale.

Il dubbio è il veleno dell’anima. Questo era il suo motto e si comportava di conseguenza. Quando pochi anni piu’ tardi, lo stesso stato che “coi terroristi non si tratta” si mise a trattare coi peggio mafiosi, il Nostro, incurante di contraddire le proprie cellule permanenti e quelle che ancora dovevano riprodursi, diceva in giro, alle bocce e in sezione (quella volta la settimana che ci andava) che la mafia era un grosso problema, che quindi era necessario che si trovasse qualsiasi modo per debellarla.

Il Nostro, complice l’età, il lavoro poco impegnativo e le soddisfazioni familiari, ando’ convincendosi sempre più che non importava come la si pensava, bastava sentirsi “compagni dentro” sempre pronti a sfoderare il pugno chiuso, con la stessa decisione con cui si sfodera l’arnese “bello di viagra” alla moglie , forse, vogliosa. La vita gli aveva insegnato che“non avere dubbi” faceva vivere serenamente e conferiva anche vigore sessuale.
Certo, quando si incontrava qualche fissato rompicoglioni che voleva parlare di politica, dialogando, si poteva incorrere in qualche spiacevolezza, ma un rapido spostamento della conversazione sulla qualità della pajata cucinata domenica scorsa dalla suocera o del vino dei castelli, risolveva sempre gli empasse.
La storia personale e politica procedeva. La morte di Berlinguer, Natta, Occhetto. Al Nostro, insipiente nell’emettere giudizi definitivi, pareva che le cose andassero per il loro corso.
Nella patria del sole dell’avvenire, la Russia, la destalinizzazione e successivamente, la glasnost, la perestrojka, si andavano intrecciando con le vicende dei comunisti italiani, almeno nel vissuto del Nostro, per il quale la “cosa” di Occhetto, sentiva, corrispondeva all’armonia dell’universo e al regolare andazzo delle cose della politica e della vita.

Il giorno della pensione, aveva in tasca la tessera dei ds ma la straccio’ quel giorno stesso, brindando col vino dei castelli con gli ormai ex colleghi, che avrebbero continuato a lavorare, mentre il Nostro continuava il suo inutile operato a casa sua. Aveva un nipotino piccolo, tante belle idee (che faranno parte del suo commentatissimo blog che aveva un solo difetto: prevedeva l’intervento di gente troppo stupidamente dubbiosa) e una ricca esistenzialità di cui, nel tempo libero, avrebbe potuto beneficiare gli altri.

Per esempio, oggi, quando il “suo” governo (quello di Linda Lanzillotta e di Clemente Mastella) nicchia nell’ abolire l’iniquo “scalone pensionistico”, lui non tuona contro un certo Lamberto Dini, lusingato dalle promesse berlusconiane, che minaccia di abbandonare il senato, facendo quindi cadere il governo. No. Se la prende con quegli stalinisti della sinistra radicale che chiedono, in questo caso, che sia fatto rispettare il programma sbandierato prima delle elezioni.

A chi gli chiede: “ma perché?” lui risponde che il governo gli da’ fiducia, che a priori bisogna stare dalla sua parte, che se lo dice lui, il Nostro, è così, perché è un uomo d’esperienza e, soprattutto perché ci sono molti impiegati, soprattutto pubblici, che sono tanti anni che scaldano la sedia (il Nostro lo sa bene), che almeno lavorino di piu’.
E così, poiché nella vita è bello avere certezze, il Nostro campa guardando tanta televisione, leggendo le prime quattro pagine di pregevoli romanzi storici come “I ratti di Danzica”, apprezzando le tartarughe ninja, guardate col nipotino amatissimo.
Qualche volta, quando sente l’esigenza di un incontro culturale e di scambio intepersonale, va a sentire la ricercatrice “Pamper”, che dice tante cose interessanti sulla puericultura ed ha anche due belle tette.

E nonostante l’età e tutto il resto, sente di essere un uomo arrivato e, magari pure un po’ felice. Basta essere ottimisti. Infatti al suo amico malato di ipertensione, parlando del comunismo, dice sempre: “se fossimo stati in URSS, a quest’ora non ce li avevamo mica i soldi per il viagra”.
E il viagra, insieme alla tv e al nipotino carino & frignone, sono le ragioni per cui è contento -deve esserlo- di vivere in quest’epoca e anche in questo meraviglioso paese.

ps se siete arrivati fin qui, vi delizio con l'immenso, ineffabile David Bowie con un brano del 1977: sense of doubt (rare video). Ascoltate e meditate fno a raggiungere lo stesso consapevole ottimismo del Nostro, che finalmente (con l'avvento del PD) sa chi è e dove sta andando.

domenica, luglio 01, 2007

...A spaccare pietre!


Scoppia la bagarre al Comune di Milano. La giunta dopo molti anni (quelli con a capo Albertini) che patrocinava con presenza e sovvenzioni il "Festival del cinema gay" a Milano, ha negato la propria presenza simbolica e finanziaria.

Ora: il vicensindaco De Corato ha rilasciato una dichiarazione tra l'estremista omofobo e il delirante:"Mai più soldi e patrocini del Comune ai gay".

Eppure De Corato era vicesindaco anche sotto Albertini, prima, lui, i soldi per il cinefestival gay, contribuiva a darli senza sollevare polveroni...

Che cos'è cambiato? Molto semplice: il sindaco. Ora c'è Letizia Moratti (e ci sono anche i suoi consulenti) che è stata eletta col grosso dei voti della cittadinanza cattolica.

Eppure: bada ben bada ben: la Moratti fa una dichiarazione che i giornali illustrano come un "mordere il freno" rispetto ai sentimenti omofobi che traspaiono dalle parole di De Corato (che, ripetiamo, in passato i soldi ha contribuito a sganciarli senza troppe dichiarazioni);

ebbene Moratti dice: " "Ribadisco, nessuna discriminazione. Massimo rispetto per tutte le scelte, anche quelle che riguardano la sfera sessuale; per questo le decisioni della giunta non possono essere definite a priori, bisogna valutare di volta in volta valutando il contenuto delle proposte che ci vengono fatte, ma da parte nostra non ci potrà essere alcuna pregiudiziale né discriminazione nei confronti di nessuno".

Dichiarazione politica, come tale, probabilmente contraddittoria. Se a priori non si discrimina nessuno, infatti, qual'è la ragione per cui è necessario valutare le cose volta per volta (e "questa" volta negare il patrocinio), ammettendo che da tali valutazioni non siano escluse (e non lo siano mai state) quelle circa la serietà delle manifestazioni promosse?

