domenica, aprile 01, 2007

Se questo è un merdone




Un pesce d'aprile è una cosa seria. Una sacralità da rispettare.


Un pesce d'aprile richiede dedizione.


Bisogna ideare, realizzare, scrivere, creare accordi.


Se le vignette sataniche, il cristo di cioccolata, la bandiera israeliana con la swastica offendono gli animi religiosi, lo sfregio al 1 aprile offende ME che seguo la Filosofia del Supremo Sapiente Friederich Nietzsche. Che crede nell'eterno ritorno e che ritiene che nella vita si deve fare solo cio' che è degno di ripetersi eternamente.


Elaborare un Sacro Scherzo per il primo aprile è un lavoro gratuito. Del tutto disinteressato, come direbbe Aristotele, pertanto filosofico.


Quindi coinvolge coloro che hanno un animo filosofico. Non importa se come carnefici o come vittime. Anche le vittime hanno la loro dignità, come ci insegnano le varie esaltazioni dei momenti della memoria storica.


Questo è lo spirito con cui ho postato la falsa notizia della sospensione del viaggio papale sul mio blog di lotta.


Infatti anche uno scherzo ha un valore di lotta. La risata rilassa e fa pensare meglio. La provocazione dello scherzo fa pensare.


Tuttavia ogni progetto umano, filosofico, ideale o politico sembra destinato ad incontrarsi con menti eccellenti come quella di Francesco Costa. Titolare del pessimo blog "Progetto Mahyem" (o come cazzo si chiama) che ha capito che si trattava di uno scherzo.


La sua mente brillante e interessante per l'umanità sarà stata illuminata dalla "bambolina con gli spilloni" che i santoni della macumba hanno regalato a Lula.


O dalle foto dei giornali brasiliani, dove Lula diceva "non mi piace il papa: sono comunista".


O bella. Se n'è accorto solo lui.


No. Non se n'è accorto solo lui. Questo è certo.


La differenza tra lui e il resto dell'umanità che se n'è accorta, è che lui, alle 17,00 del pomeriggio l'ha detto.


Che figo eh? Un genio proprio. Insostituibile uomo del destino,simbolo della sapienza umana.


Meglio di un Calderoli o di un Rutelli. E pensa te, lui al parlamento manco ci sta.


Come ha fatto la politica italiana a farsi scappare tale mente illuminata da iddio?




36 commenti:

Barbara Tampieri ha detto...

Ci sono rimasta di merda e sono furiosa.

Cloroalclero ha detto...

Saranno graditi gesti di solidarietà, nella forma dell'insulto, diretti a questo link:


http://www.bloggers.it/progettomayhem/popup_leggi_commenti.cfm?id=d1m4a2007h20m29&idCommento=ADB10B49-B4E6-3496-1A8D676676E50037&SaveXml=true&CFID=29348585&CFTOKEN=52167275

Anonimo ha detto...

io mi sono divertita un sacco e poi in fondo questo scherzo è servito a dimostare (se ce n'era bisogno) quanto possano essere fondamentalisti certi cattolici

Marco Vozza ha detto...

cloro, secondo me abbiamo fatto un gran bel lavoro... ce ne si sbatte le palle, come ho detto a Sir, e stop

Anonimo ha detto...

@cloro: vabbè lui e supramonte sono dei genii incredibili.....proprio i classici ragazzini che credono di fregarti....

Anonimo ha detto...

x sermau: a parte che io non c'entro una beneamata minchia neanche stavolta, visto che pure ci sono cascato nello scherzo di sir percy, beccandomi del boccalone da francesco, vorrei sapere perchè sermau ha un'ossessione per me, francesco e swamp? forse perchè l'abbiamo smerdata quando si è messa a cianciare di scie chimiche su bloggoverno? il classico genio che crede proprio a tutto. quantomeno io abbocco solo il primo di aprile, non tutto l'anno!

x cloro: lo scherzo era ben fatto, anche se a fare più attenzione forse non ci sarei cascato neanche io (la prossima volta mi segno la data sul calendario!), però le polemiche dopo hanno assunto toni un po' grotteschi... tanto vale dire che vi stavate già sul cazzo e non aspettavate occasione migliore, no?

