mercoledì, ottobre 25, 2006

Milanesi:giu' il GROPPONE

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Salve, sono Letizia Moratti.Vi sono tanto piaciuta come ministro della pubblica istruzione che mi avete eletto primo cittadino, e non so dirvi quant'è meraviglioso tutto cio'...
Oggi che sono a capo del comune di Milano e che quel cattivone di Prodi ha diminuito le risorse per gli enti locali per non far pagare tanto di irpef a quelli che di voi sono piu' straccioni, vi annuncio che è con fatica che ho potuto assumere CONSULENTI ESTERNI , che hanno altre attività dunque, per aiutarmi a fare quel che non so fare, (soprattutto mi aiutano a tutelare la mia immagine di signora capace e desiderabile COME SONO SEMBRATA A VOI: ci sono infatti ben 9 addetti all'ufficio stampa, con emolumenti variabili dai 44.000 ai 112.000 euro. Tutti esterni ovvio, io non credo nel "pubblico" :la vera forza sta nel "privato")
Siccome , dunque questi consulenti li dovrò pagare parecchio, vi avverto già prima, visto che sono corretta, che aumenterò le tasse comunali. MA non ve la prendete, tanto voi siete gente che lavora duro, mica come quei cialtroni dei napoletani, quindi non avrete difficoltà a colmare queste voragini nei conti pubblici perchè, insomma, qui si tratta di gente importante, io di soldi gliene devo dare parecchi, non è che posso trattare tutti come pezzenti. Questa è gente degna, così in gamba che per loro ho pure risparmiato i soldi di un concorso pubblico: mi sono stati tutti raccomandati da amici. Adesso vi dico quanto li pago. Non li menziono tutti, perchè sono piu' di 50, ma tutti insieme , in un anno NON VI VERRANNO A COSTARE PIU' DI 7.756. 494 EURO. UN AFFARE...


Dr. Andrea Vento, direttore settore Relazioni Internazionali: 176.420 euro
Dr Ing Alessandro Musumeci dir. specialistica sistemi informativi: 217.130 euro
arch. Lides Canaia Dirigente D C casa e ad interim resp. settore demanio e patrimonio 203.560 euro
Dott. Vincenzo lo Jacono Dirigente responsabile mobilità e trasporti 203.560 euro
sig. Riccardo Albertini Dirigenbte politiche del lavoro e dell'occupazione, e ad interim resp politiche del lavoro203.560 euro
Dr Christian Marangone Dirigente resp Facility (attrezzature) managment203.560 euro
Dr Marino Pron resp direzione salute e ad interim resp settore politiche per la salute 203.560 euro
dr.ssa Maria Teresa Broggini Moretto Dirigente resp D C attività produttive 217.130 euro
dr.ssa Maria Chieppa dirig. resp turismo e marketing territoriale e identità203.560 euro
dr.ssa Carmela Madaffari Dir resp Famiglia, scuola e politiche sociali e ad interim resp settore servizi fasce deboli 217.130 euro
sig Antonio Cecconi dirig, resp sport e tempo libero 217 000 euro
dott. Gianantonio Bua dirigente resp D C qualità servizi al cittadino, semplificazione, servizi civici 203.560 euro
dr Marco Lobina dirigente resp Dc ricerca , innovazione e capitale umano 203.560 euro
Ing Luca Concone dir. resp area pianificazione controlli 244.270 euro.

La lista è ancora bella lunga, sono più di 50, tuttavia non ve la pubblico tutta oggi, perchè altrimenti dovrei pagare gli straordinari a quella cialtrona pezzente della mia segretaria, quella pretenziosa dipendente comunale, ma siccome vi voglio bene e voglio farvi risparmiare non gliei pagherò e vi lascio così con la lista appena accennata.
Sempre Vostra Letizia, sindaco.

