venerdì, maggio 18, 2007

Meglio Faurisson di Pacifici



...e siccome nel mondo non c'è limite al peggio delle brutture, delle falsità, delle stronzate umane e mediatiche che si devono subire, ecco a voi un post, fresco fresco della grande Dacia Valent che vi sottopongo per leggere il vostro parere.


Oggi, a Teramo, un’ignobile teppaglia, che ha raccontato di esser discendente di deportati – come se l’esserlo li mettesse su un piano diverso dai naziskin che picchiano chi non la pensa come loro – ha malmenato un anziano professore francese, Robert Faurisson, perseguitato da oltre 25 anni da leggi che negano il diritto alla ricerca ed alla libertà d’espressione, e schiaffeggiato un accademico di valore, uno dei migliori africanisti d’Italia, Claudio Moffa.

Qualcuno dovrebbe dirmi cosa c’è di epico nel combattere una battaglia al fine di impedire ad un anziano storico di fare il suo lavoro, di provare la sua tesi, di discuterla e metterla a disposizione di chi voglia confutarla.

Che quel qualcuno mi spieghi cosa provoca questa paura irragionevole di confrontarsi con chi mette in discussione una tesi, che come tutte le tesi dovrebbe essere soggetta a verifica.

Per dirla con Popper, una tesi deve essere deducibile in maniera conclusiva. La sua forma deve essere tale che sia il verificarle sia il falsificarle siano logicamente possibili.

Dal punto di vista epistemologico questo conduce ad un criterio di demarcazione molto chiaro: nella stessa maniera in cui si può sostenere che sia scientifica un'asserzione passibile di “falsificazione”, si può sostenere che un'asserzione che non lo è, sia metafisica.

Nel caso della Shoah ciò non ci è dato.

Si tratta dell’unico caso, nello studio e nella ricerca storica, dove la verità è tale perché stabilita ed adottata da governi e non susseguente ad una disamina scientifica dell’assunto.

La sola messa in discussione (falsificabilità, in questo caso) della teoria alla base della Shoah, è un delitto di leso dogma.

Non sono una storica. Vado a naso. Come in tutte le cose in cui non sono preparata mi affido a chi si è formato per dare delle risposte.

Non mi improvviserò mai medico, o idraulico e nemmeno ingegnere o parrucchiera.

Esistono persone che hanno studiato, a lungo, per fornire determinati servizi e determinate risposte. E addirittura esistono persone che hanno studiato, sempre a lungo, per domandare le domande giuste.

La passione per lo studio, la ricerca, la messa in discussione dei dogmi che rendono la storia – quella fatta dai vincitori – un’abominevole palude stagnante degli interessi di parte, è commovente e convincente.

Ma per scelta di pochi ma potenti, noi in quella palude ci viviamo, sguazziamo a fianco delle sanguisughe e le accogliamo come costellazioni sulla nostra pelle, regalando loro vita e dignità.

La storia ufficiale ci impone il dogma secondo cui la sofferenza degli ebrei non è la stessa di quella dei Tziganer. Secondo cui la sofferenza degli ebrei non è la stessa dei somali, etiopiani ed eritrei. secondo cui la sofferenza degli ebrei è la sofferenza per antonomasia. E lo è non perché vi sia stata una ricerca seria in merito a quanto successo, alle cause, allo svolgimento. No. Lo è semplicemente perché si è deciso così.

L’accanimento con cui si perseguitano - e perseguitano è la parola giusta - quegli storici e ricercatori che non si adeguano alle verità di stato potrebbero essere assimilate ad un preciso sintomo del fatto che questa verità sia viziata e viziosa.
L’accanimento con cui interi governi si adeguano e promuovono la censura di chi questo argomento vorrebbe approfondirlo, discuterlo, renderlo meno mitico e più storico in fondo, potrebbe essere considerata la prova dell’esistenza di un complotto per nascondere una verità molto più scomoda di quella ufficiale.

Negare il diritto di approfondire, di mettere in discussione, di rendere la storia meno statica e più vivace come del resto dovrebbe essere, è come sventolare un drappo rosso di fronte al toro della volontà di sapere, alla curiosità di chi non si accontenta di un’unica versione, soprattutto quando imposta dalla struttura di potere.