Cloroalclero ha detto...

x Supra: mi spiace, ma non hai capito un cazzo. Il problema non è stato nè ke abbia dato del boccalone a qualcuno, nè ke si sia accorto dello skerzo. La meskinità è consistita nel fare baccano sul pesce alle 17 del 1 aprile. Perchè? cosa gli dava fastidio di sto pesce? Ci avevamo lavorato ed era ben creativo. Perchè venire al pomeriggio a rovinare tutto? poteva aspettare la sera. Invece voleva primeggiare e usarci per far notare il suo rimbalzo tra i 30 siti dlle sue blogstar.
..E meno male che non c'erano di mezzo i soldi. Certo, gente così che s'interessa di politica ed usa sti mezzucci per fare la sua carrierina da blogstar, usando e fottendo il prossimo, a me fa solo skifo.
Quindi reagisco di conseguenza...
Poi fa pure l'arrogante, al posto ke dire boh? non ci ho pensato, ho reagito d'impulso...che ne so?
Pubblica insultante le parole di cui sopra. Sta gente fa cadere i coglioni. Proprio pensando ad un possibile futuro politico, nel quale, per come la vedo io, sta gente sarebbe solo un danno.
Poi , se è tuo amico e senti il bisogno di trovargli scusanti ad ogni costo, dicendo falsamente ke io lo insulto xke mi stava sul cazzo a prescindere, vedi un po' te....

Anonimo ha detto...

Gentile Cloro,

interesante questo incrocio di concetti tra Pesce d'Aprile, Nietszche ed Eterno Ritorno. L'Eterno ritorno del Pesce d'Aprile puó essere una minaccia metafisica di proporzioni tali da scatenare un'epidemia di angoscia kierkegardiana anche dentro un MacDonald di Rimini.
Ci sono pesci aprilini che proprio non vorrei che si ripetessero eternamente!!!
Una volta tentai di applicare a un Controllore particolarmente fetido con gli stranieri un cartello dorsale con la scritta: "Controllore temporaneamente fuori servizio, Trenitalia si scusa per il disagio" e a momenti finivo in prigione.
Grazie di cuore per il linkaggio
Saluti primaverili
genseki il filosofo
genseki

Anonimo ha detto...

no cloro, non ci siamo capiti. io non cerco scusanti. anche perchè non conosco l'etica del pesce di aprile, quindi mi guardo bene dal difendere chicchessia. sai bene che quando voglio difendere qualcuno mi espongo in un altro modo, non insinuo le cose.

non vi stavate sul cazzo a prescindere... vi stavate sul cazzo per altri motivi! :D
ognuno ha i suoi: tu per la questione della bandiera israeliana, sir percy per quella volta che è stato beccato a fare il troll da swamp e su BG, sermau perchè è stata messa alla berlina con quel complottismo da quattro soldi sulle scie chimiche, lucio perchè presumo che in redazione abbiano pareri diversi...

dico, anche se avete subito un torto, c'è modo e modo di farlo notare. no? in tutto questo poi io mi faccio un giro per capire come stanno le cose e, per l'ennesima volta, trovo il mio nome associato a tutti i mali del mondo... ma oh! non sono mica licio gelli io! :D

Cloroalclero ha detto...

x supra: hai ben poca considerazione di me se pensi ke mi sia incazzata xke avevo il dente avvelenato x la bandierina. Era storia kiusa, ma forse nnera cosi ovvio. A me sn girate le palle x la fattispecie. Altrimenti lo direi.

Anonimo ha detto...

guarda che l'hai già detto, altrove! :D diciamo che c'è una certa idiosincrasia.... vabbè, comunque la faccenda non mi tange nè mi appassiona, a dire il vero.

faccio dunque i complimenti per lo scherzo e spero ci sia cascata anche gente meno "boccalona" del sottoscritto... :D

e se passa sir percy, tanto che ci siamo, digli da parte mia che una settimana fa un'azienda indiana ha fatto una presentazione in fiera. si tratta di un'azienda che ha delocalizzato in italia. tanto per dire che l'india è un'opportunità, e non solo un rischio. basta avere coraggio di mettersi in gioco, come sempre del resto.

supra

Sir Percy Blakeney ha detto...

@Supra:Capitolo Francesco lo ha fatto perchè è uno stronzo, lo scherzo lo scopre? fa un post alle 23 non alle 17 e lo pubblica su kilombo. Non è il modo. anzi è il modo delle teste di cazzo.

Capitolo Indiano: Si sono comprati un'azienda italiana e allora? Vedi nel mio modesto CV lavoro con aziende indiane da circa 8 anni (1999), non ieri e neanche l'altro ieri.
Certo non sono un libro, ma penso di CEO Indiani, di averne incontrato un qualche centinaio, quindi ti posso solo dire vedremo la fine che fa quell'azienda... ricordandoti che le aziende nn sono solo produzione ma anche portafoglio clienti e che per esempio parte della produzione delocalizzata in India puo venire trasportata in Italia (come semilavorato) solo per la finitura e l'etichettatura made in Italy, cosa per altro regolare.