lunedì, ottobre 23, 2006

Un popolo di santi, eroi e amministratori delegati

Report del 22/10/06. Il tema era dedicato alle mansioni e alla carriera dei managerS di grandi aziende pubbliche: enel, alitalia, anas. Comincia con una considerazione importante, cioè che la legge prevederebbe al max 5 amministratori delegati per ciascuna azienda, però poi un'altra legge gerarchicamente più rilevante, ammette la possibilità di aumentare il numero di questi manager ( a discrezione dei politici) e cosi' si arriva fino a 11-12 amministratori delegati per ciascuna azienda. Un'intervista a Tiziano Treu chiariva che le aziende "pubbliche" ovvero gestite da enti statali, comunali o provinciali, in Italia sono 800. Per cui si faccia un rapido calcolo, visto che l'andazzo è ovunque il medesimo, di quanti amministratori delegati andiamo a mantenere...
Diventare amministratori delegati di aziende pubbliche è una carriera riservata a politici e amici di questi, uomini nell'ambiente un po' "sfigati", destinati ad un ruolo piu' "di nicchia". Un posto di amministratore delegato comunque consola anche il politico più deluso dalla spartizione al vertice delle poltrone,per le ragioni che seguono.
La trasmissione esaminava le tre aziende succitate. I casi più eclatanti e scandalosi. Aziende in crisi, senza piu' una lira, ma con un indebitamento che si abbatte come una mannaia implacabile, sui colli nostri e dei nostri italianissimi figlioli, futuri precari.
Per questi manager le regole d'ingaggio le decide il consiglio di amministrazione, che, di norma, prevede una grossa cifra di ingaggio e, nel caso che l'amministratore sia mandato via,una liquidazione che nessun italiano che fa anche il funzionario o l'impiegato, po' neppure immaginare. Si parlava di cifre superiori ai 5 milioni di euro di liquidazione, a fronte di emolumenti pari a 250-300 mila euro di stipendio all'anno.
L'amministratore delegato dell'AnAS, mandato via da DiPietro, quando questi è diventato ministro delle infrastrutture, è stato risarcito con 140000 euro per aver ricoperto la carica 2 mesi.
Già. Perchè se vengono mandati via l'emolumento aumenta, anche del 40%, come è successo al penultimo amministratore delegato di alitalia,che se n'è andato per lasciare il posto ad un certo
mi pare Enzo Catania che proveniva da Ferrovie Dello Stato. Il quale è stato liquidato da Ferrovie dello stato con qualche milione di euro e adesso, quando e se ne andrà anche da alitalia sarà liquidato con sei milioni di euro, dipende se se ne va lui o se viene mandato via.
Il bello di tutto cio' è che nè ferrovie dello stato nè alitalia hanno sentito i benefici di cotanto strapagato "genio" dell'amministrazione pubblica. Anzi: entrambe le aziende si sono ritrovate indebitate il triplo di quant'erano prima. Ma per le liquidazioni degli incapaci amministratori, nessun rischio, anzi, se li trovano incapaci e li mandano via, la liquidazione aumenta, lievita come un Panettone, perchè poverini, devono subire l'umiliazione di un licenziamento e questa gente, a quanto pare, la soffre piu' di tutti gli altri.
Tutte queste regole di ingaggio e di aumento degli emolumenti in caso di licenziamento, vengono decise dal consglio di amministrazione stesso, il cui pronunciamento è superiore, per gerarchia di diritto a qualsiasi pronunciamento dello stato: della corte dei conti, del codice penale, dello stato che li paga, insomma...
Non solo vengono pagati in modo spropositato, ma non affrontano alcun rischio,anzi... pure se la loro incapacità ha costi incommensurabili per gli italiani, che li pagheranno nelle successive finanziarie: l'amministratore delegato di alitalia,(quello attuale,quindi il prossimo che se se ne andrà) prenderà come minimo 5 milioni di euro, ad esempio, attualmente percepisce 275.000 euro di stipendio annuale, contro i 40.000 dell'amministratore di air france e i 65 000 di quello di british airways, compagnie che non vivono in alcun modo il deficit assurdo della nostra compagnia di bandiera, anzi sono in attivo.
Sembra quasi che l'aumento del deficit sia un incentivo per questa gente, invogliati a guadagnare di piu' in relazione a quanto fanno spendere alla disastrata comunità in cui operano e da cui vengono pagati.
Guardatevi questo report su internet. Quando scoprirete che manteniamo dei deficienti delegati da noi (in teoria) a mandare tutto a puttane, (ma tutto cio' è voluto e ha precise ragioni) come giocatori di grido delle migliori squadre di calcio, per il funzionario pubblico fancazzista che per 900 euro al mese scalda la sedia proverete quasi simpatia.

lunedì, ottobre 09, 2006

Un "giornalista" si fa per dire.

