giovedì, maggio 25, 2006

turn over moratti a milano

Di Letizia Moratti ho già parlato. Ho sostenuto la tesi che un pessimo ministro non puo' che essere un pessimo sindaco.
Non mi faccio illusioni però sul fatto che la Moratti non venga eletta: purtroppo Milano da una ventina d'anni a questa parte, complice la sottocultura leghista che ha strumentalizzato il disagio dei milanesi per il sistema centralistico e corrotto della pseudodemocrazia che si è instaurata in Italia, elegge giunte di destra.
I milanesi ereditano una città che è devastata dalle speculazioni costose e inutili della giunta Albertini, che sono servite soltanto a dare lustro a una classe politica che si è personificata nelle facce poco rassicuranti di Castelli, Calderoli, Berlusconi, Borghezio, che sono andati a Roma. Uomini,"finalmente", del nord, dopo anni di predominio di una classe romana che i molti milanesi leghisti vivevano come rapinatrice e mafiosa.
Ma dall'illusione ci si risveglia: la lega nord, movimento populista , incitatore di folle di padani plaudenti a personaggi come Bossi o Borghezio, che esprimono il risentimento di essere stati lasciati da parte da 50 anni di democristianeria romana, si è sciolta, con tutte le promesse fatte ai piccolo borghesi padani, nella casa delle libertà, al comando del duce Berlusconi, che deve il suo successo alla Sicilia e che si circonda di siciliani come Dell'Utri o Schifani, gente di vitale importanza per la sopravvivenza di forza Italia e del sistema da essi costituito e che non è , per ora, morto.
Alleati dell'emiliano Casini, sodale di quel Totò Cuffaro che è discusso presidente della regione Sicilia. I padani convertiti al leghismo dei siciliani e della mafia non si sono liberati, così come non si sono liberati, nè si libereranno, del sistema romano-meridionalista di cui cianciavano ai tempi Bossi e Miglio, neppure se voteranno a favore della devolution, una legge fatta da Calderoli, che di Carlo Cattaneo, probabilmente, non ha neppure letto una riga e la cui faccia dice tutto.
Nonostante tangentopoli, nonostante il frenetico cambio dei nomi dei partiti, il sistema non è cambiato, anzi, è peggiorato, in un quadro nazionale devastante in cui Milano, se è possibile, è stata ulteriormente emarginata, perdendo del tutto quel ruolo di traino culturale e di avanguardia di stile di vita e di pensiero che ha avuto per decenni.
Milano langue nel degrado e nella bruttezza del suo paesaggio. Una città dove chi è anziano o piccolissimo non trova alcuno spazio, dove dilaga la delinquenza dei disperati, nonostante anni in cui le destre hanno sbandierato il tema dell'ordine pubblico come cavallo di battaglia. Una città che ha il cuore in mano e non ha nient'altro, perchè i quartieri creano i presupposti per una società a caste: i figli degli operai crescono senza futuro, mentre quelli dei borghesi straripano di denaro e di opportunità.
Il sogno leghista di una Milano capitale prospera di una Padania ordinata e abbondante è finito e l'hanno seppellito loro, mandati al potere da chi aveva pensato che il nuovo potesse travolgere la bruttura. Le piccole imprese sono fallite, i dipendenti sono a casa dal lavoro. I loro figli condannati ad un precariato esistenziale. Le caste sono già operanti: il potere vive nelle maglie di un tessuto oligarchico di privilegiati, qui, come in tutta la nazione. Solo che a Milano non c'è il mare, non c'è la montagna, non ci sono laghi sulle rive dei quali andare a consolarsi delle frustrazioni quotidiane: Milano era la città del lavoro e della cultura, dell'arricchimento interiore.
Oggi Milano è abbandonata a se stessa e a chi sfrutta la sua posizione politica per arricchire se stesso. Moratti sindaco significa dare un'ulteriore possibilità a questi individui. Votare contro la Moratti significa una rottura con un trend del tutto negativo della sua storia, che va dalla giunta formentini all'attuale giunta albertini e basta guardarsi intorno per capirne lo spessore.
Questo volevo dire a chi voterà domenica e questo ho detto.