Cloroalclero ha detto...

La storia della bandierina l'ho ritirata fuori da lameduck perchè FINALMENTE ho capito che non gliene fotteva un cazzo di fare discussioni politiche (israele-palestina, bandierina u.s.w): gli interessava quel che gli è interessato adesso: far parlare di se, come l'ultima sciacquetta che vuole primeggiare da maria de filippi.
ps: se la cosa nn ti appassiona ne ti tange, perchè hai fatto il perrymason dei poveri?

Sir Percy Blakeney ha detto...

Sempre per Supra, io gli indiani non li ho visti in Fiera è da 8 anni che ci lavoro.. e vado in India.
La differenza spero ti sia chiara in fiera è come leggere una guida dell'Italia scritta per conto di Rutelli, per altro durante una presentazione cosa vuoi che dicessero? Abbiamo comprato l'aziende per i clienti ed importare i nostri prodotti marchiandoli nome azienda e made in Italy cosi avremo margini piu alti? Non credo..
Andarci e lavorarci è avere un filino il contatto con la realtà... e conoscere meglio cosa pensano

Anonimo ha detto...

x cloro: perchè volevo capire il perchè e il percome ero stato preso per i fondelli! ;D

x sir percy: no no caro sir, colosso dell'acciaio apre stabilimento a mestre! il punto è che non possiamo avere come riferimento il solo tessile del comasco. il tessile era un settore in difficoltà, con o senza india. anche se credo che dallo scorso anno ci siano segnali di ripresa. le crisi sono state causate NON dall'apertura al mercato, ma da decenni di protezionismo, svalutazioni competitive... DOPING insomma. aggiungi una mentalità imprenditoriale nepotista e poco propensa al rischio. chiaro che ad un certo punto la bolla è scoppiata, ma il punto è non perchè è scoppiata, ma perchè si è creata!

a livello aggregato comunque è da notare che l'india, avendo ancora una struttura industriale da paese in via di sviluppo, necessita l'importazione di una serie di prodotti, tipo i macchinari, dall'italia. non per niente l'export verso l'india cresce ad un ritmo maggiore dell'import. certo non verranno ad importare il tessile, perchè lo possono fare l'oro. nè la FIAT produrrà auto per il mercato indiano in italia, fosse solo per il fatto che in india è vietata l'importazione di veicoli con la guida a sinistra... :P

Anonimo ha detto...

no hai mai visto indiani in fiera? male, malissimo, si un cattivo osservatore! in fiera vendiamo più metri quadri agli indiani che agli altri paesi asiatici messi assieme. in quanto al convegno... essendo stato nell'organizzazione dell'evento testimonio che non si tratta di una sparata di rutelli. :D

Anonimo ha detto...

certo che dipende molto dalla merceologia. e sicuramente otto anni fa, ma forse anche quattro anni fa, di indiani non ce n'erano sicuramente. però si muovono in fretta...
supramonte

Anonimo ha detto...

Sir Percy è sparito..Supramonte ha bella soddisfazione a parlare con chi non ha piu' niente da dire.

Anonimo ha detto...

tornerà spero... :D
supra

Anonimo ha detto...

@supra+fido scudiero: andate da un' altra parte a fare i bravi ragazzi. Sei proprio intelligente, supra, ammetti pure di avermi smerdato su bloggoverno.
Mi fermo qui, perchè non c'è gusto con gente come voi che si fa forte della distanza dall'interlocutore per sparare solo cazzate.

Sir Percy Blakeney ha detto...

Supra non sentivo merceologia da tempo immemore.. ma lavori in fiera? comunque ti rispondo se mi dai l'indirizzo cosi ti mando la fattura ed anche il CV cosi capisci :-) il tempo è denaro..

Facciamo un po di Storia:
l'India è una risorsa per l'outsourcing da molti anni, non è che l'ha scoperta Prodi.
Ti cito il caso IBM che è in India dagli anni 60, come moltissime società Inglesi.
In realtà il business è molto attivo appunto da decenni nelle aree anglosassoni,per servizi che non sono solo Software, ma Call Center (parlano Inglese),come produzione industriali,Mercedes ha un accordo con Tata da diversi decenni per il mercato domestico,questo per l'automotive.
Vero è che esiste una produzione per il mercato domestico e per l'export.

