Festa del lavoro (schiavista)
La nostra costituzione recita: "l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro"
Come afferma Max Weber, questa valorizzazione del lavoro come cardine delle società , in Occidente, è stata fortemente influenzata dalla diffusione in europa ( e poi nel mondo), dei movimenti protestanti. Piu l’esaltazione del lavoro veniva progressivamente interiorizzata dalla società e dalla cultura,soprattutto ad opera degli illuministi, tanto piu’ andava rafforzandosi l’idea laica della “proprietà privata” ( e soprattutto dell'accumulo della medesima), portata avanti con coerenza, tenacia e dando ad essa primato, dagli stessi illuministi, che ne hanno fatto il cardine di ogni costituzione occidentale. Proprietà, s’intende, ottenuta in vari modi, gestita per merito personale, assegnata da notai e istituzioni e difesa dagli eserciti di leva.
L’evoluzione capitalistica della società, successivamente, ha portato alla globalizzazione dei valori occidentali nel resto del pianeta, pena le guerre contro chi, questi valori non li condivide e non possiede forza militare per placare gli invasati nipoti dell’illuminismo che portano civiltà con l'uso delle armi.
La proprietà privata viene estesa mondialmente coinvolgendo luoghi (colonie) valorizzati per ragioni di ricchezze naturali ed energetiche.
Le “caste” nobiliari si sono trasformate nei gruppi di potere economici e finanziarii: banche, società, multinazionali, con le relative cariche e l’esercito di addetti, che, a livelli diversi, appoggiano il sistema, lo foraggiano, lo rafforzano, creando a loro volta caste con minime possibilità di scalata sociale.
Le oligarchie politiche degli stati occidentali, semplicemente, asservono le loro azioni parlamentari a queste logiche. E per questo sono ampiamente e lussuosamente ricompensati, ricoprendo nella società il ruolo dei V.I.P.
Quelli per cui “lavorare” significa “far digerire” decisioni altrui a chi non ha voce in capitolo, anche se nella cabina elettorale, magari, ci va.
Quando , per esempio, nel nostro mondo si parla di “riforme” intendendo con queste inziative tese a diminuire il costo del lavoro e a far sgobbare di piu’, creando contratti di lavoro precarii, sappiamo che l’oligarchia mondiale imperialistica ha imposto, attraverso meccanismi economici e favori individuali e collettivi tra "pochi",una o più deliberazioni in questo senso.
Oggi è il primo maggio e i media saranno pieni di proclami sulla bontà del lavoro. Anche se dopo 8 ore in ufficio o in fabbrica, o nei cantieri, si impugnano mosche. Anche se gli incidenti sul lavoro vengono archiviati politicamente come “necessarie negatività” per perfezionare il sistema. Come la riduzione del potere d’acquisto dei salari. Come il precariato.
La proprietà privata, diceva C. Marx, è frutto di un furto e causa di alienazione umana.
Il suo ragionamento si basava sull’idea che l’uomo nasce libero, che la sua potenzialità di produrre merci e di trasformare il territorio fosse l’unica ricchezza riconoscibile antropologicamente: la sua forza-lavoro.
Il furto avviene quando i rapporti di forza tra classi sociali obbligano i sottoposti a “svendere” la propria “forza lavoro” , costringendoli a mettere sul piatto della bilancia del conflitto sociale la loro sopravvivenza. A questo punto il capitalismo ha sostituito lo schiavismo e ne mantiene la forma: uomini alienati da se stessi consentono a svendere il proprio lavoro ,la propria creatività e il proprio tempo accontentandosi di sopravvivere.
F.W. Taylor, nel 1903 (dopo ke pubblico’Principi di organizzazione scientifica del lavoro) convinse gli imprenditori americani della sua teoria dello “shop management” e cioè assegnare ad ogni fase del lavoro in fabbrica un “costo” preciso ,sulla base del tempo con cui si contribuisce alla produzione delle merci. Esso, dimostrò, era un valido calcolo, tenendo conto del quale l’assetto delle fabbriche poteva portare ad ancora maggiori profitti.
Le idee di Taylor furono applicate alla Ford, risultando vincenti, tanto che l’azienda americana pote’ produrre le prime auto a prezzi relativamente popolari.
In quel caso, la monetarizzazione del tempo del lavoro (calcolo delle fasi morte e loro riduzione tramite sistemi di sorveglianza e di coercizione) manifestò chiaramente la sua volontà di generare un nuovo schiavismo. Dove l’uomo diventa una prevedibile “macchina” i cui risultati si possono calcolare e pagare in proporzione. Oggi si fa ancora, ma in sordina, senza farsene accorgere dalla vox populi (che ormai si identifica con la televisione).
Tale teoria fu stigmatizzata da A. Gramsci, che individuò la volontà capitalistica, tuttora in opera, di ridurre la dimensione umana a quella delle “scimmie ammaestrate”, senza volontà e senza discernimento. Incapaci di padroneggiare i meccanismi economici del loro lavoro e assolutamente privi della possibilità di “prendere coscienza” del loro valore e del loro potenziale di cambiamento secondo la loro "volontà di potenza".
