sabato, aprile 14, 2007

Ribellione, dna e stronzate sotto forma di leggende metropolitane




In questo post vorrei fare 2 cose:
1 rispondere a Furio Detti che mi rivolge legittime obiezioni nei commenti al post precedente.
2rispondere a Ventodamare che, parlando dei fatti di Via Paolo Sarpi, tira fuori la storia dei cinesi che "non muoiono mai". Ma siccome la prima cosa è piu' complessa, comincio con la seconda.

Milano è sempre stata (da che la conosco, cioè da 46 anni, dato che vivo qui e ci sono nata) una città con una forte vox populi.
Che da una parte ne fa un luogo di potenziale avanguardia nei cambiamenti, dall'altra parte però ne fa pure una città di boccaloni.

Avete presente la canzone di Elio "mio cugino"? (VIDEO) Lì egli racconta di leggende metropolitane, come quella del viaggiatore milanese che tornando da NY dice che nelle fogne di quella città c'è un enorme coccodrillo bianco o quella del tipo che in discoteca viene broccolato da una splendida donna tipo fotomodella che lo porta in un camper per fare sesso, lo fa bere e poi si sveglie il giorno dopo in un fosso ,operato per l'asportazione di un rene.
Io queste leggende metropolitane le ho sentite tutte, raccontatemi dai piu svariati amici in giro, in ambienti diversi da gente diversa.
Anche quella del tipo che fa un incidente in moto, che i soccorritori gli levano il casco e si apre la testa. La conoscevo con la variante che la testa cadeva dal collo modello ghigliottina.

Io, queste "leggende metropolitane" che potremmo definire poi "stronzate" dette con il fine di prendere per il culo l'astante ( e vedere chi è piu' bravo a far girare la voce, sembra incredibile ma è un hobby milanese molto praticato), le ho assimilate proprio nel loro vivere, dalla voce di milanesi che ne riferivano convinti.

Ora: da almeno 4 anni gira sta voce dei "cinesi che non muoiono mai" perchè quando muoiono la "mafia cinese si sbarazza dei corpi" (con le varianti che ne offrono la carne in prelibati piatti di cucina cinese) per "girare il loro passaporto ad altri cinesi" che "siccome sono tutti uguali", "nessuno se ne accorge".
Adesso io vorrei fare un appunto a Ventodamare, con simpatia: ma ti sembra un argomento con cui parlare della rivolta dei cinesi del 13 aprile?
Saranno 4 anni che gira sta stronzata, figurati che soddisfazione il coglione che l'ha inventata, a vedere che c'è chi la da per buona...in buona fede o in malafede

I mass media poi ci marciano. anni fa fecero un servizio in tv dove intervistarno 1 e dico uno solo, medico della zona paolo sarpi,che diceva che in 5 anni non aveva mai fatto 1 certificato di morte a un cinese.
Quindi la stronzata popolare è stata assorbita dai mass media.
E questa non è una bella cosa.

Ora: anche ammettendo che la mafia cinese regoli a modo suo le immigrazioni, gestisca la manodopera clandestina che lavora nelle concerie e nei laboratori tessili a prezzi stracciati, davvero c'è chi pensa che "tanto non si riconoscono" perchè "sono tutti uguali?"


Insomma, noi ci vogliamo rassegnare a pensare che il medico, il panettiere, il giornalaio,l'ufficiale di anagrafe , insomma nessuno tra quelli che maneggiano il documento del cinese defunto o tra queli che l'hanno conosciuto (e non mi si ripeta l'ulteriore stronzata che "i cinesi non si mischiano,perchè sono chiusi"), si accorga della differenza somatica.

Bah.
Mi sembra un grosso pregiudizio. E pure un pelo (proprio un pelo eh) razzista, a volerla dire tutta.

