giovedì, settembre 07, 2006

scandaloso:l'autore de "il mondo di Sofia" prende posizione antiisraeliana

Il silenzio degli intellettuali pesa come un macigno sulle responsabilità storiche,specie quando si parla di persecuzioni sistematizzate, di genocidi e di pulizia etnica. Tuttavia oggi, per i media italiani imbevuti di sentimenti mielosi di amicizia verso Israele, diviene colpevole parlare. La critica a Israele non ci dev'essere o se c'è, deve avvenire in sordina e dev'essere annegata nel tumulto dei ragionamenti (si fa per dire)degli intelletuali filosionisti che imperversano, da Libero all'Unità. Da Forza Italia a Rifondazione.
Eh già, perchè se la critica alla criminale e genocida politica israeliana la fa un estremista comunista che si esprime su indymedia o un islamico, è facile tacciare tale critica come una visione faziosa, di chi ha il cervello imbevuto dall'"antipatia" verso israele, dalla cultura di quella sinistra "antisemita" che ha sempre considerato Arafat "un eroe" e che per questa ragione puo' essere assimilata a quella sottocultura, appunto, antisemita, che è emigrata dal "socialismo nazionale" di Hitler, al socialismo rivoluzionario dei marxisti, che si oppongono in tutto a Hitler, fuorchè in questa "antipatia" antisemita, che è una malattia culturale e che porta con se l'inconscia volontà (comune alla maggioranza) di sterminare gli ebrei, volontà che preesiste a Hitler e che non si è affatto sanata, come le critiche ad Israele dimostrano.

Se invece le critiche ad Israele le fanno Asor Rosa, Dario Fo o Gianni Vattimo, allora il mondo filosionista perde veramente il lume degli occhi.
Se quelli che sono stati consacrati "l'intellighenzia" dell'Europa si azzardano ad avanzare posizioni antisioniste, perdono in un attimo la credibilità acquisita in anni e anni di riconoscimenti per i loro studi, per la loro attività e viene loro rinfacciata la gloria che il sitema ha riservato loro (nel caso di Dario Fo il premio Nobel) e vengono immediatamente relegati nella feccia "fascista" e antisemita.

Jostein Gaarner, l'autore del "mondo di Sofia", dopo la strage di Caana, ha scritto un saggio che ha profondamente offeso la comunità ebraica norvegese, la quale, evidentemente, appoggia la politica sionista.
Gaarner si è dovuto impegnare a non far uscire il saggio dalla Norvegia, ma grazie alla rete il saggio è uscito eccome, tradotto dal norvegese all'inglese e si è comunciato a diffonderlo in Europa. Grazie solo alla democrazia di internet(chè se si aspettavano i media embedded, tutti allineati al diktat dell'amicizia per Israele, non si sarebbe letto, in barba alla libertà di parola e di espressione che l'occidente va sminkiando come una bandiera da 300 anni) il saggio riesce a circolare.
Evabe', siccome a me piace far incazzare i sionisti e non mi piace tradire il principio in base a cui se avviene un massacro è colpevole far finta di non vedere, io il saggio l'ho tradotto e ve lo propongo.
Tenete conto che è bello incazzoso, di un filosofo che ha assistito il giorno prima al massacro dei bambini di Caana , definito da tutti come un errore, passato in giudicato senza NESSUNA CONDANNA da parte della comunità internazionale.
C'è da capirlo.
Tradotto dal norvegese da Sirocco, dall'inglese da me.