In altri termini, fermo restando che speriamo tutti che il comune valuti con attenzione la serietà delle proposte che gli vengono rivolte, perchè Moratti fa questa precisazione? E perchè la fa in un frangente in cui si è discusso (e bocciato) il patrocinio comunale al cinefestival gay?

Secondo voi non perchè è cattolica...perchè è bigotta...perchè è serva del vaticano...perchè è stata eletta dai cristiani....no eh?
E magari a sollevare il polverone ha mandato avanti il vicesindaco di lunga e ormai consolidata carriera a fare delle dichiarazioni da skinhead diciassettenne omofobo...
che per "mantenere il posto" si è prestato...a mettere la faccia..per esprimere un parere che comunque è "istituzionale" ? no eh?

Preferite pensare ad una Moratti aperta mentalmente ( e magari pure i suoi consulenti lo sono...)

Solo un servo del potere...




Ma che cazzo vuol dire "buonista"? che sostiene un'ideologia di bontà? che "fa finta di essere buono"? che "è buono"? un'altra parola di moda che non significa un cazzo. Un'invenzione verbale per fare meglio circonlocuzioni verbali di bassa lega in modo da rimbambire di piu' il destinatario della propaganda.

D'Alema: "non ci sono i soldi per abolire lo scalone pensionistico e anche se ci fossero non sarebbe giusto farlo" (oh dio bono, servono per le feste?Per i consulenti pubblici pensionati a 50 anni? O per il contingente afghano?)
Epifani: "i soldi ci sono, i contribuenti li hanno già pagati (avvoglia)"

E Veltroni? il buonista dice semplicemente, mettendoci del suo in termini di considerazione esistenziale: "bisogna alzare l'eta' pensionabile, la vita si è allungata ed è triste per una persona pensare di stare 20 anni senza fare niente" Eh ne conveniamo. E' molto triste.

Sarà per questo che lo chiamano buonista? E che cazzo vuol dire poi buonista, forse che pensa al disagio di chi starebbe 20 anni (dai 60 agli 80, o ad libitum) pagato senza piu' essere utile alla società?
Che bbontà.

ps: Da me (Cloro) e dalla Impareggiabile Mina: per Uolter, una canzone dedicata proprio a lui e solo per lui.

ps(2)quest'immagine idiota di Veltroni col pugno chiuso che dice io non sono buonista è di un cretino qualsiasi che si chiama spartacus quirinus, che pensa di aver fatto un capolavoro di grafica concettuale e che evidentemente, essendo andato in pensione con comodo e con tutti gli agi, non gradisce che ci vadano pure gli altri. Non solo: non avendo depositato alcun copyright ed avenda a sua volta attinto l'immagine dal web, usa la sua carica di redattore di kilombo per oscurare l'immagine riferita al mio blog sull'aggregatore stesso. Gli abusi di potere sono i medesimi, sia nel piccolo che nel grande. Ne è responsabile lui e coloro che glielo permettono

giovedì, giugno 28, 2007

Leader...de che?


Si fa un gran parlare. Ma de che? Di Veltroni, il sindaco di Roma che presiederà quel guazzabuglio di ulivo reimpastato che è il Partito Democratico.
Embe? Sto discorso di Veltroni che ha elettrizzato tutti. A volte m incazzo con me stessa, perchè determinati entusiasmi che leggo in giro, alcuni dei quali veramente emblematici, non riesco a provarli, con tutta la buona volontà.

Italia per le "riforme", Italia ed Europa per i "ggiovani" (i ggiovani non mancano mai nei discorsi dei politici) , la scelta (di Berlusconi) di andare in guerra: "follia" (quella di Prodi di rimanere in Afghanistan, ovvio, non la prende in considerazione), gli immigrati: a braccia aperte se si integrano, sennò "vadano consegnati alla giustizia" (quale?) , insomma lui, l'insipido, colto, cinefilo Veltroni ha detto la sua.

Certo, ha glissato su qualche argomentino, nel suo discorso di 90 minuti (dopo il programma dell'Ulivo di 300 pagine, ormai penso che vogliano addottorare i pochi italiani che ancora s'interessano alla politica, in "cazzate") come precariato, guerra, politica estera, casa, lavoro, disoccupazione, morti bianche. Vabbe': ma cosa si pretendeva che toccasse nello specifico ste cose? Si limita ad esprimere principi, linee programmatiche, belle frasi ad effetto, tematiche portanti come "riforme e ordine pubblico" : mantra obsoleti e generalissimi, ma efficaci al consenso di un popolo rincoglionito, tanto che un signore romano con l'ossessione di uno spagnolo che scrive poesie in romanesco peggiori delle sue, scrive e ascolta, si commuove ed esprime i suoi sentimenti alla sventurata tastiera. Ammette, egli , che il PD (a me sembra l'sms "tipo" di Germano Mosconi) è tutto "in fieri", tutto da costruire*, ma il discorso che ha fatto "è bello". E, parlando a nome di quelli che la pensano come lui, dice "Valter siamo con te".

Io, che invece sono nichilista, disfattista e qualunquista**, mi limito a commentare, sull'onda di Lameduck, che "meglio un no martini, no party" di George, che 1000 discorsi di Veltroni. Sinceramente non saprei dire se questo mio giudizio parte da un apprezzamento squisitamente politico, o se ormai, data la scarsità delle scelte ideali disponibili, sono una che si accontenterebbe di lustrarsi gli occhi se fosse George a fare i ritriti discorsi sulla necessità del rinnovamento dell'Italia.



*Non posso assolutamente esimermi dal trascrivere (non si puo fare copiaincolla) la speranzosa metafora con cui l’ospite romano di cui sopra, descrive i rapporti veltroni-PD-Italia:
non dico che non si possa parlare del PD ed anche criticarlo, dico che si sta alzando un polverone su qualcosa che è in formazione e che non ha ancora niente di definitivo. Insomma, scusate, ma se scorreggia uno qualsisasi dei saggi del PD quella “puzza” diventa come già fosse una “stronzata” ed invece è solo un filo puzzolente (?). E allora vedremo come crescerano i piani di questo “condominio”(???). Le fondamenta(???) ci sono, e spero solide, Oggi c’è un buon capomastro. Domani sarà l’architetto? A me che lo conosco, questa prospettiva politica piace” (non ho le faccine, sorry)

** a mò di giustificazione diro' che seguo la filosofia del Sommo Filosofo e Poeta che fa dire a Zarathustra "amo chi lavora per il tramonto dell'uomo"

venerdì, giugno 08, 2007

L'uovo illiberale



...e così il "cavaliere del biscione" Berlusconi, durante quella che doveva essere una piacevole passeggiata elettorale nell'amena località di Sestri Ponente, è stato disturbato da una folla di cittadini che gli ha urlato dietro per tutta la durata del percorso: "Buf-fo-ne, buf-fo-ne".