Adesso il punto 1. Furio Detti scrive:
ammettiamo, per partire, che la giunta Moratti e più in generale la classe politica di questo paese (per obiettività io credo sia più lecito pensare che il malgoverno e il malcostume non abbiano colore politico) sia ipocrita, cioé chieda agli altri, cinesi e non, il rispetto delle leggi che essa stessa calpesta. o che l'applicazione della legge sia il paravento dietro cui si nascondono ben altri interessi.

e che da ciò derivi la legittimità di non rispettare la legge a fronte dell'illegalità palese di chi impone le regole....

può essere una strada ma è una strada pericolosa, perché dà diritto a chiunque di pretendere impunità solo perché esistono colpevoli ben peggiori.

se il comune cittadino di sente in diritto di rubare o di non rispettare le regole, sulla base del fatto che i potenti non le rispettano, di certo la legalità non si imporrà, ma anzi si estenderà in cerchi sempre più vasti.

potrà anche essere una posizione moralmente coerente e giustificabile, ma di certo essa non aiuta a migliorare il clima.

non punire i cinesi perché non si ha il coraggio di intervenire con i più aggressivi sudamericani o i rom, giustificherà infine il non punite rom o sudamericani perché ci sono magari criminali peggiori.... ogni furbo, forte dell'ipocrisia altrui si sentirà in diritto di infrangere le regole.

quindi parcheggio sul parcheggio dei disabili perché in fin dei conti chi ha imposto quel divieto non è migliore di me o perché è inutile accanirsi con me mentre sono tollerati delinquenti o infrazioni più gravi.

del resto, basta sostituire alla minoranza "angariata" una nuova minoranza per tirarsi dietro l'accusa di razzismo....

a me personalmente fa senso SIA l'attitudine dei cinesi - che pretendono impunità con arroganza e che si fanno scudo per comodità di una nazione dalla quale finora hanno dimostrato di voler fuggire - SIA la condotta degli italiani che sull'illegalità cinese hanno costruito le loro fortune e ora si mostrano scandalizzati.

non posso essere solidale con l'arroganza dei cinesi.

non posso essere solidale con la furberia di certi italiani.

ma - attenzione - chiedere che la ferrea mano della legge stronchi i secondi non deve indurci a perdonare i primi. invece credo che il tuo ragionamento - cara Cloro - sia: "perdoniamo i primi perché i secondi sono peggiori....". e non mi convince per nulla.

poiché al peggio non c'è limite. e rifiutarsi di obbedire alle regole in forza dell'ipocrisia di chi le ha imposte sarà anche una ritorsione appropriata, ma apre la strada alla giungla.

può anche essere un bene, ma è una posizione di cui occorre assumersi la responsabilità.


Da un lato Furio ha ragione. Platone fa dire a Socrate che bisogna sempre rispettare le leggi. Il dovere del rispetto delle leggi sta proprio nel fatto che esse sono emesse, in un contesto democratico, da organi condivisi da tutti. Platone aveva posizioni abbastanza intransigenti in merito, poichè considerava le leggi un "condensato" di tradizione, cultura, sapienze, che appartenevano allo spirito della polis. Non solo: nell'Apologia, Socrate ammonisce i cittadini di tenersi strette le loro leggi, avendo conosciuto l'iniquità dei trenta tiranni.

Se però andiamo a vedere la storia di Milano, notiamo che questa città ha smesso da lungo tempo (dal XV secolo) di essere una "polis". La città è sata governata, nei secoli successivi da francesi, spagnoli, austriaci, poi ancora francesi, poi ausriaci e infine sappiamo, dalla storia che Milano è stata una delle prime città ad aver organizzato un grande movimento risorgimentale di popolo per cacciare gli austriaci ed accogliere i Savoia (ve l'ho detto che è una città di boccaloni) . Cioè Milano è stata la prima città in cui vi sia stato un grosso movimento popolare che ha aperto la strada al dominio di questa famiglia. I parenti di costui, coloro che hanno portato l'italia dentro ben 2 guerre mondiali:Ora: Le leggi servono per evitare lo stato di natura. La loro legittimità si fonda sulla forza dell'autorità che le emana. Se una volta l'autorità era palesemente assolutistica, oggi, con le "elezioni" essa sembra esser scivolata verso la legittimità basata sul consenso.

