lunedì, settembre 25, 2006

ancora: 11 settembre

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Iersera è andato in onda, in prima serata, Report, che trasmetteva "Confronting the evidence" un documentario sulle "perplessità"(per usare un eufemismo)della versione ufficiale dell'11 settembre.
In questo documentario si elaboravano tutte le debolezze dell'impianto uscito dalla commissione governativa d'inchiesta sull'evento: dal sistema di sicurezza aereo (equipaggiato con i caccia), che ,stranamente, non ha seguito i protocolli prescritti quando c'è un dirottamento, alle tesi fisiche su come facciano 2 velivoli, che avrebbero dovuto infrangersi come matite in una zanzariera, a polverizzare due grattacieli, sgretolatisi in caduta libera, lasciando solo quintali di polvere.
Hanno anche detto una cosa che non era stata menzionata dai media e cioè che il terzo grattacielo, il wtc7, è stato fatto abbattere dal suo titolare , Silverstein, in quella stessa giornata. Per cui i grattacieli abbattuti sono 3, non 2.
Poi c'è la famosa storia dell'aereo del Pentagono, di cui vogliono farci credere che si è incuneato nelle mura dell'edificio, facendo un buco di 8 metri e che le ali dell'aereo (40 metri) si sarebbero polverizzate (pure quelle) entrando nel muro, lasciando pero' i vetri di alcune finestre intatti.
La mia idea è che si tratti di un colpo di stato, che inaugura una strategia tesa ad iniziare una guerra di espansione territoriale, in cui, per incominciare, si è provocato un massacro, giustificabile nei termini di una guerra non convenzionale, un "sacrificio" collettivo, un "pugno di morti" sul tavolo di un'offensiva lanciata al mondo islamico, detentore di risorse energetiche importanti e non solo di quelle.
La forza di questo colpo di stato doveva stare nella impressione scavata nelle coscienze dalla trasmissione, praticamente in tempo reale, dell'impatto e del successivo crollo degli edifici. Una simile catastrofe, con tanto di superstiti dell'impatto che muoiono in pochi minuti, quando sopraggiunge il crollo, essendo rappresentata dal media più popolare (la tv) si imprime nell'inconscio collettivo. Genera immediatamente memoria e questa memoria diviene giustificativa di ogni successiva azione bellica , che non si scusa più(non ne ha bisogno) per la sproporzione del numero dei morti o per la violenza con cui i massacri vengono condotti. La memoria collettiva e il suo immaginario inconscio, ormai, ha creato l'archetipo del crollo del simbolo stesso dell'America, catastrofe che chiama vendetta. Lo metabolizza, lo ingloba in una coscienza che ha già da quel momento giustificato qualunque altra cosa.
Dall'epoca della Rivoluzione francese, i media sono parte integrante delle strategie belliche e politiche. Non si possono aprire conflitti o creare rivoluzioni, se non si crea anche il consenso di chi vota. E per fare questo le armi sono i media. La televisione è il media più potente, oggi.

Come ho scritto su Indymedia:
"L'obiezione piu' di moda in questo periodo è quella relativa al fatto che troppa gente si sarebbe dovuta comprare per mantenere il silenzio sull'11 settembre.
Perchè? il grosso della gente che si sarebbe dovuta comprare (gli addetti ai caccia per la difesa) è saldamente ancorata alla gerarchia militare, non è che se Cheney ti ordina di "non intervenire", come pare sia successo, loro possono farlo o chiedere spiegazioni. Si chiama gerarchia e serve proprio a questo. Se la immensa impresa è andata come ha cercato di interpretare "confronting the evidence" è chiaro che sono stati coinvolti corpi militari, in cui vige il principio che chi progetta sa, un gradino piu' sotto non si è tenuti a sapere, ma ad eseguire, o a far eseguire, senza far domande.
Avvalendosi di apparati gerarchizzati (immagino che anche la CIA lo sia) e dell'aiuto di stranieri, alla fine le persone da comprare sono poche: le poche decine che hanno pianificato la demolizione dei grattacieli. Neanche quelli che hanno piazzato l'esplosivo, poiche quelli potrebbero essere poveri manovali che organizzando un trasloco o uno spostamento di pacchi , hanno ricevuto semplicemente l'ordine di piazzarli nei posti giusti per poi essere collocati a dovere anche da una sola persona.
La logica di una tale impresa sarebbe chiaramente quella di un colpo di stato: alcuni politici (sicuramente per esempio rudolph giuliani), alcuni capi militari, individui legati alla potenza statunitense, magari x qualche lavoretto sporco del passato, statunitensi(i responsabili della sicurezza aerea sono stati lautamente premiati, mentre avrebbero dovuto incorrere in pesanti sanzioni,per esempio) o magari stranieri. Ci sono stati dei decessi tra stranieri che sulla faccenda avrebbero potuto dire qualcosa. L'obiezione della troppa gente non sta in piedi, proprio perchè il grosso , appunto, era incatenata dalle gerarchie e i piccoli eseguivano qualcosa che non potevano conoscere.. "

Questo è stato, per come la vedo io. Un atto di guerra non convenzionale, a cui gli USA, secondo la dottrina Wofowitz che stabilisce le linee generali della RIVOLUZIONE NEO CONSERVATRICE ,hanno ricorso per accelerare i tempi della trasformazione, in senso bellico, della modalità della distribuzione delle risorse in USA.
Poi un dato che mi pare significativo è che gli USA hanno speso per la commissione indagini sull'11 settembre 600.000 dollari. A fronte dei 40 milioni di dollari che spesero per indagare e risolvere la faccenda del pompino di Clinton.
E questo per tagliare la testa al toro.
cmq un forum inglese su queste faccende:
http://www.itszone.co.uk/zone0/index.php
ci sono veramente TUTTE Le interpretazioni e le spiegazioni del caso. Pro e contro. Annessi e connessi.

domenica, settembre 24, 2006

Casini: come sotto Nerone

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Con le pupille ovine fissate dentro l'obiettivo della telecamera per raggiungere il cuore della gente, il tono di voce da consumato uomo di spettacolo, accattivante come chi si sente veramente pervaso da un sentimento di indignazione, l'onorevole Pierferdy ha ieri rilasciato al tg5 la seguente dichiarazione:

"Si tratta di difendere i cristiani perseguitati nel mondo. Ogni giorno c'e' un bollettino di guerra: cristiani che cadono, missionari che fanno solo del bene agli altri, che si trovano a subire i pregiudizi delle discriminazioni", ha detto Casini, "C'e' liberta' per tutti, ma sempre meno per i cristiani, e il tutto nell'indifferenza, nell'incapacita' di indignarsi del mondo occidentale, dell'Italia e dell'Europa. Allora si tratta di difendere questi cristiani, di dare loro voce. Difendendo loro difendiamo noi stessi, la nostra storia, le nostre radici, la nostra identita'". "Io credo nel dialogo con l'Islam", ha aggiunto Casini, "rispetto tutte le religioni. Penso che, come ci ha detto Giovanni Paolo II, non si puo' uccidere in nome di Dio. Ma rispettare gli altri significa sapere chi siamo noi, da dove veniamo e dove vogliamo andare. Altrimenti nmon ci sara' dialogo con gli altri, ma solo cedimento culturale alle ragioni altrui".


Si riferiva a 3 uomini, gente che ha assimilato pienamente il messaggio di Gesu', che è stata giustiziata in Indonesia per aver perpetrato, nel 2000, un massacro in un villaggio musulmano. Tre "anime cristiane" che hanno assasinato più di 200 persone inermi.
Certo,non erano tre che "facevano del bene alla gente", a meno che Casini non pensi che andare nei villaggi e sterminare esseri umani di religione islamica, non sia, appunto, "fare del bene". In fondo, è un'opinione diffusa questa. Dalla Cecenia, alla Palestina,al Libano. In effetti da molti "cristiani" queste cose sono considerate buone e giuste.

A mo' di chiosa, un'uscita modello "Fallaci da bar": sapere chi siamo ,dove stiamo andando,e da dove veniamo. Per l'ultima questione lo rimando a Darwin, o alla Bibbia, a seconda delle tendenze. Chi siamo, invece lo sappiamo benissimo. Siamo gli alleati-servi degli Stati Uniti(nei confronti dei quali il "religioso" Casini riserva atteggiamenti di servilismo compiacente, finalizzato ad evitare accuratamente la sua emarginazione politica), dove si giustizia gente che aveva commesso un omicidio quand'era minorenne. Dove stiamo andando: è semplice, verso la guerra atomica, lo "scontro di civiltà" praticato (e questo sì è sotto gli occhi di tutti) con bombe che mutilano i vivi e che uccidono in modo sempre meno "convenzionale", in un'escalation di violenza di massa che continuerà,segnata dai toni da guerra santa ,condotta in malafede da individui come Casini ( e da altri "codini" della stampa e della politica venduti al padrone più prepotente), con un epilogo planetariamente catastrofico i cui segni possiamo ben già ravvisarli attualmente.

ho fatto un banner


chi lo vuole puo scaricarlo , non ho assolutamente idea di cosa serva, però non ci avevo 1 azz da fare...

sabato, settembre 23, 2006

Non so voi.Io non lo amo affatto.

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La squallida giornata milanese che mi aspetta, mi richiama per analogia ad una considerazione sulla classe politica che ci troviamo a supportare finanziariamente, in particolare su una certa faccia di cazzo che è sicuramente più significativo della sua espressione da somaro che ha fatto carriera: Giuliano Amato.

