mercoledì, gennaio 31, 2007

One dimension man.



L'Italia che ha in mente, una grande mente, un grande politico, un nuovo grande partito, una nuova grande destra, il grande milan, la grande realtà mediaset, il grande fratello, il grande costanzo show, il grande sogno italiano, una grande impresa, un grande progetto. Carfagna, Carlucci, Edvige Fenech, Veronica.
Ma un po' di senso della proporzioni, no?

A Furia di nasconderti, non ti cercherà più nessuno…

Questo è il titolo di una piccola previsione astrologica che OGGI ho letto di sfuggita, su un Topolino (il giornalino) di qualche anno fa, riguardo al mio segno.
Cio’ mi ha spinto a riflettere, perché ultimamente, vivo, e godo, di una condizione solitaria, che apprezzo molto..(non vi sto a spiegare il perché e il percome, in quanto non inficiano la materia di questo post.)
La filosofia ha avuto diverse definizioni. Dalla ricerca del principio (archè) che connota la sua nascita, si è passati gradualmente ad una sempre maggiore attenzione per le problematiche umane, che, via via facendosi sempre più particolari con gli ultimi presocratici, si è definita con Socrate come ricerca di “se stessi” e come meditazione entro cui indirizzare questa ricerca.
Il reperimento, attraverso una trascendenza, con Platone, o con modalità di comunicazione più individuali e, nello stesso tempo, universali, con Aristotele, come ricerca di chi siamo, in prima persone,ha dato origine ad un corso del pensiero, che, pur con tutte le varianti (l’entrata in gioco della fede monoteista alle sacre scritture, il rapporto con la ragione e la possibilità umana di conoscere cose “metafisiche”) ha mantenuto in sostanza il senso di una antropologia filosofica.

Cioè: fermo restando l’aspetto epocale della speculazione, la rivoluzione scientifica, piuttosto che i movimenti di massa, la ricerca di se stessi è stata la tematica fondante dei pensieri da Platone a Kant (scusate il salto…ma do per scontato Agostino, Spinosa, Hume ecc…) a Marx. E non solo.
Per esempio, quando era pur di moda studiare il marxismo, si poneva scarsa attenzione a quell’aspetto del marxismo (io non sono mai stata marxista, ma come tutti i filosofi, l’ho studiato) che ritengo fondamentale per avviare una critica alle coordinate temporali dell’individuo (la cui opera massima è “fenomenologia della coscienza interna del tempo” di Husserl, una tappa che non può mancare in un percorso filosofico individuale..ovvio, se si decide di intraprenderlo…), che risponde al nome di “feticismo delle merci” (primo libro del Capitale).

Il feticismo delle merci è un “vizio” dell’uomo alienato. Non un “peccato” contro l’autorità di un dio, ma una filosofia sbagliata che fa perdere la propria essenza. Vale a dire : nel rapporto “alienato” con la merce, l’uomo non ha più essenza. L’uomo non riesce neanche più a pensare a se stesso come “umano”.
Ciò è tipico degli sfruttati, che vivono una condizione sub umana, di semplice soddisfacimento dei propri bisogni fisiologici, adeguando, come gli animali, il proprio “sensus vitae” (mi piace unire a Karl Marx una locuzione tipica del Neotomismo) , alle esigenze della mera sopravvivenza: mangiare, dormire sotto un tetto Qualsiasi , coprirsi.
Ma è tipico anche degli sfruttatori, che si beano delle merci che sono inaccessibili per i più, ma che trasformano gli sfruttatori in un “gruppo migliore”, con le qualità per sfruttare gli altri.
Ciò fa aumentare l’autostima e la convinzione per quello che si fa, identificando se stessi come “chi” riesce, sfruttando la debolezza altrui, ad “essere” perché più forte. E la determinazione “più forte” diventa, come direbbe Hegel, universale in quanto confermata dalla Storia, rispondente alle esigenze dialettiche dell’Assoluto che si esplica.

Alla fine , gli sfruttatori, che per Hegel sono necessarii, per Marx sono a-filosofici, quindi a-umani, perché essi sanno di esistere perché hanno il rolex, piuttosto che il panfilo, piuttosto che la tenuta in Toscana. Essi appoggiano a quel “destino” la conoscenza di se stessi, ma anche la “affermazione” mondana (direbbe Heidegger) di quello che percepiscono di essere.
Mentre Hegel ne apprezza il valore, perché confluiscono nel percorso della necessità dell'Assoluto nella storia, Marx, facendo un discorso più “tradizionale” , nonostante sia stato reso famoso anche per la filosofia “del rovesciamento”, dice, con semplicità, che essi sfuggono alla loro essenza, che non riescono (e probabilmente non riusciranno mai) a pensarsi in quanto al loro senso “umano”, ma che, al pari degli animali, essi filosofano sulla base di una mera “lotta per la sopravvivenza”, definita sulla base di cio’ che essi riescono a pensare di se stessi,ormai storicamente necessitati, nel la percezione del loro essere, dal feticismo. Cioè da quel sentimento di “onore”*(cioè di definizione della valore di se stessi) , possibile solo pensandosi “accanto” agli “oggetti” (merci) che “manifestano” la propria superiorità di branco.
Anche in questo caso, come nei confronti dello sfruttato, si ha la negazione dell’autocoscienza. Si ha l’autopercezione animale del proprio essere “capobranco”, che però, e parlo ora solo dal mio punto di vista, dovrebbe almeno essere in grado di garantire la conservazione della specie.

ps : non è vero che l'onore è sintomo di una particolarità che si ripiega su se stessa. E' , invece, un senso, con la possibilità di essere condiviso, che spinge, per esempio, ad essere onesti quando si potrebbe non esserlo.
E' il contenuto della significazione che risulta relativo. Ma i contenuti della significazione umana, quando inficiata dal potere, può essere così relativa da far dire a uno come (che zeus lo benedica con tutto il benedicibile per un uomo) Nietzsche, che addirittura non esiste.

ppss non so se sono stata chiara, ma 1)sto lavorando come una schiava ( e mi fa schifo) 2) sono fuori come un balcone, non perchè faccia uso di "marjuana e pasticche" ma perchè soffro di sindrome premestruale, che mi prende i gangli più imboscai del cervello e immaginate come possa stare una filosofa in tali condizioni necessitanti...
(continua. Forse.)

martedì, gennaio 30, 2007

BUSH STA PER ATTACCARE L'IRAN. PERCHE'GLI AMERICANI NON LO VEDONO?




http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2982
DI PAUL CRAIG ROBERTS
Information Clearing House (ICH) Blog

Il pubblico Americano e il Congresso Statunitense si stanno dando da fare per contrastare la determinazione del Regime Bush a intensificare la guerra in Iraq. Una massiccia dimostrazione di protesta è in corso oggi a Washington DC, e il Congresso sta esprimendo il proprio disaccordo nei confronti della decisione da parte di Bush di intensificare la guerra in Iraq.

Tutto questo va benissimo. Tuttavia, non viene preso in nessuna considerazione il vero problema, che è quello del profilarsi di un attacco del Regime Bush sull'Iran.Invece di porre fine ad una guerra, Bush è in procinto di iniziarne un'altra. Il mondo intero lo sa e nell'ambito di numerosi forum sta discutendo l'attacco all'Iran che è stato pianificato da Bush. Sono solo gli Americani che non l'hanno capito. Un manipolo di Senatori ha dichiarato che Bush non deve attaccare l'Iran senza ottenere l'approvazione del Congresso, e numerosi commenti pubblicati su Internet rivelano la consapevolezza che esiste a livello mondiale sul fatto che l'Iran è nel mirino del Regime Bush. Ma il Congresso e i Media – nonchè la dimostrazione a Washington – sono invece concentrati sull'Iraq.
Che cosa si può fare per far innalzare il grado di consapevolezza degli Americani fino al livello del resto del pianeta?

A Davos, in Svizzera, il meeting del World Economic Forum, una conferenza durante la quale vengono discusse questioni che hanno a che fare con la globalizzazione economica, si è aperto il 24 Gennaio con una discussione riguardante l'attacco sull'Iran pianificato da Bush. Sia il Segretario Generale della Lega delle Nazioni Arabe che banchieri e uomini d'affari provenienti da paesi che sono alleati degli USA, come per esempio il Bahrain e gli Emirati Arabi Uniti, hanno tutti lanciato l'allarme sull'attacco in arrivo e sulle conseguenze catastrofiche che avrebbe per il Medio Oriente e per il mondo intero.
Scrivendo per Global Research [24 Gennaio], il Generale Leonid Ivashov, vice presidente dell'Accademia sugli Affari Geopolitici ed ex Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Russo, ha predetto un attacco nucleare Americano sull'Iran per la fine di Aprile. Il Generale Ivashov ha presentato il ragionamento neo conservatore che è alla base dell'attacco e ha concluso che le varie dimostrazioni che si stanno svolgendo a livello mondiale non saranno in grado di fermare l'attacco Statunitense all'Iran.

Ci sarà shock e indignazione, ha concluso il Generale Ivashov, ma gli USA la faranno franca. Scrive:

“Nel giro di poche settimane assisteremo alla messa in moto della macchina per la guerriglia dell'informazione. L'opinione pubblica è già sotto pressione. Ci sarà una crescente isteria militarista anti-Iraniana, nuove fughe di notizie, disinformazione, ecc... Le probabilità di una aggressione Statunitense contro l'Iran sono estremamente alte. Quello che non è chiaro, tuttavia, è se il Congresso Statunitense autorizzerà o meno la guerra. Potrebbe volerci una provocazione per eliminare un tale ostacolo [come per esempio un attacco su Israele o su obiettivi USA comprese le basi militari]. Il livello di questa provocazione potrebbe essere paragonabile a quello degli attacchi dell'11 Settembre a New York. In questo caso il Congresso senza alcuna ombra di dubbio darà la propria approvazione al Presidente degli Stati Uniti”. Il Regime Bush ha fatto chiaramente intendere di essere convinto che Bush ha già l'autorità necessaria per attaccare l'Iran. Il Regime sostiene che questa autorità è parte dei poteri che Bush detiene in quanto comandante-in-capo. Il Congresso ha autorizzato la guerra in Iraq, e recenti dichiarazioni pubbliche di Bush hanno spostato la responsabilità della insurrezione Irachena da Al Qaeda all'Iran. L'Iran, ha dichiarato Bush, sta uccidendo i soldati Statunitensi in Iraq. l'Iran è quindi coperto dalla autorizzazione per la guerra in Iraq.

Sia Bush che Cheney hanno fatto chiaramente intendere nelle loro dichiarazioni pubbliche che ignoreranno qualunque opposizione da parte del Congresso ai loro piani di guerra. Per esempio, CBS News ha riportato [25 Gennaio] che Cheney ha dichiarato che una risoluzione del Congresso contro la intensificazione della guerra in Iraq “non ci fermerà”. Secondo la Associated Press e Yahoo News, Bush ha respinto la disapprovazione del Congresso con la seguente dichiarazione, “Sono io quello che decide.”

Tutto è pronto per scatenare un attacco sull'Iran. Due portaerei di attacco sono state dispiegate nel Golfo Persico, altre portaerei di attacco USA sono state spostate dalla Turchia e da altri paesi dell'area in prossimità dei confini Iraniani, sistemi di difesa anti missilistica Patriot sono stati spostati da tutto il Medio Oriente per proteggere gli impianti petroliferi e le basi Statunitensi dalla rappresaglia dei missili Iraniani, e crescenti quantità di disinformazione che sostengono la responsabilità Iraniana per la insurrezione in Iraq sono date in pasto al facilmente influenzabile Sistema Mediatico USA.