Ma quello cui abbiamo assisitito, semplicistcamente parlando, in questi anni, è stata la progressiva manipolazione dell'opinione pubblica attraverso i media, che hanno assopito le coscienze al punto da accettare che l'autorità che ci governa (nella fattispecie Moratti, ma non solo lei) non sia affatto espressione del "popolo" , della "volontà generale" , come vorrebbero gli illuministi, ma di banche, finanziarie, imprese, multinazionali, corporation, cioè interessi di pochi che usano le leggi (e la forza repressiva) per ricavare profitti dal territorio che hanno abilmente conquistato con nutrite e ben sovvenzionate campagne elettorali.

Letizia Moratti, per esempio, non fa gli interessi di Milano, ma del gruppo Carlyle(il fondo di investimento più importante del mondo), di cui è azionista.

Ella, lungi dal praticare la politica al servizio della città, la pratica come "uomo" della Carlyle, che ha clientele molto importanti da tutelare (gli uomini d'oro). Non è , come dice l'amico Carlo Gambescia, che "la politica è autoreferenziale". Il referente la politica ce l'ha e quanto bene: il potere economico finanziario che la comanda.

In tutta questa situazione, abbiamo o no il diritto di ribellarci? quanto meno il diritto di far capire che multe, persecuzioni, pulotti in assetto antisommossa, vigili urbani incattiviti e ausiliari del traffico precari ma solerti, inutili macchinette per il controllo elettronico della velocità, non li vogliamo?

Nel diritto positivo la sanzione che compone la norma giuridica ammonisce sulla condivisione collettiva del patto sociale che ha dato vita alle leggi. Puo' il sistema sanzionatorio essere usato con i soldi del cittadino contro il cittadino stesso come strumento vessatorio (come di fatto avviene a milano)?
Tutto questo giustifica la ribellione? secondo me sì. E trovo positivo che l'abbiano fatto i cinesi, perchè i milanesi da troppo tempo si sono imbottiti il cervello di tv e di calcio farlocco, giustificando un potere "feudale" che li costringe a ingurgitare rospi "essendo abituati" a cambiare padrone, a vedere che "sunt semper quei" e a stare zitti.
Ci volevano i compatrioti di Bruce Lee per farci vedere come si fa. Ce l'eravamo dimenticati, noi milanesi. E quando vediamo in tv le immagini di Genova 2001, lo facciamo con lo stesso spirito di chi guarda un film dell'orrore, pensando che questi fatti non ci riguardano.


update:intervista all'ambasciatore cinese sulla questione.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

lucida, come sempre! ribellarsi è un dovere.

Anonimo ha detto...

quoto corto e naturalmente quoto te

Anonimo ha detto...

Leggendo questi scritti devo sempre dar più ragione al Santo Padre Benedetto XVI,la nostra guida illuminata.

Infatti questo buonismo, che trasuda dalle pagine di questo sito riguardo la vicenda cinese è un errore perchè come dice Sua Santità «La nuova bontà di Dio non è acqua zuccherata» e nessuno è più buono del Cristo e del suo rappresentante sulla terra.

Infatti se i Cinesi, fossero Cristiani e sentissero proprie le parole dei Santo Padre capirebbero che essere senza Dio non aiuta la libertà dell'uomo.

Essi provenendo da una terra senza dio si sono sottratti allo sguardo di Dio e alla sua comunione con Gesu, hanno confuso la libertà per l'universalità e quindi avendo impressa nel DNA l'errata laicità dello Stato comunista cinese che si è trasformata progressivamente in qualcosa di assolutamente profano, un "laicismo", per il quale prima l'oblio di Dio, poi la lotta al Cristo ed oggi l'esclusivo orientamento verso il successo,essi credono nel dio denaro divenuto elemento costitutivi della loro coscienza.

Spero solo che questi cinesi si convertano presto e capiscano che di fronte all'abuso del potere economico e alla crudeltà del capitalismo c'è chi ha fame e sete di giustizia, come i nostri fratelli italiani di Milano che sanno che Gesù ci metteva in guardia contro questa ricchezza, fatta di violenza, di sfruttamento e di non legalità.

