lunedì, novembre 06, 2006

Figli di....

Figli dei fiori, figli di Lacan, figli di dio, figli di wanna marchi, figli di islamici, figli di abramo, figli della dc, figli di duemila anni di stronzaggine biblica, figli della metropoli, figli della sottocultura, figli di….
Ormai i 45 li ho superati e di figli di… ne ho incontrati parecchi. Alle lezioni di catechismo imparai che Gesu’ Cristo lo chiamavano “figlio dell’uomo” e vedendo i film americani ho scoperto che figlio dell’uomo era un appellativo molto “in” tra gli indiani , i comanches, i sioux, quelli lì che sono stati decimati dai coloni in nordamerica, ci siamo capiti, insomma.
Troppa troppa gente i “figli dell’Uomo” . Troppa gente che ha chiesto le benedizioni di dio, hanno combattuto con la benedizione di dio, hanno massacrato gente con “la benedizione di dio” al punto che gli umani potrebbero essere definiti “mammiferi che fanno cose con la benedizione di dio” e generano figli, tanti figli, figli di questo, figli di quello, generazioni di figli che fanno sempre piu figli . Gli embrioni sono figli, i feti sono figli, i moribondi sono figli, i suicidi sono figli, i serial killer? Beh sono stati bambini anche loro..
E i figli sono figli di madri, non di uomo, ma di donna, E anche lì: le donne che lavorano, le donne che dovrebbero lavorare, le donne che hanno figli e si scoglionano, le donne che non possono avere figli e vanno a comprare i figli degli altri nei paesi lontani, le donne che ammazzano i figli, le donne che battono, le donne che si vestono all’occidentale e il papa’ non vuole e le ammazza, le donne che sono incinte e il marito non vuole e le ammazza, le mamme e le figlie, le figlie che diventano mamme,e tutta un sequenza di mamme e figlie e “figli dell’uomo” che fanno la guerra e chiedono la benedizione di dio.

‘A ‘bbenedizzione
una benedizione la dovrebbero chiedere le donne, precarie nella mente,perché accettano supinamente questo sistema, e nella condizione esistenziale, perché si vive, si lavora, ci si veste a misura di significati decisi dagli uomini, chiedessero a’ benedizzione :che i loro figli non chiedano benedizioni quando ammazzano e che se è possibile, non ammazzino proprio.
Ma noi non siamo Jacopone da Todi che pensa che se un papa criminale dà la benedizione, ci toglie la scomunicazzione, già la benedizione cosi intesa, diventa una scomunicazzione ma sopratutto un’anestesia.
Ed è così che “trottolino amoroso” diventa “grande musica”, che i famosi che se la spassano per mesi in una lussureggiante isola tropicale diventa “un bel programma” e che nella pubblicità le telenovelas idiote diventano “un linguaggio che solo le donne possono capire”.
Già le donne, madri e figlie. Quelle che possono-devono-spingono-scelgono-rinnegano-aborrono-denigrano lo chador e il velo in testa, che fino a 30 anni fa era d’obbligo indossare anche in chiesa. Meglio i pantaloncini, corredati da top che mostra un raffinato decolletè. E finalmente parlare della figa, dell’orgasmo femminile, della scelta di diventare madri, del diritto alla collaborazione per il sesso, per i mestieri di casa, per la spesa, per l’accudimento dei figli.
I figli saltano sempre fuori: lo faccio per i miei figli, do da mangiare ai figli, sembri un figlio di nessuno, i bianchi non fanno piu’ figli.

Non sopporto l’umorismo americano
Non sopporto l’umorismo americano, non solo quello delle soap,con le risate registrate per stimolare i neuroni-specchio in assenza di un vero motivo per ridere, ma anche quello di “mamma ho perso l’aereo” quello di tootsie, l’uomo che fa carriera perché come uomo è una grande attrice, neanche meryl streep che ne “il diavolo veste prada” dice della sua segretaria raffreddata che “ha deciso di portare in giro la peste bubbonica”. L’umorismo americano,oggi, a parte Jim Carey, non fa ridere, non è surreale, non è paradossale, non è pecoreccio: è un cumulo di stronzate dette con finta ironia, che non mentono, non dicono verità, non filtrano la realtà, insomma: non fanno ridere, però si autospacciano per battute sintomo di intelligenza.