Premessa: Siamo usciti da 5 anni di berlusconianesimo, con un certo sollievo, per quel che mi riguarda. Eppure, quando mi capita di fare discorsi di politica interna, mi rendo conto che su quegli argomenti, piu' che su altri, mi ritrovo a rifilare luoghi comuni che sfociano nel :son tutti uguali, destra e sinistra, passato e presente. Una spassionata autocritica su questa attitudine verso i luoghi comuni, in effetti , mi porta a considerare che forse, in questo caso, proprio un luogo comune non è, perchè da quando questa coalizione governa non è che abbia fatto qualcosa di diverso dalla casa dellE libertà. Per esempio: la legge sul conflitto di interessi è stata annunciata e, da quel che avevo capito io, che sugli articoli di politica interna sono un pelo gnucca, stava per incominciare il dibattito parlamentare.
Gli attuali oligarchi, Prodi, Mastella, Amato ecc..avevano avvertito che non avrebbero elaborato una legge "punitiva", ma un'equa deliberazione che avrebbe fatto dell'Italia un paese in linea con gli altri paesi civili (in realtà sul contenuto di questo progetto di legge si è mantenuto uno stretto riserbo).Poi però ogni iniziativa si è progressivamente arenata, fino ad andare in epochè, che in greco significa "sospensione": il tutto si è "surgelato" perchè è scoppiato il caso telecom (che come dice Blondet,era "in nuce" dal '97,ma "chissàcomemai" se ne parla oggi. Transeat.) che coinvolge Prodi e, annesso al caso Telecom, il caso delle intercettazioni telefoniche..


Mi son tornati alla memoria quei fatti incresciosi(caso Savoia e caso Moggi) su cui qualche mese fa si discuteva se continuare a consentire ai magistrati l'uso di questo strumento per raccogliere elementi di indagine, ovvero non permetterlo più perchè si violava la privacy degli indagati. Sembra strano a dirsi ma era cominciato un dibattito in questo senso (adesso la legge sulle intercettazioni ha tagliato la testa al toro, limitando,perchè ce n'era bisogno, la libertà di informazione) .
Ora, in concomitanza del caso Telecom, salta fuori che migliaia di intercettazioni erano in opera presso Telecom stessa su commissione del SISMI , il servizio segreto militare dello stato Italiano, da noi finanziato e sotto l'autorità del ministro degli interni.
Il ministro degli interni è Giuliano Amato. Un ex craxiano di cui, sotto elezioni non si parla mai, ma che, quando è il momento di fare il governo, viene sempre insignito di cariche importanti, ministro dell'economia o ministro degli interni. Un personaggio equivoco, un retaggio di un passato ancora poco chiaro, che ereditiamo, nostro malgrado,alle più alte leve del potere sulla nostra comunità nazionale.

Di lui si sa che è sicuramente un filosionista in politica estera. Quando l'unione delle comunità islamiche italiane aveva comprato una pagina sulla stampa (non il Corriere) per denunciare l'aggressione israeliana in Libano e i connessi di questo evento, Amato aveva reagito in modo scomposto, rompendo la neutralità che un ministro dovrebbe mostrare a livello personale, nel momento in cui una comunità che vive ed opera legalmente in Italia decide di esprimere un'opinione e renderla pubblica.
Si è indignato per il paragone tra nazismo e sionismo (fatto dall'Ucoii quando un razzo israeliano ha ucciso in un "tragico errore" 34 bambini a Caana) e si era mosso tentando isolare l'Ucoii dalla consulta delle comunità islamiche italiane, qualora si fossero rifiutati di firmare la "carta dei valori e dei principi" con cui si "ribadisce l'unicità dell'olocausto" , in mezzo ad altre prese di posizione generiche come la condanna della pena di morte e delle armi di distruzione di massa.
L'ucoii, in quel frangente aveva obiettato che basterebbe rifarsi alla nostra costituzione per affermare quei principi.
Ma Nella nostra costituzione l'esplicito riferimento all'unicità dell'olocausto (che a mio modesto parere apre la strada alla criminalizzazione delle critiche a Israele) non c'è. Ed è questo che Amato voleva ribadire. Che non succeda piu' che si paragonino nazi e sionisti sulla stampa nazionale italiana. Neanche a pagamento.
Ora non so come sia andata a finire questa storia, perchè poi è saltata fuori la vicenda delle bombe a grappolo disseminate per il territorio libanese (e dei bombardamenti non convenzionali che anche se non ne parlano più ci sono stati,però, appunto,non se ne parla più), e quindi la carta dei valori di amato, in teoria, si rivolta contro il paese amico. Insomma: non so come è finita sta storia.
So solo che Amato, sulle decine di migliaia di intercettazioni commissionate dal SISMI alla telecom, dice di non sapere, ovviamente, nulla. Io, che pure non so nulla, mi chiedo , essendo il sismi l'attore principale del rapimento di abu omar e di un altro paio di lavoretti sporchi per bush, quale sia il contenuto e lo scopo di queste migliaia di intercettazioni e quale peso esse avrebbero dovuto avere nel quadro della nostra politica estera.
Il ruolo della politica estera italiana infatti mi sembra tragicamente chiaro (chi è lo zerbino di chi) , il ruolo di Amato ,che invece oggi è ministro degli interni , molto meno.

venerdì, settembre 22, 2006

più ProdE che mai


Da quell'immonda carta da culo che è il "corriere della sera"

Prodi: "Veto Israele-Usa su governo di coalizione in Palestina"
NEW YORK - Israele e gli Stati Uniti avrebbero posto il veto sulla formazione di un governo di coalizione in Palestina. Lo ha fatto sapere poco fa il presidente del Consiglio Romano Prodi, precisando di averlo appreso nel corso del suo colloquio con il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese Abu Mazen. Prodi ha dichiarato: "Abu Mazen mi ha detto che era pronto l'accordo per formare un governo con otto ministri di Hamas su 24. Quattro di Al Fatah e gli altri della societa' civile. Ma su questo - ha riferito il presidente del Consiglio - c'e' stato un veto da parte di Israele e degli Usa". (Agr)

Bene. Continuano le buone notizie. Prodi, dicono su qualche sito(indymedia) "ha squarciato il velo di silenzio che circonda i rapporti tra USA e Israele".
Secondo me c'è rimasto proprio di merda: è andato a parlare con Ahmadinejad, lui pensava di farci la figura del "coraggioso",in barba alle parole roboanti come peti di Casini che delirava ai mass media il suo biasimo,
e poi? E' andata a finire che ha sbattuto il muso in quello che (lui) è, anche se si illudeva di essere qualcosa di diverso: lo zerbino dei Nazisionamericani. Embe? E se ne accorge adesso? Poveraccio, come ci sarà rimasto male.
Che, la figura degli zerbini la devono fare sempre e solo le forze dell'Unifil che stanno al confine Libanese-israeliano a compilare rapporti (come si vede la carta da cesso abbonda) sulle violazioni degli "amici" di Sion alle risoluzioni ONU? noooo,il destino riserva un po' di figure di merda anche per lui, democraticamente, come il nostro sistema ,graziealdiodamerica, permette.
Previsioni per la futura politica estera prodiana?
La mia sfera di cristallo mi dice che Prodi pronuncerà la fatidica frase di Elio e le Storie tese al termine di "servi della gleba": "Mi vuoi mettere una scopa in culo, così ti ramazzo la stanza?" Rivolta a chi? lo lascio alla vostra immaginazione.

giovedì, settembre 21, 2006

perchè?

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"Quale dei due sono più vicini alla pace, le bombe o la ragione?"

Questa semplice domanda, fatta dal presidente Ahmadinejad alle Nazioni Unite, potrebbe essere una domanda retorica fatta a scopi propagandistici.
Invece la necessità che Israele e gli Usa hanno di difendersi dal terrorismo internazionale di matrice islamica, potrebbe essere reale e fondata.
O forse no.
A coloro che sostengono Bush, che hanno Oriana nel cuore, che sono proud friends of Israel chiedo:
Perchè tra Ahmadinejad che viola la risoluzione ONU e Israele che viola la risoluzione ONU, Ahmadinejad è quello la cui nazione rischia di essere distrutta da un massiccio attacco missilistico, mentre invece Israele non ha nulla da temere, fosse anche uno straccio di sanzione per aver provocato, in seguito all'aggressione al Libano, un disastro ecologico di dimensioni macroscopiche?

Perchè dobbiamo credere che Israele si è ritirato, quando invece ci sono rapporti dell'Unifil che dicono il contrario e non dobbiamo credere che Ahmadinejad stia arricchendo l'uranio a fini pacifici?

Ho trovato su fisica-mente testimonianze che i rapporti statunitensi sull'arricchimento dell'Uranio in Iran sono stati stravolti in modo che dai dati corrispondesse che la strada iraniana porti inequivocabilmente alla costruzione di armi atomiche. E che sono stati sbugiardati, ma di questo nessun media ne ha fatto menzione.

Vi sono notizie sulla contaminazione dell'aria e del territorio in seguito ai bombardamenti all'uranio in iraq.Contaminazioni che coinvolgono l'Europa.
E allora mi rivolgo ancora ai sostenitori dello scontro di civiltà e ai proud friends of Israel: siete proprio sicuri che quella neo-con è la strada giusta? che vi porterà alla salute vostra, dei vostri figli e ad un avvenire radioso? Davvero nessun dubbio?