Milano ha la fortuna di aver oggi un primo cittadino illuminato come Letizia Moratti ed un Presidente come Roberto Formigoni, che credono nel Cristo ed hanno fatto proprie le istanze presenti nel vangelo.

Persone per bene che ci salvaguardano da queste invasioni di popoli senza dio che vivono solo per l'ideologia del successo, del benessere, che credono in un paese il cui motto è: Dio è solo una finzione, fa solo perdere tempo e toglie la voglia di vivere.

Ma per fortuna noi figli del Cristo abbiamo il Padre nostro, preghiera fondante e salvatrice che ci ricorda: solo quando hai perduto Dio hai perduto te stesso, allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione.

Ricordiamoci queste parole altrimenti il "drago" potrebbe vincere davvero domani.

Un Caro Saluto
Jacopo

Anonimo ha detto...

madooooooo che troller

Anonimo ha detto...

Ma hanno diritto a ribellarsi anche i piccoli imprenditori autoctoni pressati da regole, tasse, pizzo e quant'altro - mentre gli "statali" pagati da tutti trascorrono le proprie giornate tra pause caffè e sigarette negli androni, col beneplacito di Diliberto - oppure è un diritto che spetta solo agli evasori/sfruttatori/truffatori cinesi perchè sono più esotici?

Anonimo ha detto...

x anonimo: di che "statali" vai parlando? di quelli che popolano i distretti militari o degli inquilini di montecitorio?

Barbara Tampieri ha detto...

I cinesi si sono convertiti al capitalismo e come tutti i neofiti sono i più zelanti e ortodossi. Cosa dice il manuale del capitalismo, pagina 1? Che la concorrenza e il libero mercato sono il sale del sistema e chi fa i prezzi migliori vince la sfida del mercato. Pronti. Loro fanno i prezzi migliori.
Nel secondo esame di capitalismo che hanno fatto nel loro corso accelerato, "Capitalismo applicato" hanno imparato che a volte le regole devono essere aggirate e che fare il bottegaio significa anche rubare un pò sul peso.
In pratica per dire che a qualcuno piace l'idea della concorrenza sulla carta, ma quando poi arrivano i cinesi che si fottono il mercato vendendo a prezzi stracciati cominciano i lamenti dei "piangina". Ultima osservazione, quelli che affittano o vendono i locali ai cinesi a peso d'oro non si lamenteranno mica?
P.S. Però Cloro... mettere Il Re Pistola assieme al dio Bruce Lee... secondo me mangi troppi marrons glaces.

Barbara Tampieri ha detto...

Ho dimenticato, sulla questione dei cinesi che non muoiono.
E' molto probabile che all'occorrenza tutta la faccenda venga gestita autonomamente dalla comunità, compreso il reimpatrio delle salme, e che non rivolgendosi a imprese italiane, si abbia l'impressione che non capitino mai morti cinesi. Per esperienza dico che di solito gli stranieri che muoiono in Italia chiedono di essere reimpatriati per la sepoltura. Spesso capita di fare le pratiche per i senegalesi, che si rivolgono tranquillamente alle imprese funebri italiane tramite le loro associazioni sul territorio. Per i cinesi non so forse, ripeto, preferiscono gestire tutto loro.

Anonimo ha detto...

"di che "statali" vai parlando?"

Di quelli assunti secondo logiche spudoratamente clientelari e che affollano gli uffici pubblici di ogni città.

Comunque è interessante vedere come i compagni "duri e puri", alla vista di una bandiera rossa, siano pronti a sdoganare sfruttamento, lavoro nero anche minorile, sofisticazioni alimentari e quant'altro... e questo non è "capitalismo", è delinquenza.

