"Cuore" e mito fondativo
Il MITO fondativo non allinea mai la totalità della popolazione.
Ne allinea una porzione sufficiente per mantenere il consenso e ne lascia fuori una minoranza larga. Il mito fondativo, come tutte le cose religiose, ha bisogno dei suoi mantra, delle ripetizioni continue, mai eccessive per il potere. Ha bisogno di essere spiegato e rispiegato. Illustrato. In queste “spiegazioni” in realtà avviene la sua celebrazione rituale. Nella celebrazione non è significativo il nucleo di verità. Non si vogliono “domande”, non si chiede un popolo “critico” ma un popolo che “aderisce. , di adepti, appunto.
Il libro Cuore di deamicis è un bell’esempio di inculcameneto del mito fondativo del risorgimento. E, nonostante deamicis fosse un socialista, egli stesso è imbevuto di quel mito che ha , tra le sue finalità, lo scopo di orientare i sentimenti dei giovani (è agli scolari delle elementari che è rivolto il libro) in direzione contraria alla lotta di classe, che alla fine del XIX secolo in Italia era molto partecipata e promettente.
Lo scrittore del libro, strutturato sotto forma di diario, si chiama Enrico.
E' un alto borghese, figlio di un avvocato che, per i tempi, s’interessa molto all’educazione del figlio: egli filtra le sue osservazionie i suoi racconti con commenti che riportano sempre ad un’Italia laica, elegante, dignitosa, che si è conquistata la dignità sui campi di battaglia delle guerre risorgimentali.
Nei racconti mensili si celebra l'eroismo risorgimentale, si spiega il mito fondativo e vi si richiede adesione e commozione: la piccola vedetta lombarda: un contadinello con spirito di avventura che si fa ammazzare per i savoia.
O il figlio di immigrati, che in treno s’indigna sentendo le parole ingiuriose di anonimi viaggiatori stranieri che insultano l’Italia.
Poi vi si racconta del compagno di scuola cattivo: Franti, il ragazzino malvagio e insensibile ai valori del risorgimento. E' un proletario settentrionale, ma per come lo dipinge deamicis, la sua cattiveria lo rende “straniero”, “altro” dalla cultura e dal mondo apparentemente pluriclassista che ci disegna nel libro.
Franti è il diverso, il negatore della dignità che gli italiani si sono conquistati col sangue. Rinuncia alla coerenza col mito fondativo, cio' lo rende stridente con il sangue, lo spirito di sacrificio, la sottomissione ai savoia, che han costruito l’identità italiana del (e nel) mondo di “cuore”.
Ma neppure lui, Franti, annuncia o pratica la lotta di classe. Quello è un significato che deamicis proprio non menziona. Come non fosse mai esistita.
Questo perché il mito fondativo non puo tollerare la presenza di un contrasto come questo, tanto strutturale quanto legittimo. L'opposizione di classe ne svilisce proprio il suo carattere perfetto-divino-indiscutibile, che poggia su una falsa trascendenza..
Franti (cui il maestro dice “farai morire tua madre”) è il “fascista”. E’ il disadattato, carente di onore, privo di qualità, non riconoscente la divinità, un individuo ignobile moralmente che potra’, in virtu’ delle sue scarse qualità umane e morali, un domani, farsi comprare. Dal potere, nelle sue piu basse espressioni. Perché cio’ che il mito omette di dire, è che il potere in effetti, non “partecipa”(nel senso della metexis platonica) di queste significazioni. E’ esentato. E' l'eccezione protagonista e fautrice della mitologia di massa, cui però non è richiesta alcuna coerenza con essa.
E quando la "missione" del potere si sveste del manto morale (spesso), è di gente come Franti, incapace di riconoscerne la negatività, anzi, alimentandola con la sua, che si serve. Allora come sempre, al di fuori dell'omologazone, vi sono i filosofi (e questo deamicis non lo dice) oppure i Franti di questo mondo, che il potere sa trasformare, all'occorrenza, nelle figure carismatiche da venerare o a cui obbedire in battaglia .
12 commenti:
Messa così la descrizione del Franti, a me sembra più un "sovversivo" anarchico che un fascista.;-)
secondo me no. Non ha la levatura morale di un Bresci, che ha lasciato una situazione americana di tranquilla vita lavorativa per venire a morire per uccidere il tiranno sanguinario.
Franti è un anarcofascista, al massimo, senza collegamenti con il mondo condiviso. ;-)
tutta roba sovrastrutturale, da ideologia dominante. O meglio: da ideologia di classe dominante.