Lui, imperterrito in compagnia di Scajola (l'ex ministro dell'interno di Genova 2001, ricordiamolo, visto che siamo in epoca di G8), cammina cammina, come un cappuccetto rosso assediato dai lupi, che non demordono: "buffone!!!" (ancora!) vai a casa!!!".

Ma il cavaliere del biscione, dopo un primo attimo di lifting scomposto, pare ritrovare un compromesso con il suo nervoso. Parlando di Prodi e delle elezioni di Genova, dice ai giornalisti: "Se perde Genova è a fine corsa".
Ma forse non parla di politica, bensì fa riferimento allo jogging, di cui l'attuale premier è cultore e magari Berlusconi prova pure un po' d'invidia perchè, a parte la bandana e le mise sportive che gli si vedono addosso in circostanze più informali (tipo quando nella villa in Sardegna si fa fotografare in compagnia di veline varie e signorine da grande fratello)


non lo si vede mai correre (oddio gira la voce che in un'altra villa che lui possiede alle bermude, egli sottoponga gli amici Confalonieri e il siciliano Dell'Utri ad estenuanti corse campestri, proprio per emulare Prodi sul suo stesso terreno, ma sembra che lui , più che correre, faccia correre i suoi amici. Per fedeltà. E' la versione forzaitaliota della "mistica fascista")

Tornando alla più modesta Sestri Ponente,ad un certo punto, sono cominciate a volare uova (non si sa se buone o marce) all'indirizzo del cavaliere. Che cominciano a piovere proprio mentre egli parla dei suoi alleati della "casa delle libertà", dicendo decisamente che intende imporsi a Napolitano e chiedere che si facciano subito nuove elezioni:"Andrò al Quirinale con alcuni alleati, chi non riterrà di venire si porta fuori dal blocco liberale".

Proprio mentre sta dicendo cio', un uovo si spiaccica su un agente della sua scorta (ma perchè i politici non si pagano i bodyguard come gli attori?). Lui non può fare a meno di fare una dichiarazione. E siccome ha ancora nelle sue orecchie la parola "liberale",dichiara ad altissima voce che chi lo contesta sono "quattro illiberali che urlano insulti scontati".Qui, il cavaliere vuole dire che gli illiberali non hanno fantasia, perchè è scontato che lui è un buffone. Infatti lo dimostra sensibilmente proprio qualche minuto dopo, quando la folla illiberale non andava affatto scemandosi, costringendolo ad interrompere anticipatamente la passeggiata.

Poichè è un cavaliere (del biscione) vuole avere l'ultima parola, quindi aggiunge all'affermazione che è scontato che lui è un buffone, che "sestri ponente è con me" .

Sono in parecchi, però, intorno a lui a manifestare dubbi, ma conosciamo il senso percettivo di Berlusconi, che ,come direbbe Protagora, è a misura di Berlusconi.
Nel frattempo l'auto si avvicina: una fiabesca limousine blu, dal comfort della quale il cavaliere sarà presto inghiottito dietro la portiera dai vetri oscurati.

Prima di entrarvi, però, non rinuncia a dar sfoggio delle sue doti di consumato uomo di spettacolo: comincia a saltellare velocemente, con frenesia, cercando di darsi un ritmo. Poi intona, da solo, la filastrocca da coro da stadio: "chi non salta comunista è...è..".


Con questo coup de teatre all'insegna della creatività che lo contraddistingue, la folla resta un attimino inebetita: pare che il cavaliere del biscione sia riuscito a fermare momentaneamente sia i cori che il lancio di uova. Questo perchè ha galvanizzato gli astanti con una perfetta rappresentazione di un deficiente.
I sociologi esperti di mass media, però, diranno che si tratta di un'operazione di alta comunicazione da parte di chi "la televisione ce l'ha nel sangue".
Signore e signori, la pantomima Italia 2007: i vostri politici non è ancora finita.

martedì, maggio 08, 2007

Un'eredità di Palle



Berlusconi era un piazzista prestato alla politica, che con un budget irrisorio e mezzi mediatici impensabili per chiunque, è diventato perniciosamente presidente del consiglio, tutelando gli "affari suoi" (nel senso televisivo e letterale del termine)e non facendo niente, se non del male, per il Paese che l'aveva generosamente eletto.

Ma oggi è palese che Prodi non è meglio. Un democristo che tenta la parlata sacerdotale per convincere la gente, ogni giorno, che lui e i suoi accoliti stanno "lavorando alacremente" per far del bene a tutti noi.

Ma è sufficiente un'analisi politica pure superficiale per considerare che Prodi è un "pacco vivente" nè più nè meno che il Berlusconi. Certo, gli interessi che difende sono diversi: non si tratta più della propria azienda, ma, per esempio, della sua posizione all'interno della banca Goldman Sachs (una banca mondiale che tutela sia i proventi delle società di Bush, Cheney, Wolfowitz, Condoleeza Rice ecc...)le azioni della quale, lui e la moglie sono titolari.

Poi ci sono i furbetti della parrocchietta, tipo Mastella, che dall'alto del suo feudo a Ceppaloni ha promesso favori ai suoi accoliti, varando un'amnistia che ha tirato fuori dalle galere ogni genere di omicidi e stupratori, sbagliando addirittura le previsioni sul numero di persone che avrebbero dovuto essere liberate, che, nella realtà hanno superato le aspettative del legislatore addirittura nella misura 1:3.

Poi però, questo governo simildemocristo (ma peggio), si mette prono al cospetto dell'omino con la faccia abbronzata e le babbucce di Armani del Vaticano e, annullando il provvedimento della Turco (oggi impegnata ad istituire commissioni che indaghino sulle decine di morti che i tagli sulle spese e il clientelismo baronale provoca negli ospedali) che depenalizzava le droghe leggere, ha fatto un piacere anche a lui. Uno dei tanti.

Nel frattempo, i media aumentano ogni giorno il volume del loro frastuono. Un evento di rilevanza microscopica, diventa un caso nazionale e se ne parla per giorni. Come la storia delle dichiarazioni di Andrea Rivera al concerto del 1 maggio. Un fatto ridicolo, di cui si sta ingigantendo il polverone dello strascico di polemiche giorno dopo giorno, per coprire le magagne vere di questo paese in ginocchio.