Il divario tecnologico: Non esiste,i macchinari da te citati e prodotti in Italia, sono venduti anche in giappone.. (in particolare ti segnalo le aziende del Bresciano)comunque sono tool strumenti per... questo per altro per il nuovo, per le vecchie vengono spedite pure quelle visto che li la sicurezza non è di casa (altro motivo per la delocalizzazione insieme all'inquinamento libero)

Invece parliamo di infrastrutture, che in India esistono se tu vuoi fatti un giro a New Delhi come a Mumbai e vedrai delle grandi aree satellite dedicate complete di tutto predisposte per le nuove aziende, con aziende gia operanti.

Semilavorato: Ti ricordo che non è solo del tessile, industria che di per se ha una lavorazione a bassima tecnologia (infatti è tipico per altro nei paesi in via di sviluppo) ma anche per altri prodotti.
Noi di buono aziende con marchio ne abbiamo, il che ti ripeto significa per esempio far fare una pompa idraulica in India, mandarla come semilavorato qui e marchiarla con il nome azienda e made in italy, pronta per essere rispedita in altre aree.

Poi se vuoi, andiamo a fondo magari non in questo post perchè si va O.T. mi mandi una mail e ti tutti i chiarimenti del caso.

Anonimo ha detto...

x sermau: sì brava... vai a vedere le scie chimiche va! non sia mai che ti cada il testa una cacca di piccione e riacquisti la sanità mentale... :P

x sir: volentieri, contattami tu. però sinceramente non mi pare tu abbia toccato i punti sollevati. e cioè:

- in alcuni settori (automobili) non si tratta di delocalizzazione ma di produzione per il mercato locale. le barriere (regolative e di target) tra i due mercati sono incolmabili
- esistono aziende indiane che producono (non marchiano) in italia come in altri paesi UE. certo, poi è chiaro che gli IDE italiani in india sono maggori di quelli indiani in italia
- possiamo ribaltare a nostro favore la bilancia commerciale se puntiamo su certi comparti in india. non sul tessile, è ovvio, a parte il settore lusso, che è ancora un tantino prematuro in india.

le infrastrutture in india comunque da quel che so fanno schifo. se ti riferisci alle sez è un altro discorso...

sì, lavoro in fiera e ti assicuro che l'incoming dall'india è veramente rilevante, nonchè in crescita e con forti potenzialità di miglioramento. purtroppo sono dati interni e non posso citarli.

Anonimo ha detto...

mi sono dimenticato un punto rilevante: il tessile delocalizza in india, ma se non ci fosse l'india delocalizzerebbe in cina, nei paesi asean... non è questione di india, è questione che il tessile in italia necessita un cambiamento struturale. ma forse questa fase è già passata, visto che ci son segnali di ripresa del comparto?

questo è un punto rilevante, visto che il discorso è nato con un tuo post che in qualche modo criticava la missione del governo in india.

Sir Percy Blakeney ha detto...

La mia critica alla missione in India nasce da un semplice fatto, le aziende Italiane grandi delocalizzano li come in Cina, aziende che magari sono in crisi qui sono finanziate con i vari strumenti da parte dello stato ed investono all'estero (esempio la nuova 500 la fanno in polonia, l'accordo con la tata prevede dei pickup in parte prodotti in america latina) ma ci sono realtà con nome, una storia, conosciute sul mercato tipicamente delle piccole aziende che magari danno lavoro a 200 persone che sono attraenti non per delocalizzare ma per il marchio ed il portafoglio clienti, aziende che soffrono cronicamente di problemi di liquidità e che non possono espandersi.
Queste piccole aziende sono buone per essere acquisite e dopo una buona ridimensione si prestano a quanto descritto nel commento precedente.

Anonimo ha detto...

premesso che la polonia non è l'india, e che (ribadisco!) l'esempio automobilistico è alquanto infelice, quel che dici è vero, per la parte dei rischi. non va sottovalutata la parte di opportunità, pechè l'india ha bisogno di molti prodotti che noi possiamo produrre in italia, creando posti di lavoro, ed esportare. non solo macchinari, prodotti high tech e chimici. ma biotecnologico e tecnologie sanitarie, tecnologie ambientali... tutti mercati al momento illibati dagli italiani ma di enorme potenzialità! (per non parlare del mercato fieristico... hehe).
per questo dico che l'apertura del mercato un'opportunità più che un rischio. le aziende che chiuderanno ci saranno sempre, con o senza india... il punto è che fare protezionismo paga nel breve ma alla lunga fa danni, e la tua zona lo ben sa!