Il Generale Ivashof e tutti in Medio Oriente e la conferenza sulla globalizzazione di Davos in Europa capiscono benissimo quale sia l'agenda del Regime Bush.

Perchè gli Americani non riescono invece a capire?

Perchè il Congresso non ha fatto sapere a Bush e a Cheney che verranno messi immediatamente in stato di accusa – impeachment – se daranno inizio ad una guerra su più larga scala?

Immagine di apertura: ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA IN... IRAN. Bush: "Così, quando Dio mi disse di invadere l'Iraq, semplicemente ci fu un refuso..."

Paul Craig Roberts
Fonte: http://www.ichblog.eu
Link: http://www.ichblog.eu/content/view/132/2/
27.12.2006

Traduzione a cura di Melektro per www.radioforpeace.info & www.comedonchisciotte.org


Da Leggere:La guerra all’Iran pianificata sei anni fa . Di M.Blondet

lunedì, gennaio 29, 2007

crepare, lentamente e in silenzio in Pacs

Le dichiarazioni dei cattolici sui pacs dànno veramente sui nervi. Hanno l'arroganza di ricattare il governo, in nome di "principi" di credenza e di "patti che non sono mai stati sottoscritti".

Ovviamente, il mondo della sinistra, ovviamente laica,ovviamente che non conta una cippa, si indigna giustamente e ascolta le conferenze e gli interventi e i dibattiti sui Pacs.

Forse è davvero la chiesa la fautrice del rifiuto dei pacs da parte dei politici italiani, o forse sulla diatriba sui pacs si strombazzano le opinioni della chiesa, cui fanno sempre eco corpose polemiche dei politici. Polemiche lunghe nel tempo, che rimandano la decisione. Ma nello stesso tempo aprono prospettive. La sinistra laica puo' provare almeno l'illusione di un futuro cambiamento. Almeno sui Pacs.

Cose tipo la missione a Kabul,invece, e il suo rifinanziamento vegono liquidate in fretta. Non c'è piu' tempo e modo per fermarli. E se la sinistra laica sui pacs "puo' continuare a sperare" , sull Afghanistan si crogiola in un' aspettata rassegnazione. Che il suo parere è ,a priori, fuori causa. Sui Pacs si ha speanza di una "gentile concessione", ovvio, dopo una piccola resistenza dei clericali.

Anche la privatizzazione dell'acqua non è tanto considerata. I pacs appaiono più importanti.
All'ospedale, in Italia, oggi si corre il rischio di crepare per una verruca. Però la sinistra laica se ne accorge solo quando un bravissimo giornalista convive con la punta dell'iceberg, e ne parla, mentre gli ospedali sono pericolosi da almeno un paio d'anni.
Secondo me bisognerebbe accantonare i pacs, come obiettivo della sinistra. Tanto non c'è accordo tra la gente, è presente il vaticano, quindi non puo' essere un punto di inizio di un movimento.
Ma l'acqua, la guerra, gli ospedali, sì.
Come diceva quella pubblicità? Nella vita è questione di priorità.
Sbattere fuori questi cialtroni, privandoli dei diritti politici, è una priorità assoluta.

altroche'democrazia. Io lo chiamo:FEUDALESIMO


40 assenti Colpo di mano della conferenza dei sindaci: ratificato l'appalto di 1 miliardo e 200 milioni a un consorzio di imprese

La protesta non è riuscita a bloccare l'iter del contratto che affida ai privati la gestione dell'acqua a Palermo. Due giorni di sit-in e blocchi davanti alla sede della Provincia - dove si stava svolgendo la riunione decisiva dell'assemblea dei sindaci per passare la mano al consorzio-colosso «Mediterranea Acque» - non hanno impedito quello che Rita Borsellino ha definito senza mezzi termini «un colpo di mano», che garantirà al consorzio (unico partecipante alla gara!) di gestire per trent'anni tutte le reti idriche e il «bene primario» dei cittadini di ben 82 comuni della provincia palermitana, circa 1 milione e 200 mila persone, per un importo di un miliardo e duecento milioni.

«C'è una norma della finanziaria nazionale e un decreto del ministro Lanzillotta in via di definizione, che stabiliscono che l'acqua è un bene pubblico», sottolinea la leader dell'Unione all'assemblea regionale. Ci speravano tutti, che l'assemblea dei sindaci prendesse tempo proprio in attesa delle decisioni del governo. Invece, evidentemente, si è scelto al contrario di accelerare, per evitare intoppi. «Si è concluso in maniera frettolosa un percorso iniziato male, con l'affidamento della gestione all'unica società concorrente», aggiunge la Borsellino. Ad agosto, a legittimare quell'appalto, era stato nientemeno che il superprocuratore antimafia Pierluigi Vigna, chiamato a fare da «vigilante» a procedure che lasciano decisamente perplessi.
Anche sulle modalità di svolgimento della riunione decisiva di ieri, che ha di fatto ratificato l'affidamento, la Borsellino ha qualcosa da dire. «La Conferenza dei sindaci - spiega - è composta da 83 rappresentanti istituzionali, compreso il presidente della Provincia. Alla riunione di stamattina (ieri, ndr), iniziata in ritardo per consentire il raggiungimento del numero legale, hanno preso parte 41 amministratori: 4 hanno votato contro, 3 si sono astenuti e 34 hanno votato a favore dell'aggiudicazione. Una decina di sindaci sono invece rimasti fuori a protestare insieme al comitato cittadino contro la privatizzazione». E Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione, annuncia un ricorso sulla legittimità della seduta: «Non è stato fatto l'appello, e all'ora di convocazione non c'era il numero di sindaci utile».

Davanti alla Provincia, anche ieri, c'erano tanti cittadini che hanno mostrato di sentire molto il tema dell'«acqua per tutti» e hanno risposto numerosi all'appello del comitato civico «Acquaincomune» e della Cgil. Si erano già presentati giovedì mattina, ed erano riusciti ad impedire lo svolgimento della riunione. Ieri invece la riunione c'è stata, nonostante le fortissime tensioni all'esterno, che hanno dato al centrodestra la possibilità di mostrare alla città l'ennesimo «ferito dai facinorosi», stavolta il vicesindaco di An Giuseppe Cannella, finito in ospedale con una contusione. Anche giovedì c'era stata la denuncia di un'aggressione, a un altro esponente di An, un consigliere provinciale. A smentire le violenze di ieri però è stato lo stesso questore Caruso. «Non si è verificata alcuna aggressione, né lancio di oggetti, né tantomeno qualcuno dei manifestanti è riuscito a mettere le mani addosso alle persone che venivano scortate dalle forze dell'ordine all'interno del palazzo», ha detto ai giornalisti, mentre tutta la Cdl si lanciava in comunicati di sdegno contro i manifestanti e solidarietà al politico. «Evidentemente gli esponenti di An, che denunciano inesistenti violenze dei manifestanti, hanno il vero obiettivo di nascondere la gravità del provvedimento anti-popolare che consegnerà nelle mani di potentissime lobbies l'acqua dei palermitani», dice ancora Catania. In serata il ministro Pecoraro Scanio, a Palermo per una manifestazione, auspicava che «gli enti locali, le regioni e le province blocchino i processi di privatizzazione dell'acqua». A Palermo però non ci sarà più tempo.

Patrizia Abbate
Fonte: www.ilmanifesto.it
Da:

http://www.comedinchisciotte.com

Nota facoltativa di cloroalclero.
1)sull'articolo, la prima cosa che mi viene in mente è:
I nomi. Almeno il giornale "desinistra" (radicalechericattaprodi) I NOMI DI CHI HA VOTATO A FAVORE, E IL PARTITO, poteva scriverli. E mi chiedo perchè non lo faccia.
Forse temono di passare per sovietici. E i sovietici , come direbbe Rosalux, non sono cool, non appartengono a un mondo "up" e non fanno "trendy".
2)Sul fatto in se, è una roba "feudale". Sia da parte del potere, che da parte dei cittadini, che, incoscientemente, non intervengono in prima persona.

Io non credo nel complotto plutogiudaicomassonicopippotopolino, come dice Ritvan.
Però credo, e fermamente, che il potere sia strutturato come un "pilone della luce" ramificato verso il basso, con numerosi tronconi piu' stretti, a mò di "zampe" del pilone, che si fa sempre piu' legato a gruppi piu' piccoli di individui e ai loro vassalli. Più importanti di alcuni, meno importanti di altri.
Questa rete piramidale (si puo pensare a testa in giu o a testa in su, non importa. Testa=vertice)
Il collante di questa "rete sociale" è di natura essenzialmente economica. Ma non solo. Si intreccia a questioni d'onore, di potere, di intralci, di guerre feudali vere e proprie, di religioni e loro vertici. E come direbbe Gaber, eccetera eccetera eccetera.
Bisogna cominciare a guardare alla politica in modo freddo, noi che non contiamo un cazzo, considerando quello che è veramente accaduto e quello che accadrà.
Iersera guardavo i familiari delle vittime del terrorismo nero e rosso. Erano persone uguali tra loro. Che il parente fosse stato ucciso in piazza fontana, il 1 agosto a bologna alla stazione o dalle br, i parenti erano di tipo uguale tra loro.
Le divergenze politiche degli assassini (che, a giudicare dal cordiale rapporto tra franceschini e tuti, erano appianate pure quelle) non li riguardavano. Dicevano le stesse cose, coi medesimi sentimenti*.

Tutto questo per dire che:
Come dice il sommo, il massimo, il migliore (aristos) degli uomini e dei filosofi, Frederich Nietzsche, l'innocenza di fronte alle cose passate e la capacità di dimenticare per risorgere, sono le nobili virtù dei bambini, che si autoconservano contro tutto, e del superuomo.
Io sarei per
o il governo blocca sta merda o cadesse. Elezioni.
Le coalizioni si presentano e intanto si fa campagna per astensionismo di massa (90%)
Dpodichè ci si astiene in massa, proprio non si va ai seggi, cosi non possono brogliare, i cialtroni di destra e sinistra e si chiede una nuova costituente con comitati eletti tra il popolo in modo capillare tra i quartieri.
Che ne direste?
Cloroalclero, filosofa.

sentimenti di "persone che non contano un cazzo" con un parente prossimo morto in una strage di stato , coi politici che si sono presentati in massa ai funerali 30 anni fa e poi mai più nè visti, nè sentiti. Questa è la partecipazione delle "istituzioni" al "dolore" dei cittadini, sbandierata come uno slogan alle manifestazioni "uficiali di cordoglio". Io me li ricordo i tg delle stragi. Ripetevano mantra con aggettivi strappalacrime ma dal tono ufficiale e grave.
27.01.07
non riletto

domenica, gennaio 28, 2007

la parola al Massimo (del Minimo)


Qualche ospite (Mikecas) mi ha accusato di avere una “visione superficiale del ruolo dell’Italia in politica estera “.

Quando sono andata a votare, cosa che non facevo da anni, l’ho fatto principalmente per la speranza che la sinistra desse una “svolta” alla politica estera, ormai condizionata dalle effusioni televisive che il “premier” Berlusconi si scambiava quotidianamente con il serial killer G.Bush.
Non l’ho fatto per le privatizzazioni, né per la legge urbani o moratti, che in questo campo non speravo in nulla di buono (i sinistri sono stati i primi a liberalizzare risorse, con il governo d’alema).
In politica estera, tutti, da Rutelli a Fassino a pecoraio Scanio (soprattutto lui, con una passione che sembrava autentica) dicevano che erano per la pace, criticavano la politica estera di Berlusconi, che giudicavano, come era, di asservimento agli americani senza riserve.

