domenica, agosto 05, 2007

Ci sono Zionist e zionist (da secondoprotocollo)


Ho avuto la ventura di seguire secondo protocollo da quando ancora si chiamava tipo giovani pace sviluppo unacr. ecc..fino a quando è diventato l'attuale "secondoprotocollo". devo dire che Elisa e Franco io li ho linkati come "sionisti onesti" e so che non mi sbaglio, perchè, in merito all'argomento, all'interno di un'ottica del "possibile e dell'immediato" riguardo alla risoluzione del problema palestinese, se molti ebrei sionisti, israeliani ecc...intellettuali e politici, italiani e no facessero loro questa visione, con tutte le critiche che con una posizione piu' radicale (e magari non immediatamente praticabile) potrebbero porsi, sarebbe comunque una bella cosa.

Tutto questo giro di parole per dire che il post di Franco lo trovo, se non condivisibile, almeno onesto e volenteroso di pace, fuori dai luoghi comuni e saggio, alla fine.

Per questa ragione, pur non condividendolo al 100% lo pubblico sl mio blog.

Da secondoprotocollo

Palestina – Israele, fare un passo indietro

Quando Hamas vinse le elezioni in molti si stupirono della scelta del popolo palestinese, una scelta che premiava un movimento giudicato unanimemente terrorista e che aveva tra gli obbiettivi del suo statuto costitutivo la distruzione di Israele. Nessuno allora vide la scelta politica dei palestinesi, una scelta che prescindeva dagli obbiettivi di Hamas ma che era invece un modo di dire che erano stanchi delle ruberie di Al-Fatah, della Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e di rimanere in una situazione di perenne sottosviluppo.
Da qui nacquero le sanzioni internazionali che avrebbero portato allo strangolamento della società palestinese, una società che già fatica ad emergere e che deve subire, volente o nolente, l’occupazione di una parte dei suoi territori da parte di Israele. Per porre fine alle sanzioni si arrivò agli accordi inter-palestinesi della Mecca nei quali furono stabiliti alcuni punti di fondamentale importanza tra i quali proprio il riconoscimento di Israele anche da parte di Hamas, un riconoscimento certo camuffato ma legale ed esplicito.

Infatti, la clausola inserita in quegli accordi, accettata anche da Hamas, che prevede la formazione di uno stato palestinese “entro i confini del 1967” altro non è che l’automatico riconoscimento de facto di Israele. Nessuno sembra averci fatto caso, l’occidente non ha ritirato le sanzioni attraverso le quali chiedeva proprio quel riconoscimento e il risultato è stato Gaza.

Ora non si può far finta che Hamas non ci sia, non si può semplicemente chiudere la Striscia di Gaza con i suoi 1,5 milioni di abitanti e far finta che non esista, prima o poi bisognerà trattare anche con loro. Certo, posso immaginare che il movimento islamico possa apparire indigesto, ha connotati decisamente antisemiti e si rifà ai Fratelli Musulmani, ha fatto terrorismo e perpetrato violenze inaudite anche contro i loro stessi fratelli palestinesi, tuttavia sarebbe molto peggio e molto più pericoloso lasciarlo alla mercè dei fondamentalisti o peggio ancora degli iraniani.

La corrente politica di Hamas, quella che per intenderci ha firmato gli accordi della Mecca, è per ora soggiogata dai fondamentalisti e la corte dell’Iran si fa sempre più incalzante come ha dimostrato l’incontro di pochi giorni fa a Damasco tra Ahmadinejad e Khaled Meshal. Lasciare che questa mossa iraniana vada a buon fine sarebbe come consegnare la Striscia di Gaza a Teheran, con tutto ciò che ne consegue. E’ un semplice discorso strategico.

Ecco perché bisogna fare un passo indietro, tornare cioè alla Mecca, a quel piano saudita che seppur imperfetto è sempre una buona base di partenza, forse l’unica realmente a disposizione. Certo, vanno riviste alcune cose, come per esempio la questione del rientro dei profughi palestinesi, la questione inerente alle alture del Golan e quindi alla Siria. Israele ha ottenuto certi territori a seguito di una guerra vinta dove la stessa Israele era l’aggredito e non l’aggressore. Solitamente le condizioni le pone chi le guerre le vince non chi le perde, è sempre stato così.

Bisogna tornare al Governo di Unità Nazionale con l’ala politica di Hamas isolando così l’ala estremista e violenta, non ci sono altre alternative percorribili escludendo, come detto, il totale isolamento di Gaza. Qualcuno sostiene che bisognerebbe assolutamente riaprire anche i colloqui con la Siria, la quale tuttavia appare indecisa tra seguire le sirene iraniane e cercare una pace stabile con Israele. L’impressione purtroppo è che segua la prima ipotesi nonostante Gerusalemme si sia detta più volte disponibile alla restituzione delle alture del Golan.

Parola d’ordine quindi, fare un passo indietro e coinvolgere prima possibile l’ala politica di Hamas per non lasciare che il movimento islamico finisca nella rete iraniana, subito dopo aprire le trattative per la definizione dei confini e per fare in modo che la Palestina diventi uno stato unito non una serie di feudi o isolette in mezzo a Israele, non può andare bene a nessuna delle parti, ma soprattutto bisogna mettersi in mente di guardare avanti senza voltarsi a scrutare gli ultimi quarant’anni di storia, pena un nuovo pericolosissimo fallimento.

Franco Londei
ps su kilombo: trovo giusto che loro possano pubblicare Fait e chi pare a loro senza pregiudiziali. Come ho già scritto. Aggiungo che considererei una perdita de se ne andassero da Kilombo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie, so che hai capito quello che intendo quando sostengo che se si vuole fare un dibattito bisogna ascoltare tutte le voci, anche quelle non gradite. Capisco anche che a certa gente questo può non star bene per questo apprezzo molto il fatto che tu non ti sottrai al dibattito.

meinong ha detto...

Sempre grande Cloro.
Il problema però è la marcatura politica di parte di Kilombo che non è un'area di dibattito completamente libero, altrimenti potrebbero intervenire anche quelli di Tocqueville o un sostenitore di Bush.
Ovviamente Kilombo potrebbe diventare anche una cosa del genere, ma non sarebbe più quel che è stato Kilombo sino ad adesso.

Cloroalclero ha detto...

x Elisa, ma mica ve ne andate sul serio eh? sarebbe davvero 1 cazzata. Casomai, se ci sono problemi per la Debby, aggregate post che non riguardano lei ( ma a me sembra una cazzata pure questa)

x Italo: Ma davvero, dimmi un po' alla Gaber, che cos'è la destra e cos'è la sinistra? Se la Debby dice di essere di sinistra, perchè non crederle (visto che crediamo a Fassino, Veltroni, Ichino ecc...?)
no?