Anonimo ha detto...

@supra: è facile offendere senza avere la persona davanti, eh? Sei proprio un ragazzo coraggioso.

Anonimo ha detto...

questa non è una chat, è un blog, si presume che la gente ritorni a controbattere se è interessata. quindi le cose te le dico di persona. se tu invece dopo due o tre battute ti ritiri in uno sdegnoso silenzio e mediti complotti per controllare kilombo, bloggoverno e il mondo... non è affar mio... sei solo un po' psicopatica... :)
supra

Cloroalclero ha detto...

x supra: minkia ma quanto sei aggressivo? Con una signora, poi? e perche? perchè non siete d'accordo sulle scie kimike?
assurdo.
Cq questo blog concorda con sermau. Le scie kimike ci sono, io le ho viste e, almeno qui a milano, capita spesso di vederle.
E cmq nn si insulta una signora xke nn si è d'accordo.

Sir Percy Blakeney ha detto...

@Supra: Ti spiego nuovamente il giro, Cloro mi perdonerà.
Il discorso è sinteticamente:
Italia ha aziende piccole con un brand.Quindi, cosa si fa?
Esempio occhiali: fanno lavorare gli occhiali in cina o india, spediscono qui ed assemblano il prodotto che è arrivato com semilavorato, marchiandolo come made in Italy e nome brand.
Se secondo te questo è un bene
Il discorso si fa interessante se poi il fornitore asiatico che ha molti clienti europei compra il cliente perchè in crisi o per altro..
Li si crea il problema per le seguenti ragioni:
1)Si tagliano sicuramente posti di lavoro, se non lo hanno fatto prima
2)Gli utili non rimangono in Italia,(es:cessione marchio az italiana estera, pagamento royalties su marchio, aumento dei costi per passaggio merci magari soc terza in offshore non necessariamente in black list (caso Madeira))
3)Il vantaggio (abbassamento prezzo) comunque sia di prop ita che straniera non va sul mercato

Questi utili generati poi servono per fare altre acquisizioni.

Il caso di como, che citi è un'anomalia, essendo gli stessi industriali proprietari delle soc concorrenti asiatiche... se vuoi ti mando un po di documentazione e comunque su questa storia del semilavorato sono stati apripista creando il marchio Se.Ri.Co (made in como) dove bastava per marchiarlo come made in como solo la progettazione del prodotto...

Infine ti ricordo che tutto quanto è elettronica oggi viene prodotto in cina dalla calcolatrice, alla stampante, passando anche per i condizionatori d'aria, le TV ecc ecc....

Sir Percy Blakeney ha detto...

@Supra: Ti spiego nuovamente il giro, Cloro mi perdonerà.
Il discorso è sinteticamente:
Italia ha aziende piccole con un brand.Quindi, cosa si fa?
Esempio occhiali: fanno lavorare gli occhiali in cina o india, spediscono qui ed assemblano il prodotto che è arrivato com semilavorato, marchiandolo come made in Italy e nome brand.
Se secondo te questo è un bene
Il discorso si fa interessante se poi il fornitore asiatico che ha molti clienti europei compra il cliente perchè in crisi o per altro..
Li si crea il problema per le seguenti ragioni:
1)Si tagliano sicuramente posti di lavoro, se non lo hanno fatto prima
2)Gli utili non rimangono in Italia,(es:cessione marchio az italiana estera, pagamento royalties su marchio, aumento dei costi per passaggio merci magari soc terza in offshore non necessariamente in black list (caso Madeira))
3)Il vantaggio (abbassamento prezzo) comunque sia di prop ita che straniera non va sul mercato

Questi utili generati poi servono per fare altre acquisizioni.

Il caso di como, che citi è un'anomalia, essendo gli stessi industriali proprietari delle soc concorrenti asiatiche... se vuoi ti mando un po di documentazione e comunque su questa storia del semilavorato sono stati apripista creando il marchio Se.Ri.Co (made in como) dove bastava per marchiarlo come made in como solo la progettazione del prodotto...

Infine ti ricordo che tutto quanto è elettronica oggi viene prodotto in cina dalla calcolatrice, alla stampante, passando anche per i condizionatori d'aria, le TV ecc ecc....

Sir Percy Blakeney ha detto...