Poi la storia si sa: sono venuti su loro e , dopo qualche mese, hanno attuato il ritiro dall’Iraq, ma hanno aumentato il contingente afghano e, successivamente con la finanziaria, hanno raddoppiato le “spese militari”.
Oggi, il ministro Pecoraio Scanio, quello che con tanta passione ha difeso la Pace (vedo che word mi corregge continuamente con Pecoraio. Una ragione ci sarà..) ha “accettato” di “astenersi”, mantenendo la cadrega di “ministro dell’ambiente, non votare contro ma non far sentire il peso della sua contrarietà (e, scusate se mi ripeto, mantenere il “posto” di ministro, di dimettersi non ne ha neanche parlato).
Così il decreto è passato. Con buona pace di Franca Rame e di Luxuria che, presumo, avranno votato pure loro a favore.

Però, ma c’è un però. I “pacifisti in questione, sarebbero stati soddisfatti dal governo, con ulteriori spese riservate agli “aiuti umanitari” da aggiungersi agli “aiuti” che dobbiamo agli americani per esportare la democrazia (30 milioni di euro aggiuntivi).
Su questi aiuti invito tutti a leggersi l’articolo di kelebek di oggi.
Insomma: io pago, qualche aiuto (forse) andrà a buon fine e le truppe stanno là lo stesso.

Ora: perché Mikecas dice che io avrei una visione superficiale della politica estera?
Io avevo capito che il mio voto non aveva senso, quando ho visto che la poltrona agli esteri la prese D’alema.
D’Alema, capite? (responsabile 1)delle privatizzazioni 2)dell’attacco al kossovo 3)dell’ascesa politica di Berlusconi. Vi basta? Avete una mano migliore?) ,ma vi rendete conto? Uno ambiguo, tranne quando prende decisioni . Che non fa mai scelte difficili per se stesso. Le fa solo per gli altri.

Intervistato sull’Afghanistan (su cui è naturalmente d’accordo con Fini* che il governo deve avere la propria maggioranza) dice (copioincollo):
(…)Non è venendo via dall'Afghanistan che si costruisce la pace. E "di queste forze armate, quelli che si dicono pacifisti dovrebbero sentirsi orgogliosi(…)
Il primo argomento è dato per scontato. Rispondere con un po’ più di determinazione, prevedendo un “perché”? non è dato.
Il secondo argomento (soldati bravi umanitariii costruttivi ecc…) è la più becera argomentazione senza richiesta, che usava il governo Berlusconi per limonare con Bush senza essere criticato troppo.
Alla domanda “perché limoni con bush?” Il polo delle libertà rispondeva, compatto, senza individualità di partito o di persona “le forze armate stanno facendo un lavoro meraviglioso” e via con i filmati sulle cisterne d’acqua e sulle distribuzioni di pessimo cibo. Intanto però, si sa che in Afghanistan, specie nelle periferie della regione, non ci sono gli antibiotici.
IDEM FA D’ALEMA. Ma quanto sono bravi i soldati (ci mancò la quasi lacrimuccia di commozione di chiara moroni da Santoro , circa 3 mesi fa,che, con quest’argomento, senza saperlo,o forse lo sapeva, faceva gli interessi politici di D’Alema…)
Quanto bene fanno, w l’italia dei soldati buoni, la parte migliore dell’italia,( per forza, ci spendiamo tutto là, qui di soldi non ne restano per diventare una collettività viva…Qui i vicini di casa si ammazzano. Una specie di compensazione nemetica: tanto buoni là. Tanto rovinati qua)
I soldati là, portano il nome del meglio dell’italia nel mondo , i soldati fanno andare a scuola i bambini (quelli che hanno ancora le gambe) I soldati ricostruiscono dove c’è distruzione (ma smettere di collaborare coi distruttori no?)

Non omette, D’Alema ,per suffragare questa tesi, una strizzata d’occhio alle elettrici
(…)Parlando alla platea della donne della sinistra, il ministro degli Esteri ha sottolineato la crescente presenza femminile nelle forze armate "ovunque e nelle situazioni più difficili" riconoscendo alle donne appunto un ruolo importante per la pace. Usa un argomento “femmnista-matriarcale” per dire quanto siamo civili noi che permettiamo alle donne di fare la guerra.

Si eh? E allora perché non mandare là delle dottoresse, delle infermiere, delle psicologhe, delle organizzatrici, degli apparecchi ortopedici, della farina bianca, degli antibiotici, tanti antibiotici? Tanti, almeno un valore corrispondente alle pistole che tutte queste signore con la divisa portano appesa alla cintura, come un grosso pene, che significa: “ora sono bravo ,come militare, ora ti aiuto, ma lo faccio perché ci ho questa attaccata alla cintura. Per la pennicillina non posso fare niente, ma prendi quello che ti do, ringrazia e non farti troppe domande.”

Intanto, il regime di Karzan, zerbino degli americani come quello di Al Maliki in Iraq (che mi ricorda malik maluk di alto gradimento, chissà se lo sentiva alto gradimento, per es la Lameduck ),è ben lungi dall' aver liberato le donne che vivono una condizione di pochissimo migliore rispetto a prima, coi talebani. Difatti la differenza è che ora possono 1 mettere il velo che volgliono e non il burka 2andare a scuola da piccole. Ma ancora è vietato guidare e mettersi le maniche corte. Andare in giro piu’ del necessario o truccarsi all’occidentale.

Tornando al ministro degli esteri, addirittura D’alema sostiene la tesi (che a Berlusconi mai sarebbe venuta in mente per via dell’apriori diverso ), secondo cui proprio i pacifisti dovrebbero essere orgogliosi dei militari. Quindi loro (i pacifisti) dovrebbero essere piu contenti degli altri della militarizzazione dell’Afghanistan, un’occasione per mostrare al mondo la grande etica con cui l’esercito italiano, in guerra, “aiuta la gente”. Un po’ come dire che i topi dovrebbero essere orgogliosi dell’inventiva e dell’ abnegazione di chi costruisce trappole sempre piu’ perfezionate per catturarli.

Comunque sia, quest’ argomentazione della probità di uomini e donne, militari dunque ben equipaggiati con armi, mandati a fare “del bene” a gente bombardata da nostri amici, è sempre "in" destra o sinistra e occupa tutto lo spazio possibile di ogni risposta a qualunque domanda.
Semplicemente non si risponde a quale sia, fuori dai denti, la posta in gioco, ma si continuano a far girare “formule vuote” : impossibile ritirarsi, si perde la credibilità, Impegno concreto di pace cui l’italia non puo’ esimersi ecc…
Al di là delle interpretazioni personali, ciascuno ha il dovere di avere dal politico delle risposte chiare. Specie quando con i propri soldi viene finanziata una guerra.
Che, per caso Mikecas ne sa di più su “in che consisterebbe” questa “credibilità” che andremmo a perdere? Di che si tratta? Commesse commerciali? Forniture di petrolio? Contratti di certe aziende? Armi? Che?

Avvicinamento all’attuale presidente europea “dominatrix autoritaria”neocon Merkel,un po’ baldracca, un po’ mistress e ,come si conviene all’immaginario pervertito, anche schiavetta, zerbino, cencio degli americani che però riesce a individuare gli “schiavi dentro” come D’alema ed ottenere il meglio o il peggio da loro?
Di che si tratta esattamente? Che c’è dietro a quest’irreversibilità della fedeltà italiana all’alleanza atlantica? Sono superficiale se dico che io non lo so e che vorrei saperlo? Che la mia polemica è diretta verso la retorica e l'ipocrisia di discorsi con cui questi politici non rispondono? Perché l’idea di un referendum, quindi un atto di delega degli uomini al governo ai loro sottoposti finanziariamente, è respinta a priori come bestemmia, quando il 60% degli italiani sarebbe favorevole ad un ritiro immediato?
Se qualcuno , o Mikecas, o altri, queste cose le sa, o se fa congetture fondate, sarò lieta di leggerne.

*ma ho capito male io, o è all'opposizione?

sabato, gennaio 27, 2007

Milioni Di Ebrei Finiranno In Prigione. Di M.Mazzucco

Sbagliano coloro che dicono che il nostro governo è schiavo di Israele, e che il decreto legge di Mastella, approvato ieri, è un servile gesto di obbedienza "alla cricca ebraica".

Prima di giudicare in base ai soliti preconcetti, vediamo infatti con più attenzione di cosa si tratta. Ci dice il Corriere di oggi che "il decreto legge, preannunciato in vista della giornata della Memoria del 27, si riferisce più in generale ai «delitti di istigazione a commettere crimini contro l'umanità e di apologia dei crimini contro l'umanità», senza far riferimento a un preciso reato di negazionismo della Shoah."

Tanto rumore per nulla quindi, da parte di tutti coloro che si erano allarmati per il diritto di opinione.

Continua l'articolo: "In particolare il ddl - sottolinea una nota diffusa dal ministero della Giustizia - amplia e rende più severe le norme per quanti propagandino la superiorità razziale e quanti commettano o incitino a commettere atti discriminatori. Verrà punito con una pena fino a tre anni chiunque diffonda idee sulla superiorità razziale. Prevista una pena da 6 mesi a 4 anni per chiunque commetta o inciti a commettere atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o compiuti a causa del personale orientamento sessuale o dell'identità di genere".

Possiamo quindi prevedere che finiranno in galera tutti quegli ebrei - e non sono pochi - che si ritengono parte di un popolo eletto, …

… e che in virtù di questa presunta superiorità si arrogano diritti che non gli spettano affatto. Ad esempio:

Il diritto di prendersi arbitrariamente più terra di quanta assegnatali dall'autorità internazionale, per poi rifiutarsi di obbedire alla stessa autorità, quando questa gli impone di restituire la terra presa in eccesso.

Il diritto di dividere, spezzettare, tagliare a piacimento la terra altrui, arrivando a murare vivi interi villaggi pur di frammentare con ogni scusa possibile il tessuto sociale.

Il diritto di interferire continuamente con ogni minimo gesto di vita quotidiana della popolazione locale, umiliandola e costringendola ad una continua vessazione che con la sicurezza di Israele non ha nulla a che vedere. Vedremo così scattare ai check-point le giuste pene, come recita la legge, "per chiunque commetta o inciti a commettere atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi".

Il diritto di tenere intere generazioni di palestinesi ingabbiate come animali nei campi profughi, e impedire il loro ritorno alle loro case e alle loro famiglie. E ogni tanto di massacrarne anche qualche migliaio, da Sabra a Chatila al più recente caso di Jenin.

A loro volta, il diritto di negare agli ispettori ONU di visitare i campi profughi in cui si dice che Israele abbia fatto strage di innocenti.

Più in generale, il diritto di ammazzare civili a piacimento, con la scusa di volersi difendere da una violenza che loro stessi vanno creando.

Il diritto di esimere i propri soldati dal rispondere ai tribunali internazionali, dando loro carta bianca per ogni più brutale violazione dei diritti umani. Avremo così il piacere di vedere finalmente in prigione i generali israeliani che sui loro soldati compiono continuamente «delitti di istigazione a commettere crimini contro l'umanità», come recita la nuova legge. Anche Rumsfeld dovrebbe trovare comodamente posto fra di loro.