Sono molto depressa.
Ho idea che la corsa di quest' umanità imbecille verso il suo suicidio come specie, stia per compiere il suo epilogo.
E non solo perchè le panzane nel campo dell'informazione di massa continuano e perchè la Corea del Nord ha testato un ordigno atomico,evento che di certo provocherà una reazione scomposta e, come al solito, poco intelligente di Bush, ma perchè vedo che a dispetto di tutto, la campagna mediatica volta alla preparazione guerrafondaia delle coscienze continua, e i sacerdoti delle sanzioni all'Iran, che poi si trasformeranno in iniziativa armata, trovano nei giornalisti i loro piu' efficaci militanti,in Italia.
Cio' mentre in Russia e in Sudamerica i giornalisti invece muoiono, perchè osano esercitare la loro libertà di professione e si illudono, coerenti con loro stessi e con i loro ideali, che il loro ruolo, in questo mondo di merda ,sia cavalcare i media per far arrivare i brandelli di verità alla gente, anche a costo della loro vita.
Oggi però neanche la vita, ormai,riesce piu' ad essere testimonianza di un messaggio, perchè l'apparato repressivo di questo occidente corrotto, mira a far naufragare anche i messaggi piu' veri: quelli attestati dal proprio personale sacrificio, in un'orda di sovrainformazione assordante, il cui contenuto, per lo più, sono palle condite dalla stupidità di orpelli ancora più rumorosi, quali i significati spacciati agli utenti dell'"Isola dei Famosi" o di "Pupe e secchioni".Un mare di nulla che ingloba qualunque cosa.
In questo contesto, analizzerò l'articolo apparso sl corriere del 9/10/06 con la firma di Magdi Allam.
Sono lettrice del corriere da una vita, l'ho anche criticato in passato, però penso che con Magdi Allam abbia davvero toccato il fondo massimo della sua bassezza. Ne è il direttore. Come italiano fa cagare: periodi lunghi e incomprensibili. Però: parole forti,frasi brevi potenti. Mantra di massa, ricalcati su qualche discorso del papa o di Giuliano Ferrara.
Analisi politica da bar di periferia, anche se Magdi in un bar di periferia avrebbe solo da imparare.
Comunque: questo delirante commento internazionale potrebbe essere riassunto in una sola frase: L'occidente non ha i coglioni perchè con l'islam è troppo tenero, pure con quegli islamici che non la pensano come bin laden, e con i traditori occidentali che si fanno sedurre dalle loro argomentazioni, dovrebbe usare il pugno di ferro, perchè sennò ci perde in immagine. Profondo, nevvero? ma entriamo nei particolari.I periodi del "fine analista egiziano" sono tra virgolette.Il testo è integrale.

"Non ti taglio la gola a condizione che ti tagli la lingua». E' questo il messaggio implicito nella posizione degli islamici, ingenuamente adottata anche da non pochi occidentali, che si sono schierati contro la condanna a morte di chi ha criticato l'islam e Maometto, ma al tempo stesso ne hanno severamente stigmatizzato il pensiero"

Il giro di parole è potente. La fatwa viene risparmiata a chi rinuncia a criticare l'islam, anche se dimostra nettamente di essere contro i fanatici. Allam ci ammonisce che se rinunciamo a criticare l'islam, islamici o occidentali polli, è perchè abbiamo interiorizzato questa "paura" anche senza accorgercene, implicitamente, solo perchè si accetta di rispettare gli islamici e non cagarci sopra come vorrebbe lui.

