domenica, maggio 14, 2006

I FIUMI DEL CAOS

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Aristotele pensava che il pensiero umano fosse lo "specchio" della realtà, cioè che l'ordine delle rappresentazioni che popolano i pensieri, fosse il medesimo ordine dell'universo.
Nelle parole, come tali, non c'è nè verità nè falsità. Queste ultime si trovano nei giudizi umani: quando si predica qualcosa di falso, ci si contraddice rispetto all'ordine del reale, i cui significati sono racchiusi nelle parole. E' mettere insieme i significati in modo che l'uno contraddica l'altro che provoca la "falsità". E la falsità, almeno osservando il mondo moderno, non si limita alla sfera delle parole, si propaga, dilaga, infesta il mondo umano, che, essendo fondato sulla comunicazione, distorce, mistifica, rimpiazza con palesi stupidate l'elementare ed essenziale attitudine umana ad esprimere giudizi. Così arriviamo al paradosso di un mondo, quale il nostro è, in cui frasi fatte e giudizi che rimbombano ripetutamente nelle orecchie di masse di persone un po' ingenue e un po' prese dai casi loro, diventano la "verità ufficiale" che nessuno osa mettere in dubbio, pena l'esclusione sociale e il marchio di folle o consumatore di sostanze illegali.

Il contrappeso è la "vox populi". Per esempio: quando ancora non era credibile che il calcio fosse corrotto almeno quanto sta rivelando in questi giorni di essere, Elio e le Storie Tese hanno firmato una canzone intitolata "ti amo campionato" dove parlava di "pastette" e di tifosi, per brevissimi attimi, attraversati da pensieri maligni, dinanzi a decisioni arbitrali in cui si annullavano i goal ingiustificatamente e si convalidavano goal che palesemente non esistevano.
Solo che il tifoso non puo' dire di se stesso di essere obiettivo, il tifo, come si sa è una passione e come tutte le passioni acceca. Quindi l'indefinibile sensazione di dubbio verso la purezza dello sport, delle società che "figurati se si sputtanerebbero con i tifosi, che sono milioni, con partite scientificamente e mafiosamente truccate",era un dubbio da ricacciare , subito, nei meandri dei pensieri intorno a cio' che "ma vaaaa. non è possibile".
Era il 99 quando usciva la canzone di Elio. Fu presa come un'ironica malignità probabile come l'esistenza degli UFO. Forse diceva qualcosa di sensato, ma non apposta. Una malignità "vox populi" come tante e tante e tante altre "stronzate" che si dicono in giro.
Come i nostri "eroici" militari,( e anche gli "eroici" mercenari")che vanno in iraq in missione di pace.
Mah questa chi lo sa se è una stronzata dello stesso livello di quelle di Elio. O forse è falsa? Viene mal di testa a pensarci.
Elio ha detto il vero, non sapendolo per certo. Dice il vero la maggioranza che crede alla lotta contro il terrorismo islamico e pensa che andiamo in Iraq "in pace" ad esportare la democrazia? E se sono tre anni che attiviamo questa pace, perchè la gente ancora, la' muore e quanto bene?
Sulle questioni iraquene soltanto l'uso delle parole che viene fatto e la sua contraddizione, davvero eclatante, coi fatti dovrebbero spingere individui dotati di pensiero ad emettere un giudizio coerente con quanto possiamo tutti vedere ed apprendere in merito all'iraq.
O forse è che , personaggi dalla penna graffiante come Oriana Fallaci, al servizio dei discorsi da leghista al bar di paese, ci hanno instillato una passione, un torrente emotivo incontenibile, che ci spinge, come la passione calcistica, ad essere accecati di fronte alla piu' elementare evidenza.
Il discorso potrebbe estendersi ad altri temi. L'undici settembre, per esempio. La vox populi ci parla di dubbi di fronte all'epocale evento dopo il quale "nulla è stato piu' come prima", ma la stessa vox populi si rifiuta di pensare che questa verità possa essere uno "spaccio" di notizie e deduzioni, piu' o meno plausibili logicamente, create ad uso e consumo di sporche strategie di politica internazionale, per cui non sarebbe nè immorale nè offensivo raccontare planetariamente palle colossali, per creare un "nemico culturale" , un "islam che ha dichiarato guerra all'occidente".
Israele. Che è ricchissimo e ha al suo fianco le potenze piu' ricche del mondo, è piu' di tutti "minacciato".
Dagli straccioni islamici che, come dice un bloggaro di indymedia, squalo, "non hanno da mangiare, ma hanno i soldi per comprarsi il tritolo per farsi saltare nei supermercati".
La vox populi su Israele ha poco da dire: tutti siamo cresciuti con la storia, appresa sui banchi di scuola, che passa attraverso l'olocausto come vergogna umana e vergogna del XX secolo. Come biasimare un popolo che ha digerito cotanta sofferenza? Fintanto che c'era Arafat, che non ha fatto molto, in verità, però era un ottimo public-relation man, col carisma di chi sapeva non farsi mettere sotto gamba, israele lavorava in modo meno palese, preferiva fare qualche strage ogni tanto, ma si guardava da far sì che le vessazioni cui sottoponeva gli arabi fossero argomento quotidiano. E con Arafat il rischio c'era.
Morto lui, si sono aperte le caterratte della "soluzione finale" della pulizia etnica.Ma guai ad usare quest'espressione. Puzza di antisemitismo, di Nazismo, di razzismo, insomma, non si vuole che si dica.
Alla vox populi si tenta, con successo, perchè il potere mediatico non è tutto, e di più,di far ingollare la biada che vuole Israele, popolo di ebrei, ergo popolo "perseguitato", ergo "minacciato" niente popòdimeno che dall'Atomica (io sono cresciuta con il tabu' dell'Atomica) di Ahmadinejad (che non ha) che dunque chiede aiuto alla comunità internazionale ,eu e usa, perchè si intervenga per farlo smettere di minacciare, prevenendo eventuali attacchi con bombe atomiche (che l'Iran non ha) con missili atomici (che gli USA hanno e anche israele) però "piccoli" e "chirurgici" che farebbero, naturalmente pochi danni. Il tabù dell'atomica viene nello stesso ragionamento, sollevato come spauracchio e ridimensionato come qualcosa di accettabile e giustificabile.
Forse il caos non è un grosso problema per gli umani, anzi, è l'origine del comico. La tragedia, in questo bailamme mediatico che ha reso i significati ridicoli, perde la sua consistenza e si trasforma i farsa. Forse, di fronte all'impossibilità di ogni ragionevolezza, rispetto a questi significati stridenti con le loro parole, la cosa piu' saggia da fare è riderne. E siccome il riso fa buon sangue, chissà che un'umanità che ride non diventi, piu' di un'umanità seriosa ma pericolosamente incline a farsi prendere per il culo, un' umanità rivoluzionaria e rivoluzionata.

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