sabato, maggio 20, 2006

esercitazioni miltari e solita mistificazione mediatica

Il sito ufficiale della regione Sardegna (http://www.regione.sardegna.it/tematiche/ambiente_territorio/servitumilitari/)
esprime che "Sono oltre 35 mila gli ettari di territorio sardo sotto vincolo di servitù militare. In occasione delle esercitazioni viene interdetto alla navigazione, alla pesca e alla sosta, uno specchio di mare di oltre 20 mila chilometri quadrati, una superficie quasi pari all'estensione dell'intera Sardegna. Sull'Isola ci sono poligoni missilistici (Perdasdefogu), per esercitazioni a fuoco (Capo Teulada), poligoni per esercitazioni aeree (Capo Frasca), aeroporti militari (Decimomannu) e depositi di carburanti (nel cuore di Cagliari) alimentati da una condotta che attraversa la città, oltre a numerose caserme e sedi di comandi militari (di Esercito, Aeronautica e Marina). Si tratta di strutture e infrastrutture al servizio delle forze armate italiane o della Nato.
Qualche numero: il poligono del Salto di Quirra-Perdasdefogu (nella Sardegna orientale) di 12.700 ettari e il poligono di Teulada di 7.200 ettari sono i primi due poligoni italiani per estensione, mentre il poligono Nato di Capo Frasca (costa occidentale) ne occupa oltre 1.400. A questo vanno aggiunte le basi tra le quali spicca il caso di quella Usa di S.Stefano a La Maddalena. "
. Le esercitazioni sono multinazionali, legate alla NATO, anche se gestite dall' ente militare italiano e prevedono l'utilizzo delle risorse paesaggistiche come un vero e proprio "ambiente di guerra" in cui sono simulate situazioni tipiche dell'evento bellico.
La regione Sardegna aveva intrapreso delle iniziative per boicottare legalmente queste esercitazioni, in quanto, oltre che risultare altamente inquinanti e stravolgenti la biologia dell'ambiente naturale, provocano un numero imprecisato di malattie gravi e di decessi riscontrati dagli ospedali limitrofi.
I pacifisti si sono rivoltati, da molti mesi, però sui media ufficiali non se ne è fatta menzione.
Stasera il tg2 ha "informato"(bontà sua) gli italiani di queste esercitazioni.
I filmati con cui venivano presentate si riferivano alle missioni di soccorso, per cui venivano esibiti giovanotti in divisa che però manipolavano barelle e apparecchi sanitari su cui alcuni manichini impersonavano il morto o il ferito da salvare.
Gli intervistati (tra cui una signorina, certa elisabetta belloni, cappellino con la visiera secondo la moda dell'americanona rassicurante da telefilm poliziesco, ) facevano esclusivamente riferimento alle "attività sanitarie" delle esercitazioni, facendo intendere all'ignaro telespettatore che si trattava di missioni allo scopo di "tutelare la vita umana", necessarie al bene dell'umanità, di alto livello morale e civile.
Unico simbolo esplicito della finalità bellica del servizio erano i voli degli aerei da guerra, di cui mostravano evoluzioni acrobatiche, del tipo delle evoluzioni che compiono a fini spettacolari le fiamme tricolori.
Insomma: Un servizio giornalistico in cui si presentavano delle esercitazioni militari edulcorate, di cui il risvolto bellico (guerra via terra, via mare, esercitazioni a fuoco, uso di armi tecnologicamente avanzate, di gas, guerra informatica) era completamente e volutamente omesso, per ingigantire l'aspetto "infiemieristico" che, inevitabilmente una guerra implica, così da far pensare all'italiano gonzo che non si trattava di quello che saremmo portati a pensare, ma di qualcos'altro cui guardare con positività. Medici in prima linea, in divisa, che imparavano a curare i propri simili, gente che , quindi, dovremmo "ringraziare", in cui confidare per un futuro di pace dell'umanità, che si acquisirebbe anche con la "generosità" di questi ragazzi in odore di sacrificio e di abnegazione.
I pacifisti, che, poveracci, sono mesi che fanno casino e finora hanno ottenuto solo il silenzio dei media e l'attenzione soltanto della Svezia, in pieno disaccordo con quest'iniziativa, meritavano in questo democratico ed efficace servizio soltanto qualche fotogramma della manifestazione piu' sparuta, di cui riprendevano solo gli ultimi in fila.
Il tg2 è uno dei più grandi telegiornali del servizio pubblico. A me pare che ultimamente, e da molto tempo, sia soltanto al servizio della pubblica buggeratura, a vantaggio di politici, poteri militari italici ed esteri, che hanno bisogno per prosperare di presumere il contrario del principio "accà nisciuno è fesso", caro alla memoria popolare italiana.
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venerdì, maggio 19, 2006

la fiducia si incaglia su un ministero da abolire

Ma diciamocelo: a che serve il ministero degli italiani all'estero?
Non ce l'ha nessuno, perchè dobbiamo tenercelo noi?
Eppure su quest' elementare considerazione su una faccenda completamente estranea agli interessi nazionali si sta giocando pericolosamente la fiducia al governo Prodi. I senatori, infatti, non sono compatti perchè ritengono che questo ministero s'abbia da tenere.
Ma riflettiamoci: a che serve un ministero del genere, oltre a sperperare soldi pubblici inutilmente? Dato che all'estero i nostri concittadini emigrati fanno i conti con le rispettive legislazioni del paese in cui vivono?
I rapporti tra gli stati sono regolati da diplomazia e da ordinamenti che un po' esistono già e un po' vengono decisi in itinere. Cio' che regola i rapporti tra le nazioni ( a parte il fatto che la UE ha un valore sempre piu' preponderante nelle relazioni internazionali, per quel che ci riguarda...) sono deliberazioni economiche e politiche che hanno a che fare con l'economia e con le specifiche connotazioni della situazione particolare, per esempio la questione degli emigranti clandestini viene decisa direttamente dal presidente del consiglio che, poniamo, stipula accordi internazionali con la Libia per sorvegliare reciprocamente le acque territoriali.
Il ministero per gli italiani all'estero è una specie di mega agenzia di public relation che organizza manifestazioni, raduni nostalgici e anche incontri culturali per "rimembrare l'Italia" e per creare a livello elettorale un clima di partecipazione a vantaggio della lobby politica che mette piede in quel ministero per ricavarci lustro e vantaggi, anche se poi gli italiani all'estero sono imprevedibili perchè non assediati dalla grancassa televisiva.Per esempio e' stato grazie a Tremaglia,cui è stato affidato nell'ultima legislatura, che gli italiani all'estero hanno votato, determinando la vittoria del centro sinistra.
Un ministero, comunque, ha costi molto elevati, sopportati, come ogni altra istituzione pubblica, dai contribuenti. Costi che dovrebbero essere giustificati da un'effettiva utilità legata alla sua esistenza e alla sua funzione. Francamente penso che i costi di un ministero in rapporto ad un'attività di pubbliche relazioni,cioè della promozione di qualche personaggio che costruisce le proprie clientele siano qualcosa di cui l'Italia debba imparare a sbarazzarsi senza troppi rimpianti.
E sicuramente il ministero degli "italiani nel mondo" non costituisce un motivo per cui il governo degli "italiani in Italia" si debba arenare fin dalle sue prime battute, data la disastrosa situazione socio-economica che ereditiamo dal governo precedente. Un ministero in piu' significa tagli in piu' ai servizi pubblici e mi sembra che non ne abbiamo bisogno.
Quindi: fuori i nomi di chi si oppone a questa giusta soppressione di un ente inutile: che siano conosciuti e sottoposti al pubblico ludibrio della bocciatura politica da parte di un elettorato ,che, mi auguro, imparerà ad educare la "bocca troppo buona" nella scelta dei dirigenti del paese.