Anonimo ha detto...

ribellarsi è un dovere ed un diritto...come hai ben detto, sarebbe quasi da prendere come esempio...
ciao Cloro
saluti libertari
orso

Anonimo ha detto...

x anonimo che scrive:
logiche spudoratamente clientelari e che affollano gli uffici pubblici di ogni città

quali logiche? le stesse attuate da segretari di partito,consiglieri comunali, portaborse, sottosegretari,"onorevole, signore,sua eccellenza, monsignore vossia chery mon amour"(Rino Gaetano) che riescono a far avere il contrassegno handicap al vigile urbano e togliere la pensione di invalidità a chi ha una malattia conclamata?

Anonimo ha detto...

sempre x anonimo:
e le "imprese" degli autoctoni, quando c'è un incidente sul lavoro che costa le penne a qualcuno (autoctono o meno, non importa) a quali "dipendenti pubblici" si rivolgono per farsi parare il culo?

Anonimo ha detto...

Allora il capitalismo non è delinquenza mai e i cinesi, perchè tali, sempre?

No, dillo, se la pensi cosi, così ci chiariamo.

Cloroalclero ha detto...

ah, gli ultimi tre commenti prima, sono miei.

Anonimo ha detto...

"quali logiche? le stesse..."
Si si, quelle...

"Allora il capitalismo non è delinquenza mai e i cinesi, perchè tali, sempre?"

Chi ha mai detto questo?
Ho soltanto chiesto se i piccoli e onesti imprenditori italiani abbiano diritto a ribellarsi a fisco pesante e burocrazia eccessiva, oppure invece
debbano essere considerati sempre e comunque dei "padroni" da disprezzare.

Cloroalclero ha detto...

nella misura in cui il capitalista non è colluso o complice di questo potere (per esempio perchè si è fatto proteggere su un incidente sul lavoro che ha subito) e il suo agire onestamente subisce vessazioni e ostacoli, ha tutto l'interesse a migliorare se stesso e dare senso alla sua vita con un'azione collettiva a favore della giustizia. Tanto piu che i problemi ambientali che il tuo amato capitalismo provoca, stanno distruggendo pian piano parecchie specie viventi. In altre parole è contro l'istinto di conservazione.
Perchè ti piace tanto? Ne "godi"?

Anonimo ha detto...

Ciao cloro ;-).
Puo' darsi che sia solo una leggenda metropolitana, ma le argomentazioni che tu porti a sostegno di questa tesi, sono solo supposizioni, ben argomentate ma solo teoria.
Resta il fatto che il comune di Milano, e te lo posso dire perche' lo so da chi lavora proprio in quel settore del comune, non sa nulla di cinesi morti. E questo e' l'unico dato di fatto certo, non contestabile. Citarlo non mi pare di dar dimostrazione di essere un boccalone come tu affermi. Se hai tu dei dati ufficiali differenti, saro' lieto di prenderne atto. Sull'accusa di razzismo (un pelo) ti rispondo solo con un sorriso. Buon fine settimana. ;-)

mario ha detto...

Credo che ci sia, in generale, un approccio da parte delle amministrazioni a fare del populismo con una serie di interventi mirati.
Cofferati con i Rom e la Moratti con i cinesi.
A Firenze lo fanno con i senegalesi e , quando era in vita, la Fallaci ci scrisse sopra un articolo molto razzista.
Nello stesso tempo il post di Cloro allarga di molto l'orizzonte sulla questione delle leggi e di come queste devono essere accettate o "subite" e se, su questo, sia legittimo ribellarsi.
Poichè non viviamo in un mondo perfetto ed in città perfette, in cui gli spazi sono abbondanti e consentono, senza dare fastidio, il normale svolgersi delle attività credo che ci voglia anche un pò di elasticità e tolleranza nel valutare le singole situazioni.
Non ci si può svegliare al mattino, e con un regolamento del 30, iniziare a rompere sistematicamente i coglioni. Piuttosto che far trasparire l'idea che quella strada, in cui hai permesso una speculazione sulle licenze, da domani diventa pedonale. E quella gente cosa dovrebbe fare?
Ci fosse un comportamento rigoroso nel rispetto delle regole... ma questi sono i primi che se ne sbattono le balle.
Per concludere se non ti rimane niente altro "ribellarsi è giusto".
La storia dimostra che le scintille producono molto di più delle chiacchiere. Quei cinesi , molto pratici, hanno preso una scorciatoia legittima.