Oggi, dopo un periodo , ormai lontano, di “lotte sociali” che hanno almeno garantito ai moderni schiavi lo “stato sociale” che provvedeva ai bisogni collettivi di istruzione e salute, la liberalizzazione, che a livello mondiale si sta perseguendo in tutti i settori, dal commercio, all’approvvigionamento di materie prime, sta piano piano togliendo alle fasce piu deboli della popolazione mondiale la possibilità finanche di parlarne di certe cose. In Occidente cio’ si traduce in dislocamento di aziende, disoccupazione, chiusura di servizi pubblici, nel terzo mondo , in accordi per sfruttare le risorse aturali senza coinvolgere il tenore di vita dei nativi.
E poi, retoricamente, si continua a parlare di “nobiltà del lavoro”. L’ipocrisia dei ceti alti e il loro marcio interesse, impedisce loro di finire la frase: nobiltà del lavoro schiavista. Come l’”arbeit macht frei” scritto a ferro battuto sul cancello del campo di Auschwitz.
7 commenti:
buon primo maggio Cloro..
mi sono alzato da poco e sto ascoltando le parole dei 3 leaders sindacali italici, una nausea guarda. tante belle parole, alcune colossali minchiate, e nessuno che contesta nulla in quella piazza, nessuno che ricordi che l'arretramento dei diritti a chi lavora è soprattutto merito loro, oltre che degli stessi lavoratori che delegano ancora le loro volontà a chi da 30 conosce solo concertazione col padrone....
per fortuna che la lettura del tuo post ha bilanciato il tutto...
ancora buon primo maggio....di lotta e di resistenza
a presto Cloro
orso
Ciao Cloro,
Buono. Perché, citando Gramsci, vai alla sostanza del problema lavoro, scorgendo, al di là della questione ( a mio avviso fuorviante) fordismo-postfordismo, la sua natura profondamente politica: cambiano le tecniche di produzione e consumo, ma non la volontà di dominio del capitale che vi è dietro. Che è politica.
Ciao,
Carlo
E'un bel pó di tempo che mi sto scornando con questa cosa.
Le persone vengono giudicate pericolose solo quando lo manifestano, la societá fondata sullo lavoro peró non implica un'igene mentale intrinseca nel fatto che si sia abilitati nello lavorare, infatti possono lavorare tutti.
Lavorare infatti non implica non essere malati mentali, e la societá fondata sullo lavoro nasconde alla perfezione quindi sia il livello psicologico, sia il reale valore di una persona .
Se pensiamo che la societá Occidentale ormai e' piú secoli che marcia verso questa catastrofica situazione, eccoci ai livelli attuali , pieni di follia che non tange ormai piú nulla .
Ecco la mia critica alla libertá capitalista in due parole, una libertá identica a quella che ha il matto.
Oggi si puó non cresciere mai nel senso negativo, ma farsi comunque una famiglia, dei figli e rovinare con ció la vita agl'altri .
Questo e' il marcio di questa societá.
La societá dovrebbe essere fondata sull'essenza della conoscenza con se stessi, invece "noi stessi" ormai e' un fardello che giusto gli sfortunati ancora portano .
Se quell'azione poi che si compie per costruire un castello di sabbia lo si chiama lavoro va bene, una parola serve, ma dare carta bianca agl'individui solo perche lavorano e' la condanna dell'umanitá .
Deepaction
Tutti in piazza a sentire la solita musica .. pifferai magici che ci beccano per i fondelli da sempre non bisogna seguirli più
Buona serata cloretta
ti ho preso il post l'ho messo
grazie
x Carlo Gambescia: è vero. L'essenza del potere però rimane la stessa. Il cambiamento dei modi di produzione viene in aiuto, oltre che per aumentare i profitti, anche per controllare la dissidenza e la libera circolazione delle idee.
XOrso & Corsaro: che possiamo fare noi, se non tentare di resistere? provarci, almeno.
poi
Scrive Deep Action:
"La societá dovrebbe essere fondata sull'essenza della conoscenza con se stessi, invece "noi stessi" ormai e' un fardello che giusto gli sfortunati ancora portano"
..e come non condividere le parole di questo poeta del vissuto?
Però siamo sicuri di essere veramente sfortunati? Non possiamo pretendere che il capitale finanzi la libertà di criticarlo. Perchè se accadesse, significherebbe, per noi, essere in vendita.
Se volevi fare un discorso serio e positivo potevi benissimo fare a meno di citare quell'uomo malvagio che è Marx:
La proprietà privata, diceva C. Marx, è frutto di un furto e causa di alienazione umana.
Peccato che lui, a questo presunto furto voleva reagire con una rapina ben peggiore, cioè con la rivoluzione rapinare chiunque, povero o ricco che fosse. Infatti, se leggete il manifesto di Marx trovate nella quarta parte che il comunismo raggiungerà le sue mete «nel sopraffare, per via della forza, tutte le esistenti condizioni sociali. E sto tralasciando tutte le altre perverse iniziative riguardo la famiglia, la provietà privata, le mogli in comune, etc. etc.
Se uno si ispira a questi principi non è molto peggiore del peggiore dei capitalisti?
Posta un commento