Il governo si premura, attarverso media ormai globalmente asserviti ai diktat dei politici, di diffondere notizie sulla crescita economica dell'Italia. E' di stamattina la confortante notizia che il PIL è cresciuto del 2%. Alla faccia dei disoccupati, dei cassaintegrati, dei licenziati, dei precari, di quelli che perdono la casa perchè non riescono più a pagarla. Alla faccia, in altri termini, di un popolo che, abbeverandosi delle loro "stronzate" ha perso ormai tutto, soprattutto la speranza (e, forse, la dignità).

Per capire che questa marmaglia dirigente mente con spudoratezza a 60 milioni di persone, basta capire, secondo me, che l'abbassamento delle tasse sulla benzina, che ne avrebbe ridimensionato il costo per la gente, sarebbe stato il minimum da realizzare, se davvero avessero voluto (sia Prodi che Berlusca) migliorare la qualità della vita della gente.

Ma, si è visto, non appena all'orizzonte mediatico appare un problema la cui risoluzione potrebbe essere gradita alla popolazione nell'immediato, lo tsunami di spazzatura informativa copre di chiacchiere il tema, cosicchè non se ne parli piu'.

E' il caso del provvedimento dell'abolizione dell'ICI per la prima casa. Tema sollevato da Rutelli nell'ambito dello sgangherato progetto degli intenti del partito democratico, che è rimbalzato sui media per giorni 2 e che stamattina le agenzie non menzionano piu'.

La notizia di stamattina è il rinfocolamento delle polemiche (dei leghisti, di AN, dei clericali, della "sinistraradicale") sulle dichiarazioni (ancora!) del palco di San Giovanni del Rivera, se egli abbia fatto bene o se debba chiedere ancora scusa.

Dell'abolizone dell'ICI muti zitti. Silenzio. Questo dopo che Prodi ha liquidato il problema con un "niet" , nella trasmissione radioanchio e presso la stampa. "bisogna prima riformare il catasto", ha detto.

Orbene: chi scrive è convinta che l'ICI sulla prima casa sia il simbolo stesso dell'iniquità di un governo. La sua quintessenza. La significazione principale che "dice" che il governo è composto da ladri e cialtroni. Sia a livello nazionale, che locale.
C'è gente che non riesce più a pagare il mutuo. C'è gente che, pagato il mutuo con non indifferenti sacrifici, non riesce a star dietro questa scadenza semestrale e viene perseguitato con sanzioni che costringono a mettersi in mano (non è raro) agli usurai.

C'è molta gente che perde la casa in questo paese. Che è costretta a mettersi in lista per le case popolari, dopo aver perso la casa di proprietà. Ma in Italia. che sembra abitata da un popolo di peecoracce con la testa bassa, si assimila il niet di Prodi con nonchalance e si seguono le polemiche su Rivera, visto che il campionato è finito, l'ha vinto l'inter e non c'è piu' molto da dire in merito.

Questo anticlericalismo sterile, che non risolve mai neppure se stesso, in quanto problema, copre i veri bubboni. E' meglio parlare della marcia anti-dico del 12 maggio (family day), parlarsi addosso sulla "tutela della famiglia", sulla sua "moralità", sulla capacità di "educare i giovani", invece che andare a marciare -clericali e anticlericali- contro Prodi a favore dell'abolizione dell'ICI per chi ha una e una sola casa.
Eppure l'ICI ha un bacino di interessati molto più ampio. Quello di tutti coloro che si sono svenati per comprarsi la casa e che adesso non riescono più a mantenerla... Interessa una grande quantità di persone, di religione, orientamento sessuale, genere e titoli di studio, molto diversi.

Eppure, quando si sente questa gentaglia in tv parlare, per esempio, del PARTITO DEMOCRATICO che vuole realizzare UNA VERA UNIONE DELLE "SINISTRE" e che quindi deve accordarsi per politiche unificanti sul piano della "famiglia", dei "servizi", della "tutela del cittadino", a nessuno viene in mente di stabilire vere e giuste priorità. Questa (la priorità) la sì da sempre, e sempre di più ,a gran chiacchiere televisive. Possibilmente ad alta voce e condite con qualche insulto.

argomento correlato: "Uso Strumentale delle parole" di Funicelli.

venerdì, maggio 04, 2007

"In the name of love"



Come dice Elio: l’amore supera gli odi razziali, politici e calcistici…Vince tutte le battaglie, e, aggiungo i conflitti, uno in particolare, quello "di interessi" che vedrebbe coinvolto Berlusca come uomo politico e padrone del media privato più "nazionale" d'Italia: mediaset.

Ne è prova l’affermazione di Prodi che finalmente, dice, vuole risolvere il conflitto di interessi. Come? E come al solito, con un metodo “americano”: il “Blind Trust” letteralmente: affidamento alla cieca.
Per i più ignoranti (come me, che me lo son cercato) cito Wikipedia:

Un blind trust è una forma di trust costituita allo scopo di separare completamente un soggetto dal proprio patrimonio, al fine di evitare alcune forme di conflitto di interessi.
Tecnicamente si tratta di un affidamento fiduciario (trust) nel quale il titolare (settlor) conferisce il proprio patrimonio a un consiglio direttivo (trustee) che lo amministra per suo conto, scegliendo nella più completa libertà le forme di investimento più opportune, senza obbligo (anzi: con espresso divieto) di rendiconto, e ciò fino alla scadenza di un termine o al verificarsi di una condizione (es: la cessazione da una carica).


E fin qui (strano ma)mi sembra(va) una buona cosa…
Prosegue Wikipedia:

Tipicamente il blind trust viene costituito da soggetti che accedono a cariche pubbliche di altissima rilevanza, al fine di assicurare che le decisioni da essi prese nell'interesse pubblico non possano essere influenzate dal proprio interesse personale.

Giusto. Prosegue:

Il blind trust è lo strumento più idoneo a raggiungere tale scopo, in quanto il costituente non ha idea di quali siano i settori economici nei quali è investito il proprio patrimonio, e pertanto non è in grado di favorirli nel proprio agire.

Bellalì. Vuoi vedere che questo presidente del consiglio farlokko si è deciso? L'ombra di ottimismo&speranza fa capolino per una frazione di secondo a mò di brivido lungo la schiena.
Però poi aggiunge:

Il blind trust serve quindi ad impedire che il proprietario favorisca le proprie aziende, ma non serve invece ad impedire che le aziende favoriscano il loro proprietario,

Ah!
Prosegue:

come nel caso dei mass media; col blind trust infatti il proprietario non è più a conoscenza dell'amministrazione delle sue proprietà, mentre il personale delle sue aziende continua ad avere piena conoscenza del proprietario.