giovedì, maggio 18, 2006

BABY SITTER OFFRESI

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Tra il colossale scandalo dello sport che non c'è stato e le polemiche intorno al futuro del nostro nuovo governo, tra le scuole per terroristi islamici in lombardia e la digos che faceva da scorta alle signorine che s'accompagnavano a Moggi e ai suoi amici, una notiziola, una specie di trafiletto, compariva sul Metro di oggi: il tribunale di Bologna ha riconosciuto Anna Maria Franzoni idonea a mantenere la patria potestà e ad educare i figli. Si aggiungeva che, nel paese dove cammina liberamente, "aiuta molte donne ad accudire i loro bimbi, facendo loro da baby sitter".
Lo so che questa notizia non meriterebbe commenti, però... A parte la grassa risata che mi è sorta spontanea quando ho letto la cosa,per il paradosso evidente, mi sono chiesta chi è quella mamma di famiglia che ha avuto un tale fegato di ingaggiarla (presumo gratis) per sorvegliare il frugoletto.
Non vorrei contestare la decisione della magistratura, ma , poichè l'appello non si è ancora concluso, come è possibile che il tribunale (un altro, presumo) prevenga una decisione di questa portata, quando allo stato delle cose sulla testa di questa persona pendono 30 anni di galera per aver preso a martellate la propria creatura e, salvo dimostrare il contrario,socialmente parlando ,con questa condanna effettiva, la signora proprio inoffensiva, non puo' essere considerata (non m'interessa se lo sia o no)dall'istituzione.
In questo periodo sul processo della Franzoni non si dice piu' niente, da una parte è giusto, perchè la curiosità morbosa che un caso umano del genere suscita, non è bello che venga incoraggiata. D'altro lato, però, questo tribunale ha decretato che una condanna per aver martellato il figlio non costituisce ,di per se, un motivo per togliere la patria potestà ad una persona, la capacità di allevare il figliolo non viene scalfita da questa possibilità, che una sentenza ha già reso piu' che probabile.
Invece ne costituisce motivo ,per esempio,l' essere disoccupate: qualora non si riuscisse a provare che una donna ha un reddito tale da poter mantenere il bambino, non si procede offrendo un lavoro a lei, bensì le si toglie il bambino, che viene dato in affido o tenendolo in comunità.
E' il caso di tossicodipendenti e anche di ex tali, o signore la cui situazione esistenziale venga giudicata dai tribunali incompatibile con la crescita di un minore.
Molte donne in Italia sono pressate da assistenti sociali che le sottopongono a verifiche continue, con lo psicologo, con il giudice ecc.. perchè le istituzioni mettono a rischio la loro convivenza con il bambino. Sono situazioni dolorose, che non dico non siano mai giustificate, però anche qui, come in molti altri casi che si manifestano nella vita sociale italiana, scorgo una certa, diciamo, sproporzione. Che, magari a torto, mi indigna.
Non voglio pensare che ha ragione travaglio, quando dice che in italia si va in galera o al manicomio criminale,al di sotto di un certo reddito.
Però, dopo che vespa ci ha tediato per mesi con trasmissioni sul delitto di cogne,martellandoci con particolari sanguinosi, a cui è seguito l'attuale silenzio, una decisione del genere da parte di un'istituzione ,che esiste per tutelare la vita sociale nel senso della giustizia,la notizia meriterebbe qualche delucidazione in piu' da fornire all'opinione pubblica.
Poi ho pensato a chi siano le mamme che ingaggiano la Franzoni come baby sitter. Mi sono venute in mente certe mamme dell'associazione genitori cattolici, tipo quelli che hanno fatto censurare la patatina di rocco siffredi.
Non lo so se è perchè ho dei pregiudizi.

mercoledì, maggio 17, 2006

QUELL'AEREO CHE HA COLPITO IL PENTAGONO

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"Diciamo che in questo momento io sono quasi contento che alla fine della fiera mi sembra che l'ho preso in quel posto e penso a quelli che hanno fatto un abbonamento da un miliardo in tribuna rossa per andare a vedere l'Inter, che si era comportata bene.."

Direte voi cosa c'entra la canzone di Elio sulle partite truccate con l'aereo del pentagono? C'entra perchè in entrambi i casi noi siamo spettatori, emotivamente coinvolti per tifo o per passione politica, di una fregnaccia organizzata per i palati calcistici nazionali o per le platee scarsamente vogliose di conoscenza che si affacciano quotidianamente sui media mondiali.
La notizia è che finalmente il pentagono ha "messo la parola fine...alle insinuazioni dei complottisti..." che pensavano che nessun aereo mai si fosse schiantato in quel luogo nel modo in cui ci è stato propinato.
Chi fruisce della controinformazione (pochi) sa che non c'era bisogno di far attendere la gente 5 anni: la videocamera dello sheraton, a fianco del pentagono deve aver ripreso l'aereo interamente e molto bene, perchè riprendeva tutto il percorso che avrebbe fatto prima di colpire l'edificio. Peccato che il video sia stato sequestrato dall'fbi e mai piu' tirato fuori.
Per cui mi sento come Elio: da una parte sento che l'ho preso in quel posto, perchè personalmente, come utente mediatico, mi sento presa in giro dai pochissimi fotogrammi che hanno spacciato come "prova definitiva", d'altro lato ,però, penso a quelli cui questa immensa presa per i fondelli è costata la vita di qualche familiare, e allora mi sento quasi contenta.
La verità ufficiale che si spaccerà, in ogni caso , sarà che :
(premessa) Poichè il pentagono ha reso pubblico il video
(conseguenza) Ogni dubbio è fugato
In quei pochi fotogrammi trasmessi in tv,in realtà non si vede nessun aereo, si vede solo un gran fuoco sprigionato dalle mura del pentagono, senza far capire se trattasi di un aereo , che peraltro non lascia alcuna traccia di rottami compatibili, o di un missile.
Ma, come ci insegnano i film d'azione, il fuoco e le esplosioni sono "ad effetto": racchiudono nel mistero della loro fiammata la "verità" spettacolare di ogni testo che si voglia ad essi abbinare.
Il messaggio è passato: l'aereo nel pentagono è stata una realtà. Quanti, tra coloro che hanno visto il filmato si prenderanno la briga di andarsi a vedere i fotogrammi, scoprendo che una sagoma della parte anteriore, piccolissima, dell'aereo compare sul bordo della foto, come un pessimo montaggio con photoshop, e che, se fosse vero, la sua posizione sarebbe incompatibile con la traiettoria che avrebbe fatto?
Ci hanno messo 5 anni a montare un filmato grossolano. Non era importante che fosse raffinato (la massa si puo' prendere per il culo anche grossolanamente) ma che mettesse a tacere, nella massa, dubbi sull'accaduto . I pochi che se ne informeranno sapranno che trattasi di nuova ,e piu' offensiva, bufala. Però l'obiettivo non sono loro, è la massa, appunto. Chi gestisce il potere politico e mediatico trovava insopportabile che pochi controinformati mettessero in giro tutti questi dubbi,che erano diventate chiacchiere troppo consuete, uscite dall'alveo della controinformazione dove erano nate.
E con questo video approssimativo il pentagono ha ricacciato i dubbi in gola a chi, da un po' aveva incominciato ad insospettirsi.
E a meno che ottengano un effetto boomerang e cioè che più gente decida di andarne a cercare di sapere di più, l'effetto sarà il ritorno a quell'idea dell'11 settembre "dopo cui il mondo non è stato piu' lo stesso" con gli stati uniti che non c'ingannano e il fuoco amico e tutte ste fanfaluche con cui provano ad assopire la testa dell'opinione pubblica.