Per quello che mi riguarda, se mi dovessi fermare alle parole, trovo infinitamente saggio Ahmadinejad quando parla di pace (oddio magari è propaganda:ovvio che la mano sul fuoco non la metto per nessuno), trovo invece George Adolf Bush totalmente incapace di parlare di pace, i suoi discorsi parlano sempre di occidente minacciato, di Israele minacciato. Di democrazie minacciate insomma. E si paventano reazioni armate a queste minacce. Reazioni che ci vedono sempre dalla loro parte in modo passivo, senza che possimo scegliere. Ma davvero non possiamo scegliere? (discorso di Ahmadinejad alle NU, integrale e in italiano)

mercoledì, settembre 20, 2006

MILANO

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Quando sono via, altrove, presso orizzonti che escludono la rappresentazione di questa città e la gente mi chiede da dove vengo, sento un'amarezza al cuore, una stretta e immagino che quando pronuncio questo nome -milano-sulla mia faccia compaia una smorfia. Mi sovvengono nella mente immagini che sono un po' simboli, cose che non ci sono piu', come i cessi pubblici dela piazzale della stazione centrale o le turche davanti allo stadio di san siro, che sono state soppresse, ma che mi hanno solcato la memoria come metafore di sozzura, di umanità fetida, che nel presente continuano a sussistere nonostante la Milano che vivo e attraverso oggi sia profondamente e sempre, diversa dal passato,diversa da se stessa.
A Milano il clima è sempre umido, estate e inverno. Il pavè del centro sembra sempre un pavimento polveroso incerato da una casalinga tenace. I piedi sembra che si immergano sul selciato delle vie e delle piazze, in una città che per me non è teatro di nessuna avventura interessante e che invece scrittori come Scerbanenco, Merini, Pinketts, Brancher hanno dipinto come scenari della loro vita e dei loro personaggi.
Mi sono sempre chiesta se l'ostilità che nutro verso questa città che vorrei abbandonare immediatamente, abbia radice nella mia mente, come qualcosa di me stessa che vorrei lasciarmi alle spalle, oppure se Milano è veramente imbruttita (oddio, bella non è mai stata) come il viso irregolare ,da stan laurel tragico, di Letizia Moratti, sindaco.
Io sto in periferia, in un quartiere che una volta era un paesino e che ora invece si è arricchito di quei palazzoni di 20 piani costruiti sulla sabbia che parlano della città. Nel mio quartiere ci sono ancora i portici, specie di carrugi sotto i quali ci sono alcuni negozietti di abbigliamento con vetrine spoglie, tranne qualche vestito da bancarella venduto a prezzi esorbitanti.
I muri di Milano -tutti- sono sfregiati da firme di writers e da scritte. Si va da "maria ti amo" a "inter=merda" a "la compagnia è in ferie, ci si rivede il 18.8"
Nel mio quartiere c'è un bellissimo edificio scolastico,con un giardino pieno di alberi, antico, grandissimo, che una volta era una scuola pubblica e oggi è un edificio abbandonato, nei locali del quale ci vive solo un custode del comune e che l'abbandono sta rendendo fattiscente. In compenso,non c'è una scuola media.
La piazzetta della chiesa è sempre piena di gente, con la bella stagione: signore con i bambini che chiacchierano, i bambini che giocano col triciclo, adolescenti in amore e extracomunitarii che ,dopo il lavoro, nel tardo pomeriggio, si comprano la birra al supermercato e la consumano in piazza tra altre chiacchiere.
Gli italiani vanno al bar, dopo il lavoro, possono permetterselo. Giocano a carte sui tavolini di fuori, sbraitano, bestemmiano e litigano, poi fanno pace e continuano a giocare e parlare di calcio.
Non ci sono molti marciapiedi, nel mio quartiere. Lì si cammina per lo piu' sul ciglio della strada, a ridosso dei muri o delle cancellate dei grandi condominii.
i camminamenti interni per i pedoni spesso sono sterrati ,fangosi o polverosi a seconda della stagione. Per arrivare in centro si deve prendere un autobus e la metropolitana. Alla fermata dell'autobus, il sabato pomeriggio, ci sono adolescenti sbarbati e puliti e fanciulle con i jeans buoni e il trucco fresco, che vanno al cinema in centro. Mettono allegria a vederli, ma nello stesso tempo rattristano, perchè vanno in cerca di una vita e di una bellezza che in questa città non si puo' piu' trovare. Nei quartieri un po' piu' centrali: via farini, via meravigli, via plinio, c'è più "metropoli". Dopo il lavoro, specialmente i giovani, si raggruppano nelle birrerie dove fanno l'happy hour, dalle 18 alle 19. Cacciano via la tristezza con birra e compagnia a metà prezzo. Si sforzano di ridere sul loro precariato lavorativo ed esistenziale. Questo nell'ora in cui i papaveri di Palazzo Marino stanno chiamando i taxy per farsi trasportare nei salotti buoni, a cena dall'alta borghesia, con cui, minuziosamente, pedantemente, tra coca e bottiglie di champagne, progettano al miglior modo affinchè i milanesi la prendano piu' profondamente nel culo.
Ma i milanesi sono filosofi, e come potrebbero non esserlo? sono pragmatici, per la precisione. Tra i tanti problemi che hanno, vivendo in questa città, selezionano, si incentrano sui pochi verso cui si possono avere delle cose da dire e soprattutto da fare. E' per questo che Milano divenne, a suo tempo, leghista ed oggi seguace di berlusconi, formigoni e di tutto quello che finisce per -oni-.
E votano per le destre. Perchè i milanesi sono fedeli. Hanno cominciato 20 anni fa a votare per le destre. Ancora non hanno smesso, nonostante le destre abbiano regalato ai milanesi un costo altissimo della vita, una città visivamente sempre piu' brutta, un precariato ormai assurto ad abitudine di vita.
Quello che non manca a Milano sono i vigili urbani e i poliziotti. I primi esistono per fare le multe per divieto di sosta, i secondi per reprimere lo spaccio di hashish e di marjuana, tanto che le piazze di queste sostanze non esistono piu', se ti vuoi approvvigionare devi conoscere uno spacciatore personalmente. Ovvio che cio' non riguarda il consumo di cocaina, che trova a milano la sua piazza piu' fornita ed economica. Il consumo di tale sostanza, riguarda una fetta di popolazione che non viene perseguita per altri misfatti, figuriamoci per questo "vizietto" innocente.
Che dire poi delle bidonville di Musocco?
Andare a Musocco, per i milanesi, ha sempre avuto la valenza semantica di "morire". Stare a Musocco corrisponde a "essere morti". A Musocco c'è il cimitero maggiore. Il piu' grande e popolare di Milano. Esso emerge, dalla nebbia o dalla foschia mattutina delle giornate estive o di mezza stagione, al termine di un viaggio sul tram, che una volta era ferroso e piccolo, oggi è tecnologizzato e a piu' vagoni, che era , non so se è ancora, il numero 14.
E' bianco e immenso, non impacchettato come tutti i poveri monumenti di milano, Musocco. Ha altisime mura bianche, appunto, un cimitero di "frontiera", come tutto a Milano è "di frontiera", anche la stessa città, nonostante si trovi in piena "Padania".
A ridosso delle mura occidentali, in fondo, verso il limitare del cimitero ci sono le bidonville. Non ci abitano solo gli zingari, che comunque sono la maggioranza, ci abitano tutti quelli che, a Milano, non possono permettersi un luogo dove abitare. E sono tanti.
Milano, anche se è una citta' con piu' di due milioni di abitanti, ha conservato le vecchie abitudini dei paesi: si chiacchiera. Lo sanno tutti che fuori dalle mura di Musocco ci sono i bambini -albanesi, rumeni, bulgari, montenegrini- che per max 200 euro, battono. Che Milano è per i pedofili, quello che amsterdam è per i consumatori di hashish: il paradiso del vizio.
Però, a parte sporadiche visite della forza pubblica, nessuno fa definitivamente un cazzo. I milanesi non mollano più le mance robuste che dovrebbero servire ai bambini e ai loro padroni, i vigili urbani non consegnano questi bambini a servizi sociali che, ormai, non esistono più e non mandano a scuola più nessuno. Quindi la prostituzione è impunita. Invereconda. Come la parvenza di esistenza che conducono gli abitanti di questa città...

martedì, settembre 19, 2006

IV Reich



L'america è il IV Reich. Bush sta mettendo a rischio la pelle di tutti gli abitanti del pianeta. Il globo salterà in aria come una pallina di unabomber.
E noi, cittadini imbelli di una realtà ormai assorbita in quella radiotelevisiva, ciechi di fronte alle brutture che stanno fuori dalle mura dei cimiteri delle nostre tristi città, vediamo i massacri in televisione con lo spirito di un adolescente che gioca con la playstation.
Siamo indifferenti ai genocidi, le guerre non ci coinvolgono. Ci emozioniamo solo per un goal, magari farlocco, del Milan. Insultiamo, al bar, gli extracomunitari che "sono troppi". Parliamo di Hitler come il "male assoluto", sollevati dal fatto che sia "storia passata". Mentre il potere che ci governa, si rende complice di nuovi massacri, di nuovi disastri ambientali e vende i nostri destini a colui che di Hitler ha preso degnamente il posto.