Perché, e qualcuno me lo deve spiegare, per quale motivo degli storici che hanno di fronte anni di potenziale ed invidiabile carriera universitaria decidono, un giorno di suicidarsi accademicamente, toccando l’intoccabile? Dicendo l’indicibile?

Perché Faurisson, Zuendel, Irving e centinaia di altri, meno noti ma non per questo meno impegnati e meno perseguitati, non possono studiare, ricercare, confrontarsi come ogni altro studioso e ricercatore con il resto del mondo accademico? Cosa ha trasformato Ariel Toaff – mai destinatario di critiche per il suo lavoro accademico - in un intollerabile cialtrone?

In definitiva, cos’è che rende gli ebrei diversi ed intoccabili? E con loro lo stato di Israele.

La Shoah. Che smette di essere avvenimento storico per diventare una risorsa politica utile a minimizzare il dramma palestinese, ad offuscarlo e renderlo meno vicino grazie al senso di colpa dell'occidente.

E studiarla, sviscerare il male dietro il mito, storicizzare nel senso vero del termine quanto successo, allontanandolo dal mito ed avvicinandolo alla scienza, spiegare la storia e le sue motivazioni, qualsiasi esse siano, potrebbe rendere una fragile impalcatura, quella su cui si regge il mito laico dello stato etno-teocratico, la terra promessa da Dio al popolo da lui eletto a suo popolo, la terra senza popolo per un popolo senza terra.

Non esiste teoria storica che non abbia differenti versioni e punti vista per la sua analisi e la sua codificazione in termini storici, eccetto il capitolo della Shoah.

E questo, mi dispiace, mi mette in una posizione di non comprensione. Lo ripeto, la storia non è un flusso di notizie che si fissano nel tempo, senza possibilità di essere modificate da un nuovo documento, da una nuova scoperta.

Nemmeno il carbonio 14 è decisivo nella narrazione di ciò che ha composto così la razza umana.

Nulla lo è, se non la nostra sete di sapere o la nostra voglia di credere.

Il guaio succede quando la voglia di credere sopravanza la sete di sapere. Quando ciò che siamo viene annichilito da ciò che vorremmo essere.

E oggi, io mi sento meno sicura che la verità imposta per legge sia la verità vera.

Come Popper, il mio limite di demarcazione in questa vicenda è uno solo: la falsificabilità della tesi. Perché la verificabilità, quando sostenuta dai discendenti politici di Mussolini, francamente non mi basta.

Soprattutto quando sostenute, con la delicatezza tutta ebraica e di destra, dalle spranghe del camerata Pacifici.

Dacia Valent

12 commenti:

Sir Percy Blakeney ha detto...

certo se di fosse perseguitati da 5.000 anni forse si capirebbe l'assunto.
La shoah e' stato l'ultimo grande crimine verso il popolo ebraico, chi cerca di negarla come il resto della storia delle persecuzioni... non merita ne botte ne altro solo la galera, Irving Docet

Cloroalclero ha detto...

un paio di precisazioni:
Faurisson è in effetti un po' negazionista. Come tale NON MI TROVA D'ACCORDO. Ma il post non è su questo.
Il caso di Irving è molto diverso, veramente un caso di persecuzione internzionale programmata. Che non credo neanke che sia per le sue parole in "la guerra di Hitler" (in cui non si ravvisa alcunchè di negazionista e/o revisionista) ma per "apocalisse su Dresda" per il quale gli "alleati" non perdonarono di averli sputtanati sul lato del mito della loro "umanità" in guerra.
Successivamente si scatenò una persecuzione trentennale, finita (speriamo) qualche mese fa. Ovvio che le ideologie del professore inglese si sono spostate, in seguito a questa vicissitudini, molto a destra. E vorrei vedere voi. Prossimamente ci farò un post (il 3) su David Irving.

Anonimo ha detto...