Il Popolo eletto da Dio.
Jostein Gaarder, Aftenposten 05.08.06

Siamo a un punto di non ritorno. E’ tempo di imparare una nuova lezione.
Da parecchio non riconosciamo lo stato di Israele. Come non riconoscevamo il regime sudafricano dell’apartheid e il regime afgano dei talebani. Vi erano molti che non riconoscevano l’Iraq di saddam Hussein o la pulizia etnica attuata dai serbi. Noi ora dobbiamo abituarci all’idea di non riconoscere lo stato di Israele, per quel che concerne la storia attuale.
Non crediamo nella nozione di un popolo prescelto da Dio. Ridiamo amaramente su queste bizzarrie e sulle loro nefaste conseguenze. Per agire come un popolo scelto da Dio, non si mostra soltanto stupido e arrogante, ma perpetra crimini contro l’umanità. Noi chiamiamo tutto questo razzismo.
Limiti alla tolleranza.
Ci sono limiti alla nostra pazienza e ci sono limiti alla nostra tolleranza. Non crediamo alle divine promesse intese come giustificazioni all’occupazione e all’apartheid. Abbiamo lasciato il Medio Evo dietro le spalle. Ridiamo,anche se con difficoltà, a questi che ancora credono al dio della flora,della fauna e dei cieli che ha selezionato un popolo particolare dandogli le “divertenti” tavole di pietra, che per loro ha bruciato foreste e ha rilasciato la licenza di uccidere.
Chiamiamo l’uccisione di bambini semplicemente “uccisione di bambini” e mai accetteremo che sia stato predestinato da un mandato divino o storico che giustifichi gli oltraggi di questa gente. Noi diciamo questo: vergogna per ogni apartheid, vergogna per ogni pulizia etnica, vergogna per ogni azione violenta di ogni terrorista sui civili, sia essa perpetrata da Hamas, Hezbollah o lo Stato di Israele
Guerra senza scrupoli.
Noi conosciamo e ci sentiamo profondamente responsabili per le sofferenze degli ebrei, per le politiche che hanno portato loro disgrazie, i pogroms e l’olocausto. Era politicamente e moralmente necessario che gli ebrei costruissero la loro propria casa nel loro stato.
D’altro lato, però, lo stato di Israele, con la sua politica bellica condotta senza alcuno scrupolo e le sue disgustose rappresaglie, ha distrutto la sua propria legittimazione. Esso ha sistematicamente violato le leggi internazionali, innumerevoli risoluzioni ONU e non puo’ piu’ aspettarsi protezione dalle nazioni unite. Ha messo al tappeto con le bombe il suo riconoscimento da parte del mondo. Ma non c’è paura: il tempo della loro violenza sta per finire, Lo stato di Israele ha assistito alla sua propria Soweto.
Senza difesa, senza pelle.
Lo spirito e la parola possono sfondare il muro israeliano dell’apartheid.
Lo stato di Israele non esiste piu’, schiacciato dalla sua stessa spietata violenza.
.Esso è ora senza difesa, senza pelle.Il mondo potra’ invece avere pietà delle popolazioni civili.
A questo mondo il nostro breve saggio è rivolto
Noi non desideriamo il male di Israele, non gli auguriamo nulla, se non il bene, ma ci riserviamo il diritto di non mangiare I pompelmi Jaffa per tutto il tempo in cui il loro gusto saprà di veleno. E’ stato sopportabile vivere alcuni anni senza il sapore dell’amaro frutto dell’apartheid.
Essi celebrano il loro trionfo
Non crediamo che Israele si lamenti di 40 bambini libanesi uccisi più di quanto si sia lamentato per più di tremila anni dei 40 anni che ha trascorso nel deserto. Facciamo caso a quanti israeliani hanno celebrato il loro trionfo in quegli episodi biblici in cui Iddio ha riservato al popolo egiziano catastrofi che apparivano “giuste punizioni” nei confronti del popolo egiziano. In quegli episodi Dio appare come un insaziabile sanguinario.Ci chiediamo se molti tra gli israeliani pensino che una vita di un israeliano valga piu’ di 40 vite palestinesi o libanesi.Per quel che ci riguarda abbiamo visto le foto delle piccolo ragazze israeliane che scrivevano saluti di odio sui missili che sarebbero stati fatti cadere sulle popolazioni civili di Libano e Palestina.Le bambine israeliane non erano consapevoli quando scrivevano della morte e del tormento che portavano gli oggetti su cui ponevano la loro firma.
Tributo di sangue