Leggete qua

ITALIANIIIIIIIIII
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domenica, settembre 17, 2006

Credere Obbedire Combattere

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Dovremmo cominciare a prendere la storia per il verso giusto. A non stigmatizzare o glorificare il passato a seconda degli umori di chi ci inculca "il sapere" a misura dei valori che promuovono logiche di potere di oggi.
Bisognerebbe cominciare a fare "storia critica", come diceva il grande Nietzsche, vale a dire: guardare al passato con mente sveglia e animo privo di pregiudizi.
Per esempio: credere obbedire combattere, il famoso slogan fascista,non è semplicemente un'esclamazione,quasi da stadio, in salsa politico-bellica.
Tra i tre verbi vi è un legame logico che definisce, anche onestamente, l'essenza del regime. Non solo del fascismo, intendo, ma di ogni altro regime.
Credere: è il fondamento.La conditio sine qua non il popolaccio sottoposto non obbedisce nè, tantomeno, combatte.
Credere nel capo, nel fondamento stesso dell'autorità che, poi, richiede obbedienza e sacrificio ai sottoposti. Mussolini non era uno stupido, sapeva che per dominare aveva bisogno del consenso e che il consenso lo si acquisiva soltanto attraverso la fede in lui come capo carismatico, affidabile politico a cui valeva la pena di affidare il destino collettivo.
In un film di Dino Risi del '61 "La Marcia Su Roma" si vede chiaramente come dei poveracci si fossero uniti agli squadristi in questa scellerata impresa perchè convinti dal "programma di Piazza Sansepolcro" con cui Mussolini prometteva la redistribuzione delle terre in cambio della fiducia incondizionata alla sua persona e al suo piano.
Oggi, chi ha richiesto la fiducia incondizionata al popolaccio è G.W.Bush.
Il suo carisma si basa sull'immagine spacciata dai mass media: quella di un uomo che garantisce le libertà costituzionali, immagine costruita esclusivamente sulla retorica del "grande popolo americano", ma che comunque è efficace, perchè, mediamente, la massa è convinta che le guerre che ha fatto siano giustificate perchè tutelano l'occidente dagli attacchi dei musulmani che ( e qui c'è un'altra ben congegnata campagna mediatica in corso) sono TUTTI incivili, che mettono il burka alle donne e che obbligano TUTTI gli altri a stare col culo a pizzo a pregare Allah
e che puniscono con gli esplosivi e le bombe chiunque si sottragga a questo "piano" islamico di conquista del mondo (cominciato con l'aggressione dell'11 settembre).
Noi occidentali, che mediamente prendiamo la metropolitana tutte le mattine siamo disturbati dalla vista angosciante dei lavoratori marocchini che vanno a lavorare con la giacca a vento, in inverno, che le parole di Bush ( e dei suoi sodali italiani Fini, Calderoli ecc..) ci fanno immaginare imbottita di tritolo e nitroglicerina. Già l'immigrazione massiccia ci disturba, figurarsi l'idea che dietro l'immigrato vi sia il kamikaze che si fa saltare per ottenere nell'al di la, un'eternità fatta di sesso selvaggio con 70 vergini.
Riflettendo però si potrebbe far mente locale a quel 12 dicembre 1969, quando una borsa contenente dell'esplosivo fece saltare una banca in Piazza Fontana, qui a Milano, uccidendo 16 persone innocenti. Chi ha deposto quella borsa non era un kamikaze, non era islamico e sicuramente non lo fece per le 70 vergini, ma per soldi. Un compenso che, probabilmente gli ha cambiato la vita, a lui e ai suoi figli per 4 generazioni. Una persona che magari ora fa il pensionato di lusso da qualche parte.
Quello che voglio esprimere è questo semplice concetto:
Perchè spaventarsi per gli islamici che vogliono fare i kamikaze,che sono sicuramente un numero ridotto di persone, quando, con un congruo compenso si puo' assoldare CHIUNQUE : islamico, cattolico, protestante, norvegese, ebreo, senegalese, italiano ecc, basta che sia disposto a trasformarsi in un assassino?
Per caso il nostro mondo scarseggia di assassini che diventano tali per soldi?
Se si riflette su questo punto, si capisce che il sentimento di angoscia che si prova in metropolitana, avendo paura di saltare per aria è piu' che giutificato, indipendentemente da quanti magrebini con la giacca a vento sono presenti nel vagone.
Questa semplice riflessione, in me personalmente, ha fatto scattare la curiosità di saperne di piu' sulla vicenda dell'11 settembre, che, come le molte stragi italiane, ha parecchi punti oscuri, e la cui matrice islamica non mi convince affatto, così come non mi convinse la tesi dell'esclusiva "matrice fascista" della strage di piazza fontana.
Dietro a questi omicidi collettivi c'è sempre gente importante e ci sono dietro sempre molti soldi.
Non sono discorsi scollegati l'11 settembre, il razzismo e la politica di "privatizzazione globale" che tutti i governi, in complicità tra di loro, stanno attuando nei 5 continenti. Politiche che da un lato si appropriano di beni collettivi, che finora sono stati gestiti in termini "comunistici" come l'acqua, e dall'altro lato stanno trasformando gli stati in organismi aventi soltanto funzioni repressive, senza piu' nulla dare in termini di servizi sociali, in quanto questi saranno, in un futuro non lontano,esclusivamente gestiti da holding assicurative e finanziarie ed erogati a pagamento. Dapperttutto. Chi non se lo potrà permettere sarà lo schiavo del XXI secolo. Questo secondo me è il punto finale della scellerata vicenda storica che ci sta coinvolgendo e che ha nell'inganno dell'11 settembre il suo punto nodale. Stiamo all'occhio, fratelli.

sabato, settembre 16, 2006

sia Benedetto (XVI) chi soffia sul fuoco del disaccordo internazionale

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In un discorso all’università di Regensburg, durante la sua visita in Germania, papa Ratzi ha commentato il Corano. Una mossa prudente. I musulmani in effetti si stavano chiedendo:-Cosa ne penserà, il papa, del Corano?-

La battuta di Daniele Luttazzi sul suo blog commenta umoristicamente quello che qualche giornale ha definito "un autogol" di papa Ratzinger. Non aveva, in effetti, di meglio da fare il Santo Padre che soffiare sul fuoco della polemica interreligiosa in questo "tranquillo" periodo storico, caratterizzato dalla guerra in Iraq, In Afghanistan, Libano ecc... Si sentiva quelle parole in corpo e ha dovuto vomitarle in una sua sacra lezione...
Sostanzialmente il papa ha affermato che tra il cattolicesimo e le altre religioni c'è una differenza fondamentale: che il Cattolicesimo ha ereditato la tendenza greca a fondare discorsi su una base fideistica, però ha sempre saputo adattarsi alla dialettica umana, imbastendo "ragionamenti". Pertanto il Cattolicesimo, piu' di altre confessioni, ha saputo rivedere i propri errori qualificandoli come tali e inserendosi, fermo restando le posizioni universali implicite nell'interpretazione canonica del messaggio di Gesù, nella dialettica umana con l'elasticità degli strumenti della ragione.
Cosa che non hanno fatto le altre confessioni, nè quelle protestanti, nè, tantomeno, quella islamica. E qui si è lanciato in un'interpretazione storica bella e buona, rimembrando l'assedio musulmano a Vienna, culmine del piano islamico di convertire i paesi dell'impero bizantino e del sud del Mediterraneo con le armi.
E la differenza tra "noi" cattolici e "loro" è che, mentre la tradizione greca che fa capo alla cultura occidentale ci permette di rivedere i nostri errori, quali i roghi dell'inquisizione e le crociate, la loro religione è intrinsecamente violenta, perchè promana dalla parola stessa di Maometto che richiama i fedeli alla Jihad.

Sostanzialmente, pur con gli ipocriti artifici diplomatico-retorici con cui Ratzi ha condito il discorso per non farlo sembrare tanto esplicito, questo è il contenuto della sua "lezione" universitaria a Regensburg. Complimenti. Il mondo aveva proprio bisogno di tutto cio'.Le centinaia di migliaia di persone morte in nome della "lotta al terrorismo" stanno già ringraziando.

Magdi Allam , sul Corriere di ieri, ha preso subito la palla al balzo (adesso che se n'è andata Oriana , ci vuole qualcuno all'altezza, per scoreggiare odio come faceva lei).
Poichè, ovviamente, il mondo islamico si è umanimemente indignato, egli esprime:

"È desolante e preoccupante l'immagine dei musulmani che hanno dato vita a un fronte internazionale unitario per attaccare il Papa e esigere delle scuse pubbliche. Da Bin Laden ai Fratelli Musulmani, dal Pakistan alla Turchia, da Al Jazeera a Al Arabiya, si è riesumata quell'alleanza trasversale e universale già emersa in occasione della vicenda delle vignette su Maometto. E che attesta, in modo inequivoco, che la radice del male è una cieca ideologia dell'odio imperante tra i musulmani che violenta la fede e ottenebra la mente. Perché mai i musulmani, soprattutto i cosiddetti moderati, non si sollevano con tale e tanta foga contro i veri ed eterni profanatori dell'islam, i terroristi islamici che massacrano gli stessi musulmani nel nome del medesimo Dio, gli estremisti islamici che legittimano la distruzione di Israele e inculcano la fede nel cosiddetto "martirio" islamico, mentre ora si sentono in dovere di promuovere una sorta di "guerra santa" islamica contro il capo della Chiesa cattolica che legittimamente esprime le sue valutazioni sull'islam, con rispetto ma altrettanta chiarezza della diversità che naturalmente esiste tra le due religioni?"

In altri termini, le parole del papa sono state, in tempo reale, strumentalizzate per l'ideologia neo-con che postula la guerra come "lotta al terrorismo" quindi come "guerra giusta".
Allam ci sbatte dentro anche Israele minacciato e tutta la retorica consumata dei suoi padroni e dei generali che si siedono tutti i giorni sul tavolo strategico con la cartina davanti a decidere dove tirare il prossimo missile.
E' ancora caldo il sangue dei bambini di Caana, che già si pensa ad altre guerre, contro l'Iran, per esempio.
Pensare che , personalemente, da anticlericale quale sono, mi ero sorpresa delle dichiarazioni del papa durante la guerra in Libano: era l'unico che predicasse il disarmo bilaterale e incondizionato. Era stato anche foriero di speranza il documento della fine d'agosto, stilato da alcuni vescovi cattolici contro il sionismo cristiano.
Sono passati 15 giorni da quel documento. 15 giorni (piu' o meno) dalla cessazione delle ostilità in Libano.
Probabilmente la chiesa cattolica aveva qualche "buona intenzione" di farsi portatrice di un messaggio di pace, ma, nell'evoluzione degli eventi, Ratzinger ha preso una posizione diversa, ha scelto di soffiare sul fuoco del disaccordo, cosicchè il suo alito si va mescolando ai venti di guerra che soffiano nei rapporti tra occidente e islam. Le ragioni di cio' sarebbero "dietrologia" e le lascio all'immaginazione di ciascuno.
Del resto l'hanno inventato loro il detto che "la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni". Cammina, Benedetto, cammina.