Capito? Piena conoscenza
Stando così le cose, la realtà si re-impone con prepotenza alla visione del mondo.

Non c'è alcun dubbio che quest’iniziativa rispecchierà il solito intento, da parte di Prodi, di spacciare stronzate mediatiche, cioè: far vedere che lui sì che te lo risolve in conflitto di interessi, perché ha il potere di farlo e lo farà, ma in realtà non lo farà, perché Berlusconi, finchè non molla l’attività politica (si fa per dire) è vero che non saprà come verranno amministrati i capitali di mediaset, ma gli amministratori di mediaset che saranno nominati, sapranno sì dove investirli i capitali, esattamente dove vorrebbe Berlusconi.

E quindi, quando Prodi dice che "con il blind trust non ci s’impoverisce come San Francesco" (il riferimento filoclericale non poteva mancare) vuol far vedere che la sua sarà “tolleranza zero” con il conflitto di interessi. Invece sarà il solito inciucio doppiogiochista. Probabilmente è in vista della costituzione del Partito democratico che ci sta prendendo per il culo.

La cosa significativa, cmq, è che ci sta prendendo per il culo. Spero con questo post di aver contribuito a far passare il messaggio.

se avete letto fin qui, consolatevi con U2 "in the name of love" live 1984

mercoledì, maggio 02, 2007

Ideali & Esempi di Vita Per il Lavoratore Cristiano

Allora il 12 maggio si svolgerà la manifestazione del "family day". Organizzatore ed "anima" di questa Festa Popolare Italiana è il sig.Costalli, presidente di un sedicente "Movimento Lavoratori Cristiani" .
Orbene, il sig.Costalli ci tiene orgogliosamente a precisare che "''La famiglia e' ancora fortemente ancorata a livello popolare, e questo radicamento ha prevalso su chi voleva distruggerla". Si riferisce ai Dico, miseramente naufragati di fronte al servilismo verso quel vicario di Cristo che porta, anzichè la croce e la corona di spine, le pantofole firmate e mostrando un volto che si affaccia,con cadenza bisettimanale (minimo),alla luce divina degli UVA.

E quindi i Lavoratori Cristiani il 12 maggio sfileranno, continua il Costalli e il movimento "si fara' sentire e gridera' a gran voce quali sono i valori non negoziabili, ribadendo con forza un 'no' chiaro e netto al disegno di legge del Governo'".

Mi commuovo sempre quando penso alla Maggioranza silenziosa dei Lavoratori Cristiani. Si dice pure Un Cristiano per dire "un nostro simile". Ed in effetti, questa camminata simbolica del 12 sarà all'insegna della somiglianza. Tra quello che siamo noi, in prima persona, i nostri desideri, i nostri sogni, e quelli che "ci somigliano" marciando per Roma nel Family day e che a loro volta pensano alla somiglianza con una famiglia-tipo. Quando si fa qualcosa di simbolico, si pensa anche in termini simbolici no? e qual'è il simbolo, il contenuto, l'esempio per i lavoratori cristiani che, in nome dell'alto ideale, sfileranno per Roma?

E chi mai potrebbe essere se non Lui? Massì SIlvio Berlusconi. Il marito d'Italia, il Padre di famiglia della penisola*.
Se avete, come penso avrete, affrontato la lettura di "una storia Italiana", vi sarete resi conto del rigurgito di amore coniugale e filiale di cui la vita familiare di Silvio strabocca.. Un fulgido esempio per tutti noi.
Veronica, lui la sposò dopo il divorzio, nel '90 . Recentemente lei ha protestato, pubblicando una lettera su Repubblica, per il comportamento un po' scollacciato di Silvio che ha rivolto complimenti pesanti alla Jespica in pubblico.
Lui rispose, dignitosamnte, direi cristianamente, ribadendo ancora una volta quanto la sua persona sia attaccata alla famiglia e ai figli.


Certo, Berlusconi non fa nulla che chiunque di questi "lavoratori cristiani" che sfileranno il 12 maggio non possano capire e comprendere. Loro sanno che staranno marciando per tutte le famiglie italiane e anche per Silvio e per la Sua.

Accade poi che Berlusconi sia stato ripreso pochi giorni fa da un paparazzo mentre, nella villa in Sardegna si dà convegno con ben 4 fanciulle nel fiore degli anni. Naturalmente il Lavoratore Cristiano penserà che Egli, che ormai ha raggiunto la settantina, stia semplicemente ( e nobilmente) svolgendo il ruolo del "mentore": il saggio cui la vita ha sorriso e che impartisce il meglio delle sue esperienze a 4 ragazze insipienti, del tutto disinteressate ma curiose di saggiare lo spessore esistenziale di quest'anima che tanto ha vissuto.



Il Lavoratore Cristiano sente l'anelito dell'anima di Berlusconi, ne percepisce la vicinanza. Lo sente simile a lui. E se il malizioso paparazzo riprende Berlusconi con la mano transumante le chiappe della velina, si immedesima (con lui, non con la velina) e pensa come l'anima di Berlusconi, come la sua (del Cristiano), sia così vicina a Dio (e in modo ecumenico, perchè ciò rende Silvio un esempio circonfuso di santità non solo per il Cristiano ma anke x il Musulmano, alla faccia dello scontro tra civiltà) tanto da abbeverarsi della sua Saggezza.





Il lavoratore cristiano (che sfilerà il 12 maggio per il family day) inoltre, se ha figlie femmine, conosce quanto sia difficile il rapporto con quelle creature nel periodo in cui si affacciano alla vita e al mistero della riproduzione. A volte, il lavoratore cristiano ha sentito il suo cuore stringersi udendo mormorare sommessi i vicini di casa che, a voce bassa, ma non abbastanza da non farsi sentire, dicevano "che troia" e parlavano di sua figlia, manifestando disapprovazione sociale per i suoi peccati. Oggi, invece, il lavoratore cristiano vivrà il suo riscatto anche per questo. Sentendosi vicino a Silvio, a cui la vita implacabile non ha risparmiato-ebbene sì-che la sua figliola, Barbara** sia rimasta incinta senza essere sposata.




Anche Berlusconi dunque - e questo il lavoratore cristiano lo sa- vive le sue lacerazioni nei sentimenti piu' intimi: l'amore paterno, quello coniugale, che costituiscono l'HUMUS della famiglia. Il suo più prezioso significato. E'proprio questo che il 12 maggio la "maggioranza silenziosa" andrà a difendere. Quella "famiglia" che fa il paese e che fa la storia.
Una storia Italiana, appunto.

