lunedì, luglio 10, 2006

idee,persecuzioni,ambiguità ed arresti. Facce di una certa sinistra italiana.

Su "indymedia" che ho lungamente bazzicato, credendolo un luogo alternativo, ultimamente scrivo poco, sia perchè ho avuto (ed ho) il computer infestato da hacker che mi impedivano l'accesso in rete, sia perchè su quel sito, da qualche mese a questa parte, ho acquisito la nomea di nazista.
Non vorrei fare del facile vittimismo, nè difendermi rispetto a tale epiteto, di cui, leggendo cio' che scrivo, risulta palese la sua falsità.
Vorrei fare una riflessione in merito a cio' che in Italia chiamiamo "sinistra" e che come tale, dovrebbe proprorre idee e sistemi sociali di apertura, di solidarietà, di antirazzismo, di comprensione della diversità, sia culturale che individuale. Ho pensato- e ho sbagliato- che indymedia fosse un luogo virtuale dove potesse aggregarsi questa sinistra.
Ma poi, all'atto di postare scritti contro la barbarie israeliana, non solo sono incorsa nei soliti insulti da terza media, ma, da un po'di tempo , partono etichette che associano la mia persona e quello che scrivo a simpatie verso il terzo reich, con tanto di ideologhi che si premurano di mettere in guardia i novizi da chi, come me, nuota nell'ambiguità di un atteggiamento di sinistra, definizioni anarchiche, simpatie per Nietzsche e sentimenti "antisemiti", come è provato dai numerosi articoli favorevoli alla solidarietà con un popolo torturato e umiliato come quello che vive in terra di palestina.
Si mettono in guardia "i giovani" contro le posizioni "nazimaoiste", che pur condividendo un terreno comune di lotta di classe, si assestano, alla fine, su visioni di destra, filofasciste, anzi, naziste. E così si liquida tutto cio' che si discosta da una visione "antifa" che è confezionata da indymedia come un surrogato di contropoteri che in quel sito si definiscono "antiglobalizzazione" e che pretendono di avere una sorta di monopolio dell'"essere di sinistra".

Ora: con un certo piacere ho potuto constatare che tra i proscritti da indymedia, oltre a me, vi sono persone ben piu' illustri: miguel martinez e i suoi amici Pasquinelli, Ardizzone e l'altra amica loro Alessia, di cui non ricordo il cognome, che è gente davvero tosta, proveniente dalle piu' svariate esperienze politiche e per i quali "fare politica" è ancora una frase che denomina un percorso avente un senso esistenziale ben preciso. Non come me, che in fondo sono una periferica, madre di famiglia che ,oltre a scrivere, non faccio un cazzo. Loro sono attivisti del campo antiimperialista: un'esperienza politica unica in Italia, fuori da ogni schema , animato da una passione del tutto inusuale di questi tempi.


Nel campo antiimperialista convergono persone che hanno storie diverse. Vi sono rabbini e intellettuali antisionisti, Guerriglieri turchi, palestinesi, iraqueni.Gente, come Pasquinelli, con una storia marxista, e gente, perchè no? con dei trascorsi di destra.
Insieme per studiare , per confrontarsi, per definire che cosa oggi sia , davvero, la Resistenza e le ragioni che ne determinano, piu' che mai, la necessità.
Resistenza contro un mondo capitalistico e globalizzato che non piace, che aliena e disumanizza, armandosi contro i continenti sfruttati con il pretesto dello scontro di civiltà e del razzismo mascherato da "lotta al terrorismo".
Gente diversa, con trascorsi diversi, che, attraverso una via piuttosto che un'altra, è giunta fin qui, fino a questo secolo e a questi giorni, senza arricchirsi, senza accettare compromessi, coltivando la passione politica e la curiosità verso cio' che appare estraneo alla "superiorità occidentale" , studiando, confrontandosi.

A parte il fatto che il campo antiimperialista soffre dei boicottaggi continui da parte dei potenti ( e già questo me lo fa stare simpatico): per esempio quest'anno la regione Umbria ha annullato,all'ultimo momento, la concessione dell'ostello all'Isola Polvese; le anime del campo, Pasquinelli e C., sono continuamente vessate sia dalla stampa (Introvigne, Allam) che dalle autorità (Pasquinelli si è fatto un po' di mesi di galera) , nonostante la loro attività si svolgesse alla luce del sole e nonostante non esistessero prove del loro coinvolgimento materiale in attività definite "terroristiche" per l'appoggio morale e magari materiale (a livello di colletta, 10 euro a testa erogati dai partecipanti al campo)a guerriglieri turchi, afghani o iraqueni.