(leggi discorso papa)


Per correttezza e obiettività, segnalo anche l'articolo di Marco Travaglio, che la vede diversamente: è un contributo a chiarire la vicenda

Sono giorni difficili per Marcello Pera, per il Platinette Barbuto e per gli altri ateo-con de noantri. C'è questo Papa che continua a parlare di teologia, cioè di Dio, e loro non sanno cosa mettersi addosso. Avendo accontato in giro che Ratzinger l'hanno inventato loro, devono pur dire qualcosa. Ma c'è un piccolo problema: sono molto clericali e anche molto atei, ma si sono fatti l'idea che il Padreterno, nel quale peraltro non credono, sia apparso una notte a Geroge W. per commissionargli la guerra preventiva in Iraq in difesa della civiltà occidentale ebraico-cristiana. Ora il Papa, nella natia Germania, ha tenuto alcune omelie e lezioni di altissimo spessore teologico, dicendo esattamente il contrario di quello che dicono loro.

Per esempio che gli islamici non temono l'occidente perchè è ebraico-cristiano, ma perchè è ateo e secolarizzato. Poi, citando una conversazione del 1391 tra l'imperatore bizantino Michele Paleologo e un saggio persiano della guerra santa, ha rammentato che "la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole" perchè "la violenza è contraria alla natura di Dio e alla natura dell'anima", insomma "Dio non si compiace del sangue". Così facendo, Ratzinger denuncia tutte le guerre sante, non solo quelle di marca islamica, in linea col suo predecessore Wojtyla che aveva chiesto scusa per le crociate. I nostri ateo-con invece distinguono: lo scontro di civiltà, quando ce vò, ce vò e la guerra santa dell'occidente giudaico-cristiano è cosa buona e giusta. Ferrara, commemorando l'11 settembre, inneggia alla guerra santa dei buoni contro i cattivi ("guerra guerra guerra"), sorvolando sul fatto che persino la CIA l'ha scavalcato a sinistra, sostenendo false le dichiarazioni di Bush non solo sulle armi di distruzione di massa, ma anche fra i rapporti fra Saddam e Bin Laden (i due, secondo i servizi americani, si odiavano). Quanto al Pera, un anno fa spiegò a un'allibita platea di studenti americani che "bisogna difendersi dai cannibali che rifiutano la nostra cultura e i nostri valori con tutti gli strumenti, anche con la forza, per convertirli ai nostri princìpi come abbiamo fatto in passato con fascisti, nazisti e comunisti". Maometto, al confronto, era un riformista. Purtroppo il Papa non la pensa così, anzi la pensa all'opposto (convertire i diversi da noi con la forza è contro Dio). Càpita. Basterebbe prenderne atto. Invece no. Gli ateo-con s'avventurano in spericolate disquisizioni per dimostrare che Ratzinger è d'accordo con loro. Ferrara Paleologo spiega che Benedetto XVI ha dichiarato "inequivocabilmente questo: siamo ebrei, greci e cristiani, e Maometto e il suo Dio sono altro da noi". Allam obietta che quell'accenno all'ateismo occidentale se lo poteva risparmiare. Pera Paleologo sostiene che Ratzinger è giunto, un pò in ritardo, sulle sue posizioni di sempre: "La colpa è del fondamentalismo e del terrorismo islamico, ma l'Occidente ha le sue responsabilità perchè nasconde le sue radici". Infatti Pera, quando si discuteva sulle radici cristiane nella Costituzione Europea, dichiarava all'Espresso: "Non dobbiamo infilare Dio nella Costituzione Europea o inseguire su tutto le posizioni della Chiesa". Il Papa, comunque, parla alla "cattolicità", cioè a tutto il mondo, non all'Occidente, o all'America, o all'Italia. Ma si sa come sono fatti i nostri ateo-con: qualunque cosa avvenga nel mondo, la commentano come se stessero alla buvette di Montecitorio. Il Papa cita Michele Paleologo? Ce l'avrà con Pecorario Scanio e la sinistra radicale. Il Papa disquisisce sui rapporti fra Ebraismo, Cristianesimo e Islam? Sarà per dare una mano a Bush, che se la passa male. Resta da capire come si situi in questo dibattito epocale, il meteo-con Adornato: l'ultimo avvistamento lo segnalava a Gubbio, adornato da una cospicua barba nera. Ma ci farà senz'altro sapere.

come ulteriore chiarimento: la frase pronunciata dal Papa ( che ha ridimensionato la sua posizione)che fa incazzare gli islamici che pero' non è sua, ma dell'imperatore M.Paleologo:
«Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava».

a ciascuno le proprie conclusioni.

venerdì, settembre 15, 2006

A think for Oriana

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Un solo pensiero per l'appassionata Fallaci, il cui odio sincero non l'ha salvata dal cancro. Un solo pensiero per quella che fu una scrittrice dalla penna che scarnificava l'anima, quando scriveva al "bambino mai nato" e che avrebbe dovuto scrivere ai bambini mai vissuti del medio oriente, oggi, vittime dell'odio e dell'intolleranza, cui la sua penna ammalata più di lei, si era messa al servizio.
Oltre le vane glorificazioni della malafede del potere, oltre le detrazioni dei suoi nemici di oggi, la morte ha vinto, l'ha inghiottita, insieme al suo talento.
La morte dovrebbe insegnare una cosa a chi è vivo e agitato in sentimenti terreni: a "guardare al mondo con l'occhio di Dio" , ossia con quel distacco che l'infinito-o la fine- richiama presso la nostra vita. Mi sforzo di pensare alla Fallaci, il giorno della sua morte con questo distacco. Il suo viso bello ma duro impresso in ogni fotografia, il giorno della sua morte si sfoca in un'espressione cui non siamo abituati a pensare, forse per la sua fama, o per la sua ricchezza o per il suo talento venduto all'ideologia dei potenti. Quell'Oriana che vedo annegare nel buio di questi tempi mi appare come solo una povera donna. Che ha bisogno di qualcun altro che scriva per lei l'epitaffio della sua tomba.

giovedì, settembre 14, 2006

fango A TONNELLATE.E ricordiamoci di Mussolini..

Accusati di "gettare fango" sui morti.
Chi critica Israele è accusato di questo. Idem per chi dubita (ed esprime i suoi dubbi) sull'11 settembre. Getta fango sui morti il Rabbino Friedman, ebreo ortodosso che afferma che il sionismo, con il suo carico di crimini contro l'umanità, anche secondo la stessa religione ebraica, tradisce l'ebraismo.
Il potere si è organizzato a far apparire questo dato come un fenomeno che deve essere acquisito dalle menti, dal cuore, dal "sentire" della gente.
Non sono passati nemmeno 2 mesi dal vile attacco israeliano al Libano, che i nostri politici si sono dimenticati della "sproporzione" dell'attacco israeliano.Oggi il nostro ministro della difesa dichiara chiaramente che "le nostre truppe sono andate il Libano...per la difesa dello stato di Israele"
Certo, perchè Israele, che ha attaccato un popolo sovrano, che ha fatto 1200 vittime,decine di migliaia di mutilati, che ha distrutto la casa ad un milione e mezzo di persone, che possiede 300 testate nucleari, deve essere difeso da tutti noi.

Il livore e l'arroganza (leggi http://deborahfait.ilcannocchiale.it/, ma anche un giornale come Libero) di chi distrugge l'iniziativa di un rabbino, un frate comboniano ed un islamico che, nella sala della camera dei deputati, parlano di pace e fanno uscire una critica al sionismo, la dice lunga su chi siano quelli che "contano" in questo paese e da che parte siamo schierati subendo il potere di costoro.
Ho messo un link sull'11 settembre: un video in inglese che racconta il punto di vista di chi ha perso i parenti in quel disastro. Lo si veda e si giudichi se ha ragione uno come Jas Gawrosky, che a Matrix ha accusato Blondet e Chiesa di speculare sui morti. Beh, se fosse così, di certo i parenti di chi c'è morto davvero starebbero dalla parte degli speculatori. E questo è un po' strano, o no?

