Per Una Sinistra Antisionista
Spesso mi trovo a discutere nei forum e ei blog sul problema del sionismo. Vorrei togliere ogni dubbio sulla mia posizione in merito.
Da un lato penso che “essere di sinistra” sia incompatibile con un qualsivoglia appoggio all’attuale politica dello stato di Israele. D’altro lato non credo sia di sinistra neppure predicare “la cancellazione” dello stato di Israele.
I sionisti hanno molti appoggi, sia a destra che a sinistra, per ragioni culturali diverse. A destra lo stato di Israele è ammirato perché ricco, perché occidentale e perché “deciso” nel proprio nazionalismo. La sinistra invece esalta Israele sulla scorta di un non ben identificato “antifascismo” che farebbe riferimento a Hitler, nemico comune, nella seconda guerra mondiale.
La mia tesi è molto semplice: Israele attua, nei confronti dei nativi palestinesi, un’aggressione che continua ormai da decenni, per difendere un regime di apartheid. Sarebbe ora che gli stati civili mettessero fine a questi soprusi, richiamando gli israeliani a tenere un comportamento di civiltà, attraverso l’integrazione dei nativi palestinesi all’interno dello stato israeliano. Abbattendo muri ed estendendo il diritto di cittadinanza. Posso essere d’accordo nel considerare ormai la terra di Palestina conquistata dagli israeliani. Ma cio’ che mai e poi mai avrà la ia approvazione, è che in quella terra vivano milioni di persone che non hanno il diritto di cittadinanza, il diritto di proprietà, il diritto al lavoro, il diritto alle infrastrutture, il diritto alla pace, come dovrebbero aspirare ad avere i cittadini di un territorio ,pur conquistato, che esiste dal 1948.
Ma Israele,da quella data ha instaurato, nei fatti e nella legislazione, un regime razzista, perché con nessun altro nome possiamo chiamare questa vergognosa condizione in cui vivono i palestinesi.
Non si puo’ essere di sinistra ed approvare questa situazione. Come non si poteva accettare Pinochet e come non si poteva accettare Pretoria. Questo mi sembra un dato oggettivo.
La guerra israeliana viene mistificata come un “pasticcio” a cui “mancano idee per porvi rimedio”. Da decenni si prendono per il culo i palestinesi e l’opinione pubblica con questa storia dei “due popoli e due stati” , salvo poi arrampicarsi su specchi improponibili quando si tratta di “ritagliare” il territorio dei palestinesi. Allora si comincia a ragionare come se si giocasse a monopoli per poi finire con risiko.
Israele è uno stato razzista creato su basi razziste. Quando, ancor prima del ’48, fu occupata la Palestina attraverso acquisti di lotti di terreno da “feudatari” arabi, fu creata l’Organizzazione Sionistica per l’Acquisto del Suolo (Keyet Kayamenet Leisrael, KKL) la quale organizzazione si dette un “regolamento” cui gli ebrei si attennero, che previde di vietare la vendita di terreni a famiglie arabe (quindi molti contadini che avevano dovuto abbandonare le terre si trovarono proibito il potersele ricomprare) nonché di non assumere braccianti arabi per lavorare la terra.
Abraham Granovky (Granott) fu l’agronomo responsabile di queste iniziative che sanno tanto di “lebensraum” nazista. Perché di questo si trattava. Riservare lo spazio vitale ad Ebrei, facendo sì che lo lavorassero con le loro braccia, escludendo gli arabi dalla vita agricola.
Prima del 1947 il KKl aveva acquistato appena il 6,6% del suolo palestinese. Per cui, dal 48, le misure si intensificarono. Leggi israeliane dichiaravano “demaniali” terre che venivano confiscate arbitrariamente, terre che venivan comprate o conquistate in seguito a guerre.
La legge sull’amministrazione della terra in Israele, del 15/16 luglio 1960 dichiarava “demaniali” 18000 kmq su 22255, all’interno dei confino anteriori al 1967.
I kibuzzim e i Moshavim erano forme di lavoro collettivistico della terra. Forme ispirate a criteri socialisti, se non fosse stato che, sia prima che dopo il ’48, da queste forme di economia agricola, gli arabi erano esclusi. Prima da un divieto interno alla comunità ebraica. Successivamente furono proprio le leggi israeliane a suggellare questa forma di razzismo, per cui gli arabi dovevan essere scoraggiati a vivere lì, quindi dovevano astenersi dal lavorare la terra, come proprietari o come braccianti. Bisogna anche dire che, con la formazione dello stato di Israele, per esigenze di profitto, spesso queste leggi (in vigore ancora oggi) sono state trasgredite.
Non mi soffermerò adesso a illustrare come, successivamente al 1948, praticamente tutti i governi israeliani, di destra o di sinistra, abbiano scoraggiato anche l’assunzione della manodopera industriale, agendo sul costo del denaro e retribuendo , a, parità di lavoro, dei sussidi aggiuntivi agli operai di stirpe ebraica, cosicche’ i palestinesi restassero svantaggiati (Dan Diner: problema dello stato nazionale e conflitti nel medio oriente. In tensioni e conflitti nel mondo contemporaneo, Feltrinelli, 1983). Cio’ che mi preme sottolineare è che quando parliamo di Israele parliamo di uno stato che: è la terza potenza nucleare del mondo. E’ il primo nella ricerca scientifica. Un paese ipersvilupato, come gli altri paesi occidentali, che, è vero, ha integrato anche genti di altre stirpi elevandone anche i privilegi, ma in misura davvero irrilevante .Nei fatti: 3 milioni di persone stanno sospesi, fanno parte dello stato di Israele, certo, in attesa dei “due popoli, due stati” . Ma stanno come stavano a Bergen Belsen nei territori del fuhrer, praticamente in un campo di concentramento, continuamente vessati con la scusa della sicurezza degli israeliani.