" E' un regalo avvelenato all'Occidente che recita così: tu sei certamente colpevole e meriteresti la pena capitale, oggi ti condoniamo il tuo peccato, quindi hai salva la vita, purché non lo commetti mai più, cioè devi cessare di esercitare il legittimo diritto alla libertà d'espressione, ovvero di essere pienamente te stesso. Ebbene accettare questa «grazia» ispirata dai tribunali della sharia si tradurrebbe nella sottomissione all'arbitrio ideologico degli estremisti islamici che vorrebbero inculcarci, qui in Occidente, il principio dell'autocensura preventiva affinché s'affermi in tutto il mondo la logica del divieto assoluto di criticare l'islam e Maometto, all'insegna dell'islamicamente corretto."

Insomma: chi critica i fanatici ma non critica l'islam tout court, è uno che rinnega se stesso, che si sottomette, che accetta di tradire se stesso e le proprie radici (cristiane?) pur di non suscitare antipatia al cospetto dei musulmani.
Di fatto, se non abbiamo le idee della Fallaci (bruciare le moschee ecc...) siamo sottomessi, zerbini, uomini di merda, peggio ancora se islamici non siamo...


"L'immagine che dà di sé l'Occidente, dalla vicenda delle vignette su Maometto al discorso del Papa a Ratisbona, è di un colosso dai piedi d'argilla, pavido e disorientato, ingenuo e incosciente, che per sfuggire alla ghigliottina di Bin Laden finisce sulla graticola dei Fratelli Musulmani, che nutre il coccodrillo con la speranza di essere mangiato per ultimo. Un Occidente che si destreggia malamente e penosamente nel funambolismo del politichese, autogiustificandosi e autoassolvendosi dietro la letale cortina fumogena dell'equidistanza o equivicinanza tra la civiltà e le barbarie, finendo per mercanteggiare e svendere i valori fondanti della nostra umanità"

Ecco qui il messaggio guerrafondaio. Il giro di parole iniziale, scandito da mantra potenti infilati in frasi dalla sintassi non veramente chiara, arriva al suo obiettivo: il concetto da bar per il quale l'occidente non ha i coglioni, non esercita la forza sufficiente a rispondere agli islamici(tutti indistintamente) con la forza della "ragione" (che ultimamente trova piu' che altro il linguaggio delle bombe, ma lui questo non lo prende volutamente in considerazione).

Ad Allam non interessa che magari chi non la pensa come lui ritenga che la democrazia esportata da Bush e dai suoi amici si appoggi al diritto della forza e che le sue parole siano le bombe.
Allam non stima coloro a cui ripugna che siano lanciati contro gli islamici missili, che rilasciano migliaia di cluster mentre detonano sugli edifici e nei quartieri dei poveracci,civili, che non c'entrano un cazzo con i nemici di Allam. Civili che se vengono risparmiati dal lancio, hanno poi a che fare con i giocattolini esplosivi che per la loro forma vengono mediamente manipolati dai bambini...Pero', se non siamo d'accordo con tutto questo orrore noi MERCANTEGGIAMO E SVENDIAMO i valori fondanti della nostra umanità. Invece lui, di se stesso, egiziano e islamico, non ha svenduto nulla e ci può dare lezioni di vita (potremmo chiamarlo Allam-do Nacimiento, come il noto "maestro di vita")
Nel mondo concettuale di Magdi Allam, l'occidente che predica l'equidistanza, cioè che non condanna gli islamici in una becera generalizzazione (magari chiedendo altre bombe,sempre di piu'...altre guerre,cazzo facciamoli fuori che siamo in troppi sul pianeta), come fa lui, ci perde in immagine, come un popolo rinnegato, per mollezza e carenza di attributi, in altre parole, ci fa una figura di merda a non essere deciso e univoco nella condanna dell'islam e (implicitamente ma neanche tanto) nell' accordo incondizionato con la politica bellica.