Io non lo so , forse sono un po' insipiente in questo ambito, e fuori dalla politica da tanti anni, ma non mi convincono coloro che militano in un partito, per esempio rifondazione, per soddisfare la loro passione che, ben mi ricordo, si agita dentro nel vivere e sentire le immani ingiustizie di questo mondo e dei loro perpetratori, che la fanno sempre franca.

Però un'esperienza come quella del campo antiimperialista è da valorizzare, da esaltare, almeno da parte di tutti coloro che ritengono che la politica in qualche modo sia una cosa da incarnare, che vale la pena vivere perchè sottende alla nostra identità di enti assetati di giustizia.

Questo per me significa essere "di sinistra" :con tutte le differenziazioni che poi si possono fare nel caso tra individui: essere di sinistra significa, in sostanza, apertura e lotta alle coercizioni del potere, che, anche in presenza di un ordinamento giuridico libertario, si arroga il diritto di chiudere la bocca a chi fa sentire la sua voce piu' forte, non perchè ha i soldi per l'altoparlante, ma perchè le idee possiedono una forza intrinseca, legata alla poro possibilità di essere pensate.

Per concludere, citerò un articolo in cui Martinez difende i suoi amici quando vennero arrestati in un vile atto di arroganza del potere, che definisce perfettamente una certa "sinistra" strumentalizzata e veicolo a sua volta di strumentalizzazione; articolo che sottoscrivo fino all'ultima virgola e che mi sembra paradigmatico di come il potere cerchi di far confluire il dissenso in certi schemi prestabiliti che diventino innocui al suo sussistere e dannosi a se medesimo:

"Esiste un'area dell'estrema sinistra che dedica la maggior parte del suo tempo a stilare liste di proscrizione di "fascisti". In questo, non c'è interesse per le idee. Ad esempio, il razzismo genocida di Oriana Fallaci, che viene promosso su Panorama, il Corriere della Sera e la Rai, non interessa affatto a questo genere di "antifascisti". A loro interessa solo il diciassettenne bocciato a scuola che disegna svastiche sulle panchine.

Questo tipo di antifascismo non differisce strutturalmente dall'antisemitismo di epoche passate. Il nemico non è un'ideologia, rispetto alla quale ognuno può prendere posizione. Il nemico è "il fascio", cioè uno specifico essere umano, in genere tale semplicemente perché nato in una famiglia di ammiratori di Mussolini. Il "fascista", per i cultori di questo tipo di psicosi, è tale, irrimediabilmente, a vita, ed è colpevole collettivamente di ogni delitto mai commesso da qualunque altro "fascista" nel corso della storia. Ogni azione del "fascio" è schifosa e immorale: è un "personaggio", un "losco figuro", nel gergo antifa. Se il "fascio" non cambia idea, è un nemico; se la cambia, è un infiltrato, e quindi ancora più pericoloso. Sono del tutto irrilevanti le sue idee o le sue trasformazioni, tutte rubricate sotto la voce di "trascorsi".

Se ci si pensa bene, questo genere di antifascismo ha come unico sbocco logico lo sterminio.

Si penserebbe che questi antifascisti dedichino gran parte del loro tempo a combattere gli eredi di Mussolini che stanno attualmente al governo. Nient'affatto, perché un Fini o un Urso sono troppo in alto. Come i tifosi della Roma o della Lazio, i veri nemici non sono quelli che contano, ma quelli cui puoi strappare la sciarpa. "
da : Kelebeker.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissime parole!
Ciao, Andrea

Anonimo ha detto...

Certo che prendere lezioni di "antifascismo" da un fascista doc come Miguel Martinez è davvero il non plus ultra!

Non c'è che dire, questa cloroalclero è proprio un genio: dovrebbero darle il Premio Nobel. Per lei quell'accozzaglia di notissimi fasci del Campo Nazimperialista, Preve, Mutti a Murelli, Piccardo, la Scheidt, ecc., sono tutti "antifascisti". Infatti - guarda caso - appoggiano proprio i terroristi che combattono la democrazia in Iraq e che sono nostalgici del regime fascista di Saddam Hussein!

Come si dice in questi casi: un vaffanculo è troppo!

Cloroalclero ha detto...

x peppino: A te l'epiteto di imbecille è sufficiente. Un vaffanculo è un inutile dispendio di energie x un pirla quale sei te.