Non riconosciamo la retorica dello stato di Israele. Non riconosciamo la spirale del debito di sangue e la logica dell’”occhio per occhio, dente per dente”. Non riconosciamo il principio di “mille occhi arabi per un solo occhio israeliano”. Non riconosciamo le punizioni collettive o la fame usata come arma per punire un popolo intero. Sono trascorsi duemila anni da quando proprio un saggio ebreo (Gesu’) ha misconosciuto la antica dottrina dell’”occhio per occhio, dente per dente”Egli disse: “non fare agli altri cio’ che non vuoi sia fatto a te”. Non riconosciamo uno stato fondato su un principio anti-umano e sui rimasugli di un’antica religione arcaica di un popolo in guerra.Come espresse Albert Scweitzer: “L’umanitarismo consiste nel non sacrificare mai una vita umana ad un principio”
Compassione e Perdono
Non riconosciamo l’antico regno di David come modello per uno stato che appare nella cartina del medio oriente del 21 secolo. Il rabbino Gesu’ ha detto duemila anni fa che il regno di Dio non è la restaurazione attraverso la guerra del regno di Davide , ma il regno di Dio è presso di noi ed oltre noi umani: il regno di Dio è nella compassione e nel perdono.Sono passati duemila anni da quando sembrava abbandonata la antica barbara retorica della guerra e il popolo ebraico si era umanizzato e disarmato. Passato questo tempo, i primi terroristi sionisti si sono messi all’opera.
Israele non ascolta
Per duemila anni abbiamo cercato di far prevalere la parola umanitaria. Ma Israele oggi non ascolta.Non fu un fariseo ad aiutare l’uomo denudato e picchiato dai ladri, fu un samaritano, un povero, oggi diremmo: un palestinese. Per noi che crediamo nei valori umani in primo luogo, sia che siamo cristiani, musulmani o ebrei, è valida la parola del rabbi Gesu’ che diceva “se tu aiuti solo tuo fratello, che valore hai allora piu’ degli altri?”Rifiutiamo le torture ai soldati. Non accettiamo la deportazione di intere popolazioni o il rapimento di governi liberamente eletti.Riconosciamo lo stato di Israele del ’48, ma non quello dal 67 in poi. Esso è quell’Israele che ha violato ogni rispetto, ogni riconoscimento alle autorità internazionali, rimangiandosi quello che aveva dichiarato nel 48.
Israele vuole di piu’. Quello che Israele vuole è piu’ acqua, piu’ terreni, piu’ villaggi. Per ottenere cio’che vuole, esso predispone, invocando la predilezione di Dio, la soluzione finale del problema palestinese. I palestinesi hanno molti paesi dove andare, questo pensano i politici israeliani, noi abbiamo solo questo.
Gli USA o Il mondo
Ora: perchè il presidente statunitense continua a dire “dio benedica l’America?”Il bambinetto prende nota, poi va dalla mamma e gli chiede: perche’ il presidente continua a chiedere che dio benedica l’america e non chiede che benedica l’intero mondo?” Quest’osservazione è stata fatta in Norvegia da un poeta ebreo che parla alla gente, appellandosi al cuore e agli occhi che si avevano da bambini. Egli si chiede:” perché l’umanità progredisce così lentamente?”Lo stesso poeta ,in passato, parlo’ della bellezza dell’ebraismo e degli ebrei, però rifiuto’ sempre la nozione di popolo eletto. Oggi ha preferito, in questa situazione internazionale, definirsi “seguace di maometto”
Calma e pieta’
Noi non riconosciamo lo stato di Israele. Non oggi e non in virtu’ di questo saggio, né nell’ora del dolore e della rovina, non lo riconosciamoe se l'intera nazione israeliana appoggia l’azione dei propri sofisticati dispositivi di guerra, provocheranno la fuga di se stessi da quella terra, che verrà occupata e vivranno un’ altra diaspora.
Chiediamo e speriamo che di fronte a questi crimini senza scusanti, le popolazioni vicine mantengano la calma e mostrino loro la misericordia, accogliendo i rifugiati e aiutando chi ha perso la cittadinanza.
Assicurando pace e passaggio libero per la popolazione civile che evacuerà i territori quando Israele non riuscirà piu’ a proteggerli. Non si faccia fuoco sui fuggitivi e non si puntino i fucili su di essi. Saranno vulnerabili come le lumache senza guscio, vulnerabili come le lente carovane dei rifugiati palestinesi e libanesi, indifesi, come le donne e bambini ed il vecchio in Qana, in Gaza, in Sabra ed in Chatila.
Chiedo già ora pietà nei confronti gli israeliani che resteranno senza casa. Che nessun bambino israeliano perda la vita. Date loro latte e miele. Troppi bambini e troppi civili sono già stati assassinati.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