Marx, chi e' costui?
Saluti
utta roba sovrastrutturale, da ideologia dominante
???
Senti ti do un consiglio, smettila di mangiare la peperonata alla sera!! fa caldo!! poi rischi di vaneggiare.... con i miti fondativi... tra poco mi aspetto che scriverai un post con scritto che i campi di concentramento non esistevano ma sono miti fondativi dello stato d'Israele. :-D
Un altro tuo clamoroso e significativo esempio di scissione del "punto di vista". Introduci il Mito-Potere, rappresentandolo nelle forme dell'ideologia nazionalistica di de Amicis. Poi il Franti, che ne è salvificamente fuori, il quale, per una certa dote naturale rozza e diffidente, non mutua la materia trascendente offerta dalla abnorme e mitologica cultura risorgimentale. Un personaggio tutto in potenza, che potrebbe ben rappresentare una proto-coscienza di classe proletarista, o una doviziosa rettitudine antiautoritaria e individualistica tutta di stampo moderno. Ma ad un certo punto, rinnegando i buoni propositi, Cloro sposa il sentiero logico-discorsivo di De Amicis nel punto in cui appare questa frase: "il potere in effetti, non partecipa di queste significazioni...", cioè delle significazioni stabilite dall'azione del Mito. Cosa succede dunque ?: succede che il Mito sgattaiola fuori dalla cornice oppressiva e massificante che Cloro si sforza di farci contemplare, diventando un fatterello magari anche edificante e ottimo per evitare le derive basso-morali del "buon selvaggio" Franti; poi, il libro di De Amicis ne viene fuori vieppiù santificato, in quanto ottimo per stabilire i buoni (gli alto-borghesi) e i cattivi (gli pseudo-proletari). Last but not least, la critica sul Potere ne esce fuori disarticolata e disinnescata, diventando in effetti un benevolente corollario eticistico attorno agli spazi vuoti dell'uomo (quelli di Franti), spazi che qualcuno o qualcosa (il "potere" divenuto fantomatico e apolide) potrebbe un giorno occupare. Però, se il potere, secondo Cloro, è apolide, se esso non dimora più nell'azione e nella sostanza dei protagonisti benpensanti borghesi del Libro Cuore, allora è introvabile e viaggia chissà su quali sponde. La chiosa finale del post, infatti, è tutta una indiretta simpatia ed una strizzata d'occhio a favore dell'azione educatrice del buon samaritano risorgimentale e della sua morale fortificata e blindata, un'elargizione di consenso ed un abdicare proprio al punto di vista di de Amicis...
Involontaria ambiguità ?, un errore discorsivo ?, boh !... Un po' più di attenzione in futuro sicuramente...
;)
Franti mi pare piu' quello che non se condivide il lugubre dramma collettivo e preferisce infilare un bel raudo sotto il culo del maestro poliomelitico per ravvivare l'atmosfera. Ovvio che lo scacciano di classe a zoccolate, per questo... ma Franti rincuora, con le sue malefatte, di fronte all'insopportabile melassa.
x Strayker: è vero
La chiosa finale del post, infatti, è tutta una indiretta simpatia ed una strizzata d'occhio a favore dell'azione educatrice del buon samaritano risorgimentale e della sua morale fortificata e blindata, un'elargizione di consenso ed un abdicare proprio al punto di vista di de Amicis...
ammetto. La chiosa fa cagare.
Tra l'altro mi acorgo che non era quello che volevo dire.
cloro
...ehi, ma chi è 'sto Franti?!
eh eh, scherzo anche se in effetti non ho letto il libro in questione, so la storia in linea di massima ma mai letto...
un saluto Cloro
orso
Franti : Jack Nicholson
Derossi: Leonardo Di Caprio
Stardi : Harrison Ford
Nobis : Rupert Everett
Il muratorino : Dustin Hoffmann
Coretti: Johnny Depp
Crossi : Ron Howard
Precossi : Brad Pitt
Garrone : Arnold Schwarzenegger
Votini : l'interprete di "American Gigolò" (ah l'alzheimer...)
Garoffi : John Turturro
La maestra dalla penna rossa : Nicole Kidman
x Pensatoio: heheheheheheheheheheeh
coretti johnny depp è forte...
Il libro comunque è da leggere. E' scritto bene e, sfrondandolo dal suo romanticismo risorgimentale, è un bel documento storico .
x NIcolo': alla fine sono d'accordo quando dici:
Franti rincuora, con le sue malefatte, di fronte all'insopportabile melassa
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