Cloroalclero ha detto...

x Vento: non intendevo nè darti del boccalone ( a te personalmente: mi riferivo alla compagine popolare milanese) nè accusarti di razzismo: tiravo solo le conseguenze di un mio ragionamento..
A te posso solo, proprio volendo rompere i cojoni, rimbrottare per non aver concesso almeno il beneficio del dubbio nel tuo scritto. Tutto qui.
Ciao

Cloroalclero ha detto...

sempre x Vento:
diciamo che il tuo scritto è stato x me 1 pretesto per parlare di una cosa di cui volevo parlare da tempo.
Poi però, se sei di Milano, un po' nella categoria "boccaloni" ci rientri ;-).

faustpatrone ha detto...

cara Cloro,
cari amici

io mi trovo in una posizione drammatica, poiché non posso e non voglio schierarmi a priori con i cinesi o contro i cinesi, nel senso in cui non mi è possibile stabilire con assoluta certezza se la loro ribellione sia "giusta". anche se non credo in linea di massima che lo sia.

dal punto di vista logico è evidente che la convinzione o autoconvinzione di dover essere nel "giusto" e calpestare la legge con le scorciatoie del caso è la madre sia della libertà che delle più feroci tirannie.

perché se guardiamo obiettivamente la questione ogni categoria o gruppo che si dice da solo: a) sono angariato dal sistema; b) mi ribello e spacco tutto (la scorciatoia); troverà mille motivi validi per giustificarsi, dato che trova nelle sue stesse convinzioni la fonte della legittimità.

sia le camicie brune che i comunisti, sia i sanfedisti che i giacobini erano (i più) convinti in buona fede di essere vittime di una situazione di ingiustizia e di dover trovare nella scorciatoia violenta la soluzione.

in questo senso chiunque ricorre alla violenza, per buona o cattiva fede, dirà sempre di avere qualche giustificazione e sul piano razionale non ne usciremmo mai.

l'unico compromesso accettabile e razionale è cercare di accordarsi preventivamente e con sicurezza sulla necessità di rispettare la legge nella forma in cui si fa, punto e basta.

al di là delle ragioni vere o presunte solo così si accetta o meglio si negozia una convenzione che permetta di evitare scontri più onerosi e ardui.

io mi ritengo un uomo della destra radicale, molto radicale, e non ho paura ad affermarlo, ma al contempo ho sempre preferito seguire come modello Paolo Borsellino (che scopri essere schierato su posizioni di destra), piuttosto che altri soggetti, dei quali non posso accettare l'intolleranza misogina, l'ipocrita disprezzo delle regole, l'omofobia e l'oscurantismo religioso, oltre che il pregiudizio razzista.

d'altra parte non posso neppure accettare che una comunità si rivolti in questo modo e trovo bizzarro che parecchi elementi di sinistra ne avvallino la deriva nazionalista (questo è sventolare le bandiere cinesi) pur di trovarsi come sempre e acriticamente dalle parti di una minoranza aggressiva e arrogante.

come non posso certo accettare l'idiota perbenismo e lo scandalo di chi si spaventa solo adesso (es. gli imprenditori pratesi) quando per anni ha lucrato schifosamente sull'immigrazione selvaggia, il commercio senza regole, sullo sfruttamento, ecc... questi mi fanno più senso dei cinesi in piazza.

però se certi italiani scandalizzati a comando e per comodità, sono vergognosi non posso certo accettare che degli ospiti aggrediscano così il tessuto sociale in cui vivono e si arroghino una patente di impunità.

sono tra due fuochi.
io penso che siano entrambi in torto.

per il resto condivido al 1000% le tue idee sulla Moratti e sulla politica, aggiungendo che tutti i politici ormai facciano gli interessi dei poteri economici e non certo quelli del popolo.