grande contributo, nel prossimo post in cui parlerò del Medio Oriente posso linkarlo?
Comunque hai perfettamente ragione. Per esempio, l'ultima volta che su un blog "riformista" mi sono permesso (non sia mai!) di criticare Israele per la sua politica guerrafondaia e d'occupazione, ecco che mi hanno accusato di esser "indottrinato da Indymedia". Tutto questo mi fa schifo, anche e soprattutto perchè io non ho nulla contro alcuna religione. Piuttosto, dovrebbero smetterla con questa assimilazione di sionismo ed ebraismo. Che diavolo c'entra?
Un saluto

sonolaico

Anonimo ha detto...

Grazie per questa traduzione! Io adoro "Il mondo di Sofia" ed ovviamente il suo autore... Sono d'accordo con sonolaico su un punto essenziale: antisionismo non significa antiebraismo...
Ciao

Cloroalclero ha detto...

ebè, ci mancherebbe, come io attingo a piene mani dai post degli altri, è giusto che si possa attingere dai miei, a che serve sennò un blog, se non per far circolare le idee?

Anonimo ha detto...

è necessario che gli intellettuali prendano tutti una posizione seria!

Non esistono massacri di bambini fatti in nome di qualsivoglia Dio, e chi sostiene il contrario deve considerarsi macchiato personalmente di questo crimine.

In ogni caso criticare Israele non vuol dire essere antisemita. Io sono contro la politica espansionistica di Israele, ma non ho assolutamente nulla contro gli ebrei, israeliani e non.

Il problema è che oggi se si critica Israele per gli oltre 1000 morti civili in Libano si viene tacciati di antisemitismo. Il problema è la cultura distorta che la destra ha diffuso in questo Paese in cinque anni di governo, e questi sono gli effetti, ma molti non li vedono.
Quando l'UCOI ha criticato israele di nazismo tutti si sono indignati, da destra a sinistra, e intanto sono morti centinaia di bambini, ma nessuno ha osato criticare a livello istituzionale il bombardamento indiscriminato di scuole, ospedali e condomini.

è una vergogna che in un paese libero non si possa criticare liberamente quest'apartheid senza essere accusati di razzismo o estremismo.

Bel post. Ciao

Anonimo ha detto...