c'è un Casini proprio pieno di polvere...
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Ieri sera, guardando stancamente la tv a casa di amici, ho incrociato ballarò, trasmissione di cui non riesco a fruire per piu' di dieci minuti.
Ieri sera però, lo stato visibilmente alterato di Casini ha attirato la mia attenzione.
Primo a cui Floris dà la parola. Non l'avesse mai fatto: un fiume in piena di logorrea semidelirante, in cui si dice dispiaciuto per l'assenza di D'Alema ( sostituito da Giulietti) ma che non puo' fare a meno di esprimere la sua indignazione per
1)il gravissimo attentato alla costituzione
2)L'organizzazione disonesta del colpo di mano
3)Il gravissimo pericolo
Tutt'e tre fattori che sarebbero stati incarnati dalla candidatura di D'Alema a capo dello stato, che essendo un politico non garantiva che sarebbe stato al di sopra delle parti, come avrebbe dovuto. Anzi, lui ci leggeva un progetto dietrologico di trasformazione dell'Italia in una repubblica presidenziale di cui D'Alema sarebbe stato il primo designato. Casini, che di norma manifesta sì carattere, ma diplomazia(tanto da poter difendere addirittura la presenza politica di Totò Cuffaro), oltre ad aver ereditato un certo linguaggio politico dalla democristianeria italiana che sapeva dire e non dire le cose allo stesso tempo, ieri sera si mostrava insolitamente sovreccitato. Diceva che i suoi compagni di coalizione (berlusconi) gli avevano detto di non andare in quella trasmissione faziosa ad uso e consumo del padrone di sinistra italiano, perchè avrebbe solo preso le botte di giornalisti faziosi e avversari arroganti.
Il delirio di Casini è stato contrastato dalle semplici ma evidenti verità espresse da Soru e da Giulietti, e cioè che l'indignazione era proprio fuori luogo , dopo che per cinque anni aveva tenuto mano ai peggiori sfregi alla cosituzione che sono stati fatti, come la legge sulle telecomunicazioni, la legge cirami ed altre chicche con cui la costituzione è finita ad avere il ruolo della carta igienica. Inoltre, non si capiva perchè la questione D'alema lo indignasse tanto, visto che comunque poi era stato eletto Napolitano (che casini non ha votato in ogni caso) e visto che comunque Berlusconi aveva proposto Letta e cioè un candidato tanto politico quanto d'Alema.
Il povero Casini era come abbagliato dalla realtà circostante, le spalle molli, lo sguardo in cui la superficie dei bulbi oculari brillava di luce propria. Farfugliava di processi alle intenzioni che lui non avrebbe fatto ma invece la sinistra sì, di come fosse andato a pranzo a casa di Letta (embe? e che ce ne frega a noi?) emettendo giudizi sconnessi e frasi che non c'entravano nulla con il contesto, come colui che si è abbondantemente accostato a sostanze che ti rendono combattivo, ma che non sempre ti garantiscono il controllo degli schemi comportamentali e logici che innescano.
La mia opinione è che aspettasse D'alema (che notoriamente tratta, e giustamente, gli avversari politici con arroganza e sarcasmo)e che si fosse preparato ,diciamo "chimicamente",per sparare delle frasi ad effetto da dirgli e che lo chock per non essersi trovato il Massimo di fronte lo ha fatto debordare nei quettro passi nel delirio.
Peccato che D'alema non gli abbia fatto un bidone del genere prima delle elezioni. Forse i non eletttori di quell' insipiente sarebbero stati abbastanza meno per non sentire berciare ancora Berlusconi sui 20 000 voti di differenza.

martedì, maggio 16, 2006

vorrei essere ebrea.

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Quando mi capita di parlare dello sterminio della popolazione dei territori occupati, che si sta quotidianamente compiendo in questi giorni, con la complicità delle nazioni occidentali, mi viene dato spesso l'epiteto di "antisemita".
Quando mi chiamano antisemita, mi sento che vorrei essre ebrea.
Un'ebrea italiana, che vive come familiare la luce del candelabro a sei braccia, con i genitori che litigavano perchè il papà rinfacciava alla mamma di non voler andare a vivere in Israele.
Vorrei che la memoria storica dell'Olocausto mi appartenesse per vicinanza con i vissuti familiari, e non solo perchè ho visto tanti film, letto tanti libri e sentite tante testimonianze. Vorrei avere con l'olocausto un legame piu' diretto, vorrei che il mio sangue passato l'avesse vissuto.
Vorrei essere ebrea, perchè sono convinta che le parole, in certi momenti storici pesino piu' per chi le dice, che per il valore fattuale che hanno.
Perchè se fossi ebrea , nessuno mi potrebbe accusare di antisemitismo, quando metto in guardia che stiamo facendo come loro, i gentili al tempo del nazismo, che hanno vissuto nell'indifferenza il tremendo genocidio che si stava compiendo nella loro contemporaneità.
Oggi non possiamo piu' fare niente per quel genocidio, non possiamo evitare il passato, che è il regno della necessità, ma possiamo influenzare il presente che è il regno della possibilità: questa è una cosa che possiamo fare solo cominciando con le parole.
Vorrei essere ebrea per testimoniare che lo Stato di Israele a questo prezzo, non puo' essere giusto. Gli ebrei sanno cosa vuol dire "giusto",ne hanno il concetto ben chiaro.
In Israele c'è il giardino dei "giusti": i non ebrei che hanno rischiato di persona per mettere in salvo la gente dalle persecuzioni. Tra essi vi è Giovanni Palatucci, un fascista convinto, che aveva fatto carriera in seno al fascismo fino a diventare questore di Fiume. E già così deve averne digeriti di compromessi.
Però di fronte alla richiesta di prendere posizione sulla complicità dello sterminio nazista, ha detto di no. Lui, fascista, fece fuggire i perseguitati dirottandoli al consolato spagnolo. E ha salvato la vita a parecchi. Non la sua. Scoperto, fu internato in un lager (mi pare auschwitz) e lì perse la vita.
Questo era un fascista, etichetta che designa "la feccia della terra": gente che ha fatto una scelta di carrierismo, di sudditanza incondizionata, di significati guerrafondai e autoritari. Eppure proprio il fatto che un fascista abbia rifiutato questa piega presa dal regime che l'aveva messo in carriera,rende più evidente l'oggettività della nefandezza dei crimini nazisti .
Ecco perchè vorrei essre ebrea. Perchè allo stesso modo che, come dice l'UCEI, è bene che siano proprio i non ebrei a portare il vessillo della lotta all'antisemitismo, così, perchè le cose vengano dette, è bene che siano proprio gli ebrei a levare la voce piu' forte contro questo massacro di arabi palestinesi, che con la sua attualizzazione, rende inutili i sacrifici di tutti quelli che alla logica nazista si sono opposti, ebrei e non ebrei, perchè, ora come allora, quella logica ha un'etichetta universale: quella dell'ingiustizia.