Diciamo che la libertà di ricerca e la libertà di espressione meriterebbero campioni migliori di Irving, Faurisson e feccia analoga (perché di feccia si tratta) e magari anche di quella poveretta di Dacia Valent, che è sempre in prima linea quando qualcuno parla male dell'Islam e no doubt plaude ad iniziative come quella della Lega Araba che propone all'ONU di vietare ogni espressione di scherno ad Allah e al profeta.
Il vero problema delle norme sulla "verità" scientifica, è che non sempre è agevole stabilire cosa sia la verità: non nel caso dei negazionisti (la Shoah si è effettivamente verificata, non è affatto un'invenzione come dicono quei dementi), ma in tanti altri sì; e che così facendo spesso si impedisce proprio alla verità di affermarsi, dato che la scienza ha bisogno in primis di libertà. E inoltre perché finisce per diventare un bavaglio potenzialmente senza limiti, ogni volta che un gruppo, per ragioni più o meno valide, pretende che le sue credenze o i suoi valori siano al di fuori di ogni possibile discussione. Ma questo non vale certo solo per gli ebrei. Quando Dacia Valent sarà la prima a manifestare in favore della libertà di espressione di chi ha pubblicato le vignette danesi sull'Islam, in favore di Houellebecq (che è un pirla ma ha diritto di parlare male degli arabi come di tutti gli altri), in favore di Salman Rushdie e compagnia bella, allora avrà titolo per parlare delle norme che vietano il negazionismo.
KK

Cloroalclero ha detto...

guarda che Irving non è negazionista.

sia chiaro, questo..

nel merito del resto nn entro, xke io liberalizzerei ogni tipo di informazione storica, religiosa o di altro tipo. Vignette, olocausto e quant'altro.

Cloroalclero ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

si, sono d'accordo col post...
e devo anche dire che, anche per curiosità personale, si potrebbe andare a scovare ricerche fatte sul campo (4) in merito alle camere a gas, documenti storici che farebbero pensare ad un coinvolgimento dell'organizzazione sionista insieme ad altri stati "democratici" e non...haavara...
a cosa è servita la guerra del '43...
noi abbiamo un ricercatore che ha contestato con sue prove la risiera di san sabba...secondo il ricercatore, non sarebbe stato un campo di sterminio ma un campo di prigionia e smistamento verso altri campi di concentramento..
mi fermo qui se no si scatena l'inferno e ti chiudono il blog ;-)
ma se c'è la possibilità di capire, io voglio capire....
ciao Cloro
saluti libertari

Anonimo ha detto...

E con l'ennesima piroetta, ecco che gli stati democratici diventano "democratici", i "sionisti" diventano complici dei campi di sterminio, i campi di sterminio spariscono e il coglione che spara ste cazzate si atteggia preventivamente a martire della libertà di pensiero. Solo che non c'è il pensiero.
Ma vaffanculo.
KK

Anonimo ha detto...

La libertà di un popolo si misura dalla sua libertà di dire cazzate. La civiltà di un popolo si misura dall'uso che ne fa.

Sir Percy Blakeney ha detto...

scusa Cloro, "è in effetti un po' negazionista" e come dire un po frocio.. o lo si e' oppure no.
Irving c'e una condanna in austria che ha scontato, dire che Irving e un povero derelitto, perseguitato.. mi sembra un po eccessivo...direi che e' un negazionista da mandare in galera.

Cloroalclero ha detto...

direi che e' un negazionista da mandare in galera.

e questo chi lo dice, SPB? l'unico uomo al mondo che abbia visto spiderman 4?

secondo me fai confusione con un po' di "sublimi visioni sioniste".

Sir Percy Blakeney ha detto...

Cara Cloro, Io saro' l'unico che ha visto spiderman 4 ma qualcuno ci ha pure creduto......................
Parola del Signore
ciao

Cloroalclero ha detto...

vabbè. Sono in buona compagnia perchè HO SPACCIATO STA CAZZATA A DACIA VALENT
e ci ha creduto anche lei..
del resto, che, io vado a pensare che SPB di vivereincoma spaccia le cazzate come se fossero caramelle, peggio che bruno vespa?
ovvio ke sì, ma diciamo che sono un po' "lenta" a capire le cose...
;-)