Il diritto di ammazzare impunemente reporter e fotografi stranieri, arrivando a travolgere intenzionalmente con i loro bulldozer delle semplici persone disarmate, che siano venute a ficcare il naso un pò troppo da vicino nelle loro faccende.

Il diritto di rapire persone ospiti di un qualunque paese straniero, e portarsele a casa come se fossero delle valigie, senza poi dovere spiegazioni a nessuno.

Il diritto di bombardare qualunque cosa "metta a repentaglio la loro sicurezza nazionale", senza nemmeno ricorrere alle normali procedure internazionali.

Il diritto di minacciare un paese sovrano di distruzione perchè starebbe sviluppando una "minaccia nucleare", quando loro stessi hanno violato ogni possibile accordo internazionale, mettendo insieme un arsenale 10.000 volte più potente di quello paventato.

E infine, il diritto di continuare a comportarsi da perseguitati, quando la Shoah è finita da 60 anni, pretendendo leggi "protettive" che in realtà servono a loro per perseguitare chiunque osi mettersi sul loro passo.

Tutto questo, e molto altro, denuncia chiaramente una presunzione di superiorità a base religiosa, etnica e razziale che finalmente la nuova legge Mastella potrà punire adeguatamente.

Ci si augura inoltre che questa legge, per quanto non lo citi esplicitamente, vorrà anche punire il cosiddetto negazionismo di cui tanto si parla. Finiranno così in galera, insieme agli altri, anche tutti quegli ebrei che negano sia esistito un olocausto palestinese, chiamato Nabka.

Era ora che ci fosse un pò di giustizia a questo mondo.
Massimo Mazzucco

un riferimento qui

Fonte:http//luogocomune.net
http://luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=1661

giovedì, gennaio 25, 2007

Via dall'Afghanistan,subito, senza indugio alcuno...


Certo, un D'Alema ministro degli esteri c'era da augurarselo come un attacco di emorroidi.
Tutto sommato in Italia succedono cose incomprensibili. Non per loro, chè conoscono bene la materia vera della faccenda, ma per noi, che osserviamo allibiti (parlo per me) l'andamento della "politica" estera(si fa per dire) qua in Italia...

Già da Santoro avevo osservato la faccia di Franca Rame- quando Telese le aveva giustamente ricordato il suo voto, favorevole alla missione militare in Afghanistan- farsi progressivamente di palta inespressiva.
Dal corriere dell'altro ieri (risparmio sulla carta stampata. Un paio di chili di "10 piani di morbidezza" per la famiglia ci entrano..)apprendo che sulla missione in Afghanistan c'è dissenso nel governo. Soprattutto al senato , pure gente non eletta dalla "sinistraradicalechericattaprodi". "bene" mi sono detta.
Poi leggo che alla camera, Pecoraro Scanio dice che lui voterà il rifinanziamento della missione a certe condizioni: finanziare pure missioni di pace, governative, quindi pagate da noi, lasciando là tutto il resto(Corriere della Sera 23/1/07).
A lui questa sembra un'equa proposta di compromesso.
Se non voteranno i senatori e i deputati che dovrebbero votare il rifinanziamento, Prodi dovrà appoggiarsi al voto di fiducia del Polo delle Libbertà (2b apposta) che lo ricatterebbe di brutto
Poi leggo che D'Alema dice che non esiste, che dobbiamo fidarci di lui, che sta lavorando per una svolta" ma che "uscirne è impossibile..." Oh bella...e perchè è impossibile??? spiegacelo una volta per tutte...
"Perchè, dice D'alema, ne andrebbe della nostra credibilità internazionale..."
Nel frattempo leggo, altrove, che Fini si è incontrato con Condolleza Rice "che l'ha ringraziato per l'allargamento di Vicenza" (ma non c'era una battaglia ancora in atto???" e che Fini "Le ha garantito il voto sull'Afghanistan"
MA COME, FINI NON E' ALL'OPPOSIZIONE?
Tra l'altro: La storia di Vicenza viene addotta come motivo del no all'Afghanistan da parte de senatori che dicono che voteranno no.
Poi, ancora: D'Alema ha "rimproverato Frattini per aver usato toni troppo schietti , criticando l'attacco unilaterale portato dagli USA alla Somalia." Le parole esatte della risposta, alla domanda rivolta a D'Alema (ho i conàti di vomito)su che comportamento avrebbe dovuto tenere Frattini, volendo criticare l'America (USA):
"Non c'è nulla di particolare da fare. E' una cosa che richiede più autocontrollo da parte di chi ha responsabilità".(Corriere della Sera 23/1/07).
PER ESEMPIO: LUI DOVREBBE AUTOCONTROLLARSI, QUANDO VEDE UN AMERICANO,ASTENENDOSI DALL'IRREFRENABILE VOGLIA DI PASSARGLI LA LINGUA SUL CULO.
cHIUDO QUI, PERCHE' avendo appena mangiato, mi è venuta la nausea. Continuo dopo.
ciao

martedì, gennaio 23, 2007

La libertà occidentale




Apprendo che una sentenza della cassazione ha assolto dei ragazzi che avevano scambiato files attraverso programmi p2p , perché , se non c’è “lucro”, non c’è reato.
“bene”, mi sono detta. In questa repubblica di ladroni e servi, almeno una cosa giusta l’hanno fatta.
Apprendo successivamente una notizia che m’induce a rettificare tale considerazione: l’assoluzione arriva perché nel ‘99, all’epoca dei fatti, non era in vigore ancora la legge Urbani, che specifica il concetto di “lucro”, allargandone la categoria alla definizione di “profitto”. E’ innegabile che chi scarica un brano musicale gratis ne tragga profitto proprio dalla sua “gratuità”. Pertanto i ragazzi, se avessero commesso il fatto dopo il 2001, sarebbero stati tuttora condannati.
Il governo attuale, avvicendatosi al famigerato governo Berlusconi, autore del provvedimento Urbani, ancora non ha cancellato questa legge iniqua.
Né probabilmente lo farà. Già questo governo ha dato prova di essere sleale nei confronti degli elettori, essendosi fatto portatore dell’istanza di ritiro delle truppe dai fronti di guerra prima ed aver invece, una volta insediatosi al potere, salassato gli italiani con un’inutile finanziaria gonfiata dal raddoppio delle spese militari.
Né questo governo, che ha insultato a più riprese lo scempio dell’istruzione italiana perpetrato dalla riforma Moratti, pare abbia intenzione di scardinarla, anzi, al summit di Caserta sono state prospettate soluzioni agghiaccianti per la scuola italiana, che rischia di peggiorare proprio gli aspetti più aberranti della riforma Moratti. E nessuno, nei media "embedded", ne parla.
Questo governo poi non pare essersi staccato dal decisionismo berlusconiano. Anzi, si è avvantaggiato dalla “tradizione” imposta da Berlusconi ( o forse ereditata da Craxi?) proprio nel “decidere” cose turpi alla faccia dei cittadini (vedi base di Vicenza) e delle più elementari norme di buonsenso.
La riforma del TFR , per esempio, è una simbologia chiara del fatto che, spacciando “mantra” tipo “il governo è prigioniero della sinistra radicale” dà, con sempre maggiore decisione e autoritarismo, schiaffi alla gente che spende il 30% della vita (se va bene) sul posto di lavoro. Senza peraltro risolvere i problemi dei servizi pubblici, del precariato, delle morti per lavoro nero. Ma , anzi, portando avanti una politica imperialistico-capitalistica che sposta i capitali ad est e piange miseria spendendosi tutte le risorse che sarebbero destinate alla “qualità della vita” collettiva in armi.

Anche la libertà personale viene intaccata. Il reato di negazionismo dell’Olocausto, fatto passare da Mastella, lungi dal volerne discutere il contenuto, è formalmente incostituzionale e apre la strada ad una tradizione di limitazione della libertà personale i cui squarci potranno farsi sentire in seguito.
Per esempio potrà essere avanzata una proposta di legge come quella americana, che obbliga tutti i blog di discussione politica a registrarsi presso un’organizzazione governativa.
Motivi di ordine pubblico potrebbero essere la giustificazione spacciata. O motivi di “sicurezza dello stato”.
Il nostro ordinamento giuridico è “positivo”. A differenza di quello anglo-sassone in cui una sentenza puo’ influire sull’intero complesso delle consuetudini, da noi una norma deve essere logicamente non contraddittoria con un’altra norma.
Se, quindi,la punibilità per negazione dell’olocausto contrasta con l’articolo 21 della costituzione, essa non dovrebbe essere introdotta. Se introdotta ugualmente, significa che il sistema giuridico è deragliato verso una forma “consuetudinaria”, vale a dire che, in certe circostanze contingenti, il giudizio giuridico puo’ essere contraddetto.La situazione contingente la decide chi è al potere e questo passa come principio nella prassi di applicazione delle leggi.
E’ fatta: libertà di espressione è intaccata. A sto punto possiamo aspettarci anche che “il terrorismo internazionale e al qaeda” impongano un oscuramento di internet, perché, ad esempio, i terroristi, direbbero, si mandano messaggi cifrati di autodistruzione del pianeta.

Questo ci giochiamo, senza una valida opposizione al perseguimento dei reati di opinione.
Tutto ciò considerando che simili decisioni le prende gente, la cui presenza al Palazzo l’abbiamo decisa noi. Un Prodi, che si bacia e abbraccia con Olmert, criminale di guerra e di cui non sappiamo cosa, i rappresentanti italiani all’ONU, abbiano votato, al momento di decidere di condannare l’aggressione militare israeliana al Libano di quest’estate ( a proposito di “dire parole”).

Ora: quando discuto con dei reazionari, una delle obiezioni piu’ frquenti al mio viscerale antiimperialismo è “ tu, se abitassi a Teheran.. queste cose manco le potresti scrivere”.
La mia controobiezione è che “ questa libertà, attualmente effettiva, non è una conquista, ma una “gentile concessione di una classe dirigente serva, che la può negare in qualsiasi momento”.
E io delle “gentili concessioni” sapete cosa me ne faccio?
Cosa me ne faccio di una libertà che ora c’è ma che in qualsiasi momento puo’ essere soppressa e che comunque, se qualcuno “caga fuori dalla tazza”, già viene limitata insieme al dovere dello stato di rendere giustizia, vedi come si sta procedendo al processo del G8 dove sono state soppresse prove a favore della condanna di chi ha fatto la mattanza.
Quali cittadini hanno già trovato giustizia, in questo paese col governo Prodi? Forse quelli che hanno votato contro il nucleare e poi devono ospitare i missili americani che farebbero saltare l’intera padania, col corredo di tutto l’oltrepo?
Quelli di Vicenza che devono fare i conti con un numero spropositato di soldati che andranno ad alloggiare, con missili, aerei e tutto il resto, nel centro cittadino?
Voi direte che , se normalmente faccio discorsi da bar, questo è un discorso “ancora più da bar del solito”. Perché metto troppa carne al fuoco e, in definitiva, appaio qualunquista (prevengo le critiche ;-)).
Ma in realtà volevo far riflettere sul “governo ostaggio delle sinistra radicale”: una formula di "Mistica del potere" per succhiare soldi alla piccola borghesia, inculando, e senza vasellina, i proletari.
Sostanzialmente, la classe dirigente si comporta con noi come se fossimo una colonia, la cui rovina politica non è preoccupazione di nessuno, e in cui la volontà popolare conta come contava quella degli atzechi quando sono arrivati gli spagnoli.
Noi non abbiamo una classe dirigente che ha a cuore il nostro denaro, il futuro dei servizi e dei nostri figli, dell’inserimento della nostra nazione, in un’etica di sviluppo equo, solidale e sostenibile.
Ma seguiamo l’imperioso ordine dei capitalisti: una ristretta oligarchia armata del pianeta che fa fare lo zerbino agli oligarchi nazionali e che vive come una guerra continua il confronto con la “gente che non conta un cazzo”. In altri termini, dietro le bugiarde affermazioni di Berlusconi e/o Prodi c’è sempre la frase del Marchese del Grillo “io so’ io e te non sei un cazzo”, implicita e parafrasata, in modo creativo ad ogni dichiarazione ufficiale e mistificata dalla propaganda.

domenica, gennaio 21, 2007

La Memoria imposta


Craxi è morto. Lasciatelo dormire. Pur essendo agnostica, senza dio, ho un rispetto quasi religioso per i morti. Quelli uccisi meriterebero giustizia.
Quelli di cui le cose si sanno, andrebbero lasciati andare nel lungo corso di una memoria che sia influenzata solo dallo stesso flusso temporale.
Craxi ha rubato. Lo ha detto lui. Ricordo l'ammissione, che venne esplicitamente dalle sue labbra nel corso di un interrogatorio davanti all'allora PM Di Pietro e trasmesso in TV. Si difese dicendo "lo facevano tutti" e probabilmente era vero.
Craxi, come altri politici in Italia, ha fatto cose pregevoli e cose meno pregevoli, ma ora è morto. Lasciamolo dormire, senza forzarne l'oblio o la memoria. Non si farebbe un servizio nè a lui, nè a noi italiani, nè alla sua famiglia.