domenica, maggio 14, 2006

I FIUMI DEL CAOS

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Aristotele pensava che il pensiero umano fosse lo "specchio" della realtà, cioè che l'ordine delle rappresentazioni che popolano i pensieri, fosse il medesimo ordine dell'universo.
Nelle parole, come tali, non c'è nè verità nè falsità. Queste ultime si trovano nei giudizi umani: quando si predica qualcosa di falso, ci si contraddice rispetto all'ordine del reale, i cui significati sono racchiusi nelle parole. E' mettere insieme i significati in modo che l'uno contraddica l'altro che provoca la "falsità". E la falsità, almeno osservando il mondo moderno, non si limita alla sfera delle parole, si propaga, dilaga, infesta il mondo umano, che, essendo fondato sulla comunicazione, distorce, mistifica, rimpiazza con palesi stupidate l'elementare ed essenziale attitudine umana ad esprimere giudizi. Così arriviamo al paradosso di un mondo, quale il nostro è, in cui frasi fatte e giudizi che rimbombano ripetutamente nelle orecchie di masse di persone un po' ingenue e un po' prese dai casi loro, diventano la "verità ufficiale" che nessuno osa mettere in dubbio, pena l'esclusione sociale e il marchio di folle o consumatore di sostanze illegali.

Il contrappeso è la "vox populi". Per esempio: quando ancora non era credibile che il calcio fosse corrotto almeno quanto sta rivelando in questi giorni di essere, Elio e le Storie Tese hanno firmato una canzone intitolata "ti amo campionato" dove parlava di "pastette" e di tifosi, per brevissimi attimi, attraversati da pensieri maligni, dinanzi a decisioni arbitrali in cui si annullavano i goal ingiustificatamente e si convalidavano goal che palesemente non esistevano.
Solo che il tifoso non puo' dire di se stesso di essere obiettivo, il tifo, come si sa è una passione e come tutte le passioni acceca. Quindi l'indefinibile sensazione di dubbio verso la purezza dello sport, delle società che "figurati se si sputtanerebbero con i tifosi, che sono milioni, con partite scientificamente e mafiosamente truccate",era un dubbio da ricacciare , subito, nei meandri dei pensieri intorno a cio' che "ma vaaaa. non è possibile".
Era il 99 quando usciva la canzone di Elio. Fu presa come un'ironica malignità probabile come l'esistenza degli UFO. Forse diceva qualcosa di sensato, ma non apposta. Una malignità "vox populi" come tante e tante e tante altre "stronzate" che si dicono in giro.
Come i nostri "eroici" militari,( e anche gli "eroici" mercenari")che vanno in iraq in missione di pace.
Mah questa chi lo sa se è una stronzata dello stesso livello di quelle di Elio. O forse è falsa? Viene mal di testa a pensarci.
Elio ha detto il vero, non sapendolo per certo. Dice il vero la maggioranza che crede alla lotta contro il terrorismo islamico e pensa che andiamo in Iraq "in pace" ad esportare la democrazia? E se sono tre anni che attiviamo questa pace, perchè la gente ancora, la' muore e quanto bene?
Sulle questioni iraquene soltanto l'uso delle parole che viene fatto e la sua contraddizione, davvero eclatante, coi fatti dovrebbero spingere individui dotati di pensiero ad emettere un giudizio coerente con quanto possiamo tutti vedere ed apprendere in merito all'iraq.
O forse è che , personaggi dalla penna graffiante come Oriana Fallaci, al servizio dei discorsi da leghista al bar di paese, ci hanno instillato una passione, un torrente emotivo incontenibile, che ci spinge, come la passione calcistica, ad essere accecati di fronte alla piu' elementare evidenza.
Il discorso potrebbe estendersi ad altri temi. L'undici settembre, per esempio. La vox populi ci parla di dubbi di fronte all'epocale evento dopo il quale "nulla è stato piu' come prima", ma la stessa vox populi si rifiuta di pensare che questa verità possa essere uno "spaccio" di notizie e deduzioni, piu' o meno plausibili logicamente, create ad uso e consumo di sporche strategie di politica internazionale, per cui non sarebbe nè immorale nè offensivo raccontare planetariamente palle colossali, per creare un "nemico culturale" , un "islam che ha dichiarato guerra all'occidente".
Israele. Che è ricchissimo e ha al suo fianco le potenze piu' ricche del mondo, è piu' di tutti "minacciato".
Dagli straccioni islamici che, come dice un bloggaro di indymedia, squalo, "non hanno da mangiare, ma hanno i soldi per comprarsi il tritolo per farsi saltare nei supermercati".
La vox populi su Israele ha poco da dire: tutti siamo cresciuti con la storia, appresa sui banchi di scuola, che passa attraverso l'olocausto come vergogna umana e vergogna del XX secolo. Come biasimare un popolo che ha digerito cotanta sofferenza? Fintanto che c'era Arafat, che non ha fatto molto, in verità, però era un ottimo public-relation man, col carisma di chi sapeva non farsi mettere sotto gamba, israele lavorava in modo meno palese, preferiva fare qualche strage ogni tanto, ma si guardava da far sì che le vessazioni cui sottoponeva gli arabi fossero argomento quotidiano. E con Arafat il rischio c'era.
Morto lui, si sono aperte le caterratte della "soluzione finale" della pulizia etnica.Ma guai ad usare quest'espressione. Puzza di antisemitismo, di Nazismo, di razzismo, insomma, non si vuole che si dica.
Alla vox populi si tenta, con successo, perchè il potere mediatico non è tutto, e di più,di far ingollare la biada che vuole Israele, popolo di ebrei, ergo popolo "perseguitato", ergo "minacciato" niente popòdimeno che dall'Atomica (io sono cresciuta con il tabu' dell'Atomica) di Ahmadinejad (che non ha) che dunque chiede aiuto alla comunità internazionale ,eu e usa, perchè si intervenga per farlo smettere di minacciare, prevenendo eventuali attacchi con bombe atomiche (che l'Iran non ha) con missili atomici (che gli USA hanno e anche israele) però "piccoli" e "chirurgici" che farebbero, naturalmente pochi danni. Il tabù dell'atomica viene nello stesso ragionamento, sollevato come spauracchio e ridimensionato come qualcosa di accettabile e giustificabile.
Forse il caos non è un grosso problema per gli umani, anzi, è l'origine del comico. La tragedia, in questo bailamme mediatico che ha reso i significati ridicoli, perde la sua consistenza e si trasforma i farsa. Forse, di fronte all'impossibilità di ogni ragionevolezza, rispetto a questi significati stridenti con le loro parole, la cosa piu' saggia da fare è riderne. E siccome il riso fa buon sangue, chissà che un'umanità che ride non diventi, piu' di un'umanità seriosa ma pericolosamente incline a farsi prendere per il culo, un' umanità rivoluzionaria e rivoluzionata.