Infine ti invito a vedere il Caso Burberry azienda sana, con profitti che alla fine va in Cina...
http://www.euronews.net/index.php?page=eco&article=414464&lng=4
Se secondo te è un'opportunità pagare qualche centinaio di euro un capo fatto in Cina... per me no..

Anonimo ha detto...

x cloro: premesso che lo so da poco, perchè sermau non è molto indicativo sul sesso, ma io aggressivo???? :O ma se sono stato un signore! se alla terza obiezione sermau mi risponde che sono un uomo di partito, che ho un fido scudiero e che voglio dominare il mondo, quantomeno psicopatica lo è... è una patologia, non un insulto!

sulle scie chimiche: tu hai visto le scie degli aerei. dicasi condensazione. chiedere un ripassino ad un prof di fisica? ma lo so, sono più affascinanti i complotti... soprattutto se coninvolgono la CIA... ;D

x sir: ho capito sai? :D
però vedi, il punto è che se escludi l'india, rimangono i rischi (su altri paesi) e cancelli le opportunità in india. o fai autarchia economica totale verso i PVS (con tutti i pro e contro del caso, più contro secondo me), oppure ti tieni i contro nei paesi a cui apri e ti precludi delle opportunità negli altri. visto che l'apertura al mercato dipende da accordi internazionali (e che la politica commerciale non compete al governo italiano ma alle istituzioni UE), la conclusione è che questi viaggi sono una grossa opportunità... i rischi li abbiamo già assunti a suo tempo! non aspettano mica le missioni commerciali del prodi di turno per produrre calzini in cina e occhiali in india!
supramonte

Cloroalclero ha detto...

supra: le scie degli aerei durano 1 ora, e mezza al max
le scie kimike le vedi la mattina
e le rivedi al tramonto, sempre quelle e sempre lì.
Poi se ti vuoi bere le panzanate, sn cacchi tuoi.

Anonimo ha detto...

dipende dal vento e dall'umidità cloro... certo che se per te è più facile credere che migliaia di aerei stiano irrorandoci di non si sa che per non si sa qual motivo, beh, sei libera di crederci! ;D perchè non ti eserciti un po' nella sottile arte della confutazione? ;P

altrimenti il prossimo 1 aprile (che segnerò sul calendario onde evitare critiche agli altrui pesci) mi inventerò il mio personale complottino antiamerikano anch'io... :D

supra

Sir Percy Blakeney ha detto...

@Supra: La mia lamentela non è contro la delocalizzazione o contro l'acquisto di aziende da parte di stranieri,purchè lo stato non abbia finanziato le stesse.
La mia è una semplice constatazione, ti cito gli USA, dove si delocalizza da decenni, dove però la cultura degli imprenditori e delle strutture finanziarie non hanno impoverito il paese,perchè se lavoratori di manovalanza uscivano dalla porta, gli stessi rientravano opportunamente formati con altre mansioni
Qui invece semplicemente è usata con scopi speculativi Esempio,
l'azienda x dichiara crisi, lo stato finanzia con la cassa integrazione straordinaria la stessa azienda nel frattempo oppure prima avvia le attività di delocalizzazione spostando i capitali... alla fine della cassa i lavoratori si trovano con il reparto chiuso e restano a casa...

Penso e sarai d'accordo con me che cosi non va bene. Se delocalizzi,secondo me l'imprenditore deve non solo avere i vantaggi e scaricare il costo sulla comunità... come fanno oggi, ma caricarsi tutto il costo della migrazione.

Anonimo ha detto...

concordo con te che si tratta di una mentalità imprenditoriale perdente, basata sul fattore competitivo costo più che su quello qualità. sono gli stessi imprenditori che prima prendevano aiuti statali e chiedevano incentivi al governo, chiusura del mercato, casse integrazione, svalutazioni competitive...
come vedi cambiano le forme ma è la pochezza della sostanza che resta. in questo però l'apertura al mercato è uno stimolo a cambiare, almeno per alcuni.

io sostengo la proposta di giavazzi: mercato del lavoro flessibile, ma che le imprese internalizzino i costi sociali delle loro "ristrutturazioni" pagando una tassa sul licenziamento (pari a due anni di stipendio) che vada a finanziare una rete di protezione sociale per i disoccpuati, senza discriminare tra grandi e piccoole aziende come ora. quantomeno pagherebbero i costi sociali delle loro delocalizzazioni.

comunque non durerà per molto perchè il costo del lavoro nei PVS sta salendo (e lo yuan si apprezza), tant'è che c'è già chi dice che il flusso delle delocalizzazioni si sta ormai esaurendo.

supramonte