Non mi va di riprecorrere la sua storia politica.
Solo un episodio personale: quando ero all'università, in pochissimo tempo morì mio padre, mettendomi nelle condizioni di dovermi cercare un lavoro in fretta.
Incontrai un mio compagno di liceo che mi disse "se fai la tessera del partito socialista, alla banca xxx hai molte possibilità di essere assunta, come è successo a me"(io non la feci, a scanso di equivoci, mi regolai in altro modo).
Erano gli anni '80, L'epoca della Mlano da bere, di Pilliteri e Tognoli sindaci: un'epoca in cui a Milano si stava ancora bene. Ma non era merito di Craxi, era merito della sua tradizione operaia che, pure nella fase di imborghesimento di una realtà che si è evoluta secondo una dimensione disumana, allora, lasciava ancora spazio alla convivenza di situazioni umane diverse, all'illusione di una felicità collettiva possibile.

Ma forse anche quest' ultima considerazione è viziata dal fatto che quella era l'epoca dei miei vent'anni. E le percezioni ricordate sono distorte.
Negli anni 80, Craxi era "il potere" . Insieme ad Andreotti.
C'erano anche Gava, Zaccagnini, Di Lorenzo, De Mita, ecc...ma questi due nomi avevano l'altisonanza del potere "per eccellenza". Che il potere "rubasse" era cosa nota, ma, pochi anni più tardi, sentire Bettino che lo ammetteva con la propria faccia e la propria voce in tv, fece un certo effetto.

Oggi che "il Craxismo" è storia passata, eppure causa di tante realtà che stiamo vivendo politicamente, qualcuno lo vuole elevare, come Enrico Toti, Giuseppe Garibaldi, Dante, Giuseppe Mazzini, Camillo Cavour, ecc... a categoria non solo storica, ma etica.

E' infatti l'etica di un personaggio storico che si vuole "promuovere ad esempio" quando si dedica a qualcuno una via, un aereoporto, un santuario, un museo,un ospedale, un centro di utilità sociale.

E l'etica di Craxi, purtroppo, è quella che, nell'immaginario collettivo si rifà alle "dazioni" (fu la prima volta che sentii questa parola) di denaro che si intascò (per sè, per il partito, per l'immensa clientela che componeva il clan socialista...non importa...) e di cui fece ammissione davanti ai milioni di spettatori televisivi. L'etica di Craxi, come era percepita e apprezzata dai milanesi, si leggeva sui muri, a quel tempo imbrattati dalle ripetute scritte: "Di Pietro grazie" che riempivano la città. La rappresentazione della gente, poi, che gli tirava le monetine, a Roma,fuori dall'hotel "Ergife", dicendogli "vuoi intascarti pure queste?" non si può dimenticare e a me sembra più rispettoso, pure per la memoria stessa di Craxi, che non venga più sottolineata. Nè per polemizzarne politicamente, nè per nessun altro motivo.

L'etica di Craxi, imposta alla collettività attraverso celebrazioni di vie o di istituzioni che portassero il suo nome, secondo me, avrebbe un solo significato non orientato verso la gente, ma verso i politici.
Il significato che il "politico che ruba" può avere la sua gloria. Imperitura, come quella di Enrico Toti, che, privo di una gamba, venne ucciso scaraventando la stampella in direzione dei nemici, mentre gli sparano addosso.

A Peppino Impastato, ucciso dalla mafia poco più che adolescente, ancora (almeno qui al nord) nessuno ha proposto di consacrarlo alla "gloria imperitura", forse perchè c'è la Lega, o perchè si pensa che la mafia sia un "folklore" meridionale. O semplicemente perchè a qualcuno, di consacrare a imperitura memoria collettiva un ragazzo che si batteva ,da solo contro la mafia, non fa piacere.

Farebbe piacere, invece, consacrare Craxi. Un politico che ha intascato "dazioni" di denaro. Un esempio da elargire come patrimonio collettivo, certo. Così si diviene forse più indulgenti con i politici che rubano, è normale che lo si diventi. La consacrazione collettiva un certo valore culturale lo dovrà pur produrre, o no?
E cio' che oggi chiamiamo "cultura", come molte altre cose che dovrebbero venire "dal basso" sono invece proposte di potere. O imposizioni, che dir si voglia.

venerdì, gennaio 19, 2007

Giornata della Memoria



Geniale questo articolo dello scrittore e saggista israeliano Gabriel Ash, nato in Romania, cresciuto in Israele, dove ha prestato servizio regolare nell’esercito. Oggi vive in America, è un attivista per la Pace e scrive sulla rivista “Yellow Pages”.Il suo motto è che scrivere è importante perchè "talvolta la penna è più efficace della spada, talvolta no"
Questo articolo s’intitola Hollowcaust Hullabaloo ed è stato scritto a metà dicembre 2006, in occasione della conferenza di Teheran. L’ho tradotto io :-) e la parola Hollowcaust non può essere tradotta, in quanto egli la conia come definizione dell’Olocausto come “strumento efficace nell’arsenale della segregazione globale”. E’ geniale, ripeto. E doveroso pubblicarlo in occasione della giornata della memoria e del fatto che Mastella vuole, anche da noi, mandare in galera i “negatori” dell’Olocausto. Anche la vignetta la pubblica lui ed è esplicativa dei concetti che elabora.

Hollowcaust Holaballoo di Gabriel Ash (tradotto da Cloroalclero)


E’ una buona settimana x l’Olocausto. E’ stato per tutto questo tempo tra le notizie piu’ importanti. Sfortunatamente, i media, non eccellono nel fare collegamenti, cosa che lascia a me il gioioso compito di mettere insieme tutte le recenti notizie sull’Olocausto.

In Iran, dei pagliacci hanno ospitato una ridicola conferenza sull’Olocausto al ministero degli esteri, allietata dalla presenza di “luminari”, quali colui che predica la supremazia dei bianchi, David Duke .
In Francia la speranzosa candidata alle presidenziali, Segolene Royal ha avuto da dire sulla questione per cui , alla presenza del deputato di Hezbollah, le è toccato di ascoltare(non si sa se in arabo, o in traduzione) un paragone tra la resistenza di Hezbollah e la resistenza dei francesi contro l’occupazione nazista.
Royal ci assicura che ogni paragone che implicasse un associazione tra gli spiacevoli nazisti e Israele sarebbe stato , per cio’ che è stato fatto dai nazi, “inammissibile, odioso ed abominevole”(Loubnan Ya Loubnan, December 2006)

Per finire: prima di di partire per una visita in Germania, il premier Ehud Olmert, è intervenuto al museo nazionale dell’Olocausto (di Israele), dove ha paragonato L’Iran ai nazisti e ha spinto affinché la Germania tagliasse i suoi rapporti economici con l’Iran.

Cominciamo con il terzo evento. Con le parole con cui Olmert ha presentato la sua posizione ai tedeschi: “Posso suggerire al popolo tedesco…Voi potete avere interessi economici, potete fare affari, però avete un obbligo morale piu’ profondo verso voi stessi, verso la vostra storia e verso il vostro futuro.”Israel National News, December 11, 2006. In altri termini, a causa dell’Olocausto, La Germania deve appoggiare l’attacco Israeliano all’Iran.
Cinque secoli fa, un monaco tedesco si mise contro il papa, accusandolo di aver mescolato affari di coscienza con questioni di lucro, per aver venduto il perdono divino ai peccatori impauriti .
Martin Lutero fu fautore dell’idea secondo cui peccato e redenzione sono questioni che riguardano il rapporto diretto tra l’uomo e Dio. Qualcuno che pretenda di mediare questa relazione per ottenere la redenzione per qualcun altro ed essere pagato per questo, sarebbe stato considerato un ciarlatano (Lutero disse che anticristo era il nome del “capo” dei ciarlatani).
La cosa meno importante che si può dire è che la Germania del secondo dopoguerra è che ha tradito Lutero. Pentiti del recente passato nazista, i tedeschi hanno accettato di pagare miliardi di dollari ad Israele. E Israele neanche esisteva durante l’Olocausto. I nazi hanno assassinato Ebrei, omosessuali, zingari, socialisti. Non fecero nulla contro lo stato di Israele, molti dei fondatori del quale, espressero ammirazione per l’ideologia nazista e in certi casi vollero combattere a fianco di Hitler durante la guerra. (Lenni Brenner, 51 Documents: Zionist Collaboration with the Nazis).


Israele non è stata vittima dei nazi. Ne trasse, anzi, degli indiretti benefici.
Israele ha offerto ancora ai tedeschi la loro redenzione: pagaci e noi cancelleremo l’onta del peccato sui vostri discendenti. Pagaci e voi sarete riabilitati. E i tedeschi sono stati felici di pagare. Essendo coscienti del loro vero, specifico, passato e cercando redenzione nella desolazione della loro identità naufragata che si rifletteva in molti tedeschi (e sono pure gentile. Il perché è facile da capire. L’eredità del nazismo non è stata certo limpida). Essi sono stati felici di pagare e hanno guardato silenziosamente, acriticamente, a come Israele ha preso i loro insanguinati soldi e li ha usati per costruire esattamente il tipo di stato crudelmente militarizzato che , ai loro tempi, condusse i tedeschi stessi alla perdizione.
L’ironia sta nel fatto che I tedeschi, dopo aver accusato se stessi di essere stati troppo obbedienti , troppo ligi alla definizione di moralità presentata dallo stato nazista, abbiano tentato di riscattarsi dando ad un altro stato, Israele, i diritti di definire i termini della loro moralità a loro piacimento. Questo però hanno fatto. I politici e gli intellettuali tedeschi hanno ceduto la loro coscienza ad Israele e agli Stati Uniti.
60 anni piu’ tardi essi sono ancora incapaci di criticare le azioni di costoro. Invece di una vera coscienza, essi hanno adottato l’atteggiamento di una servile santificazione di tutto cio’ che Israele fa.
In questo contesto, Olmert, il nuovo papa dell’Olocausto, pretende obbedienza dai tedeschi per rinnovare un perdono epocale, ricordando loro , come un lucido venditore ambulante di indulgenze quale è, che loro “hanno un obbligo verso se stessi.”


