vorrei essere ebrea.
Quando mi capita di parlare dello sterminio della popolazione dei territori occupati, che si sta quotidianamente compiendo in questi giorni, con la complicità delle nazioni occidentali, mi viene dato spesso l'epiteto di "antisemita".
Quando mi chiamano antisemita, mi sento che vorrei essre ebrea.
Un'ebrea italiana, che vive come familiare la luce del candelabro a sei braccia, con i genitori che litigavano perchè il papà rinfacciava alla mamma di non voler andare a vivere in Israele.
Vorrei che la memoria storica dell'Olocausto mi appartenesse per vicinanza con i vissuti familiari, e non solo perchè ho visto tanti film, letto tanti libri e sentite tante testimonianze. Vorrei avere con l'olocausto un legame piu' diretto, vorrei che il mio sangue passato l'avesse vissuto.
Vorrei essere ebrea, perchè sono convinta che le parole, in certi momenti storici pesino piu' per chi le dice, che per il valore fattuale che hanno.
Perchè se fossi ebrea , nessuno mi potrebbe accusare di antisemitismo, quando metto in guardia che stiamo facendo come loro, i gentili al tempo del nazismo, che hanno vissuto nell'indifferenza il tremendo genocidio che si stava compiendo nella loro contemporaneità.
Oggi non possiamo piu' fare niente per quel genocidio, non possiamo evitare il passato, che è il regno della necessità, ma possiamo influenzare il presente che è il regno della possibilità: questa è una cosa che possiamo fare solo cominciando con le parole.
Vorrei essere ebrea per testimoniare che lo Stato di Israele a questo prezzo, non puo' essere giusto. Gli ebrei sanno cosa vuol dire "giusto",ne hanno il concetto ben chiaro.
In Israele c'è il giardino dei "giusti": i non ebrei che hanno rischiato di persona per mettere in salvo la gente dalle persecuzioni. Tra essi vi è Giovanni Palatucci, un fascista convinto, che aveva fatto carriera in seno al fascismo fino a diventare questore di Fiume. E già così deve averne digeriti di compromessi.
Però di fronte alla richiesta di prendere posizione sulla complicità dello sterminio nazista, ha detto di no. Lui, fascista, fece fuggire i perseguitati dirottandoli al consolato spagnolo. E ha salvato la vita a parecchi. Non la sua. Scoperto, fu internato in un lager (mi pare auschwitz) e lì perse la vita.
Questo era un fascista, etichetta che designa "la feccia della terra": gente che ha fatto una scelta di carrierismo, di sudditanza incondizionata, di significati guerrafondai e autoritari. Eppure proprio il fatto che un fascista abbia rifiutato questa piega presa dal regime che l'aveva messo in carriera,rende più evidente l'oggettività della nefandezza dei crimini nazisti .
Ecco perchè vorrei essre ebrea. Perchè allo stesso modo che, come dice l'UCEI, è bene che siano proprio i non ebrei a portare il vessillo della lotta all'antisemitismo, così, perchè le cose vengano dette, è bene che siano proprio gli ebrei a levare la voce piu' forte contro questo massacro di arabi palestinesi, che con la sua attualizzazione, rende inutili i sacrifici di tutti quelli che alla logica nazista si sono opposti, ebrei e non ebrei, perchè, ora come allora, quella logica ha un'etichetta universale: quella dell'ingiustizia.
martedì, maggio 16, 2006
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