sabato, dicembre 23, 2006

La vicenda di Welby ed un bieco discorso di soldi

Questo post me l’ha suggerito la lettura dell’ottimo Martinez di Kelebek, che fa una fenomenologia del “rumore” opposto al “silenzio” di molti politici intorno a questa storia. Egli afferma, giustamente, che Welby ha occupato molto spazio mediatico , provocando molte divisioni, a fronte di silenzi e accordi che i nostri governanti manterrebbero su temi ben piu’ gravi e decisivi, su cui si fa impercettibile il “divario” tra destra e sinistra, che paiono divergere solo sul diritto di qualcuno ( che ha fatto l’errore di rendere pubblica la sua richiesta) di decidere sull’epilogo del proprio destino. Poi si profonde in un’ampia fenomenologia culturale della “vittima”, con cui io sono in linea di massima d’accordo.

Io farò un discosrso molto più terra-terra, concordando con lui che è normale che la chiesa, avendo Welby rifiutato i suoi precetti, rifiuti a sua volta il funerale cattolico. Certo, si potrebbe fare un distinguo sulla cattolicità della sua mamma, che però per la chiesa è imputabile di non aver fatto sul figlio le necessarie pressioni affinché si rassegnasse al proprio destino.
Perfino il paragone con Pinochet non regge: se Pinochet si è confessato, mostrandosi pentito, la chiesa non ha alcun dovere dottrinale di negargli il rito funebre, nonostante sia un “peccatore”: assassino di oltre tremila persone, torturatore di altre decine di migliaia. Se si è mostrato pentito, il rito funebre gli è dovuto, cosa che per Welby non si può affermare, perché è impossibile e non previsto un pentimento post mortem.

Il mio discorso parte dall’8 per mille, che viene destinato alla chiesa cattolica, non solo nella misura in cui vi sono credenti che lasciano a quest’organizzazione il loro obolo fiscale, ma i soldi dell’8 per mille che non vengono attribuiti esplicitamente (di quelli che non firmano il 101, per intenderci) vengono distribuiti in misura proporzionale a tutti gli enti che hanno questi accordi privilegiati con lo stato e, essendo la chiesa l’ente che percepisce di più, è anche quello che si attribuisce la fetta piu’ grossa di questi soldi .

Morale della favola: la chiesa cattolica si attribuisce l’87,25 % dei fondi dell’8 per mille. Per non parlare dell’esenzione dell’ICI , sancito dalla finanziaria 2006 di berlusconi e mantenuto da questo governo (con il voto decisivo di Vladimir luxuria, e diciamolo, cazzo) .
Per non parlare delle agevolazioni alle scuole cattoliche, delle sovvenzioni alla ricerca delle università cattoliche. Insomma mi pare che questa collettività italiana mantenga con il clero un rapporto finanziario tale, che la chiesa avrebbe potuto essere un po’ meno fiscale nell’applicazione della dottrina ed accontentare, visto che siamo sotto natale, la mamma vecchierella di Welby che, da cattolica, ha di sicuro contribuito all’erogazione di siffatti capitali alla chiesa e, comunque, sulla sua incapacità di persuadere il figliolo, da cristiana, poteva sempre confessarsi.

Ma cio’ che si sa, e che si è sempre saputo, è che la chiesa cattolica ha sempre digerito male le sue sconfitte: dal Concilio di Trento , i cui tribunali (inquisizione, indice ecc..) non hanno sortito l’effetto di far tornare indietro l’Europa dal Protestantesimo, al 1978, quando le donne, stanche di morire per gli aborti clandestini, hanno votato in blocco per la legge 194.

Ecco la ragione dell’atteggiamento punitivo della chiesa. Far da monito a chi, trovandosi nelle stesse condizioni di Welby (buone feste e buone cose a tutti, sottinteso) non prenda le sue medesime decisioni. L’inflessibilità della chiesa, del resto, va di pari passo con il suo sadismo, che nella storia è ampiamente dimostrato. Così come va di pari passo col sadismo (e con l’opportunismo e con l’ipocrisia e il viscidume) di quei poltici che, per raccattare qualche voto in piu’ si muovono in modo aberrante secondo le logiche sadiche di chi trova nel sadismo lunga tradizione.

Starebbe a noi, alla nostra capacità di incidere sulla vita politica di questo sfortunato paese, cambiare tali logiche e uscire dalla cappa di malattia che implica questo procedere della vita collettiva (e individuale) in Italia.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

hai ragione: il motivo della decisione della chiesa non è tanto di principio, visto che di deroghe ne fanno a bizzeffe, ma di "punizione esemplare"

Anonimo ha detto...

Ricambio l'augurio avec plaisir,
Clero,
che i nostri affilati propositi mietano i successi che l'anno morente ha spudoratamente negato.

inshallah

Anonimo ha detto...

Scusa per il commento un po' tardo ma solo ora ho potuto leggere il tuo blog.
Non concordo sul diniego del funerale in chiesa, in quanto cristiano credo che le parole di Cristo dovrebbero essere prese maggiormente in considerazione da una chiesa cristiana/cattolica (mi riferisco al non giudicare... non condannare... perdonare) ma oltre a ciò la stessa chiesa cattolica manifesta troppe contraddizioni... se non erro Raoul Gardini si è suicidato... come vedi il pentimento in questo caso... eppure non gli è stato negato il funerale in chiesa?!
Qui mi fermo e aggiungo che tornerò più spesso a leggerti ;)
LoneWolf58