PS Se siete arrivati a leggere fin qui, dedico un brano all'evento del 12 Maggio, che s'intitola (all'uopo) Famiglia Cristiana

*Colui che, prima di sposarsi con Veronica Berlusconi, così descrive il sofferto, ma che dico, tragico momento della rottura del rapporto con la sua moglie precedente, Carla Dall'Oglio, due figli:

La vita professionale di Berlusconi si fa sempre più fitta di impegni, giornate e notti dedicate al lavoro. La famiglia è serena, ma qualcosa nel rapporto con Carla cambia agli inizi degli anni Ottanta (la storia italiana, ops, non dice che nel 1980 Silvio aveva già conosciuto Veronica. Ma è una dimenticanza del tutto contingente). L’amore si trasforma in sincera amicizia. Silvio e Carla, di comune accordo, decidono di continuare la loro vita seguendo ognuno le proprie aspirazionila Storia Italiana prosegue descrivendo l'incontro con la sua futura moglie:"Una sera (nel 1980) Berlusconi, al Teatro Manzoni di Milano, vede recitare Veronica Lario. È subito amore. Qualche anno dopo si sposano e nascono Barbara (1984), Eleonora (1986) e Luigi (1988) che porta il nome del nonno".

(
da Una Storia Italiana, pubblicato a spese nostre, tra il 2000 e il 2001)

**di cui ha comprato foto compromettenti di lei che usciva dall'Holliwood ubriaca ed avvinghiata ad un giovanotto allupato che la circuiva insistentemente

domenica, aprile 22, 2007

Lanzillotta: le donne devono lavorare di più

Ed ecco i primi, solo apparentemente prematuri risultati della politica "riformista".



L'ha detto Treu, l'ha tiepidamente respinto Il segretario della CGIL, l'ha ribadito Lanzillotta. E con forza. Che si aprirà un tavolo riformista per trattare sull'innalzamento dell'età pensionabile per le donne.

Lanzillotta: collo stropicciato dagli anni che manifesta l'impotenza di una chirurgia plastica che ha infierito sulla sua faccia, devastata dagli anni e dalla natura, ma poi si è dovuta fermare davanti all'insondabile limite dell'universo fisico.*

Simbolo e sintomo di un progetto di convivenza civile che dà alle donne la loro dignità e il loro riconoscimento sociale, a misura delle esigenze degli imprenditori.

Una donna che rappresenta le donne, specialmente quelle che si battono per le "riforme" a favore del capitalismo imperialistico che li rende ricchi. Una donna che contribuisce, senza ombra di dubbio, al progresso e al bene comune dei parlamentari che si dividono la torta di una spartizione di utili ottenuti spingendo per interessi delle aziende .

L'aggettivo con cui puoi renderla contenta è "riformista" . Ma come sei riformista, che look riformista, parrucchiere riformista e tutto è molto fashion e molto cool.
Se la rimproveri per una marachella, lei si giustifica dicendo...lo so ma era una cosa tanto...riformista....

Beh la Linda nazionale, che ha scelto la margherita per via della dolcezza che le ispira questo fiore, ha detto che:

"Non e' una penalizzazione. Chi lavora qualche anno di meno otterra' un assegno piu' basso''. ''Ma il sostegno deve arrivare durante il periodo di maternita' quando si affrontano figli e lavoro''.

E perchè dice questo e a quale proposito?

Appunto rispondendo alla polemica aperta da Treu per il quale le donne devono andare in pensione piu' tardi. Perchè è utile ai conti pubblici e anche per adeguarci alla comunità europea.
Epifani timidamente, pudicamente, come una pecorella minacciata, ha
detto "no": sarebbe una penalizzazione sopratutto per quelle donne che hanno figli portatori di handicap o si sono occupate di anziani.
E quella di Lanzillotta è la risposta.

Del resto non si puo' imputare a Lanzillotta di essere ipocrita, sul partito democratico ha detto che "deve intercettare i segnali dell'impresa" e al congresso delle donne della margherita aveva affermato: “Non solo cose di donne. Cambiare la società chiusa e riformare il welfare”parla della necessità di candidature femminili, “necessarie per un modello di società più equa e solidale, per una politica di qualità , sfruttando la capacità tutta femminile di gestire con semplicità situazioni complesse ed articolate".
Traduzione: Le donne del popolaccio, le operaie e/o le mogli degli operai, le cassiere, le impiegate , le netturbine, le ausiliarie ospedaliere ecc..se rangen perchè tagliamo sul welfare, lo stato sociale. Le imprenditrici, le donne lanciate nella carriera da "top manager" invece ne trarranno beneficio. Anzi acquisteranno potere.
Come dice Elio ai fans che gli rimproverano di cantare l'inno di forza italia: "del resto siamo in democrazia" anche io dico: cazzo, è vero : democrazia, ognuno canta e vota quello che gli pare. Se la margherita piace così, uè votatela. Tutto è possibile, anche praticare sesso masochista facendosi dare colpi di martello sui genitali. Il mondo è bello perchè vario (e democratico)
*provate, se ci riuscite, a trovare una foto di lanzillotta in cui si vede bene il collo...tutte piccolissime.



Perchè Prodi?

Un dubbio che mi ha sempre attanagliato. Fin dai tempi delle "primarie" quando la gente "desinistra" (che poi avrebbero votato per i partiti della cosiddetta "sinistraradicalechericattaprodi") andava in giro dicendo due cose: la prima che Berlusconi avrebbe perso perchè i sondaggi dicevano...(mio cugino mio cugino) la seconda era che se anche si era di rifonda, bisognava votare Prodi. E perchè? Chiedevamo noi gente gnucca e indecisa? O bella, era la risposta, ma è chiaro. Se Bertinotti (poniamo) vince le primarie, siccome in Italia c'è ancora paura del comunismo, automaticamente le elezioni le rivincerebbe il Berlusca. I sondaggi parlano chiaro. Anche a spese del nugolo di obiezioni che mi sono venute in mente allora e che non ho mai fatto. Delle quali, la più insistente e martellante era la domanda "Vabbè, ma perchè proprio Prodi?"

Alla luce degli ultimi avvenimenti, PD e tutto il resto, alla luce di appalusi e presenze impensabili in quella campagna elettorale che fu, ricordate, all'ultimo sangue, posto questo bellissimo articolo di Maurizio Blondet, che racconta in maniera chiara e illuminante i retroscena e tira interessanti conclusioni.