<< Ci rendiamo conto che si sta tentando di sostituire la Jihad dei tagliagola, che ha traumatizzato il mondo intero e ha diviso i musulmani (perché sono al contempo i carnefici e le principali vittime), con la Jihad dei taglialingua, che ha unificato l'insieme dei musulmani, perché sono di fatto sottomessi o comunque temono lo scontro diretto con l'ideologia totalitaria e il regime liberticida, e poi viene offerta all'Occidente come un salvacondotto per redimersi e godere di una tregua armata? Ebbene, ciò che non vediamo o facciamo finta di non vedere è che tra la Jihad dei tagliagola e la Jihad dei taglialingua c'è sola una differenza formale: entrambe le guerre sante islamiche mirano ad annientare la persona, la prima direttamente e fisicamente, la seconda indirettamente e psicologicamente."

Quindi, nel mondo mentale di Allam, l'Occidente è sceso a un vergognoso compromesso, accettando di dialogare con quegli islamici (penso all'UCOII)che non digeriscono i toni da guerra santa di george adolf bush, il cui folle imperialismo prevede sì di piazzare in iraq, in libano, in Palestina pure dei dirigenti che siano islamici, purchè questi islamici la pensino come lui e si stendano proni come loro zerbini, complici dei loro omicidi. Quello che Allam bolla come "adesione" al totalitarismo è semplicemente la posizione critica verso la criminalizzazione degli islamici stessi in quanto tali e rivendicanti la denuncia dell'illegittimità dell'uso della forza in campo internazionale. Questo, Allam lo chiama "la Jihad dei taglialingua"...Ma noi abbiamo tutto da imparare da questo "profeta" della democrazia, anzi aspettavamo proprio lui,che non per niente è egiziano, a dirci le cose come stanno su questo popolo di puzzoni...


"Si tratta della differenza che intercorre tra i jihadisti alla Bin Laden, che vorrebbero conquistare il potere decapitando la testa del nemico, e i gradualisti quali i Fratelli Musulmani che perseguono il medesimo traguardo del califfato islamico minando dalle fondamenta il potere nemico.>>

Insomma: chi critica la politica paranazista di Bush e dei suoi amici è come Bin Laden, solo che vuole arrivare al medesimo obiettivo con altri mezzi. Evidentemente, nella coscienza distorta di Allam, la critica agli stati uniti e ai loro sodali israeliani è "Usare la Jihad dei taglialingua". E qui,ci ammonisce, ci cascano anche tanti occidentali che "non capiscono" la bontà e l'estrema purezza d'animo e d'intenti di chi ammanta una guerra imperialistica e coloniale, che costa sangue tutti i giorni, da una parte e dall'altra, con espressioni edulcorate come "esportazione della democrazia".


"Oggi l'Occidente si sta di fatto arrendendo agli estremisti islamici che in cambio dell'archiviazione di una condanna a morte inflitta dai loro tribunali della sharia, esigono la rinuncia definitiva alla nostra facoltà di criticare l'islam e Maometto, un'opzione che culminerà di fatto con l'archiviazione del nostro legittimo diritto alla libertà d'espressione. Ecco perché io difendo senza se e senza ma il diritto del Papa, Redeker, Theo van Gogh, Ayaan Hirsi Ali, Bernard Lewis, Daniel Pipes, ma anche di Dante, Voltaire e Mozart, nonché di Wafaa Sultan, Ibn Warraq, Sayyid al Qimni, Lafif Lakhdar e Said El Eshmawi di criticare l'islam e Maometto. Oggi più che mai. Non possiamo decontestualizzare questa critica e non comprendere che si tratta di una sana reazione al male assoluto che è l'ideologia della morte fisica e psichica che alimenta il terrorismo e l'estremismo islamico. Se questo Occidente relativista e arrendevole si autocensurasse per non dire alcunché di sgradito al totalitarismo islamico, reprimesse la propria civiltà per non scontrarci con le barbarie altrui, finirebbe per implodere scatenando la reazione incontrollabile, forse violenta, di tutti coloro che non intendono rinunciare alla VERITA' e alla libertà. Già ora se ne vedono dei sintomi preoccupanti. Ed è evidente che più l'Occidente sarà diviso e in conflitto al suo interno, più gli estremisti islamici riusciranno a prevalere."