Sto guardando la prima pagina di Libero e vedo un signore con tanto di panama in testa, molto elegante, con un bel sorriso da orecchio a orecchio e le due mani alzate, in una tiene un fiammifero acceso e nell'altra candelotti di esplosivo.
E' Dario Fo, ragazzi. Il premio Nobel Dario Fo!
Non e' un povero disgraziato, un derelitto , un delinquente qualsiasi che ama farsi pubblicita'. No. E' nientepopodimeno che Dario Fo e intorno a questa immagine disgustosa e immorale si legge "Palestinesi resistenti. Forza terrorista buono."
Beh, tutti conosciamo Dario Fo e il suo sostegno indefesso al terrorismo palestinese, tutti conosciamo il suo amore per chi odia Israele. Tutti sappiamo come questo personaggio cui, come ad Arafat, e' stato conferito un premio prestigioso che lui, come Arafat, suo eroe, ha imbrattato di vergogna, abbia sempre dato il suo cuore e la sua ammirazione ai terroristi ammazza-bambini-ebrei-israeliani.
Mi chiedo sempre come sia possibile che un essere umano abbia sentimenti cosi' mostruosi.
Si, mostruosi perche' nessuno al mondo, che sia umano, puo' provare amore e ammirazione per le belve palestinesi che da decenni ammazzano con una barbarie degna del demonio cittadini innocenti con preferenza per i bambini.
Immagino che Dario Fo sappia chi e' Samir Kuntar. Non lo sa?
Glielo racconto io chi e'.
Samir Kuntar e' uno di quei mostri che Fo definisce "partigiani ed eroi della resistenza", in galera in Israele perche' un giorno del 1979 Kuntar era a capo di un commando di terroristi, pardon partigiani, che entrarono in un appartamento di Naharya prendendo come ostaggi Danny Haran e la sua bambina di 4 anni, Einat.
Li trascino' sulla spiaggia e la' uno dei terroristi, pardon partigiani, sparo' a Danny sotto gli occhi terrorizzati della figlia e , subito dopo, lui, Samir Kuntar in persona , il mostro, pardon il partigiano, prese la bambina per i piedi e le spacco' la testa contro le rocce.
Mentre erano ancora in casa la moglie di Danny, Smadar si nascose con l'altra bambina di due anni, Yael, e per salvarle la vita le tappo' la bocca con la mano per impedirle di piangere. Quando tolse la mano si accorse che Yael era morta soffocata.
Hezbollah chiede il rilascio di Samir Kuntar, il mostro, per ridarci i soldati rapiti. Vogliono liberi altri 1000 mostri oltre a lui. 1001 mostri per ridarci tre ragazzi israeliani. Quanto poco devono valere i palestinesi, eh Dario Fo?
Quanto poco deve valere lei, Dario Fo, per arrivare a farsi fotografare sorridente e disgustoso con un fiammifero e dei candelotti in mano!
Lei non vale proprio niente, Dario Fo, questa e' la verita'. Lei non vale niente perche' nessun essere umano degno di tanto nome...UMANO.... potrebbe avere lo stomaco di posare per una fotografia che richiama alla mente ammazza-bambini-ebrei-israeliani, quelli che lei, nel suo niente, chiama partigiani e eroi della resistenza palestinese.
Niente Dario Fo, lei e' niente.
Come quell'altro intellettuale del niente che e' Gianni Vattimo il quale in un articolo spazzatura pubblicato dalla Stampa ( ma non ha altro da pubblicare un cosi' prestigioso giornale?) ribadisce il concetto che Israele non sia altro che un danno collaterale del nazismo. Beh, almeno ha il coraggio di dichiarare di essere antiisraeliano.
Non gli piacciono le discoteche di Tel Aviv al signor Vattimo, vorrebbe che in Israele viaggiassimo coi cammelli , pardon in Palestina poiche' Israele gli sta sui coglioni.
E invece noi abbiamo anche le discoteche, quando i partigiani palestinesi cari a Dario Fo non le fanno saltare per aria. E abbiamo prati verdi e coltivazioni a non finire, dove prima c'erano paludi e malaria. Certo la malaria era molto piu' romantica. La gente crepava romanticamente di malaria, poi sono arrivati quei delinquenti di ebrei e hanno bonificato, lavorato, guarito, sempre col fucile in spalla perche' quelli che morivano di malaria, gli arabi, volevano continuare ad essere romantici e ammazzavano gli ebrei che li stavano salvando.
Nun ce se crede!
Ma dove hanno la testa questi sinistri sinistri?
Forse nello stesso posto dove ce l'ha Massimo D"Alema che ha avuto il coraggio di dichiarare: " farebbe vedere agli israeliani che la comunità internazionale e l’Europa possono essere efficaci e dimostrerebbe a Israele che la sua sicurezza può essere garantita meglio con la politica che con la guerra. Il problema principale è che in Israele politica, pace e sicurezza sono cose distinte e spesso in contraddizione fra loro” (Ha’aretz, 25.08.06).
Nun ce se crede!
Ma signor D'Alema! Cribbio signor D'Alema ma non lo sa che gli israeliani hanno sempre fatto politica a differenza delle sue simpatie, gli arabi, che hanno sempre e solo voluto la guerra?
Ma signor D'Alema, che figura!
Dare una terra gli arabi di Palestina e' stato un tentativo poilitico degli ebrei di Israele. E gli arabi lo hanno rifiutato per la guerra.
Volere il dialogo e' stato un tentativo politico di Israele dopo il 1967 e gli arabi lo hanno rifiutato per continuare guerra e terrorismo.
Riabilitare un delinquente come Arafat per firmare la pace di Oslo e' stato un tentativo politico israeliano, Arafat scelse ancora una volta, dopo essersi beccato il Nobel (come il Dario Fo dei candelotti), il terrorismo.
Uscire dal Libano nel 2000, e' stato un tentativo politico israeliano che ha portato alla guerra scoppiata il 12 luglio 2006.
Uscire dalla striscia di Gaza e' stato un tentitivo politico israeliano che ha consentito ai palestinesi di portare le loro rampe piu' vicine a Israele.
Allora signor D'Alema? Dove e' la sicurezza di Israele in seguito a tanta politica? Dopo tanti tentativi Israele dovrebbe essere, a suo dire, il Paese piu' sicuro del mondo. Invece non lo e', invece e' sempre sotto assedio. Allora a chi manca la politica, signor D'Alema?
Non le passa per la mente signor D'Alema che forse fare politica non serve con chi sa solo dire che Israele deve cessare di esistere e che gli ebrei bisogna gettarli in mare?
No, eh? Credo che non le passi proprio per la mente.
Lei ascolta Nasrallah e , se le va bene, l'idolo di Nasrallah, il signor Ahmadinejad, Loro le raccontano un' altra storia.
Eppure Fo, Vattimo , D'alema e tanti altri sinistri sinistri hanno una testa per pensare.
E allora? Allora forse Israele non gli sta solo sui coglioni ....forse di piu'.....
Nun ce se crede!