Tuttavia, Olmert, l’uomo ricevuto con calore dalla cancelliera Merkel, è un criminale di guerra. E’ notizia recente che egli ha mandato ,ancora una volta, centinaia di persone al macello. In accordo con le sue parole, la carneficina non è stata prodotta da un’azione militare (che sarebbe stata già di per se, sufficiente) ma di una deliberata azione finalizzata ad esercitare pressioni sui politici libanesi (Gabriel Ash, Dissident Voice, July 2006).
Olmert è il classico criminale che proviene dalla stanca abitudine storica del diritto del più forte (ius in bellum) . Chiaramente non c’è paragone tra cio’ che Olmert ha fatto a Gaza e in Libano e cio’ che han fatto i nazisti ad Auschwitz.
C’è paragone, però con cio’ che i Nazi han fatto in posti come Lidice.

Contemporaneamente, se davvero i tedeschi hanno un “obbligo verso se stessi” quest’ obbligo imporrebbe di arrestarlo e porlo in condizione di non nuocere , nel momento in cui mette piede in Germania. I tedeschi di certo non hanno l’obbligo di stare a sentire un macellaio come lui, pontificare sulla moralità. Nessuno ce l’ha, quest’obbligo.



Passiamo ora all’” affaire Sego”. Secondo il guru dei blogger libanesi in Francia,(Loubnan Ya Loubnan, December 2006)
Segolene Royal sarebbe stata intrappolata da una piccola commedia ordita dal gruppo libanese appartenente al partito “cedar revolution”, o dai sostenitori del governo di Jacques Chirac, o da entrambe le parti, le quali hanno interesse a mantenere le assicurazioni e il loro allineamento con Washington e Tel Aviv.
Royal ha astutamente evitato le “mazzate” diplomatiche, cancellando il suo incontro coi rappresentanti di Hamas, sostanzialmente derogando al suo impegno di ascoltare tutte le parti coinvolte nella polveriera del Medio Oriente .
Ella ha evitato l’imbarazzo che avrebbe suscitato la previsione, più volte pubblicata, che il paragone che sarebbe stato fatto dai rappresentanti di Hamas tra i nazi e Israele, l’avrebbe spinta ad abbandonare l’incontro. Cio’ significa che, effettivamente, ella non potrebbe sostenere incontri con il 90% della popolazione che oggi vive nel medio oriente.
L’Olocausto, (si conclude nel blog) è la più efficace arma nelle mani di coloro che sono fautori dello scontro di civiltà. Se la memoria del nazismo, in occidente, puo’ far sì che un politico francese si astenga dall’incontrare dei rappresentanti politici palestinesi democraticamente eletti, significa che l’Olocausto è diventato uno strumento più che efficace nell’arsenale della segregazione dell’apartheid globale.


Non credo sia più offensive un medico saudita che afferma di “non voler stare nella stessa stanza con donne” (Arab News, November 22, 2006) o un politico francese che insiste che non vuol stare in una stanza con un libanese o un palestinese che afferma di vedere se stesso paragonabile a colui che s’insericsce nella tradizione dei francesi che hanno resistito all’invasione nazi.
Il paragone è significativo perché l’Olocausto viene inteso in Europa (e, diversamente, in Israele) come avente le sembianze di un dogma religioso. La “negazione dell’Olocausto” è l’unico atto “discorsivo” che sia legalmente vietato come una blasfemia e che può portare qualcuno in galera.
E i politici europei apparentemente non possono stare nella stessa stanza con degli “infedeli” o con persone che sfidano la credenza secondo cui vi è stato un solo grande olocausto, con Israele come suo profeta.


E come i fondamentalisti sauditi , che ,con strabiliante ipocrisia, lanciano maledizioni contro una stupida vignetta danese ma cooperano con gli USA e Israele, dietro le quinte del contrasto alla resistenza palestinese, i fondamentalisti dell’olocausto d’Europa parlano con la lingua biforcuta.
Non appena Segolene Royal aveva finito di dire di non voler ascoltare chi paragonava Israele al nazismo, il primo ministro israeliano ha usato come palcoscenico il museo dell’olocausto, per affermare il paragone tra l’Iran e la Germania nazista.
Avrebbe mai detto, Royal, che avrebbe lasciato la stanza se avesse sentito Olmert fare tale paragone storico? Gli israeliani e gli americani fanno funzionare a loro comodo un’industria dei paragoni tra il nazismo e l’uomo malvagio del giorno.
Cominciarono col paragonare Yasser Arafat a Hitler. Clinton paragono’ Milosevic a Hitler. Sulle colonne del Sun apparvero paragoni tra il fondamentalismo islamico e il nazismo. Bush paragonò Saddam a Hitler e ora L’Iran è diventato l’ultima incarnazione del nazismo per Israele.
Quand’è stata l’ultima volta che un fondamentalista europeo dell’Olocausto ha lasciato la stanza sentendo questi paragoni asinini?


Lasciatemi parlare fuori dai denti di questi piazzisti dell’Olocausto. L’Occidente ha elevato i crimini dei nazi come il paradigma del male assoluto. Paradossalmente, ogni crimine successivo, specialmente se l’autore è Israele, puo’ oggi essere giustificato in virtu’ dei campi di sterminio. Per contro, le tendenze genocide che segnano la base della vita civile possono essere ignorate, invocando la rituale condanna della “falsa analogia” col nazismo, persino quando la distruzione sistematica è parte integrante della pratica militare degli occidentali e dei suoi moderni ed operativi eserciti, che combattono con la resistenza popolare. Conseguentemente, non si può paragonare la morte di piu’ di un milione di irakeni , risultato della politica americana di “sicurezza” dal 1992, all’Olocausto. Oppure non è possibile paragonare la pluridecennale punizione collettiva cui sono sottoposti gli abitanti di Gaza, o la distruzione del sud del Libano, ai metodi di “pacificazione” dei nazi.
Nessuno chiamerebbe Bush “negatore dell’Olocausto” per aver fatto in modo di negare il valore di studi scientifici a proposito dei morti (in Iraq) , stimati nell’ordine delle centinaia di migliaia.
Quando gli interessi occidentali ci vanno di mezzo, invece, si opera diversamente. La lezione dell’Olocausto ( e dei suoi 6 milioni di morti) è abbastanza buona per giustificare le bombe NATO su obiettivi civili in Iugoslavia, il massiccio bombardamento israeliano di Beirut, la futura guerra nucleare all’Iran ecc…L’insignificante tiranno che “uccide il suo stesso popolo”( e chi non lo fa?) diviene improvvisamente terribile come Hitler.



Il genocidio degli ebrei europei è stato trasformato nell’ Hollowcaust , un paradigma del male che resta concettualmente indeterminato. Vuoto nel suo senso centrale,sublimemente applicabile a tutto e a nulla, a seconda delle circostanze.
L’Hollowcaust , come una divinità volitiva e capricciosa, rifiuta il paragone qui, accetta invece un altro paragone, valido o farlocco, là.
E’ una divinità partigiana, un dio che sempre benedice “noi” e condanna “loro” , persino in come essa chiede di essere adorata dall’intera umanità, in nome di tutta l’umanità. Questo Hollowcaust attrae vittime in un’inutile competizione, nella quale esse devono adorarlo con un sacrificio rituale dei fatti, delle notizie, delle statistiche, che giustificherebbero la loro richiesta di essere prese in considerazione, rispetto al destino degli ebrei europei.

Tuttavia , il successo di questo richiamo,come il successo dell’Olocausto “originario” di Caino, non dipende da nulla che non sia la volontà divina , in questo caso, l’umore dell’occidente. Come ne "i Piccioni" di Skinner, i devoti sono condotti in modo malato a sconnettere completamente le cause dalle conseguenze. Come Caino essi sono talvolta portati al fratricidio. E’ facilmente comprensibile che, date tali circostanze, la tentazione di negare o di sminuire i crimini dei nazi è quasi irresistibile. La negazione dell’Olocausto è radicata nel desiderio di spingere via l’Hollowcaust.


Ritorniamo ora alla patetica conferenza sull’Olocausto che si è tenuta in Iran. La cosa più carina che si puo’ dire degli organizzatori è che sono pazzi. Motivati dalla solidarietà con le vittime del terrorismo di stato, si sono fatti involontariamente vessilli del terrorismo di stato loro stessi. Discutendo dell’autenticità dell’Olocausto, il presidente iraniano non ha determinato il ripudio del sionismo, bensì, come argomenta Joseph Massad (Al-Ahram, 2004) un’utile giustificazione del sionismo stesso. Di più: per alleggerire il nazismo si difende il terrorismo di stato,compreso quello di Israele.(Alla conferenza) partecipano anche antimperialisti che rifiutano categoricamente il terrorismo di stato, (ma) d’altra parte, forse, non è sorprendente che il governo iraniano stesso non avversi la tortura e l’omicidio e che trovi gli alti principii di costoro troppo pesanti.
La meschinità del presidente iraniano è stata, come ci si aspettava, manna
dal cielo per gli apologeti di Sion.
I media occidentali han colto l’occasione per imbrattare molte pagine con condanne, esortazioni e diffusione di paure di epiche proporzioni.
Per fare un illuminato esempio, , Anne Appelbaum avvisa I lettori che tutto il lavoro fatto per istituzionalizzare la memoria dell’olocausto non è sufficiente: “la distruzione, vicina nel tempo, degli ebrei europei perpetrata in modo organizzato e in poco tempo dalla sofisticata nazione europea, attraverso l’uso della miglior tecnologia disponibile è stata, a quanto pare, un evento che richiede costante riproposizione…”
Il messaggio dei piazzisti dell’Hollowcaust come Appelbaum,viene solo amplificato dalle idiozie della conferenza iraniana . O ebrei! Essi stanno cantando all’unisono per questo, dando molti più soldi alle attività del centro Simon Wiesenthal, così possono blaterare ancora un po’ sull’Hollowcaust, mentre presentano Robert Murdoch come un campione dei diritti umani!(The Forward, February 3, 2003)


Ma fate molta attenzione a cio’ che Appelbaum cerca di “spiegare” . Le sue parole sono finalizzate chiaramente a mostrare la traccia del Faustiano affare Hollowcaust,, quell’ affare che ha dato agli ebrei il riconoscimento ufficiale per le loro sofferenze in cambio dell’accettazione del “modus vivendi” standard della razza bianca occidentale. Non è l’orrore sofferto dalle vittime, cosi come non è l’omicidio, non è il terrore, che rende unico l’olocausto per Appelbaum. Cio’ che dev’essere costantemente spiegato e continuamente immaginato è l’orrore di “una sofisticata nazione europea che ha usato la miglior tecnologia disponibile” per commettere genocidio. Ma non si devono fare sforzi per immaginare che questa è l’ultima cosa che richiederebbe spiegazione. Una nazione avanzata che usi i mezzi tecnologici a sua disposizione per uccidere non risponde forse a criteri pienamente umani? Qual è la questione, veramente? Questa sinossi di un dozzina di capitoli completi di storia moderna non appare valida? Per caso qualcuno si aspettava che la supremazia bianca fosse fatta valere con bastoni e pietre? E’ chiaro che una nazione usa la miglior tecnologia , quando vuole sterminare intere popolazioni. Non sa, Appelbaum, quanti miliardi di dollari vengono tutti gli anni spesi per perfezionare le armi di distruzione di massa esistenti e per inventarne di nuove?