Allam: cazzo lasciali stare Dante e Voltaire. E soprattutto: un po' di pudore ad usare le parole come faceva Goebbels. Non ricorda che : le armi di distruzione di massa di Saddam non esistevano. Che gli Stati Uniti hanno intrapreso 2 guerre con la manfrina dell'11 settembre ,per indagare sul quale hanno finanziato un'inchiesta governativa con soli 600.000 dollari (contro i 40 milioni per dipanare la matassa Lewinsky-Clinton),che sono morti 3200 soldati statunitensi solo in Iraq, che le minacce al papa non ci sono mai state. Che non ci sono mai state le preparazioni degli attentati di quest' estate a Londra, che Gli Israeliani hanno aggredito uno stato sovrano con il pretesto di liberare un paio di soldati che non dovevano stare dove stavano. Che in quest' aggressione, ancora non finita, hanno mollato sul territorio lbanese milioni di cluster bomb. Che da 16 mesi stavano affamando la Palestina. Che NESSUNO SE L'E' MAI PRESA CON MOZART anche se il suo giornale ha paventato falsamente minacce islamiche anche in tal senso...devo continuare?

Ci vuole una bella faccia tosta a parlare di verità, in questo contesto, scrivendo un articolo in una sintassi discutibile in cui sostiene, con un linguaggio da serpente e argomentazioni da bar, che l'occidente con gli islamici non fanatici, non ha i coglioni...Questo articolo è un invito all'adesione piu' totale e schietta all'uso occidentale della forza, un'ammonizione a vivere compatti con chi ammazza la gente e spaccia colpevolmente stronzate per farlo con il placet dell'opinione pubblica. Un emulo di Giuliano Ferrara con in più l'aggravante di venire dallo stesso popolo di cui predica l'uccisione.
Che schifo.

domenica, ottobre 08, 2006

morire di sopravvivenza

Un uomo è morto. Una povera persona, di quelle che non vincono mai, nè campionati nè elezioni. Si chiamava Giuseppe Casu, di Quartu. Faceva il venditore ambulante di frutta, con l'Ape Piaggio, ma non aveva la licenza. La mattina del 15 giugno, viene fermato dai vigili urbani che da tempo lo vessavano con regolamenti e prescrizioni. Milioni e milioni di multe, per un'attività che non era svolta secondo le regole della società. Una solerzia delle forze dell'ordine che questa povera persona ha vissuto male, molto male. Come un accanimento nei suoi confronti. E ha reagito, si è agitato, son volate parole grosse. I vigili han chiamato la polizia per fargli fare il lavoro più sporco. Le guardie lo hanno calmato con la forza. Poi, siccome era davvero uscito di testa,per le multe e per le botte, han chiamato la croce rossa. Portato al manicomio di Is Mirrionis per un trattamento sanitario obbligatorio. Per la sua famiglia è scomparso. Nessuno li ha avvisati del provvedimento. Nel frattempo Giuseppe è stato portato nel manicomio. Legato al letto e sedato pesantemente, per scongiurare gli accessi di rabbia. Da allora passano 7 giorni. Nessuno lo visita, nessuno si occupa di lui. Nessuno lo scioglie da quei legacci che lo tengono saldato al letto, immobile. Gli rinnovano le endovenose di calmanti, e basta. Lo lasciano lì per questi 7 giorni e nessuno si accorge che lui sta male. Muore, per una bolla d'aria nel sangue che è arrivata all'arteria polmonare. Un'inchiesta stabilisce che, per quanto sia condannabile l'averlo immobilizzato per 7 giorni consecutivi e non averlo visitato, la causa della morte non è imputabile al trattamento. Finita la storia e finita la vita di Giuseppe Casu.
Il pover'uomo finisce la sua vita nell'anonimato della cronaca tragica della nostra "democrazia", che usa i manicomi per reprimere, e il silenzio per uccidere meglio. Una vita spezzata senza un motivo. Come tante altre vite che si spezzano, per la repressione o per il lavoro nero, tra l'indifferenza dei media e delle coscienze. Ma i paladini della "vita" dove cazzo sono? tutti al capezzale di Piergiorgio Welby, per impedirgli di suicidarsi dignitosamente? E non importa loro della "vita" di altri disgraziati, che, invece, vogliono solo sopravvivere? Che faceva di male Giuseppe, che non voleva andare a rubare, quindi si arrangiava a vendere frutta in giro con l'ape piaggio, per meritare di morire? Che ne è di questa nostra Patria che lascia che poveracci come lui, evidentemente molto insignificanti, anneghino nella "zona grigia" della pubblica repressione, o della pubblica indifferenza?
http://italy.indymedia.org/news/2006/10/1161965_comment.php#1162021