lunedì, maggio 08, 2006

MASSI', MASSACRATELI TUTTI...


In effetti, così tanta gente che s'indigna nei confronti di chi è critico con israele induce a riflettere. A mettersi in discussione e pensare se in effetti il loro punto di vista possa avere degli argomenti... E' una scelta. In fondo perchè non condividerla?
A chi riguardano le ragioni per cui avete scelto proprio quella terra? Sindacarne serve?
La realtà è il trionfo dei dati di fatto. Israele sta lì. E' armato fino ai denti. Ha al suo fianco la potenza più importante del mondo.
E questi pezzenti mortidifame perchè dovrebbe continuare a tollerarli? Da dove vengono? E' indifferente che stiano lì o qualche centinaio di chilometri piu' "fuori" dallo stato di israele.Se ne andassero. Lontano.
Perchè ci sono milioni di uccisioni e stragi in tutto il mondo e tutti i giorni, eventi politici, gossip. Perchè la signora Cloroalclero ( e altre squinternate come lei) non si beve la telenovela preferita e si occupa di altro?
In fondo non c'è solo israele al mondo. Anzi è il minore dei problemi. C'è la fame, gli stupri, lo sfruttamento minorile in cinque continenti. C'è il deserto della miseria al sud del mondo e il deserto della solitudine al nord del mondo.
Perchè non farsi i cazzi propri? Perchè occuparsi di israele? In fondo Israele sta soltanto portando avanti la sua logica della sopravvivenza secondo lui. Non fa niente di diverso rispetto a quello che subisce tutti i giorni gente di tutto il mondo. Poi gli antenati degli israeliani hanno subito sempre parecchio.Dai francesi. Dagli spagnoli, dai portoghesi, dai nazisti.
E prima ancora: dall'egitto.dai romani. Piu' gli Ebrei cercavano di custodire gelosamente gli scrigni della loro identità, più il resto dell'umanità si è accanita. E' anche normale che si sentano, a dir poco, diffidenti.

E' normale. E' umano.
In fondo poi ai palestinesi non è che non diano scelta. Che li chiudano in campi con scritto sulla porta "arbeit macht frei" come è successo ai loro antenati.
Gli arabi di Palestina sono liberi di andarsene. Di farsi una vita da un'altra parte. Come fanno milioni di immigrati in tutto il mondo, di tutte le etnie. Come han fatto anche gli Ebrei. Da secoli.
Se in questo momento storico gli ebrei si trovano a dover costringere costoro ad una scelta obbligata, perchè finalmente, dopo secoli, hanno uno stato, come biasimarli.
In una scala di moralità,dar la scelta di andarsene, è sempre "un po' meglio"di quello che han fatto i nazi.
Ma poi chissenefrega della scala di moralità: in fondo quello che è importante è agire scagliando il senso di colpa lontano da se'.Quando si prende un decisione, la cosa piu' saggia che si possa fare è fare "tutto quello che è necessario". Il resto sono fanfaluche.
Non è disumano israele. E' umanissimo. Non fa niente che gli altri non facciano e non abbiano fatto.E se vogliamo hanno anche qualche ragione in piu'degli altri.Ad andare a vedere, secoli di persecuzioni avranno pur segnato la biologia del loro dna, quindi è normale ( e umano) che magari a livello di inconscio collettivo alberghi un po' di risentimento.
In fondo un punto di vista sul comportamento di questo stato si puo' ricercare: un popolo con una propria cultura fondante della cultura occidentale, con un patrimonio di intelligenze e di conoscenze doppio rispetto agli occidentali.
Abbastanza per avere l'orgoglio di agire secondo la "volontà di potenza" e la propria individualità collettiva, che, a quanto pare è un valore che trasmettono alle giovani generazioni, sennò col cazzo che i giovani starebbero lì a prestare il servizio militare piu' lungo del mondo.
Il nuovo stato rappresenta, come fine, quel "surplus" di vita cui ogni umano aspira.

Uccidere è una cosa che si puo' fare con leggerezza, forse. Qualcosa che si puo' fare senza provare pena. Stare nei panni degli aguzzini, puo' dare qualche soddisfazione, di qualche tipo. E le circostanze esterne danno la sensazione di essere prede di una qualche "necessità".
Lo stato di israle in fondo, si difende. Se questi avessero capito l'antifona e se ne fossero andati, sarebbe stato meglio. Ma siccome la storia non si fa ne' con i se nè con i ma...
Un genocidio in fondo cos'è di fronte alla storia? Se se ne fa una questione di numeri in effetti non sarà particolarmente rilevabile. Per il fatto in se': niente di nuovo sotto il sole. Niente di disumano, di contro natura. Un gesto nella logica della sopravvivenza, giustificato dalla difesa, dalla scelta e (anche) del risentimento.
E, se vogliamo,questo popolo fa anche un servizio all'umanità intera, oppressa dal problema della sovrappopolazione e dell'insufficienza delle risorse.


domenica, maggio 07, 2006

Le Parole Grosse
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Viviamo in un pianeta pieno di stragi e genocidii in atto. Fin qui niente di nuovo, nessun progresso: gli umani uccidono in proporzione alla consistenza della popolazione.
Saremmo tentati di rassegnarci al fatto che gli uomini sono animali che reagiscono ad uno squilibrio in atto, che, misurandosi nei rapporti di forza non fanno altro che rispondere alle logiche di sopravvivenza della specie e lo fanno nel modo che è agli uomini stessi consono: mettendo di mezzo principi, religioni, forme culturali che in fondo rispondono solo alla modalità tipicamente umana di trasformare il mondo.