NASCE IL DOPPIO COMITATO D’AFFARI
L’immagine dei delegati comunisti che applaudono Berlusconi, il cavaliere nero, resterà scolpita nella memoria storica del ridicolo italiota.
Ma i delegati comunisti avrebbero applaudito anche Goebbels redivivo, se gliel’avesse ordinato il Partito.
Sono ancora comunisti almeno in questo, nel momento in cui smettono di esserlo per ordine superiore.
Non capiscono ma si adeguano.
Perché è la loro ultima metamorfosi trasformista: ora sono il nascente Partito Democratico.

In Berlusconi applaudivano il leader nel contrapposto partito conservatore.
Il modello, si sa, è anglo-americano: democratici e repubblicani in USA, laboristi e conservatori a Londra.
Il bipartitismo perfetto, da sempre perseguito dal partito d’Azione (della Massoneria e della finanza «antifascista», affidato ai La Malfa, fiduciari dei Lazard) e mai riuscito in Italia.
Ostinatamente, il popolo non si divideva nei due partiti angloidi prescritti, ma nelle «due chiese» italiote, PCI e DC.

Ora, nell’esaustione generale non solo delle ideologie, ma delle idee, è anche possibile che l’esperimento sempre fallito riesca.
Il senso e lo scopo del bipartitismo perfetto è evidente: costruire due comitati d’affari, due simboli vuoti, che dicono in fondo la stessa cosa, intercambiabili al governo perché non disturbano il business.
Nella situazione italiana, ciò significa che i due comitato d’affari saranno agli ordini di Montezemolo, due facce della stessa Confindustria assistita.
E’ la grande, aperta congiura contro i contribuenti e perfino contro il mercato: in Berlusconi, in fondo, i comunisti in mutazione hanno applaudito anche il salvatore di Telecom, ossia quello che manterrà Telecom in mani «italiane».
Le mani più inefficienti nello sviluppare le telecomunicazioni rapide, ma abili nel mungere la mammella di questo genere di «imprese».

In USA e Gran Bretagna, il bipartitismo serve le multinazionali e l’ideologia liberista assoluta alla Adam Smith; qui difenderà il dominio occulto dei poteri occupanti lo Stato e il torbido quadro che consente le tangenti e lo spoliazione fiscale.
E la cosa più ridicola è che l’Italia sta per adottare un modello che in USA e a Londra è al capolinea, proprio mentre là nascono idee diverse e reattive contro i disastri del liberismo alla Adam Smith, e che monta la rabbia popolare contro i due comitati d’affari, e torna la voglia di controllarli dal basso, perché rispondano al popolo e non alle aziende.
Noi adottiamo un modello finito, e per di più lo adottiamo in modo finto.
Come selvaggi, ci mettiamo la sveglia al collo, il segno di una tecnocrazia che nemmeno capiamo fino in fondo. Ovviamente il partito democratico non nasce da un’esigenza del suo popolo, l’elettorato di sinistra
è anzi massicciamente ostile e perplesso; nasce per un ordine venuto dall’alto e da fuori, dalla finanza massonica globale. I suoi rappresentanti in Italia sono tutti al posto giusto, da Giuliano Amato a Napolitano, per non dire di Ciampi e Draghi. Fossili viventi del partito d’Azione e fiduciari di Goldman Sachs, pronti a dare un partito che abbia come testa di legno Prodi, dipendente di Goldman Sachs.
La «democrazia» in Italia non ha mai avuto radici solide e autoctone (noi tendiamo storicamente a qualche forma di governo dirigista, paternalista e carismatico), e da decenni è degenerata, non solo da noi ma in Europa, in burocratismo e lobbysmo, in «amministrazione» e gestione.
Ora, si prospetta una falsificazione ancora più estrema della «democrazia», le due coalizioni massoniche che non rispondono al popolo, ma alle lobby più influenti.
Non più una proposta alla popolazione, due o tre o dieci visioni di sviluppo diverse per il Paese.
Mai più.
La «democrazia» ha licenziato il popolo, e si costituisce in comitato d’affari gemello.
E’ l’estrema falsificazione della politica, e Mastella è l’ultimo che possa lamentarsene, lui che ha creato un partitino - lobby, senza un progetto per il Paese ma con il solo scopo della corruzione e del clientelismo.
Questa è la finale separazione dei politici di mestiere dalla cittadinanza.

Cittadinanza?
Non più: contribuenti amministrati che si lasciano tosare.
Per Montezemolo, per Goldman, per le veline e le autoblù al servizio della nomenklatura più incapace e costosa, e la borghesia compradora più meschina d’Europa che - per di più - si legittimano come «democratica».
Chi si opporrà, sarà fuori dalla «democrazia».

Maurizio Blondet

giovedì, aprile 19, 2007

Che bella cosa la concordia!!!



Fa piacere essere italiani e riflettere sulla “decenza” della politica italiana. Ricordare come il parlamento agisse a vuoto sotto la tutela dello Statuto albertino (che annullava o favoriva le “tendenze governative”) all’epoca in cui alla dirigenza economica della società bastava dialogare coi Savoia per determinare, a volte col rovesciamento, le decisioni prese dal parlamento, non universalmente eletto.

Italia (Europa, Mondo) XXI secolo: le donne votano e il suffragio è limitato solo per quei cittadini che, per ragioni penali e amministrative, hanno perso i diritti politici, come elettori, e che però possono tranquillamente candidarsi e sperare, soprattutto se molto abbienti e di famiglia “ di un certo livello” di essere deputati a rappresentare i cittadini tutti, quelli che votano e quelli che no.

Per il resto:lasciamo perdere il fascismo, in cui la democrazia di fatto non c’era e il secondo dopoguerra, quando il potere dovette patteggiare per far metter giù le armi a molta gente.



Oggi col potere non si dialoga più. Ma non, per usare un termine “di moda”, a causa della sua “autoreferenzialità” (che il 90 % degli elettori manco sanno cos’è), ma per via del fatto che il “dialogo” avviene tra la classe politica e quella economico-monetario-finanziaria, che in un fitto scambio di giudizi ipotetici e apodittici tra loro, a volte sussurrando, a volte gridando sguaiatamente, si scambiano informazioni, favori e ricchezze.
In tutto questo esiste un “demos”(maggioranza limitata solo da barriere territoriali) che sta a guardare con aria attonita, schiacciato dal pessimismo e dal senso di inutilità della lotta. Non pensando che l’anarchia ,per citare le parole di Gaber: "oggi no, domani forse , ma dopodomani sicuramente". Proprio si riserva al pensiero e al dominio dell’anarchia (la cui essenza è: costruire una società dove tutti siano obbligati a non rompere i coglioni a nessuno) lo stesso spazio mentale che si riserva al non essere: non è, non è stata, non sarà.