sabato, ottobre 07, 2006

Le Radici Maschiliste della Distruzione Simbolica

Oggi parlerò di "vita al volante". Una fenomenologia quotidiana che, senza andare a scandagliare tragedie, la dice lunga sui rapporti uomo-donna in questi tempi.
Guido esattamente da 27 anni, tutti i giorni, in città e in autostrada. Ci ho messo 10 anni ad imparare, ma ora posso veramente dire di essere un'ottima guidatrice, che riesce ad unire le necessità di una guida in sicurezza, ad un certo sprint disinvolto nel districarmi ,pur nelle poche possibilità lasciate dal traffico cittadino,da automobili guidate discutibilmente, oppure posteggiate di brutto in mezzo alla strada. Mi hanno tolto 3 punti solo per un posteggio effettuato sulle righe di un portatore di handicap, righe che il comune di Milano non aveva provveduto a rinfrescare per renderle nuovamente visibili, ma che è solerte nel multare chi queste righe non ha potuto vederle nè evitarle.
Posso guidare qualunque veicolo non articolato, di grande, media o piccola cilindrata. Lo faccio con piacere: guidare mi rilassa, a meno che non abbia una grande fretta.
Mi è capitato,come a tutti, di arrivare prima di qualcun altro ad un posteggio libero. Quando questo "qualcun altro" è stato uomo, nel senso di "maschio",il minimo degli epiteti che mi sono stati riversati addosso , una volta abbassato il finestrino, è stato "troia".
Recentemente,andando a fare la spesa, avevo pensato di occupare due posti con l'auto per poter avere un posteggio un attimino più comodo in uscita. Cambiai idea, perchè mi fece pena un camiocino bianco, senza neppure l'epidermico conforto dell'aria condizionata in pieno luglio milanese,così mi strinsi all'auto davanti a me, per permettergli il posteggio.
Mi sorpresi di come la mia "opera buona" che contraddisse il "pensiero diabolico" su cui mi ero solo per poco soffermata ed immediatamente dopo ravveduta,non mi evitò di essere apostrofata "molto duramente" con riferimenti alla qualità del mio apparato sessuale e alle prestazioni con cui avrei ottenuto la patente.
Un folle ciccione sudato, mi ha inseguito fin nel supermercato per continuare ad insultarmi ad alta voce. Per liberarmene, sono stata costretta a menzionare la "polizia",telefonino alla mano, paventando un intervento efficace delle forze dell'ordine. Il che ha messo in fuga il molestatore.

Quando avevo 20 anni(patente in tasca da due anni), ricordo che fui superata da un'auto di grossa cilindrata che, superandomi nervosamente, mi taglio' letteralmente la strada sulla cironvallazione. In quell'occasione dispiegai visibilmente l'indice e il medio della mia mano sinistra e allora il cortese conducente inchiodo' il suo veicolo davanti al mio, obbligandomi a fermarmi, scese e mi minaccio',mentre io chiudevo le sicure delle portiere e i finestrini per pormi al riparo da una minaccia fisica evidente che mi indusse ad un'inversione di marcia e fuga immediata.
Insulti e parole cattive mi arrivano quotidianamente, nonostante io non faccia nulla di diverso, da quello che fa la maggior parte degli automobilisti: portarmi avanti in una assurda fila o superare con destrezza guidatori che si mostrano parecchio impediti. Ma non si sfugge: al semaforo successivo (appurato che in auto con me non vi è alcun "ospite" adulto di sesso maschile, perchè questi episodi non avvengono mai, se si verifica il contrario) partono epiteti, titoli e insulti di diverso livello a seconda della provenienza sociale dell'autista. Che non si accontenta mai di un gestaccio che verrebbe ignorato, ma deve dare sfogo, come minimo verbalmente, alla propria ira, assumendosi anche lo sbattimento di tirare giu' il finestrino, quando non di scendere dall'auto.