Ricordiamoci di Mussolini: nel 1940 quando decise che si sarebbe entrati in guerra a fianco del Reich, egli pensava che il conflitto stesse per finire e che "gettando un pugno di morti" si sarebbe seduto sul tavolo delle trattative. Per quello che mi riguarda: i tremila morti del WTC sono il "pugno di morti" con cui l'oligarchia americana ha intrapreso la guerra in Afghanistan, in Iraq e che sono stati sfruttati anche da Israele per invadere il Libano. In questo caso la posta non era "il tavolo delle trattative, ma il "tavolo strategico" su cui i generali di quei paesi hanno potuto sedersi per decidere dove scagliare i loro fottuti missili. Buonanotte.

martedì, settembre 12, 2006

i complottisti e quella strana attitudine a pensare

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Il XXI secolo mi riempie di sconforto. Perché cio’ che viene promosso a valore umano, con pretesa ,oltretutto, di laicissima universalità ereditata dalla migliore tradizione illuminista e post illuminista, è l’antipensiero globale: una visione del mondo che implica la sistematica costruzione di versioni edificanti delle cose , con tutto il loro apparato linguistico e dogmatico.
Questo antipensiero non viene imposto con la forza, viene ,per così dire, iniettato nella mente attraverso delle parole-chiave e dogmi-chiave che vengono ripetuti dai media , nel frasuono della loro sovrabbondanza informativa, come una sorta di mantra ,che i nostri simili, quelli che contano poco ma votano, imparano a pensare come Verità.
In epoca di globalizzazione , chi pensa con la propria testa, chi si pone domande, chi vuole capire la realtà che vive, non è più un filosofo, un uomo attento, una persona cosciente del proprio tempo. No. E’ un complottista.
Sinonimo di delirante, destabilizzatore di menti ordinate, farneticante individuo che specula sulla morte di migliaia di innocenti per sfogare la sua frustrazione. Quando parla, persegue lo scopo di divulgare teorie di sapore nazifascista volte a propagare odio, in particolare contro il popolo della grandissima nazione americana,che invece sappiamo insuperabile in democrazia, capace di meditare sui suoi difetti, di rendersene cosciente, nonché di correggerli.
Complottisti sono coloro che spandono dubbi sulla versione ufficale dell’11 settembre. Complottisti sono anche coloro che pensano che la politica americana stia facendo pressioni sull’Europa per sostenere l’amico Israele.
Complottisti sono coloro che ritengono che lo “scontro di civiltà” , inteso come matrice del terrorismo islamico, sia una enorme finzione che copre un concerto internazionale di decisioni politiche, volte a tutelare certi interessi e a seppellirne altri.
Ma qualcosa , in questo antipensiero globale sta scricchiolando. Per esempio vi sono obiezioni dal basso che si moltiplicano: i siti internet che si occupavano dei dubbi sull’11 settembre, due anni fa erano poco piu’ di un migliaio. Oggi ne sono stati contati 14 milioni.
Il potere non si fa nessuno scrupolo nello svilire le capacità dell’opinione pubblica considerandola gregge che si beve con facilità la tesi dello scontro di civiltà. Esso fa leva sul malcontento che viene espresso, nelle periferie occidentali, per l’emigrazione di massa degli extracomunitari,in particolare magrebini.
Il disprezzo per le donne e la “barbarie” che a volte questa cultura manifesta vengono sistematicamente generalizzati e i media ne fanno terreno di coltura per l’odio antiislamico tout court. Ma per passare alle vie di fatto, cioè alla guerra, ci vuole qualche altro passaggio, poiché i civilissimi e post illuministi occidentali hanno rigettato auschwitz e lo sterminio razziale fine a se stesso.
Come si passa ,in televisione e sulla stampa, dall’antipatia verso gli extracomunitari ai governi che “fanno una giusta e legittima guerra al terrorismo”? La storia è antica ed è una storia di menzogne e di come vengono raccontate. Di particolari che vengono amplificati ed altri che vengono omessi. Ma la storia non cambia tanto nella sostanza. Come diceva G.B.Vico: è fatta di corsi e di ricorsi.

Oggi,l’immaginario collettivo su cui il Potere coltiva le convinzioni della pubblica opinione, si rifà agli eroici americani che sbarcarono in Normandia, esposti al fuoco nemico, non per tutelare il loro territorio, ma per salvare l’Europa dal nazismo.
Per portare in Europa quella libertà madre della libertà che godiamo noi oggi, anche chi scrive. Si senta in colpa chi mette in dubbio tutto cio’.

Nelle 2 guerre mondiali il territorio americano non è mai stato toccato, se si fa eccezione per Pearl Harbour. In compenso gli americani sono intervenuti in Corea e In Viet-nam per sconfiggere lo spauracchio di allora: il tremendo comunismo .
Il potere USA ha costruito negli anni un’immensa ideologia popolare che ha esportato in Europa e che nessuno ha piu’ messo in discussione: l’America difende la libertà dei popoli.
Cio’ non è vero, perché, per esempio, nel caso del suo intervento indiretto a favore del golpe di Pinochet ha agito esattamente all’opposto (potrei fare decine di esempi,ma non m’interessa dilungarmi qui), ma l’importante è che a furia di ripeterlo le masse si convincano.

Quello che non è stato preso in esame a fondo è che l’uomo è un ente pensante. Cio’, a dispetto di ogni campagna pubblicitaria, che produce effetti prevedibili, ma non all’infinito. Questo antidogmatismo della statistica è qualcosa che dà speranza.
Le posizioni che si prendono in materia politica possono anche non essere frutto di ideologia o di interesse economico, ma semplicemente le conseguenze dell’attitudine umana a porsi domande.

Le domande sull'11 settembre, per fare un altro esempio, che non hanno veramente sinora avuto risposte esaurienti (senza entrare nel merito delle enormi obiezioni tecniche che fa per esempio un sito come luogocomune sull’accaduto) tant’è vero che ci sono in ballo cause legali al congresso da parte di parenti di vittime e testimoni, che accusano l’amministrazione Bush di tradimento. Una delle prime domande che ci si dovrebbe porre è: perché nessuno sui media ufficiali ne parla,neanche nell’anniversario dell'11 settembre, delle centinaia di persone che ritengono che Bush sia un traditore della patria e che hanno messo in campo avvocati e soldi per dimostrarlo?

La mia risposta è: perché l’America è in guerra contro l’Iraq e presto lo sarà anche contro l’Iran.
E non è bello che si dica in giro che ci sono, tra i parenti delle vittime dell’11 settembre, che di queste guerre è la causa, persone che ritengono che Bush sia un traditore e un assassino.
Un’altra domanda che mi affiora è: come mai dal 2000 in poi sono riaffiorati personaggi che in passato erano collusi in vari modi con gli americani? E perché in questi anni hanno così radicalmente cambiato idea, tanto da scatenare addirittura uno “scontro di civiltà”?
Bin Laden, infatti risale agli anni 80, quando fu pagato per organizzare le truppe taliban contro il mostro sovietico che stava provando ad invadere l’Afghanistan.
L’America non intervenne direttamente, troppo fresco era il dissenso nato col Viet-nam presso la pubblica opinione. Agì imperialisticamente parlando. E pagò Bin Laden per fare cio’ che avrebbe voluto fare lei.
Così come pagò Saddam Hussein per muovere guerra per 8 anni all’Iran.
E forse pagò anche Ahmadinejad, che faceva parte del commando che nell’ambasciata di Tel Aviv sequestro’ dei funzionari americani, per poi restituirli incolumi lo stesso giorno in cui venne eletto Ronald Reagan, che si nutrì di questo trionfo.

A volte ritornano. Oggi, a distanza di piu di 20 anni, sono tornati tutti.
E,ancora per esempio, a proposito di Ahmadinejad, un’altra domanda che mi faccio è come mai, in barba alla diplomazia volta alla piu’ semplice sopravvivenza, emette dichiarazioni che paiono esclusivamente funzionali a provocare reazioni equivalenti in Bush, che, per ora a parole, non perde occasione per preparare la coscienza dell’opinione pubblica che presto “verrà anche il suo turno”.

Perché se Bush ci ha mentito riguardo alle armi di distruzione di massa, non dovrebbe mentirci anche sull’11 settembre?

E’ plausibile, a mio avviso, che la guerra non convenzionale, che tutti condannano, ma che tutti poi perpetrano, costituisca ,concettualmente ,un’estensione di cio’ che s’intende comunemente solo come uso di armi non accettate dalle convenzioni internazionali (usate con i curdi, con i ceceni, con i filippini ecc…) .
Che esso coinvolga anche un modo diverso di fare la guerra: quello di “creare una motivazione” nella gente, che renda digeribile un attacco militare, nonostante le crisi economiche interne ai paesi occidentali.
In epoca di media globalizzati, in cui il Potere non puo’ ignorare del tutto le opinioni delle masse che votano e parlano: la guerra spinta attraverso una strage che grida vendetta, che chiama reazione, che rende accettabile l’inaccettabile è fatta diventare dall’antipensiero necessaria reazione alla paura di un peggioramento della propria situazione.
Non dimentichiamo le stragi italiane e il fitto mistero di accordi italo-americani che le circonda, battezzato “strategia della tensione” e mai chiarito. Non dimentichiamo che l’atomica lanciata sul Giappone ha il pregresso della menzogna secondo cui i giapponesi non avrebbero dichiarato guerra e avrebbero attaccato Pearl Harbour in modo inaspettato. Pregresso su cui la storia ha già dato il suo parere, in quanto a mancata conferma dei fondamenti.
Non si rinunci a pensare. A prendere posizione non in base al tifo o alle ideologie. Si combatta l’antipensiero innanzitutto con la responsabilità del significato di noi stessi in quanto vivi e in quanto umani essenzialmente pensanti.

domenica, settembre 10, 2006

una missione al giorno,toglie la sinistra di torno.

