venerdì, maggio 19, 2006

la fiducia si incaglia su un ministero da abolire

Ma diciamocelo: a che serve il ministero degli italiani all'estero?
Non ce l'ha nessuno, perchè dobbiamo tenercelo noi?
Eppure su quest' elementare considerazione su una faccenda completamente estranea agli interessi nazionali si sta giocando pericolosamente la fiducia al governo Prodi. I senatori, infatti, non sono compatti perchè ritengono che questo ministero s'abbia da tenere.
Ma riflettiamoci: a che serve un ministero del genere, oltre a sperperare soldi pubblici inutilmente? Dato che all'estero i nostri concittadini emigrati fanno i conti con le rispettive legislazioni del paese in cui vivono?
I rapporti tra gli stati sono regolati da diplomazia e da ordinamenti che un po' esistono già e un po' vengono decisi in itinere. Cio' che regola i rapporti tra le nazioni ( a parte il fatto che la UE ha un valore sempre piu' preponderante nelle relazioni internazionali, per quel che ci riguarda...) sono deliberazioni economiche e politiche che hanno a che fare con l'economia e con le specifiche connotazioni della situazione particolare, per esempio la questione degli emigranti clandestini viene decisa direttamente dal presidente del consiglio che, poniamo, stipula accordi internazionali con la Libia per sorvegliare reciprocamente le acque territoriali.
Il ministero per gli italiani all'estero è una specie di mega agenzia di public relation che organizza manifestazioni, raduni nostalgici e anche incontri culturali per "rimembrare l'Italia" e per creare a livello elettorale un clima di partecipazione a vantaggio della lobby politica che mette piede in quel ministero per ricavarci lustro e vantaggi, anche se poi gli italiani all'estero sono imprevedibili perchè non assediati dalla grancassa televisiva.Per esempio e' stato grazie a Tremaglia,cui è stato affidato nell'ultima legislatura, che gli italiani all'estero hanno votato, determinando la vittoria del centro sinistra.
Un ministero, comunque, ha costi molto elevati, sopportati, come ogni altra istituzione pubblica, dai contribuenti. Costi che dovrebbero essere giustificati da un'effettiva utilità legata alla sua esistenza e alla sua funzione. Francamente penso che i costi di un ministero in rapporto ad un'attività di pubbliche relazioni,cioè della promozione di qualche personaggio che costruisce le proprie clientele siano qualcosa di cui l'Italia debba imparare a sbarazzarsi senza troppi rimpianti.
E sicuramente il ministero degli "italiani nel mondo" non costituisce un motivo per cui il governo degli "italiani in Italia" si debba arenare fin dalle sue prime battute, data la disastrosa situazione socio-economica che ereditiamo dal governo precedente. Un ministero in piu' significa tagli in piu' ai servizi pubblici e mi sembra che non ne abbiamo bisogno.
Quindi: fuori i nomi di chi si oppone a questa giusta soppressione di un ente inutile: che siano conosciuti e sottoposti al pubblico ludibrio della bocciatura politica da parte di un elettorato ,che, mi auguro, imparerà ad educare la "bocca troppo buona" nella scelta dei dirigenti del paese.

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