domenica, giugno 03, 2007

ESEMPI



Circa 2500 anni fa, in Grecia c'era un vecchio filosofo. Un uomo di 76 anni che era stato cittadino onesto, che aveva preteso di collaborare con il governo democratico di Atene, quando ad Atene c'era la democrazia. E quindi aveva combattuto con coraggio contro i persiani. Aveva pagato le giuste tasse e aveva messo al mondo figli che avrebbero a loro volta combattuto per la patria.
Egli però non aveva mai risparmiato ai potenti le critiche. Le aveva fatte pubblicamente nell'agorà, e siccome era dotato di grande dialettica, di forza argomentativa impareggiabile e di logica ferrea,aveva smascherato pubblicamente i potenti furbi che avevano accettato di parlare con lui, così facendo, era riuscito a convincere molta molta gente, che lo seguiva, lo amava, lo ascoltava.

Quando, per un periodo, Atene cadde nelle mani dei 30 tiranni, lui aveva semplicemente detto no alle richieste di costoro che volevano sfruttare il suo coraggio e costringere la sua reputazione a piegarsi al ricatto. Essi gli commissionarono un omicidio politico, ma lui rifiutò categoricamente, nonostante le minacce e fu solo perchè la tirannide non sopravvisse che lui salvò la pelle.

Tornò la democrazia ed egli continuò a tener sveglie le coscienze dei concittadini. Forse era facile. La televisone non c'era e il suo parlare era ,in sè, uno spettacolo, parlando soltanto, riusciva a farsi seguire dalla grande massa degli ateniesi.

Poi però alcune famiglie potenti lo accusarono (dissero che corrompeva le anime dei giovani e che negava l'esistenza degli dei) e lui dovette sottoporsi a un processo. Rifiutò di difendersi perchè pensava di non avere motivi per farlo. Rifiutò di proporre lui stesso un'ammenda perchè riteneva di essere innocente (quindi propose al tribunale che gli conferissero un premio).Rifiutò di pagare una multa perchè non la meritava e perchè comunque sarebbe stato troppo povero per pagarla. E quindi fu condannato a morte.

Andò in carcere, ma aveva tanti amici ricchi, che corruppero le guardie, gli prepararono la fuga in una città lontana dove avrebbe potuto vivere in pace, ospitato e accudito da altri amici fidati.

Ma lui rifiutò perchè era una cosa illegale. Ed essendo nato e cresciuto secondo cio' che dicevano le leggi, gli parse un tradimento verso se stesso e verso tutto cio' per cui era vissuto e di cui aveva parlato durante la vita (il bene, la giustizia, l'equità) trasgredirle.

E quindi morì, innocente per non tradire se stesso e la sua città. Povero, ma circondato dagli amici. Quest'uomo si chiamava Socrate e non scrisse mai nulla. La cui ingiustizia patita che gli costò la vita, influenzò profondamente due geni che di lui e della sua storia ne scrissero: Platone e Aristotele.



Bettino Craxi fece carriera in un partito che fu quello di Pietro Nenni, che i primi del '900, marciava insieme ai braccianti agrari per far sì che le ore di lavoro divenissero meno di 15-18 al giorno, e lo faceva a rischio di farsi sparare addosso dai carabinieri a cavallo.

Craxi divenne presidente del consiglio: fu uomo potentissimo, con amici e parenti nel "cuore dello stato" . A Milano, la sua città, mise come sindaco suo cognato e non c'era attività che non avesse a che vedere con i "socialisti".

Poi fu travolto da mani pulite. Incriminato per corruzione, processato, condannato, scappò dall' Italia per schivare le conseguenze delle "leggi" di quello stesso stato che aveva governato come un padrone e in cui si era fatto corrompere ed aveva corrotto. Morì ad Hammamet, in Tunisia. Non esule: fuggitivo.

A Bettino Craxi, le autorità milanesi vogliono da tempo dedicare una targa. Ci provò Albertini, a giugno dell'anno scorso. Ci riprovo' Moratti, alla fine di gennaio di quest'anno. Ci provano ogni sei mesi, circa.
Sincera: non so com'è andata a finire. Ma se non l'hanno ancora messa, ci riproveranno.
E' vitale per questo potere di uomini corrotti celebrare pubblicamente la corruzione, designificarla in quanto "vizio" e ribattezzarla come "virtu'" politica. Per fare quest'operazione, la targa a Craxi diviene esiziale. Serve per cambiare i significati, stravolgendoli a misura della loro necessità. Serve per legittimare un sistema che non ha, nè secondo una logica terra-terra di buon senso nè secondo nessun'altro punto di vista, possibilità di legittimazione.


Con una targa per Craxi a Milano, Socrate muore per la seconda volta.

3 commenti:

faustpatrone ha detto...

splendida argomentazione, cara Cloro.

ma dopo aver visto cose come il "processo di Norimberga", e il più recente processo a Saddam, che chiamavano "giustizia" la vendetta del vincitore, o cose come le varie "guerre umanitarie" o "guerre per la democrazia" che chiamano la guerra pace e l'aggressione "libertà"....

la targa a Craxi mi pare francamente un peccato assai veniale.

se poi penso a Mastella, Prodi, Berlusconi, Fini, e Bertinotti.

persino l'arrogante Craxi dell'Hotel Raphael fa la figura di Cincinnato.

ed è drammaticamente brutale dover ammettere questo.

Barbara Tampieri ha detto...

Pensa quando Piazza del Duomo sarà ribattezzata Piazza Silvio Berlusconi.

Cloroalclero ha detto...

x Furio:no, a me la targa a craxi sta sul culo.
x Lameduck: Piazza del Duomo sarà ribattezzata Piazza Silvio Berlusconi

evabbe. Continuiamo a parlare di incubi..