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Francamente non ci ho capito un gran che della missione in Libano. Non ho capito se gli israeliani se ne sono andati parzialmente, se hanno lasciato il blocco navale ma quello aereo no e non ho capito esattamente che ruolo avranno l'esercito libanese e quello italiano in questo "rebelott" che non vorrei si rivelasse "un rimedio peggiore del male". Prima (prima prima, come direbbe Gaber) infatti si diceva che l'Onu sarebbe intervenuto per disarmare hezbollah. Qualche giorno dopo si disse che D'alema (proprio lui) ha detto che "il compito di disarmare hezbollah spetta all'esercito libanese".Oggi non si capisce piu' un cazzo. Perchè a quanto pare gli israeliani stanno ancora la' e così i libanesi avranno in casa sia l'esercito ONU che gli israeliani, oltre ad aver dispiegato il loro stesso esercito, nonchè le armate di hezbollah. Mi chiedo se nei piatti dei bambini libanesi servano tritolo e bombe a mano, perchè il dispiegamento di risorse per le forze armate, così a naso, lascia ben poco spazio a considerazioni su dove troveranno i sodli per ricostruire quel paese e trovare da mangiare.
La mia impressione è che l'Europa abbia preso questa missione abbastanza malvolentieri, che ciascuna nazione faccia a gara per impegnarsi il meno possibile, tranne l'Italia, che, non contenta per averci smenato con la partecipazione alla guerra di Iraq ed Afghanistan, vuole sempre "starci dentro fino al collo", con Napolitano in prima linea e tutti gli altri sinistri a seguire e non si capisce davvero perchè, visto che il "prestigio" accampato da Prodi, certo non si riferisce al gradimento degli italiani in massa, che i sondaggi disegnano come fortemente contrari al dispendio di risorse in cose militari. Cio' tenendo conto che, non solo non si abbassa il prezzo della benzina, ma la politica europea di contenimento del deficit, ci promette altre "lacrime" e altro "sangue", in una nazione in cui la sinistra è andata al potere per rimediare al malgoverno di berlusconi che ha fermato lo sviluppo e dissanguato i conti pubblici.
Insomma sto "prestigio" sventolato da Prodi, mi chiedo, in che cazzo consiste?
Nelle spaccature che la politica italiana ogni giorno paventa? Prodi contro Diliberto, che chiede di andarsene dall'Afghanistan (che davvero non si capisce che cazzo stiamo lì a fare) con Berlusconi contro Follini e Casini che scelgono di appoggiare il governo sul Libano, mentre lui ci spera, votando contro la missione, di riprendere il suo posto come presidente del consiglio?
E che dire del progetto "sinistro" di un grande partito democratico, a mio avviso un modo per rafforzare l'antidemocrazia del sistema maggioritario, con i singoli che annegano in un gruppo esteso, la cui linea soffocherebbe indubbiamente il dissenso?
boh...sono perplessa. Ho votato sinistra (dopo decenni che non votavo) perchè l'impellenza di sbattere fuori berlusconi mi sembrava prioritaria, visto che questo aveva scambiato l'Italia per la propria azienda personale e ha passato il suo tempo a migliorare la sua individuale situazione,anziche' fare il suo lavoro di politico. Però almeno la sua posizione era chiara, quella di questi qui, Prodi in primis, quale esattamente è?
Le ipotesi sono molteplici: 1) far felici gli industriali che metteranno le mani sulla ricostruzione del Libano 2) far felici gli americani che stanno per muovere una guerra non so se alla Siria o all'Iran o a tutt'e due.
3) far felice Israele, che il sud del Libano se lo vuole invadere eccome e che deve solo aspettare il momento propizio per farlo.Agevolarlo Israele, la nazione con cui la maggior parte dei nostri potenti afferma che "abbiamo forti e solidi legami di amicizia".
Non lo so, questo è un post dubbioso, senza risposte e con poche ,e magari inesatte, ipotesi. So solo che i politici di tutti gli schieramenti s'inerpicano sull'entità e sulla consistenza dei "tagli" ai servizi pubblici, alle pensioni, però se si obietta che le prime pensioni che si dovrebbero tagliare sono le superpensioni superiori ai 3500 euro al mese, che in Italia sono tante, troppe, allora i se e i ma abbondano e vanno ad inquinare i legittimi ragionamenti di chi ne vorrebbe sapere di piu'.
E allora vale davvero oggi come nel 1926, il discorso sulle stronzate affermate come propaganda, rimembrando la faccia di Prodi che concluse il confronto con Berlusconi promettendo "felicità".
Per chi? oltre che per i componenti del parlamento e per i loro amici?

ps detto un po' piu' schiettamente: che cazzo di sinistra è quella che
1) taglia i soldi alla pubblica sanità e alla pubblica scuola, lasciando l'istruzione delle giovani generazioni allo sbando di istituzioni che sono ormai diventate parcheggi senza scopo di potenziali sfruttati,ignoranti con poco futuro e nessuna speranza.
2)le scuole dei preti, a pagamento, non solo ricevono sovvenzioni dallo stato, sovvenzioni che nessuno, mi pare, pur in questa situazione di tracollo economico, mette in discussione(come le superpensioni),ma, come il resto delle imprese commerciali gestite dai preti, NON PAGANO L'ICI. Il che significa che dato il contentino agli americani, ai preti, ai ricchi, l'onere delle richieste europee INDOVINATE CHI LO PAGA.

giovedì, settembre 07, 2006

scandaloso:l'autore de "il mondo di Sofia" prende posizione antiisraeliana

Il silenzio degli intellettuali pesa come un macigno sulle responsabilità storiche,specie quando si parla di persecuzioni sistematizzate, di genocidi e di pulizia etnica. Tuttavia oggi, per i media italiani imbevuti di sentimenti mielosi di amicizia verso Israele, diviene colpevole parlare. La critica a Israele non ci dev'essere o se c'è, deve avvenire in sordina e dev'essere annegata nel tumulto dei ragionamenti (si fa per dire)degli intelletuali filosionisti che imperversano, da Libero all'Unità. Da Forza Italia a Rifondazione.
Eh già, perchè se la critica alla criminale e genocida politica israeliana la fa un estremista comunista che si esprime su indymedia o un islamico, è facile tacciare tale critica come una visione faziosa, di chi ha il cervello imbevuto dall'"antipatia" verso israele, dalla cultura di quella sinistra "antisemita" che ha sempre considerato Arafat "un eroe" e che per questa ragione puo' essere assimilata a quella sottocultura, appunto, antisemita, che è emigrata dal "socialismo nazionale" di Hitler, al socialismo rivoluzionario dei marxisti, che si oppongono in tutto a Hitler, fuorchè in questa "antipatia" antisemita, che è una malattia culturale e che porta con se l'inconscia volontà (comune alla maggioranza) di sterminare gli ebrei, volontà che preesiste a Hitler e che non si è affatto sanata, come le critiche ad Israele dimostrano.

Se invece le critiche ad Israele le fanno Asor Rosa, Dario Fo o Gianni Vattimo, allora il mondo filosionista perde veramente il lume degli occhi.
Se quelli che sono stati consacrati "l'intellighenzia" dell'Europa si azzardano ad avanzare posizioni antisioniste, perdono in un attimo la credibilità acquisita in anni e anni di riconoscimenti per i loro studi, per la loro attività e viene loro rinfacciata la gloria che il sitema ha riservato loro (nel caso di Dario Fo il premio Nobel) e vengono immediatamente relegati nella feccia "fascista" e antisemita.

Jostein Gaarner, l'autore del "mondo di Sofia", dopo la strage di Caana, ha scritto un saggio che ha profondamente offeso la comunità ebraica norvegese, la quale, evidentemente, appoggia la politica sionista.
Gaarner si è dovuto impegnare a non far uscire il saggio dalla Norvegia, ma grazie alla rete il saggio è uscito eccome, tradotto dal norvegese all'inglese e si è comunciato a diffonderlo in Europa. Grazie solo alla democrazia di internet(chè se si aspettavano i media embedded, tutti allineati al diktat dell'amicizia per Israele, non si sarebbe letto, in barba alla libertà di parola e di espressione che l'occidente va sminkiando come una bandiera da 300 anni) il saggio riesce a circolare.
Evabe', siccome a me piace far incazzare i sionisti e non mi piace tradire il principio in base a cui se avviene un massacro è colpevole far finta di non vedere, io il saggio l'ho tradotto e ve lo propongo.
Tenete conto che è bello incazzoso, di un filosofo che ha assistito il giorno prima al massacro dei bambini di Caana , definito da tutti come un errore, passato in giudicato senza NESSUNA CONDANNA da parte della comunità internazionale.
C'è da capirlo.
Tradotto dal norvegese da Sirocco, dall'inglese da me.