E allora, visto che l’anarchia non sarà, giochiamoci ai dadi le nostre speranze e affidiamo ai buffoni del potere il nostro destino di elettori. Di soggetti del “suffragio” (bello eh?)

Continuano le vicissitudini inerenti alla legge elettorale. Seguiamole nella loro evoluzione dialettica. Poi siccome il politichese dei giorni nostri, oltre che incomprensibile è pure abbastanza ignorante come linguaggio, Cloroalclero vi offre delle traduzioni di questo elevato slang, ove serva, laddove risulti, nella sua stitichezza concettuale, più ustioso. Non pretendo gratitudine, al max si accettano delle collette.


Calderoli, apparentemente, è stato illuminato sulla via di damasco come san Paolo. Dichiara infatti:

"A Prodi offro un armistizio: se lui ci garantisce che la legge elettorale si fa sul serio non gli farò casini su altre cose in Parlamento, fermo restando che noi siamo opposizione e intendiamo restarlo".

Traduzione: Non creerò casini. Starò pure all’opposizione. Basta che mettete in cantiere una legge che consenta pure a me (e alla lega, ovvio) di restare a galla.

Poi dice:


"Al Senato il governo posso farlo cadere quando voglio, e non sono vanterie...".
"Prodi non si rende conto che la legge elettorale è la sua assicurazione sulla vita. Perchè alla Camera gli è andata bene, ma non so se il passaggio in Senato sulla vicenda Mastrogiacomo sarà altrettanto indolore".
Traduzione: “se vogliamo creare casini, non abbiamo problemi. I nostri vi voteranno contro sulla vicenda Mastrogiacomo. Quindi: schisci”

La tregua, prosegue l'esponente leghista. durerà "il tempo strettamente necessario. Non un minuto di più. E chiedo segnali concreti: almeno il voto di un ramo del Parlamento entro il prossimo 25 luglio giorno in cui i referendari depositeranno le firme in Cassazione".

Traduzione: Questa è la scadenza di una legge elettorale che mi (anche alla lega, ovvio) permetta di tenere la poltrona di piu, perché col referendum si rischia che perdo il posto


Che bello poi vedere che Prodi, da Tokio, cortese e mellifluo, risponde a Calderoli (ve li ricordate gli sputi metaforici e gli insulti che si scambiavano in campagna elettorale?)superando contrasti e astio.
Gentile gli risponde: fermo ma concorde.

"Cocciutamente insisto che non farò mai una legge elettorale che non abbia una maggioranza amplissima, altrimenti il giorno dopo ricadiamo nell'instabilità".

Traduzione: Calderoli, ma lo sai che sono d’accordo, cazzo.

Ma poi, essendosi sbilanciato troppo ha un moto d’orgoglio verso i suoi muahahahahahaha elettori:
"Indipendentemente da quanto detto da Calderoli, il valore della stabilità è importantissimo"

Qui non c’è bisogno di traduzione. Prodi continua:


"E' inutile sottostimare i problemi di divergenze di opinione, però ci sono più
possibilità di quel che pensavo all'inizio".


Traduzione: Sì ok, io al governo voi all’opposizione ma diciamocelo, se po’ fa.

Poi Prodi, per dimostrare che le jene, che dicono che i politici sono ignoranti, hanno schifosamente torto, si lancia in un pregevole giudizio “da storico”, cioè dice che se l'Italia avesse avuto una stabilità di governi sin dal dopoguerra "sarebbe oggi un paese leader in tutti i campi".

Quindi sappiamo che condivide anche il pensiero di Berlusconi, per cui “fare politica” significa realizzare “l’Italia che ho in mente”.

"Ora parte una grande avventura che si misura con il Paese non contro i partiti, ma oltre i partiti, anche perché gli stessi partiti lo hanno voluto così ampio ed esteso".

Addirittura diviene filosofo: auspica, per tutti noi che lo ascoltiamo, un futuro di “trascendenza” nei partiti (non cristiana, non induista, non platonica) , promuovendo
"un dibattito ed un reclutamento(nell'esercito? ma noo,anzi,sì, ma solo "anche") il più ampio possibile",

E dove se non nel futuro , glorioso P D ? Dice infatti:
proprio perché il Partito democratico è stato pensato "come un cambiamento radicale dove per la prima volta invece di dividersi ci si unisce".
Traduzione: Chi entra nel PD è unito. Chi sta fuori, sta separato proprio dal successo politico. Quindi stateci, mostrando radicalità nel mollare le vostre stronzate di contrattazione internazionale del lavoro, di riduzione delle spese militari ecc…



"con molta serietà (si fa per dire) che il Partito democratico deve nascere fondato e radicato profondamente nella Costituzione, nell'articolo 49 che parla di metodo democratico e di trasparenza". Oddio, speriamo che Prodi, vista la scarsa significatività del riferimento e dei vocaboli che usa, di questi tempi, non decida di manifestarsi in televisione con vestiti trasparenti (che altro può significare?)

Poi ci rassicura che tutto cio’
"non sono chiacchiere (dubitavate?) perché è la Costituzione che lo dice e su questo punto bisogna lavorare molto"
mmmm piu’ o meno di una commessa dell’esselunga in un paio di mesi?

altrimenti(...) il Partito democratico "nasce con un distacco dalla gente e dal paese e da quelli che sono i desideri dei giovani"
Embe? E io che ci ho 40 e passa anni? I miei desideri che sono, merda?

Di più il premier non dice sulla modalità tecniche "perché questo tema deve essere oggetto di dibattito"
Tra chi e chi?

Quel che è certo e che per la nascita del Partito democratico "serve una maggiore apertura e la maggiore trasparenza possibile".
Spero non dei suoi vestiti (bleah).

Penso che Prodi, Calderoli ( e Berlusconi e D'alema, per fare doppia coppia) siano , è vero, avversari, ma in fondo, intimamente uniti da un sentire comune.
Un sentimento fatto di feeling politico e dalla consapevolezza di essere fatti tutti della "stessa pasta", appartenenti alla stessa tribu' che si riconosce "a naso". Persone fatte le une per le altre che lavorano (pagate profumatamente da noi) perseguendo obiettivi comuni.
Nella fattispecie, fare qualsiasi cosa ,anche contro se stessi e il mondo, per evitare il referendum.
In generale: metterla nel culo agli "elettori", che facilmente si consolano al pensiero dell'avanzata democrazia in cui hanno la fortuna di vivere.

E, soprattutto P D, P D, P D...

ps: per dimostrare che questo post è sull'amore e all'insegna dell'amore, se siete arrivati fin qui, beccatevi il video di ELio: ti amo campionato. Vi chiederete: cosa c'entra? C'entra, c'entra...