Se la visione cui si aderisce è questa, allora lo si dica in modo molto palese. Personalmente penso che, essendo l'uomo come sopra, l'uomo è qualcosa che dev'essere superato.
Tuttavia la mia intenzione non era parlare di questo, bensì rivolgermi a chi nelle forme culturali umane ci rimane dentro, utilizzandole, presupponendo una certa "fede" nel valore univerale dell'ente umano. Coloro che, in buona fede ( e siete in pochi) usano l'aggettivo "antisemita" per definire chi crititca quello che secondo me è il nuovo nazismo: la politica sionista dello stato di israele, in nome del quale vengono perpetrate le peggiori atrocità e che, per ragioni che non sto qui ad illustrare, riesce a spacciare presso l'opinione pubblica d'occidente, l'immagine di popolo perseguitato dalla minaccia terroristica ed antisemita .
La minaccia terroristica proverrebbe dagli islamici fanatici che prenderebbero di mira tutto l'occidente per ragioni religiose (guerra di civiltà) la minaccia antisemita da tutti coloro che, nello stesso occidente, prendono posizione contro israele.
Come dicevo inizialmente, il mondo è pieno di stragi perpetrate in piu' o meno silenzio.
Pero' mentre per esempio le stragi di putin sono state mandate dai media nel dimenticatoio, facendo passare Putin per un turista animato da ottimismo per la sua terra, ammirato dall'italia e buon padre di famiglia, senza che mediaticamente si discutesse sulle sue scelte il materia di Cecenia, la rivendicazione di israele e della sua politica è così sfacciata da essere insultante.
Gli israeliani che sono contrari a queste scelte hanno poco spazio nei media internazionali, laddove si insiste sulle stragi della seconda guerra mondiale e sul principio per cui chi c'era e non ha parlato dovrebbe sentirsi in colpa e sul fatto che, con quei trascorsi, uno stato " a maggioranza ebraica" diventava una necessità perchè gli ebrei avevano il diritto a difendersi dagli antisemiti.
E fu così che comincio' un massacro che dura da 50 anni e di cui nessuno si è preoccupato di contare i morti.
Questo massacro non è stato mai chiamato dai media col suo nome: quando si tratta di israele le "parole grosse" riguardano, nell'ordine
1)l'olocausto
2)le scritte sui muri di sapore nazista
3)le bandiere di israele bruciate
Le parole grosse vengono accuratamente evitate quando si tratta di avvicinarsi al tema di quanti bambini sono morti o sono stati rapiti, quante case bruciate, quanti civili torturati e, soprattutto, le provocatorie condizioni in cui sono costretti a vivere i palestinesi nei territori occupati, dove tutti i giorni la popolazione colona li prende a sassate, non fermandosi neppure davanti a un bambino di cinque anni. La grancassa trasmette il pericolo per l'esistenza dello stato di israele. Gli estremisti che bruciano le bandiere, cercando di sdoganare la parola sionismo, per farla assimilare semnticamente a ebreo, in modo che, chi si ritrova a parlar male dei sionisti, parla male degli ebrei, dunque è "antisemita". E questo dovrebbe diventare un dogma per la maggioranza dell'opinione pubblica.
Personalmente, mi sono impressionata quando ho visto, dopo mesi di campagna elettorale al vetriolo, Berlusconi e Prodi abbracciarsi e brindare allo slogan "siamo tutti isreliani".
Le parole diventano, come dice H.Frankfurt, "stronzate", che dei mass media diventano l'essenza. Nella società di massa, creare valori condivisi perchè l'opinione pubblica approvi, o almeno non osteggi, le scelte dei capi che ,naturalemente, sono scelti entro una cerchia di persone spalleggiate dalle diverse lobby.
La pubblicità (o propaganda, con le sue sfumature di significato) è il veicolo comunicativo "creatore" e "orientatore" dell'opinione pubblica. Alla pubblicità servono le fiction e i film storici, che fanno passare certi sentimenti legati a certe letture , presupposte, negli eventi narrati.
Le generazioni del dopoguerra sono state molto sensibilizzate sull'olocausto: musei, film, testimonianze in tv o dal vivo. E' passata una lettura che stigmatizza l'olocausto non come "una" strage, ma come "la" strage del XX secolo.
La connotazione della tutela del popolo ebraico è implicita in questa visione ed è del tutto condivisibile.
Quello che non è condivisibile sono i corollari di questa visione e cioè:
1) che sia accettabile uno stato a maggioranza ebraica, che alla fine è un principio razzista
2)che sia accettabile il martirio dei palestinesi nei territori occupati, per indurli ad andarsene o a ribellarsi, tanto da farsi ammazzare
3)che sia vero che c'è in corso un "conflitto di civiltà" per cui anche gli europei, per il loro bene, sono tenuti a sostenere incondizionatamente israele, rinunciando a sanzionarlo anche in presenza di palese violazioni delle convenzioni internazionali e scoraggiando la critica al suo interno.
4) che uno degli stati piu' pericolosamente armati del mondo possa essere in pericolo e quindi abbia il diritto di infierire su popolazioni praticamente inermi
Orbene, la pubblicità lavora instancabilmente per persuadere l'opinione pubblica che questi corollari siano "il valore" la "verità" e chi non aderisce è nazista, antisemita, cova odio per gli ebrei ecc...
Da questa falsa opinione i movimenti dovrebbero guardarsi, evitando le generalizzazioni e chiamando le cose con il loro nome, senza cadere nella "fabbrica di stronzate allestita appositamente per noi..
Come dice saggiamente Frankfurt: "I campi della pubblicità e delle pubbliche relazioni e quello, oggi strettamente correlato, della politica sono pieni di stronzate così assolute da essere diventate ormai assoluti paradigmi del concetto. E questi settori sono affollati di raffinatissimi professionisti che -con l'aiuto delle tecniche piu' evolute e sofisticate, delle ricerche di mercato, dei sondaggi di opinione, dei test psicologici e così via-
mettono ogni cura nella scelta e nell'uso delle parole e delle immagini giuste" (H.Frankfurt: "stronzate", Rizzoli,2005)