Il Popolo eletto da Dio.
Jostein Gaarder, Aftenposten 05.08.06

Siamo a un punto di non ritorno. E’ tempo di imparare una nuova lezione.
Da parecchio non riconosciamo lo stato di Israele. Come non riconoscevamo il regime sudafricano dell’apartheid e il regime afgano dei talebani. Vi erano molti che non riconoscevano l’Iraq di saddam Hussein o la pulizia etnica attuata dai serbi. Noi ora dobbiamo abituarci all’idea di non riconoscere lo stato di Israele, per quel che concerne la storia attuale.
Non crediamo nella nozione di un popolo prescelto da Dio. Ridiamo amaramente su queste bizzarrie e sulle loro nefaste conseguenze. Per agire come un popolo scelto da Dio, non si mostra soltanto stupido e arrogante, ma perpetra crimini contro l’umanità. Noi chiamiamo tutto questo razzismo.
Limiti alla tolleranza.
Ci sono limiti alla nostra pazienza e ci sono limiti alla nostra tolleranza. Non crediamo alle divine promesse intese come giustificazioni all’occupazione e all’apartheid. Abbiamo lasciato il Medio Evo dietro le spalle. Ridiamo,anche se con difficoltà, a questi che ancora credono al dio della flora,della fauna e dei cieli che ha selezionato un popolo particolare dandogli le “divertenti” tavole di pietra, che per loro ha bruciato foreste e ha rilasciato la licenza di uccidere.
Chiamiamo l’uccisione di bambini semplicemente “uccisione di bambini” e mai accetteremo che sia stato predestinato da un mandato divino o storico che giustifichi gli oltraggi di questa gente. Noi diciamo questo: vergogna per ogni apartheid, vergogna per ogni pulizia etnica, vergogna per ogni azione violenta di ogni terrorista sui civili, sia essa perpetrata da Hamas, Hezbollah o lo Stato di Israele
Guerra senza scrupoli.
Noi conosciamo e ci sentiamo profondamente responsabili per le sofferenze degli ebrei, per le politiche che hanno portato loro disgrazie, i pogroms e l’olocausto. Era politicamente e moralmente necessario che gli ebrei costruissero la loro propria casa nel loro stato.
D’altro lato, però, lo stato di Israele, con la sua politica bellica condotta senza alcuno scrupolo e le sue disgustose rappresaglie, ha distrutto la sua propria legittimazione. Esso ha sistematicamente violato le leggi internazionali, innumerevoli risoluzioni ONU e non puo’ piu’ aspettarsi protezione dalle nazioni unite. Ha messo al tappeto con le bombe il suo riconoscimento da parte del mondo. Ma non c’è paura: il tempo della loro violenza sta per finire, Lo stato di Israele ha assistito alla sua propria Soweto.
Senza difesa, senza pelle.
Lo spirito e la parola possono sfondare il muro israeliano dell’apartheid.
Lo stato di Israele non esiste piu’, schiacciato dalla sua stessa spietata violenza.
.Esso è ora senza difesa, senza pelle.Il mondo potra’ invece avere pietà delle popolazioni civili.
A questo mondo il nostro breve saggio è rivolto
Noi non desideriamo il male di Israele, non gli auguriamo nulla, se non il bene, ma ci riserviamo il diritto di non mangiare I pompelmi Jaffa per tutto il tempo in cui il loro gusto saprà di veleno. E’ stato sopportabile vivere alcuni anni senza il sapore dell’amaro frutto dell’apartheid.
Essi celebrano il loro trionfo
Non crediamo che Israele si lamenti di 40 bambini libanesi uccisi più di quanto si sia lamentato per più di tremila anni dei 40 anni che ha trascorso nel deserto. Facciamo caso a quanti israeliani hanno celebrato il loro trionfo in quegli episodi biblici in cui Iddio ha riservato al popolo egiziano catastrofi che apparivano “giuste punizioni” nei confronti del popolo egiziano. In quegli episodi Dio appare come un insaziabile sanguinario.Ci chiediamo se molti tra gli israeliani pensino che una vita di un israeliano valga piu’ di 40 vite palestinesi o libanesi.Per quel che ci riguarda abbiamo visto le foto delle piccolo ragazze israeliane che scrivevano saluti di odio sui missili che sarebbero stati fatti cadere sulle popolazioni civili di Libano e Palestina.Le bambine israeliane non erano consapevoli quando scrivevano della morte e del tormento che portavano gli oggetti su cui ponevano la loro firma.
Tributo di sangue
Non riconosciamo la retorica dello stato di Israele. Non riconosciamo la spirale del debito di sangue e la logica dell’”occhio per occhio, dente per dente”. Non riconosciamo il principio di “mille occhi arabi per un solo occhio israeliano”. Non riconosciamo le punizioni collettive o la fame usata come arma per punire un popolo intero. Sono trascorsi duemila anni da quando proprio un saggio ebreo (Gesu’) ha misconosciuto la antica dottrina dell’”occhio per occhio, dente per dente”Egli disse: “non fare agli altri cio’ che non vuoi sia fatto a te”. Non riconosciamo uno stato fondato su un principio anti-umano e sui rimasugli di un’antica religione arcaica di un popolo in guerra.Come espresse Albert Scweitzer: “L’umanitarismo consiste nel non sacrificare mai una vita umana ad un principio”
Compassione e Perdono
Non riconosciamo l’antico regno di David come modello per uno stato che appare nella cartina del medio oriente del 21 secolo. Il rabbino Gesu’ ha detto duemila anni fa che il regno di Dio non è la restaurazione attraverso la guerra del regno di Davide , ma il regno di Dio è presso di noi ed oltre noi umani: il regno di Dio è nella compassione e nel perdono.Sono passati duemila anni da quando sembrava abbandonata la antica barbara retorica della guerra e il popolo ebraico si era umanizzato e disarmato. Passato questo tempo, i primi terroristi sionisti si sono messi all’opera.
Israele non ascolta
Per duemila anni abbiamo cercato di far prevalere la parola umanitaria. Ma Israele oggi non ascolta.Non fu un fariseo ad aiutare l’uomo denudato e picchiato dai ladri, fu un samaritano, un povero, oggi diremmo: un palestinese. Per noi che crediamo nei valori umani in primo luogo, sia che siamo cristiani, musulmani o ebrei, è valida la parola del rabbi Gesu’ che diceva “se tu aiuti solo tuo fratello, che valore hai allora piu’ degli altri?”Rifiutiamo le torture ai soldati. Non accettiamo la deportazione di intere popolazioni o il rapimento di governi liberamente eletti.Riconosciamo lo stato di Israele del ’48, ma non quello dal 67 in poi. Esso è quell’Israele che ha violato ogni rispetto, ogni riconoscimento alle autorità internazionali, rimangiandosi quello che aveva dichiarato nel 48.
Israele vuole di piu’. Quello che Israele vuole è piu’ acqua, piu’ terreni, piu’ villaggi. Per ottenere cio’che vuole, esso predispone, invocando la predilezione di Dio, la soluzione finale del problema palestinese. I palestinesi hanno molti paesi dove andare, questo pensano i politici israeliani, noi abbiamo solo questo.
Gli USA o Il mondo
Ora: perchè il presidente statunitense continua a dire “dio benedica l’America?”Il bambinetto prende nota, poi va dalla mamma e gli chiede: perche’ il presidente continua a chiedere che dio benedica l’america e non chiede che benedica l’intero mondo?” Quest’osservazione è stata fatta in Norvegia da un poeta ebreo che parla alla gente, appellandosi al cuore e agli occhi che si avevano da bambini. Egli si chiede:” perché l’umanità progredisce così lentamente?”Lo stesso poeta ,in passato, parlo’ della bellezza dell’ebraismo e degli ebrei, però rifiuto’ sempre la nozione di popolo eletto. Oggi ha preferito, in questa situazione internazionale, definirsi “seguace di maometto”
Calma e pieta’
Noi non riconosciamo lo stato di Israele. Non oggi e non in virtu’ di questo saggio, né nell’ora del dolore e della rovina, non lo riconosciamoe se l'intera nazione israeliana appoggia l’azione dei propri sofisticati dispositivi di guerra, provocheranno la fuga di se stessi da quella terra, che verrà occupata e vivranno un’ altra diaspora.
Chiediamo e speriamo che di fronte a questi crimini senza scusanti, le popolazioni vicine mantengano la calma e mostrino loro la misericordia, accogliendo i rifugiati e aiutando chi ha perso la cittadinanza.
Assicurando pace e passaggio libero per la popolazione civile che evacuerà i territori quando Israele non riuscirà piu’ a proteggerli. Non si faccia fuoco sui fuggitivi e non si puntino i fucili su di essi. Saranno vulnerabili come le lumache senza guscio, vulnerabili come le lente carovane dei rifugiati palestinesi e libanesi, indifesi, come le donne e bambini ed il vecchio in Qana, in Gaza, in Sabra ed in Chatila.
Chiedo già ora pietà nei confronti gli israeliani che resteranno senza casa. Che nessun bambino israeliano perda la vita. Date loro latte e miele. Troppi bambini e troppi civili sono già stati assassinati.

lunedì, settembre 04, 2006

Vignette iraniane sull'olocausto

Il mondo filosionista si agita stigmatizzando che nella capitale iraniana è in svolgimento una mostra sulle vignette "di scherno dell'olocausto"

Ora, a parte le parole di Ahmadinejad, che si dice scettico sulle cifre dei morti dell'olocausto, le vignette che ho visto, e che qui vi ripropongo, non mi paiono negazioniste, casomai parallezioniste, nel senso che stigmatizzano l'attitudine degli israeliani ad assimilarsi ai nazisti che dal secolo scorso, ormai, condannano come il popolo piu' sanguinario della storia.

Qui si mette alla berlina l'occidente che imbavaglia la satira quando coinvolge gli ebrei, ma non fa altrettanto quando colpisce gli islamici. Paragona sharon e netaniahu a Hitler, sottolinea le affinità tra il popolo ebraico nei campi di concentramento e i palestinesi "concentrati" nelle loro terre senza piu il libero accesso alle infrastrutture e alle risorse da quando hanno eletto Hamas.

Niente di offensivo nè di negazionista, rispetto a quello che è accaduto nel passato degli ebrei. Satira sulla strumentalizzazione dell'olocausto, invece sì, e cio' calcolando che a questo concorso hanno partecipato artisti di tutto il mondo.
Io ho trovato vignette egiziane, brasiliane, canadesi, saudite.
Ma non è facile trovarle tutte. I blog filosionisti sono scatenati nel denunciare la barbarie di queste vignette, ma si guardano bene dal pubblicarle. Preferiscono insistere sul cattivo gusto teorico delle medesime e su come le donne che vanno a visitare la mostra portino tutte il velo, ovviamente, non per libera scelta.

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I mass media hanno parecchio insistito sull'offensività di questa mostra, che costituirebbe un insulto per gli ebrei,senza mettere in luce che magari parecchia gente si sarebbe sentita a sua volta meno insultata se gli israeliani avessero evitato di gettare bombe, legali e illegali, risparmiandoci quindi la visione delle immagini che si possono vedere in questo sito:

http://h5n1.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1148821

in fondo sempre di fruizione visiva si tratta. E anche sempre di guerra si tratta.
O no? ah già, Israele si difende dai "terroristi". scusate.