Cos’hanno le camere a gas di così sofisticatamente scioccante o di scioccantemente sofisticato, rispetto alle bombe nucleari, al mustard gas, al napalm, alle cluster bombs, all’agente orange, ai mitragliatori, ai Caterpillar D-9s ,ai bombardieri di lunga autonomia, e alle altre migliaia di piccole e grandi invenzioni, progettate da aziende perfettamente legittime per accelerare con efficacia il trapasso dei “nemici” alla tomba?

La sofisticazione e la tecnologia non sono cio’ che rende il genocidio nazista diverso.
Questi caratteri, infatti, sono comuni alla maggior parte delle dozzine di altre guerre dichiarate dagli occidentali contro i gruppi “non bianchi” della popolazione mondiale.
È singolare che Appelbaum desideri sottolineare come la differenza principale sia l’elemento (la tecnologia di morte) che è proprio l’ultimo a distinguere l’Olocausto dagli altri massacri: tale elemento, molto più probabilmente, è giusto che sia rivendicato dalle vittime dell'imperialismo e del colonialismo occidentali, poiché è proprio ciò che costituisce il terreno comune della vittimizzazione di questi diversi popoli.

Gli scopi della “necessità di spiegazione” di Appelbaum non potrebbero essere più chiari. “Ricordarsi„ dell’Olocausto è, soprattutto, escludere altre vittime.
La rappresentazione dell'omicidio di massa commesso “da una nazione specializzata con le tecnologie avanzate.„ è incomprensibile. E la sua spiegazione non è interessata a raggiungere comprensione. Nella modalità propria della teologia negativa, si “spiega„ l’Olocausto conservandone volontariamente la sua incomprensibilità, in modo da rendere costantemente necessaria la sua ri-spiegazione.


Erigere l’Hollowcaust ad unico caso di “nazione dalla tecnologia avanzata” che commette genocidio, non è affermare il passato. E’ negare il presente. E’ negare le milioni di morti che sono perpetrate, anno dopo anno, da “sofisticate nazioni con avanzate tecnologie” ed è anche erigere una barriera tra le “sofisticate nazioni con avanzata tecnologia” ed il resto dell’umanità

Da una parte stanno le nazioni “tecnologicamente avanzate” , quelle per cui il genocidio è e resta nell’incomprensibilità e viene, quindi, efficacemente negato. Il genocidio, si pensa, non accadrà più perché sarebbe impensabile pensare che accada di nuovo. Il genocidio commesso da una nazione sofisticata, con armi tecnologicamente avanzate è accaduto sì, ma soltanto una volta. Se si suggerisce che, invece, è accaduto più di una volta, ciò viene a significare il tradimento delle vittime. E’ blasfemìa.

La commemorazione e la deificazione di quell’unicità è un’aberrazione prodotta su commissione ed è il fondamento inesplicabile delle norme “civilizzate” che in seguito ad esso sono state emanate.
In termini freudiani possiamo dire che l’Hollowcaust sta alla fondazione della moderna supremazia occidentale allo stesso modo che il tabù dell’incesto sta alla fondazione della famiglia.

Dall'altro lato (del muro, se lo desiderate) vi sono le nazioni “ non sofisticate,„ tecnologicamente arretrate.
Implicitamente, l'omicidio di massa, in quelle nazioni viene considerato “tecnologia arretrata”, ma anche per questo poco rilevante, facilmente comprensibile;essa viene spiegata abbastanza “naturalmente„ dalla loro decisiva mancanza di sofisticazione. In effetti essi sono barbari e come tali tendono facilmente ad uccidere . Ne consegue che uccidere queste persone non è esattamente commettere grande crimine, si pensa presso di noi , poiché la morte violenta è il loro stesso modus vivendi `' Non rispettano la vita come “`noi”'; essi si offrono come vittime per fare i kamikaze, e così via.
In modo perfettamente circolare, il loro rifiuto irreverente della fede nell’ Hollowcaust (che è stata costruita per escludere da essa proprio questi “barbari”) conferma la loro esclusione dalla Comunità civilizzata che li abbandona senza ripensamenti al loro destino di “carne da macello”.

Ecco come l’Hollowcaust è così l'ideologia di segregazione globale (della quale il muro israeliano è un simbolo)per eccellenza . La vignetta brillante di Abdullah Derkaoui qui sopra, esprime il senso secondo cui l’ Hollowcaust funziona secondo la definizione classica dell'ideologia, come mediazione tra la propaganda e la realtà di segregazione e , come tale, argomento decisivo per costruire la segregazione stessa. Ed ora questi piazzisti di Hollowcaust sono sorpresi e scossi che tanti barbari pisciano sui loro memoriali? Fateci caso, essi stanno ottenendo soltanto la restituzione del messaggio del loro proprio razzismo con scritto“ ritorno al mittente„ scarabocchiato sopra la busta.

L'autore gradisce commenti e considerazioni
g.a.evildoer@gmail.com.

martedì, gennaio 16, 2007

In Italia C'E' il FEDERALISMO!!!




Sì. Il federalismo è una realtà. Ormai, la politica estera, espressione fondamentale della sovranità di un paese, la decidono i comuni.

Infatti, il premier Prodi, a proposito dell'allargamento della base USA a Vicenza ha detto (cito testualmente)
Sto per comunicare all'ambasciatore Usa che il governo italiano non si oppone alla decisione del precedente governo e del Comune di Vicenza presa con voto del consiglio comunale a che venga allargata la base militare dell'aeroporto di Vicenza

Egli apre anche la possibilità che, a livello locale (perchè è chiaro che è lì che si prendono le decisioni) ci potesse anche essere la prospettiva del referendum, che comunque non si è fatto (lui non ne ha notizia) e non si farà.

Fine delle trasmissioni. Servi di ieri, di oggi e di domani. Con annessa presa per il culo dei cittadini (i contribuenti dell'esportazione di democrazia in Afghanistan).

lunedì, gennaio 15, 2007

Il divorzio di Un Rabbino e La Guerra nel nome di Dio



Stasera lo sfavillante TG2 ha dato la singolare notizia secondo cui il rabbino Moishe Friedman sarebbe stato “scaricato” dalla moglie, quand’ella, guardando il telegiornale, apprese, con sommo orrore e raccapriccio, che il succitato rabbino ha abbracciato il presidente Ahmadinejad.

Ora: non so voi, ma a me, quando danno una notizia, vien da chiedermi non solo “che cosa mi stanno comunicando” ma anche (e soprattutto, in epoca di giornalismo-servo come la nostra) perché mi stanno comunicando qualcosa.

E’ il rabbino Friedman un eroe del gossip? Ha partecipato al “grande Fratello”? Fa parte dell’inesauribile scuderia degli “amici” di Maria De Filippi?

No.
Il rabbino Friedman è un rabbino (quindi ebreo, obviously:-)), appartenente al gruppo NetureiKarta, ortodosso , che ha espresso la sua opinione alla conferenza di Teheran sull’Olocausto.
La Conferenza di Teheran, indetta per sottoporre all’opinione pubblica le tesi “non ufficiali” sull’Olocausto, è stata pubblicizzata dai media “embedded” come una conferenza “negazionista”. Cioè in cui si è "negato" l’evento storico dell’Olocausto, nel suo accadimento.

Alla conferenza sono state presenti numerose personalità del mondo accademico. Moltissimi ebrei, religiosi o meno. Tra essi, spicca , per esempio, Norman Finkelmann, figlio di due superstiti dei campi di concentramento nazisti. Uno che, se avessero negato l’Olocausto, per quello che mi è dato sapere sulla natura umana, non avrebbe sicuramente presenziato.

Ma torniamo al divorzio di Friedman, motivato, secondo il TG2, dall’abbraccio, visto in tv dalla moglie, tra lui ed Ahmadinejad.

Qui, Dacia Valent racconta del suo incontro col rabbino, quando fu invitato in una sala di Montecitorio a commemorare l’11 settembre (insieme ad un imam e ad un frate comboniano) per stigmatizzare ogni strumentalizzazione, che il potere da sempre mette in atto, delle stragi e delle sofferenze dei sopravvissuti, per perpetuare logiche di guerra e di genocidio.

L’8 settembre, qualche giorno prima, che Friedman si recasse a Roma per l’incontro summenzionato, egli rischiò di essere rapito. Ne parla Blondet qui.

Fatto sta che , invece, il rapimento fu sventato, che Friedman andò all’incontro e non solo: andò anche alla conferenza di Teheran. Dove non vi fu affatto “negazione” dell’Olocausto e neppure messa in discussione del numero di morti che comportò questo genocidio.
Vi fu, invece, stigmatizzazione di come, a fini “bellici” (per spacciare cioè lo “scontro di civiltà) l’Olocausto sia stato un argomento “forte” per giustificare la violazione dei diritti umani e del diritto internazionale con cui Israele, quotidianamente, perpetra delitti contro il popolo palestinese, in nome di una presunta “minacciata” esistenza.

Laddove, invece, NatureiKarta ha sempre espresso una contrarietà sul piano politico (per ovvie ragioni) e religioso (con ragioni legate al credo ebraico, a seconda delle interpretazioni che ne vengono date) del sionismo.

Teniamo conto, e molto significativamente, che stanno preparando la guerra all’Iran, quando si leggono certe notizie.
Si sta parlando di un padre di 7 figli, rabbino, ma dissidente da anni dal sionismo: di lui il tg2 dice che “la moglie ha deciso di divorziare quando ha visto in tv il suo abbraccio con Ahmadinejad” (Ahmadinejad, in questo momento è in sudamerica a discutere con Chavez e altri capi sudamericani, di collaborazione per il petrolio e altre piacevolezze che farebbero venire a GW Bush come minimo l’allergia) .
Il 12 gennaio, swissinfo titola che Friedman è stato sbattuto fuori dalla comunità ebraica di Vienna, proprio per la sua partecipazione alla conferenza di Teheran.

Chi ha esperienza di divorzi, sa quanto incidano le vicende di “insuccesso lavorativo” e sociale sulla stabilità di una famiglia. Non è bello, non è nobile. Ma è umano, come molte altre cose.
Friedman è (era) un rabbino, papà di 7 figli, aspramente contestato da anni per le sue idee anticonformiste. Che ha rischiato (presumo più di una volta) la sua incolumità personale. Che alla fine, è stato sbattuto fuori dalla comunità ebraica di Vienna.
Il rabbino Friedman è una vittima della guerra. Di quella che si fa, di quella che si andrà a fare. Il rabbino Friedman, per essere stato coraggioso, si è fatto troppi nemici potenti. Ebreo, contrario, giustamente, alla più colossale strumentalizzazione di un genocidio che si sia fatta nel XX secolo, ha pagato per le sue idee. Personalmente. E a lui va tutta la mia personale solidarietà. E la mia ammirazione. E i miei auguri che con la moglie possa aggiustare tutto ed essere nuovamente felice.

Mamma Che Paura!!!




Una si alza la mattina presto, si barda (così, automaticamente, perchè siamo a GENNAIO, il mese piu' freddo dell'anno) poi esce.

E fa un caldo della madonna. Sudo nel cappotto, lasciato aperto come un grembiule delle medie. Ma com'è?