Sottoumani, Senza diritti, senza medicine, con poco cibo, in certe zone non c’è piu’ l’elettricità. Poi uno dice: come mai si fanno saltare? Come mai (questi bastardi chiavacammelli) hanno votato Hamas?
E intanto Israele rifiuta tutto. Rifiuta le truppe Unifil nei territori occupati. Perché? Aiuterebbero a controllare i terroristi no? O forse le truppe unifil sarebbero testimoni scomodi di un genocidio in atto(che sarebbero costretti ad interrompere)? E come classificare gli “incidenti” con “coloni facinorosi” che accadono ai pacifisti stranieri che vanno la a fare i volontari?
Però , povero, povero, Israele, ha missili puntati sull’Europa. Su tutte le capitali. Quindi noi siamo sotto lo schiaffo di un attacco missilistico (nucleare) senza però avere nessuno che li abbia puntati su di lui, neppure Ahmadinejad, perché lui, il nucleare, non ce l’ha e si vocifera che Israele lo colpirà ben prima che possa solo progettare la prima bomba.
Concludendo: ribadisco l’incompatibilità di ideali di “sinistra”: eguaglianza, democrazia, diritti umani, dignità dell’uomo, con l’adesione alla politica israeliana. Che, peraltro, è la politica più pericolosa che si stia facendo in occidente, che ci condurrà, se continuiamo ad esprimere governi che orgogliosamente ne sono amici, alla terza guerra mondiale.
7 commenti:
Mi spiace, questo volta non sono per niente d'accordo con te.
Ho una certa repellenza verso chi vuole stabilire a tavolino che è "di sinistra" e chi no, e non lo dico solo perchè mi sento toccato, ma perchè non sarei coerente se ti dicessi che tu lo puoi fare e Francesco Costa no (..). Io, per te, non sono di sinistra.
Tutto quel che scrivi dopo è condivisibile, io avrei fatto altre postille ma sai, sono un pignolo. Poi è sempre meglio non condividere totalmente il pensiero o uno scritto di qualcun'altro, ne và della propria libertà di azione.
Ma, in conclusione, io mica ho capito bene su quale base si dovrebbe concretizzare questa "sinistra antisionista".. sulla tua tesi? o su chi tu ritieni "di sinistra"?
Israele è sionista per nascita, come si fà a mantenere Israele ed a farla diventare non sionista..?!
Saluti confusi, forse non di sinistra, sicuramente terroristici e irrimedabilmente fascisti..
Con l'intifada, militanteautonomo.
ps: anche tu con stò termine "cancellazione", cambialo, poi i moralisti si infuriano.. non è molto più bello il termine "superare"..? Oh, lasciamo stare che poi mi tocca dar ragione a supramonte e la sua estetica.. (..)
Caro Militante
Io non ho la pretesa di "dare lezioni" a nessuno. Il concetto di "sinistra" è un concetto che, cartesianamente, appare oscuro e confuso. Dae una definizione unitaria a marxisti, leninisti, riformisti, socialisti (craxiani o no),radicali di sinistra,proud friends of israel, non è semplice. Sta di fatto che la sinistra non ha mai posizioni unitarie. Proprio mai. Mi premeva rilevare la contraddizione tra il "dirsi" di sinistra e l'appoggiare uno stato razzista negli atti, nelle leggi, nella cultura educativa (vedi i ragazzini sassaioli e le firmatarie dei missili).Del resto,non chiedo la "cancellazione" di nessuno da Kilombo, su cui scrivo in compagnia di chi è oroglioso amico di israele e condanna l'ONU perchè condanna la strage di Beit Hanoun, Zapatero perchè condanna la violazione delle risoluzioni Onu e i diritti umani. Per cui ho semplicemente ribattuto ad una contastazione che viene (e mi viene) fatta spesso: tu non appoggi Israele, ergo sei antisemita, ergo sei filonazista. Richiamare la gente all'uso di una corretta terminologia, su concetti molto generali, mi sembrava il minimo...così, per cultura...
In fondo, la soluzione alla questione israelo-palestinese è semplice.
Si chiama democrazia e diritti uguali per tutti, dal mare al Giordano.
Non è mica una roba tanto complicata.
grazie x i link
diego
Cloroalclero,
sei in grado di fornirmi quella bandiera israeliane che ho visto sventolare in mezzo
alle NERISSIME di fiamma tricolore?
sarebbe lo scatto che fotografa in pieno lo spirito della manifestazione del 2 dicembre.
leggendo questo tuo post mi permetto di ricollegarlo ad alcuni miei passati post:
israele,
perchè è apartheid:
http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?eid=1249&keyw=apartheid
http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?eid=1246
http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?eid=1248
salutationssss
Ho capito compagna, ma tu non hai solo "rilevato" la contraddizione tra chi si dice di sinistra e sostiene Israele..
xmilitante:come no? ho assunto che deterinati significati fossero di sinistra,evitando di problematizzarne la definizione,e ho rilevato la contraddizione. Non ho fatto altro.Se pensi che "chi è per l'intifada" non sia di sinistra, sbagli. L'intifada continuerà finchè continuerà questa situazione razzista, piaccia o no.Non c'è bisogno di chi ne auspica la prosecuzione. Il problema è che questo è un accettabile status quo, per Israele.L'articolo del Diego che ho postato spiega bene quest'aspetto.
xguerrilla:non le ho mica viste. Magari le cerco. Se le trovo tel disi.
Posta un commento