Stronzate: una specie di superstizione
Frankfurt, ne suo saggio “Stronzate” (bullshit) sostiene che le stronzate siano peggiori della menzogna, perché chi mente palesemente ha a cuore comunque la verità, anche se per nasconderla. Chi dice “stronzate”sono il 99,999 per cento dei “figli dell’uomo”ma, specialmente se di lavoro fanno i giornalisti o gli anchor men, o i registi, o i maghi, dette da questi le stronzate diventano socialmente pericolose, perché questi non hanno cura di sottolineare le menzogne dei politici e dei generali e dei banchieri siano rilevate, ma le frantumano, le seppelliscono in miriadi di dibattiti televisivi con ospiti (donne) scollacciate che contribuiscono ad allontanare sempre piu’ finanche il problema del “ se chi comanda dice stronzate, o menzogne” La “parola vuota” non è più un problema, anzi. Problema è, attualmente, obbedire e’ “stare a regime”, sia in senso politico che esistenziale. Stiamo tutti a regime, stanno a regime soprattutto i figli dell’uomo “maschi” e trascinano l’altra metà del cielo ,ormai radioattivo, a stare a regime anche loro: per chi è più povero, diviene un problema il caro-frutta, mentre la crisi delle donne borghesi emerge quando guardano le soap e non i documentari storici, quando leggono “codice da vinci” e si sentono colte, quando il silicone diventa l’unico vero amico, magari oltre all’alcool.
Chi ama stare a regime sotto lo schiaffo di potenti che nascondono la verità, lo fa per amore dell’”ordine” che è logos, e come ha detto il papa Ratzinger, “siamo figli della cultura greca” ma chi? Noi cristiani. Aaaambeeee.
Ma gli amanti dell’”ordine” starebbero a regime sapendo di stare inseguendo un destino planetario fabbricato sulle menzogne? Forse no, ma come dice Frankfurt, essendo la nostra un’epoca di media globalizzati e spacciando questi ultimi “stronzate” si crea una frattura tra il potere e la gente comune, frattura fatta dalle stronzate che Vespa, Fede, Lerner e anche a suo modo Santoro, spacciano impunemente: una marea di parole urlate, farfugliate, spente e mai pertinenti, che servono ad evocare “benedizioni” come una specie di rito scaramantico, per una specie che sta in via di estinzione, soffocata da sette miliardi di figli dell’uomo che saranno ben peggio del big bang.

Le donne col velo.
Nei giorni del difficile dibattito che coinvolge i media, secondo cui il problema dell’integrazione tra le differenze culturali e quindi della concordia dai popoli deve passare dal dibattito se le donne preferiscano mettere il velo o il tailleur e, soprattutto, se è preferibile che le donne mettano il velo o il tailleur, in tv sono passati circa 60 secondi di filmato preso dalla BBC ambientato nei territori occupati dagli israeliani in Palestina.
Si vedevano gli israeliani vestiti e bardati con casco, cinturoni e stivaloni che sembravano dei marines e sparavano addosso a delle donne vestite di scuro,velate, circa una cinquantina che camminavano verso di loro.
Non ho capito dove andassero e cosa stessero facendo, però si vedevano i soldati che un bel momento sparavano nella loro direzione e allora loro hanno fatto dietro front e hanno cominciato a scappare, ma loro, i soldati, hanno sparato alle loro spalle, se ne vedevano cadere circa quattro, ma poi, insieme, tutte, vedendo cadere le loro compagne di sventura si sono fermate, hanno guardato le ragazze diventate cadaveri, e , probabilmente pensando che, morire per morire era meglio guardare in faccia il loro assassino, visto che comunque sparava alle spalle alla folla in fuga, sono tornate indietro. Verso i soldati schierati armi in pugno, verso le loro facce.
E lì, mi sbaglerò, ma li hanno presi di sorpresa, ci sono rimasti male, forse non hanno più avuto il coraggio di sparare. I patrioti lo sanno pure loro che assassinare, anche se in guerra, è meglio farlo alle spalle.
Hanno ripreso una che si messa a pochi centimetri dalla faccia di uno di questi soldatacci, che, come direbbe Celine era uno che“chissà che rabbia che ci aveva quello là”
La si vedeva urlargli in faccia e urlava anche lui. La signora coraggiosa, che non aveva niente da perdere urlava in faccia a uno stronzetto armato che doveva usare il fucile parole incomprensibili di rabbia e in quel momento gli toglieva il coraggio di usarlo.
La storia era rubata dalle telecamere, al “reality” del mondo, in questi giorni, in terra di Palestina.
Mi piace immaginare che quella donna, (non so se sia morta, le immagini si interrompevano bruscamente, magari è seppellita in qualche carcere israeliano come “terrorista”) mi piace immaginare, dicevo, che gli abbia tirato uno schiaffo. Di quelli in guancia, secchi, magari di rovescio, in quel linguaggio universale che è quello della madre simbolica che schiaffeggia un figlio, povero disgraziato post adolescente, arrogante nella sua divisa e insopportabile nella sua caparbia convinzione di agire “benedetto da dio”, dalla “patria”, dalla “comunità”, dalle “tradizioni” dall’ “ordine” tutte cose che si concretizzano,in questo caso, nel “figlio di david”, in un kalashnikov con cui le sue manine da piccolo rambo del XXI secolo spara addosso a delle donne che scappano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Prodi sembra una scoreggia. Casini sembra come quando definisci qualcuno col nome dei posti che frequenta. Pera lo definisci come quello che fa. gueRRa al teRRoRismo mette insieme tante di quelle R che suggerisce l'uso del mitragliatore. effetivamente le parole contano. Oddio dipende come le usi.