martedì, maggio 02, 2006

ARRESTATI L'11 MARZO

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I ragazzi arrestati l'11 marzo in seguito ai disordini di corso buenos aires stanno ancora in galera.
Nonostante io non sia una simpatizzante della militanza antifascista, nonostante creda che questi qui siano scesi in piazza inopportunamente, nonostante sia contraria agli atti vandalici che sono stati commessi, trovo ripugnante che dopo 2 mesi questi stiano ancora in galera.
Nessuno si è fatto male, le automobili possono essere risarcite dai responsabili, quindi perchè questi stanno ancora a san vittore?
In questi ultimi tempi l'abuso dei mezzi di coercizione sta diventando davvero intollerabile. Giornalisti incarcerati che scontano preventivamente mesi e mesi di carcere per calunnia. Militanti di un nuovo parito comunista che vengono carcerati e processati per associazione sovversiva, nonostante vi siano le prove che non hanno nulla a che vedere con atti di terrorismo.
Le cose sono messe male: il potere usa l'arma della repressione verso i reati di opinione e seppellisce per mesi dei giovani -incensurati- nelle galere in modo ingiustificato.
Però, reati come qualli di angelo izzo, o lo stupro commesso 6 anni fa dall'assassino del piccolo Tommy, hanno meritato la scarcerazione. Nel caso di Izzo, perchè si "rieducasse" alla vita sociale.
La magistratura, così comprensiva ed illuminata con criminali comuni, diventa rigidissima contro coloro che hanno ideologie rivoluzionarie, o che ingaggiano scontri con la polizia, senza neanche, peraltro, che qualcuno si sia neppure ferito.
Vecchi fantasmi di odio per il "disordine sociale" agitanogli animi dei magistrati che intraprendono le loro battaglie personali contro chi, evidentemente, non è nè così ricco nè ha amicizie altolocate, per essere tratto fuori.
Ma quanti responsabili di crimini anche gravi , perchè prescritti, sono fuori e magari popolano anche le aule del parlamento. Quanti, sospettati di associazione mafiosa, crimine che giustificherebbe la pericolosità sociale,quindi l'incarcercerazione, stanno aspettando il processo, a piede libero, magari seduti su qualche scranno da presidenti della regione?

La macchina della giustizia però, il pugno di ferro lo usa con qualche scalmanato che si è agitato troppo un sabato pomeriggio nel centro a Milano.Siamo nella logica di chi ruba la mela, sta dentro e chi ammazza sta fuori. Dove chi ruba la mela sono una ventina di ragazzotti giovani, che alla fine, non costituiscono un pericolo sociale, per niente, a meno che non si consideri che l'atto vandalico sia un pericolo sociale, ma allora mi dovete spegare perchè, i ragazzi che hanno otturato i cessi nel liceo parini, l'anno scorso, non sono stati incarcerati. Decine di migliaia di euro di danni, ai quali han chiesto sì conto, ma di galera, neanche un giorno.

I reati che si vogliono punire sono quelli di opinione, che, proprio perchè tali, sono considerati di una pericolosità imprevedibile. Le idee, giuste o sbagliate che siano, proprio come idee, fanno spavento.
Le idee, nonostante l'epoca della televisione dove viene contrabbandata ogni sorta di menzogna e di stupidità,che spande tutto il giorno la sua grancassa di cazzate, spaventano, e parecchio. Queste cose danno speranza, oltre ad indignare.

I sassi del cavalcavia, nonostante all'epoca d'oro in cui ne lanciavano quasi uno al giorno si dicesse che l'uomo è governato dalla sindrome della mimesi, dell'imitazione, (quindi era controproducente parlarne, perchè si rischiava che la crudele prassi si diffondesse.)è diventato un film. Con tanto di trailers e fanciulle e fanciulli "belli e dannati" che lanciano mattoni giu' dai ponti sulle autostrade. Oggi della sindrome dell'imitazione non ci importa piu'. Al primo trailer di qusto film, dopo anni che era sparita la moda, un nuovo sasso assassino è stato scagliato.
Ma ai produttori e promotori del film, nulla. Queste opinioni non sono pericolose socialmente, questi stanno fuori, a bere whisky e telefonare dal bordo piscina con le mani sul culo di qualche attrice, a chiedere scusa a qualche politico.

Il concetto di pericolo sociale viene applicato a chi, incensurato, dice qualcosa che da' fastidio. E, allargandone, a quei giovani che sono entrati in collisione con la pula dopo una manifestazione un po' movimentata.

Siamo nel campo della sproporzione che, oggettivamente, muove le decisioni, nel campo della Giustizia, su questioni che ,teoricamente, atterrebbero piu' al buonsenso che alla regola scritta.
Ma l'arma piu' poderosa di questi tempi scellerati è la menzogna, con cui si propagandano sentimenti di massa a buon mercato e le mistificazioni, rese attraverso la dialettica tra quel di cui si parla e quel di cui non si parla.

Gli israeliani sono per i media il popolo oppresso bisognoso di solidarietà politica. Quel che non dicono è che i palestinesi non parlano perchè è loro impedito.
Bruciare una bandiera, nella fattispecie quella israeliana, è un atto barbaro, bestiale, scandaloso. Non ti arrestano, ma ci vanno vicino.I media cercano di diffondere un sentimento unanime di scandalo.
Addirittura i fischi in una manifestazione a Moratti e Buttiglione, peraltro secondo me meritevoli, sono spacciati per analoghi a sassi in faccia .

Se quattro stronzi urlano 10, 100, 1000 nassirya, questo slogan è stigmatizzato come una bestemmia dei Valori della Patria e questo comportamento è generalizzato a tutti coloro che, sulla guerra, esprimono opinioni "contro".

Un atteggiamento generalizzato di stigmatizzazione di atti tutto sommato irrilevanti dal punto di vista della pericolosità sociale, caratterizza un po' tutte le forze politiche. E' diventato inammissibile manifestare, è inammissibile dire slogan, bruciare bandiere.

La mia impressione è che negli ultimi tempi la controffensiva verso il dissenso sia piu' cruenta. Quando ti mettono in galera per una manifestazione e, soprattutto, ti ci tengono per due mesi, possiamo dire che in italia davvero siamo arrivati all'argentina.
E poi c'è il solito luogo comune, che è comune, ma è vero, che in effetti la legge esiste solo per chi non ha i soldi per annullarne gli effetti.

ps c'è qualcuno che sa qualcosa sulla mamma di cogne?