cordialmente.

faustpatrone ha detto...

d'altra parte non posso neppure accettare che una comunità si rivolti in questo modo e trovo bizzarro che parecchi elementi di sinistra ne avvallino la deriva nazionalista (questo è sventolare le bandiere cinesi) pur di trovarsi come sempre e acriticamente dalle parti di una minoranza, minoranza IN QUESTO CASO aggressiva e arrogante.

scusate, mi era sfuggita la distinzione

Cloroalclero ha detto...

x Furio ke scrive:
sia le camicie brune che i comunisti, sia i sanfedisti che i giacobini erano (i più) convinti in buona fede di essere vittime di una situazione di ingiustizia e di dover trovare nella scorciatoia violenta la soluzione.

mah. Discutibile. Sicuramente tra le masse sì, ma i leader aspiravano a ben altro che non la fine di una frustrazione.
Poi:La filosofia dello "spacco tutto" ha un valore simbolico, ma sono d'accordo che senza un progetto politico non serva a molto. Però in questo momento di oligarchia parlamentare possono servire momenti di rottura, per ricordare a chi ci governa che esistono non solo le esigenze dei capitali e dei monopoli. Dobbiamo riacquistare "potere di contrattazione. E siccome non c'è piu' l'esercito di leva, non servono piu gli scioperi, mi sai dire come, se non minacciando l'"ordine sociale" si possa dire la nostra? qual'è la strada per un nuovo modo di pensare la politica?
L'arroganza dei cinesi è stata la giusta risposta all'arroganza dei vigili urbani di milano. Non so se tu ci hai avuto a che fare, ma sono veramente una categoria spregevole.
Ciao

Cloroalclero ha detto...

Io ve l'avevo detto qualche settimana fa. S.O.S. da Milano, Io ve l'avevo detto qualche settimana fa. S.O.S. da Milano, venite a salvarci. E voi: niente. Se volete
Da:comedonkisciotte

ve lo dico in cinese!

Uno. Può seriamente Milano candidarsi all'Expo, scintillante vetrina del mondo, se non sa dove mettere 15 mila cinesi? Nel dubbio, raccoglie soldi con le multe ai cinesi.

Due. Il problema, a quanto pare, è spostare i cinesi che si ostinano ad avere i magazzini in una zona a ridosso del centro. La deportazione dei cinesi. Bisogna trovare un'area per l'ingrosso dei cinesi: qualcuno a Milano ha già gli occhi a forma di dollaro, e non è cinese per niente.

Tre. Generosamente il comune di Milano si offrirebbe di fornire l'area, ovviamente con «un introito alle casse dell'amministrazione». In cinese si legge così: ti rompo i coglioni finché non mi dai dei soldi.

Quattro. La città non è nuova alle deportazioni di massa. Dal centro alle periferie quando si è terziarizzato il centro. Poi il quartiere Garibaldi ha cacciato i poveri e si è fatto fighetto: una finta Parigi come può immaginarsela un cumenda milanese. La stessa pulizia etnica su base di reddito è prevista all'Isola, quartiere popolare che sarà grattacielizzato. Favelas e baraccopoli sono in aumento.

Cinque. Interessante risvolto mediatico: appena i cinesi si sono incazzati per una multa, i giornali si sono riempiti di Dragoni, Triadi, affari loschi, mafia cinese e spaventosi reati. Non so in Cina, non so a casa Moratti, ma a casa mia (Milano) questo si chiama criminalizzare.

Sei. I cinesi hanno valorizzato una zona che cadeva a pezzi pagando tanto e facendo lievitare i valori immobiliari. Ora non servono più: il metroquadro decinesizzato varrebbe il doppio.

Sette. Nonostante Milano sia saldamente in mano alla peggior destra da quattordici anni, per veder sventolare una bandiera rossa abbiamo dovuto aspettare qualche bottegaio cinese.

Allora, venite a salvarci o no? (e non dai cinesi).

Alessandro Robecchi
Fonte: www.ilmanifesto.it