DF

Anonimo ha detto...

E io che pensavo di essere rimasto l'unico "terrorista antisemita" a pensare cose del genere..
E invece "filosofa, 45 anni, 2 figliole": ho le lacrime agli occhi, pensavo che solo noi dell'Autonomia potevamo pensare cose del genere invece..
Con affetto, fydaije.
ps: non è che sei un autonoma anche tu? (..)

Anonimo ha detto...

x fydaije
naaa. non sono autonoma e non sono antisemita. Ho profondo rispetto per la cultura ebraica, pero' la guerra mi fa schifo, specie stando in un mondo dove tutti berciano che i piu forti,quelli che le atomiche ce le hanno, sono da compatire e appoggiare e i piu' deboli da bombardare e umiliare continuamente e in molti modi.Il mio punto di vista è schierato solo in virtu' dei fatti che vedo e che apprendo...
clorA

Anonimo ha detto...

Ovviamente la mia domanda era ironica, però tu non disprezzare così facilmente l'Autonomia..
Saluti, fydaije.

Cloroalclero ha detto...

per completezza, posto uno stralcio di un articolo del corriere della sera del 27 agosto, che, a firma di tal elie wiesel, esprime disprezzo per Gaarder, stralciandone qualche parola, con il solito disprezzo nazisionista per chi critica e s'indigna per i crimini di guerra israeliani...


Jostein Gaarder, abita in Norvegia e il libro che lo ha fatto conoscere anni fa si intitola Il mondo di Sophie; una specie di raccolta di lezioni filosofiche impartite da uno sconosciuto maestro a una giovane allieva. La tendenza è più o meno di sinistra; non credo di aver visto molto spesso la sua firma su pagine politiche.
Ed ecco che si parla solo di lui, o meglio di un suo articolo, che tratta degli avvenimenti politici e militari in Libano. Avvalendosi di un linguaggio eccessivo e di argomenti violenti, ha prodotto un testo che sembrava uscito dai volumi nazisti di uno Streicher o di un Goebbels. Improvvisamente si discute ovunque non se l'articolo sia antisemita, ma se lui lo sia.
Per i bombardamenti di abitazioni civili in Libano, in un articolo dal titolo «Il popolo eletto da Dio» sul quotidiano Aftetposten,
uno dei più importanti nel Paese, Jostein Gaarder accusa lo Stato di Israele e il popolo ebraico di apartheid, di razzismo, di vivere nel Medio Evo, di predicare l'odio e di commettere crimini contro l'umanità. Si spinge fino a dire: «Non riconosciamo più lo Stato di Israele. Non si torna indietro. Lo Stato di Israele ha violato il riconoscimento mondiale e non avrà pace finché non deporrà le armi». Si spinge addirittura ad affermare che «lo Stato di Israele non esista più».
Questo articolo pieno di stereotipi antichi e moderni antigiudaici ha provocato un tale choc negli ambienti intellettuali che per scusarsi l'autore ha dovuto dichiarare che si era espresso malissimo, che lo hanno capito male e che, di fatto, si considerava israeliano esattamente come John F. Kennedy si era dichiarato berlinese. Parole patetiche, incoerenti, che non hanno migliorato la sua reputazione.
Per quanto mi riguarda, avendo letto questo scritto, posso solo concludere che lo scrittore è responsabile di quello che scrive; se si esprime da antisemita, vuol dire che lo è.