Se stiamo così adesso, quando staremo ad aprile, a maggio o a giugno che faremo? ci toglieremo la pelle?

Ho i piedi sul pianeta da 45 anni. Non è mai successo. E sì che sono diventata pure più freddolosa.

Qui a Milano le giornate hanno sempre lo stesso colore: bianche, nè carne nè pesce, nè assolate nè nuvole. Con quella nebbia a mezz'aria che non fa intuire neanche se ci sono le nubi o no.

Però fa caldo. Terribilmente, per essere a gennaio. Non è normale. E' un clima farlocco, artificiale, anomalo, che prende la testa e non fa sperare bene.

Un clima spaventoso.

domenica, gennaio 14, 2007

Caserta. Il conclave.



Ma con tutti i termini che ci sono (summit, riunione, confronto, assemblea, ecc...)
PROPRIO COSI LO DOVEVANO "BATTEZZARE"?
La dice lunga sull'orientamento del nostro "governo". La dice molto lunga...

sabato, gennaio 13, 2007

comunismo!!!(dell'acqua)

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Anche per questo post, mi rifaccio all’ottimomassimo Martinez di Kelebek , che nel suo ultimo post propone una visione molto originale ,e secondo me condivisibile, dell’evoluzione storica degli ultimi 2 secoli. Visione che getta una luce nuova sulle vicende attuali.

Per Miguel, stiamo attualmente nel contesto di una secolare guerra, iniziata con la conferenza di Berlino (1878), in cui la borghesia industriale, ormai assurta ai vertici del potere nelle nazioni europee, si è posta il problema della spartizione delle “zone d’influenza” a livello coloniale, ponendosi in un’ottica di “svecchiamento” delle antiche strutture imperiali (imperi ottomano e austro-ungarico) per lasciare il posto a nuove potenze statali di matrice economica liberista.

Questo evento ha avuto come conseguenze storiche la prima e la seconda guerra mondiale. Che altro non sono che diversi prodotti storici dello stesso fenomeno: l’espansione coloniale e l’abbattimento di antichi poteri tradizionali, allo scopo di approvvigionarsi facilmente delle risorse che in europa mancavano ( e continuano a mancare).

L’evoluzione successiva alla prima guerra mondiale, che è stata sanguinosissima per i paesi che l’hanno persa, portandosi dietro l’impoverimento che le classi medie in quei paesi hanno subito,
ha assistito alla nascita di poteri totalitari, quali il comunismo e i fascismi. Sconfitti dalla seconda guerra mondiale, che ha lasciato un unico vincitore, che ci fa sentire l’alito sul collo ancora oggi, il “free market democracy” : ovvero l’evoluzione globalizzante dell’imperialismo, che, a differenza del colonialismo ottocentesco, non impiega eserciti della madrepatria per controllare i territori “da succhiare”, ma fa leva su oligarchie “del posto” gradite e scelte (a me ricorda il privilegium othonis del 936) dalla potenza che può imporre i suoi rapporti di forza in modo deciso e decisivo.

Ecco come si spiega sia la continuità con la storia del passato (il colonialismo ha cambiato metodi e soggetti, ma non gli obiettivi) che le guerre del presente, viste in una sequenza effettivamente logica con quanto nel passato è accaduto: cioè che chi era il piu’ forte imponeva le sue regole a chi non disponeva di eserciti e armi tali da potersi opporre. Vedi l’Inghilterra vittoriana o la Francia di Clemenceau.

Quindi cio’ che noi oggi chiamiamo “globalizzazione” sarebbe una specifica economica di cio’ che in passato chiamavamo “colonialismo”. La parola “neocolonialismo” secondo me definisce ,con tutte le specificità del caso, l’aspetto strettamente politico dell’attuale decisionismo, per esempio, statunitense.

La cosa su cui vorrei soffermarmi è che 1) la “guerra mondiale” non è affatto finita: le guerre in Africa e in Medio Oriente, oggi, sono la naturale prosecuzione d questo “piano” di globalizzazione liberistica delle risorse, che però liberistica non è, perché la classe dirigente dei paesi fornitori di materie prime deve essre scelta dallo stato piu’ forte e assecondare ogni condizione, non importa che essa preveda il lasciare nell’assoluta indigenza il proletariato del luogo, a fronte delle immense ricchezze in cui navigano gli oligarchi “gentilemente prescelti”.
2) In occidente, soprattutto, viene demonizzata l’ideologia comunista. Il fascismo meno, perché in fondo, come le dittature sudamericane hanno dimostrato, l’imperialismo liberista puo’ convivere con un dittatore parafascista (anche se è piu’ difficile, per le leggi sull’ordine pubblico emanate in quei luoghi , armare il contropotere mafioso, parte integrante dell’imperialismo, poiché non è possibile mai essere socraticamente “ligi alle leggi” nel momento in cui si progetta un dominio su una comunità che vive fattualmente una sua autonomia).

Il comunismo è visto dagli imperialisti come “il male assoluto”, il demone che lascia insorgere allergia al sol pensiero. Perché?
Perché , come direbbe il poeta “nessun maggior dolore” che nazionalizzare le risorse (idriche, petrolifere, energetiche, territoriali ) in regime imperialistico.
Chavez, in questo momento, è un nemico giurato. Pur non essendo comunista, ha realizzato l’orrore che l’oligarchia imperialistica aborrisce, più del fondamentalismo islamico.

Nazionalizzare significa “rendere una risorsa proprietà collettiva” quindi non cedibile monetariamente. Non controllabile, se non dai soggetti che sono effettivamente rappresentati dal potere che ha nazionalizzato. Significa che per ottenerle, bisogna impegnarsi ad innescare una guerra civile (vedi cile). Bisogna far partire i “false flag” , che non è uno sterile parto della mente di Blondet, ma è una strategia precisa di terrorismo di massa, rischioso, impegnativo, che prevede la provocazione di attentati, stragi, morti a decine, per indignare e “orientare” l’opinione pubblica nelle elezioni.

Adesso, per esempio, è in ballo la questione della privatizzazione delle acque. Tra nani, ballerine e calcio, questo evento viene preso, in Italia, sottogamba. Ma non ci si rende conto che l’acqua finora è stata gestita in modo comunistico: uno dei pochi casi un cui un bene naturale, almeno qui in Europa, ha goduto del beneficio di non essere aziendalizzato (come il suolo, le miniere ecc..)

Non è casuale che solo ora i capitalisti si accorgano dell’esistenza dell’acqua. Già la conoscevano.
Ma oggi, che il clima (anche in seguito alle guerre) produce la desertificazione dei continenti, che la “libera circolazione delle idee” (che il potere liberale da sempre rinfaccia agli occidentali “sovversivi”) porterebbe a risultati sociologicamente imprevedibili, il potere economico capitalistico e globalizzato si mette al riparo, appunto, non proponendo, ma imponendo la privatizzazione della distribuzione dlel’acqua. Un’arma di ricatto non da poco rivolta a milioni e milioni di persone, a quel punto “sotto lo schiaffo” non per “benessere” ma per mera sopravvivenza.

Parlare di “mantenere un comunismo dell’acqua” è politicamente sovversivo? Secondo me no, e bisognerebbe rendere questo pensiero “comunista” patrimonio di piu’ persone possibile.

venerdì, gennaio 12, 2007

Il disprezzo USA per la nostra comunità italica




Gli USA esportano la democrazia con le armi. Gli USA vogliono (con Israele) scatenare una guerra in Iran anche se sa che non ci saranno armi atomiche fino al 2015 e l'Iran accetta chiunque nel suo territorio per controllare. Gli USA attaccano territori, armano invasori, provocano centinaia di migliaia di morti, anche tra il loro stesso popolo (i soldati vanno a farsi ammazzare per 4 soldi: sono i "peones" delle armi. Non per niente vengono praticamente tutti dalle comunità deboli dei sobborghi americani) .
Tutto cio' che ho elencato, forse, sono paranoie di una filoislamoanarconecroclericale come me e basta. Infatti, non parlerò di queste cose, magari troppo soggettive.
Esibisco invece un'altra tesi, buona per fascisti e socialisti: gli Usa rifiutano le leggi italiane. E questa è una costante di tutti coloro che, con attività incostituzionali, hanno influito sul progresso del paese (dalla strategia della tensione, all'eversione, con connesse stragi e silenzi e incolpevoli e ignoti), fino ad arrivare a oggi. Con una classe politica senza identità che riflette un popolo con un'identità popolare ormai assimilata ai valori americani (se io vedo i film italiani degli anni 50 e 60, allora ce l'avevamo un'identità, una cultura popolare. Da eduardo a Vittorio De sica di questa cultura hanno parlato alla grande. Confrontateli con "un posto al sole")

Questa è la mia tesi ,contestatela, se siete capaci.
L'obiezione "sì tu critichi gli americani, ma vai bloggando con Google che non è kenyota", sarà respinta. Perchè potrei benissimo viaggiare su un provider italiano, se gli USA non si fossero monopolizzati internet, fin dalla sua nascita (ma io spero molto negli indiani e nei cinesi sul progresso del software).

Adesso espongo la mia argomentazione a mo' di suffragio della mia tesi.

Una notizia, caduta un po’ in sordina tra la ridondanza di informazioni, più o meno inutili con cui i pregevoli giornalisti italiani ci deliziano la vita, è stata accantonata.
Bob Seldon Lady, responsabile CIA in Italia, inquisito per il rapimento del cittadino italiano Abu Omar ha affermato "Non riconosco l'autorita' giudiziaria italiana perche' la soluzione del 'caso' e' politica e non giudiziaria", rifiutandosi pertanto di rispondere alle domande del gip.

In realtà ci sarebbero dovuti essere altri 26 imputati americani, legati alla CIA, ovviamente, che si sono resi latitanti, chiedendo però al giudice di riconoscere la loro “buona fede” nell’aver prudentemente espatriato, perché “non a conoscenza” del procedimento a loro carico. Naturalmente questa richiesta è stata respinta.

Resta questo 007, Seldon Lady, che rispolvera un antico copione: quello dei brigatisti che, di fronte ad ogni domanda dei giudici ripetevano meccanicamente il loro “atto di non riconoscimento” della nostra giustizia e dei nostri tribunali.

E’ singolare come lo stesso meccanismo di rifiuto sia stato abbracciato, in un passato non lontano da irriducibili guerriglieri comunisti e oggi invece sia adottato da un funzionario ligio ai suoi compiti, al soldo degli “anticomunisti per eccellenza”: l’impero americano esportatore di democrazia.

La sovranità dello stato italiano e il rispetto per le leggi è stato calpestato, in tempi diversi da soggetti antitetici tra loro .

Certo, siamo in un ambito diverso dal military secret accampato per le richieste della magistratura italiana dell’esibizione di documenti e audizione di testimoni in occasione delle stragi di Ustica e della funivia del Cermis. Anche i tempi sono cambiati.

Ma ricordiamo che l’amministrazione Bush, coi suoi sodali Cheney, Ashcroft, Wolfowitz, Leeney, i suoi galoppini sadici come Negroponte o i “mediatori” come Kissinger (ora consigliere di non so cosa al Vaticano), e altri che non cito, non ha una filosofia “sovversiva” rispetto all’america del passato. E’ un gruppo “conservatore”. Che rafforza dei contenuti già espressi in una storia neanche lontana. E che almeno un presidente USA è stato sparato in circostanze misteriose (ma chissà se Kennedy era un “sovversivo”…)...la facciamo passare così...?

E che se ne è fatto dei contatti americani di Giannettini?