Una mia amica che va spesso in Egitto mi dice che lì le donne, mediamente, non guidano. E'
socialmente condannato.Si sa, la cultura islamica non incoraggia di certo un potere femminile sulla tecnologia, quale puo' essere il rapporto tra donna e automobile. E qui le sacre scritture c'entrano poco: nel 500 d.C, all'epoca di Maometto, certo le automobili non erano contemplate dal Corano.

Ma anche qui,dove c'è stato l'illuminismo e prevalgono le "radici cristiane", la guida al femminile è mal tollerata. L'opinione che mi sono fatta è che la "donna che guida" sia un archetipo indigeribile per il maschio, indipendentemente dalla classe sociale e dalla cultura di provenienza.Il proverbio "donna al volante pericolo costante", spesso espresso dagli intellettuali (bianchi) da bar, è significativo della mentalità dominante (e cioè maschile), che assegna alle donne il privilegio di guidare come fosse una "gentile concessione", ma che non perdona loro alcun tipo di ,neanche "irregolarità" :di normalissimi e necessarii "escamotage", che chiunque opera, non volendo soccombere alle viscere paralizzanti del male amministrato traffico cittadino.
Il coacervo di guidatori, spesso con il crocefisso appeso al retrovisore interno, punisce le donne manchevoli di sottomissione automobilistica, ma colpevoli di circolare, togliendo loro il diritto al rispetto personale, con l'insulto, la minaccia verbale e fisica, la degradazione ,per fortuna espressa solo in termini simbolici (ebè vogliamo mettere la superiorità della civiltà occidentale?).
La mia esperienza d guidatrice implica la quotidiana messa in conto di clacson impazziti dietro le spalle, fino all'immancabile incontro al semaforo, dove "i maschi alla guida" possono vomitare addosso tutto il loro odio e disprezzo per la mia ignobile manovra e per la mia persona.
Questa penso che sia la percezione "media" di una donna motorizzata.
E' che una donna che sta ai comandi,che puo' governare acceleratore, freno, frizione, cambio, richiama un simbolo uggioso, una "madre fisicamente inavvicinabile, ma potente e crudele" che attenta alla virilità simboleggiata a sua volta dal veicolo, spesso di grossa cilindrata, del maschio Guidatore (e predatore) . Un po' un tradimento alle leggi della natura, insomma...
San Tommaso D'Aquino richiamava la teoria aristotelica dei luoghi naturali, applicandola alla distinzione di genere. L'uomo ha un certo posto nella società (il capofamiglia, responsabile,autorevole, decisionista). La donna, un altro e diverso. Ovviamente,Tommaso sta nell'alveo della cultura cristiana,che, come quella musulmana,concepisce la sottomissione femminile come una necessità di natura.
Uno come Tommaso, sicuramente, la donna al volante l'avrebbe considerata contro natura: donna al volante= donna fuori dal suo luogo naturale. Da precludersi socialmente per la salvaguardia del tessuto antropologico.
E' incredibile e paradossale, come certi messaggi passino attraverso i secoli e le diverse culture, anche trasudanti il valore del laicismo, nell'inconscio di chi, pur contando come il due di picche (vedi il maleducato e motorizzato funzionario milanese), vive comunque un potere in virtu' del "genere", ovvero per avere una carnosa escrescenza in mezzo alle cosce, simbolo e causa di una presunta ,quanto infondata e iniqua superiorità.