venerdì, aprile 28, 2006

ITALIANI A NASSIRJA: I RISCHI DELL'ESPORTARE LA DEMOCRAZIA.

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Siamo arrivati a maggio 2006. Questo 26 aprile ha fatto riaffiorare, tristemente, l'Iraq, dato quasi per scontato, durante le elezioni, tra ambiguità e pacifismo propagandistico.
Altri 3 italiani morti in guerra. Questa è l'unica lettura possibile di questi, e degli altri eventi luttuosi che hanno colpito le truppe italiane di stanza in Iraq.

A questo punto in Italia le condizioni di gestione dell'opinione pubblica dovrebbero essere tali da imporre il ritiro immediato. Per non far piu' prevalere le logiche belliche. Perchè non è vero che siamo lì in pace. In Iraq c'è la guerra. Noi abbiamo mandato non forze ausiliarie, non croce rossa, non pompieri, non protezione civile, ma soldati. E il mestiere dei soldati è far la guerra.
E questa non è una guerra di difesa.Non ha alcun criterio che possa dare agli italiani la scusa di stare lì a fare una guerra "giusta". Non è una guerra decisa dall'Onu (non che questo cambierebbe più di tanto i fatti). Non è una guerra contro un pericolo terrorista.
E' una guerra che l'incosciente governo di questo paese ha intrapreso per seguire le consuetudini che dalla fine della seconda guerra mondiale abbiamo con la NATO. Abbiamo seguito gli stati uniti e la GB in un'occupazione effettuata contro uno dei tanti dittatori che popolano il pianeta, dietro l'immensa menzogna mediatica della presenza di armi di distruzione di massa, poi rivelatesi inesistenti.
Le elezioni fatte in Iraq sono state messe in piedi dagli occupanti statunitensi con elementi iraqueni non popolari, che di fatto, non hanno alcun libero mandato per governare.Successivamente alle elezioni, infatti, è praticamente scoppiata la guerra civile.
Gli stati Uniti han fatto questa guerra per ragioni di politica energetica e l'Italia è andata lì perchè alcuni imprenditori molto importanti han governato le cose in modo che alle consuetudini NATO non ci si ribellasse.
E la guerra ci costa un'enormità, in termini di vite umane e anche in termini di risorse.
I politici, in tv, danno l'impressione di ballare sui cadaveri. E' proprio carissimo che, tra le forze di destra si preme per evidenziare che berlusconi aveva già previsto un ritiro entro fine 2006, mentre la sinistra, ora al potere, non trova accordi solidi sulla questione.
La Russa, che si fa propaganda anche quando si mette la brillantina, ha tuonato contro gli incivili che alle manifestazioni gridano 10, 100,1000 Nassirja.
A sinistra alzano la cresta tutti i politici il cui partito caldeggia da sempre il ritiro a brevissimo termine.
Anche Prodi ha espresso il suo parere nel senso di un'altra strada che non sia la guerra.
Però noi siamo ancora lì e tra 15 giorni saremo ancora lì.
In Iraq ci possono essere anche dei terroristi, ma le stragi con cui Usa, Gb e noialtri incorriamo, piu' o meno spesso, in stragi di forze militari, è perchè lì c'è chi resiste ad uno stato di guerra dichiarata e portata avanti da tre anni dagli "alleati" occidentali.
A dispetto delle parole del nonno-immagine Ciampi e delle menzogne di vario spessore che ci hanno spacciato in questi anni, la guerra c'è, non solo: si rende sempre piu' cruenta.
Personalmente, penso che sentire Castelli, o chi per lui, continuare a parlare di forze di sicurezza, di forze di pace, di italiani che ricostruiscono, la cui vita è attentata da singoli delinquenti che ingiustamente si accaniscono contro stranieri armati in divisa, sia offensivo.
A casa mia, quando stranieri armati in divisa accorrono seguendo un esercito alleato che è entrato nel territorio, a seguito di ultimatum, cioè di dichiarazione di guerra, parlo di occupazione militare.
Se poi il popolo gregge si vuol bere le fregnacce sulla pace per la pace della propria coscienza, faccia pure. Se
la menzogna del potere che in quel paese stiamo a "garantire l'ordine", contro la "delinquenza comune" continua ad avere presa su questa Italia che è così sfigata da vedersi Andreotti presidente del senato (aaargh),a questo punto uccido le mie speranze e le seppellisco nelle profondità del tubo catodico.
Nel frattempo continua il salotto di vespa, cominciato con i soldati morti e passato con nonchalance sugli errori che sarebbero stati fatti nel contare i voti della casa delle libertà, secondo non so più quale sconosciuto deputato di forza italia.


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1 commento:

Grillot de Givry ha detto...

ma perchè non esportiamo le veline in Iraq?